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Autore: sony_97    21/05/2016    1 recensioni
L`amore è amore, ma cosa succede quando colpisce le persone sbagliate? Cosa succede se due persone che non dovrebbero mai amarsi, si innamorano? È corretto ignorare ogni impedimento e lasciarsi guidare dai sentimenti, o bisogna reprimere il proprio amore? Evidentemente non esiste risposta. Bisogna però prendere una decisione. Chissà quale sarà quella dei gemelli Kaulitz...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incest
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Salve a tutti! Ecco il piccolo elaborato di una mente un tantino perversa>.< Premetto che non penso esista realmente una relazione incestuosa tra i due gemellini, però…diciamo che ho dato libero sfogo alla fantasia. Ad ogni modo spero che vi piaccia e la troviate romantica e pucciosa*-* Buona lettura!


 

 

CAPITOLO 1

 

-non possiamo continuare così...-

-perché no?-

Domandò Bill, con sguardo avvilito. Neanche riusciva ad arrabbiarsi, poiché sapeva benissimo che Tom aveva ragione.

-non siamo più dei bambini. Non è più un gioco. La cosa sta degenerando.-

-degenerando?-

Quella parola che conferiva un'accezione così negativa al loro amore lo feriva.

-se si stesse evolvendo invece?-

-allora dobbiamo scegliere!-

Esclamò Tom, palesemente frustrato.

-questo non può più restare un segreto. O diventa realtà o altrimenti la dobbiamo finire...e abbandonare per sempre quella parte della nostra vita.-

Bill teneva la testa bassa, spaventato dalla freddezza del fratello.

-tu saresti pronto a dimenticare tutto?-

Domandò Bill, con un filo di voce.

Tom scosse la testa e, stringendo i pugni per evitare di piangere, disse, con voce tremante:

-certo che no...-

Bill sospirò, in parte sollevato.

-allora cosa facciamo?-

Tom si prese la testa tra le mani e Bill poteva vedere il suo volto contorcersi una smorfia di dolore.

-non lo so...non lo so!-

Gridò, sferrando un pugno sul muro. Bill trasalì.

Rimase a guardarlo, con la testa contro la parete, tanto forte fuori quanto fragile dentro. Allora si alzò dal letto per andare ad abbracciarlo.

-no...-

Sbuffò Tom.

-se proprio dobbiamo farla finita devi almeno concedermi un addio.-

Ironizzò Bill. Non ci volle molto a far cedere il fratello, che si girò all'istante per abbracciarlo.

-stammi bene a sentire...-

Esordì Tom, stringendo forte bill.

-se per caso dovesse finire davvero...sappi che non potrò mai dimenticare...mai.-

Mormorò. Bill sorrise, felice che il fratello condividesse i suoi sentimenti.

-neanche io. Mai.-

-mai...-

Sospirarono entrambi, ormai sconsolati. Con l'età arrivano le responsabilità, e la gente comincia a darti etichette, a studiarti, e nascondere diventa sempre più difficile. Per i ragazzi normali con la maggiore età arrivano le possibilità: si può finalmente andare in discoteca, avere la ragazza, guidare, essere liberi. Loro invece perdevano gradualmente la libertà che l'infanzia aveva loro concesso. Bambini, ancora innocenti e innamorati della vicinanza dell'altro. Ma le cose cambiano. Adesso non sapevano più cos'erano, o meglio, cosa volevano essere.

-tu pensi che sia sbagliato?-

Domandò Bill, con voce tremante.

