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Autore: jamesguitar    21/05/2016    1 recensioni
Ti ho guardata dormire, stanotte, come non facevo da tanto tempo; mi sei sembrata così fragile, così piccola, adagiata sul pavimento scomodo e accanto al fuoco, come un tempo, come quando ero ancora qualcosa che potevi perdere, qualcosa di talmente importante da mettermi al primo posto. Eri bellissima, un po’ come lo sei sempre stata, ma c’era qualcosa di diverso in te: non mi sei mai sembrata così stanca, così bisognosa di una pausa, così fuori di te e lontana dalla Clarke Griffin conosciuta mesi fa.
[One shot scritta dopo aver visto la 3x11]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I’m sorry, princess

 
Cara Clarke,
in tanti anni di scuola, non sono mai stato bravo con le parole. Non è qualcosa che mi esce bene, non come a te; non ho mai studiato, non mi sono mai preoccupato di dover avere un’istruzione seria o diavolerie simili. E in effetti ci hanno mandati sulla terra a vivere come uomini preistorici, perciò a cosa sono serviti quegli anni sui libri? A nulla, dirai tu. Ma a qualcosa forse sì: mentre tu riesci a dire apertamente e facilmente ciò che provi, io ho così tanti problemi ad esprimermi con le persone a cui tengo che finisco per tacere ciò che sento, finché non commetto un errore e mando tutto quello che ho costruito fino a quel momento all’aria. Non a caso tu sei quella che fa accordi, alleanze, mentre io sono quello che le rovina con i suoi istinti assurdi.
Ti ho guardata dormire, stanotte, come non facevo da tanto tempo; mi sei sembrata così fragile, così piccola, adagiata sul pavimento scomodo e accanto al fuoco, come un tempo, come quando ero ancora qualcosa che potevi perdere, qualcosa di talmente importante da mettermi al primo posto. Eri bellissima, un po’ come lo sei sempre stata, ma c’era qualcosa di diverso in te: non mi sei mai sembrata così stanca, così bisognosa di una pausa, così fuori di te e lontana dalla Clarke Griffin conosciuta mesi fa.
Un tempo mi hai detto che non volevi perdermi. Che avevi bisogno di me. Sei sempre stata capace di convincermi a fare la cosa giusta per noi, per tutti, e non ho mai dubitato nemmeno un attimo del tuo affetto per me e per il tuo popolo; mai, finché non sono stato io a perderti. May we meet again, hai detto, e io ci ho creduto: forse era la cosa migliore, dovevo lasciarti andare, senza confessarti che il tuo addio mi stava lacerando da dentro: ho pensato che lo avessi capito, che fosse evidente persino a te, e che quella fosse l’unica cosa che contava. Eppure, così lontano dalla ragazza che mi aveva fatto diventare ciò che ero, mi sono sentito perso. Ho scambiato la tristezza e la nostalgia per una rabbia cieca, alimentata dalla perdita di una ragazza a cui volevo bene ma non sarebbe mai stata te. Forse perdere prima te e poi lei a causa dei terrestri mi ha cambiato. Mi ha cambiato nel più profondo del cuore, facendomi arrivare ad un punto che non credevo di raggiungere; non mi sono mai sentito così solo, disperato, arrabbiato con tutti gli altri.
Trovarti, lasciarti sfuggire e poi sapere che non saresti tornata a casa con me, che avevi scelto Lexa, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Hai detto che potevamo aggiustare le cose, e so che ci credevi, ma nei tuoi occhi ho visto una pietà nei miei confronti che non ho potuto accettare e che mi ha fatto uscire di testa. Per la prima volta, Clarke, non sei riuscita a capirmi. Hai sempre saputo bene chi fossi, hai sempre visto in me il ragazzo che ero mettendo da parte i giudizi dagli altri, hai scavato nel profondo fino a scoprire che non siamo mai stati così diversi, che siamo quasi complementari. Ma quel giorno, così come quelli precedenti, mi hai visto scivolare via.
Adesso tu sei qui, e giuro che farei qualsiasi cosa per restare, per aiutarti, perché so che hai bisogno di me, che tutti ne hanno. Eppure non ci riesco. I tuoi occhi non fanno che ricordarmi le atrocità che ho commesso, come sempre; e non è un male, non lo sarà mai, perché è solo grazie a te che sono il Bellamy che usa i suoi istinti e le sue emozioni a fin di buono. Ho un semplice problema, ed è che quegli occhi mi ricordano anche il dolore del tuo abbandono, dell’