-certo che lo è...-

Rispose Tom. Divorato dalla confusione e dalla rabbia si sciolse dall'abbraccio e iniziò a ciondolare senza meta per la stanza. Bill si appoggiò al muro, guardandolo mentre si disperava per lui. Bill era sempre stato quello ingenuo, quello tra le nuvole, che "non capisce", come diceva sempre Tom. Lui invece sentiva l'avversione della gente, già si vedeva ripudiato dalla madre e disprezzato dagli amici. Temeva, temeva di dover rinunciare all'unica persona che avesse mai amato, e l'unica che non avrebbe mai potuto amare. Un figlio omosessuale forse sarebbe stato accettato, ma questo...mai. Nessuno l'avrebbe mai accettato, perché era innaturale. Tom lo sapeva e ne soffriva, mentre Bill era troppo perso nel suo mondo per permettere alla realtà di distaccarlo dai suoi sentimenti. Ma anche lui capiva. Vedeva il dolore negli occhi di Tom e lo condivideva pienamente. Era complicato. Anzi, era impossibile.

-deve finire.-

Disse Tom, fermandosi davanti a Bill, che adesso davvero non capiva. Ma Tom non scherzava. Non era l'ennesimo proposito vano.

-dico sul serio.-

Continuò, trattenendo le lacrime.

-eravamo solo dei bambini, era un gioco...che è diventato qualcosa di malato. Ora però deve finire.-

Bill si staccò dal muro, destato dalla rabbia. Non poteva sentirsi dire che il suo amore era malato, sbagliato, innaturale.

-eravamo dei bambini? Anche settimana scorsa eravamo SOLO dei bambini? Adesso che abbiamo diciotto anni!-

Esclamò Bill, alzando gradualmente il tono di voce.

-non è questo il punto! Andava bene prima ma adesso è sbagliato!-

-perché?...perché!-

Ripeteva Bill.

-maledizione svegliati Bill!-

Gridò Tom, con una rabbia negli occhi che mai aveva mostrato prima.

-devi guardare in faccia la realtà: siamo fratelli!-

-ma siamo innamorati...-

Mormorò Bill.

-non basta.-

Rispose Tom, puntando i pugni sul muro, di fianco a lui.

-perché no?-

Insistette Bill, come un bambino ingenuo. Tom ridacchiò, commosso dalla sua innocenza.

-devi considerare anche la società Bill, il mondo reale, non bastano i sentimenti per far funzionare una relazione.-

Bill fece spallucce. Ancora non riusciva a prenderlo sul serio. Era convinto che presto tutto sarebbe tornato alla normalità.

-forse è vero. Però i sentimenti possono costruire la nostra realtà.-

Disse, poggiando la mano su quella di Tom, e costringendolo a sciogliere i pugni.

-non è sempre facile...-

-ma magari è possibile.-

Tom sorrise, incapace ormai di riesumare la rabbia.

-smettila di fare così.-

Disse Tom, ridacchiando. Adesso nemmeno lui credeva più di fare sul serio.

-così come?-

Chiese Bill, scivolando lentamente verso di lui, sempre con la schiena al muro.

-con quegli occhi...seducenti-

Bill sorrise, orgoglioso dell'effetto che aveva su Tom.

-la dovremmo smettere.-

Sentenziò Tom, con tono poco autoritario.

-sì. Dovremmo.-

Confermò Bill, che aveva già cominciato a baciargli il collo. Tom chiuse gli occhi e appoggiò le braccia sulle sue spalle. Ormai non ricordava neanche più di che cosa stavano parlando il minuto precedente. Rinunciò e si lasciò andare, travolto da quella passione irrefrenabile. Bill sorrideva dentro di sé, lieto di aver nuovamente abbandonato la realtà per concedersi ai sentimenti. Tom gli prese la testa tra le mani e, incurante di ogni preoccupazione morale, lo baciò. Bill ricambiò entusiasta il bacio e si lasciò cullare dall'amore del ragazzo che amava. Era questo per lui, e sempre lo sarebbe stato: la persona che amava. Nulla di più, nulla di meno. Bill non avrebbe mai concesso a sé stesso di riconoscere che si trattava di suo fratello, gemello per lo più (anche se con il trucco e i capelli lunghi non somigliava per niente a Tom). Come sempre, Bill si lasciò condurre sul divano. E tutto procedette come sempre era stato dalla prima volta.

   
 
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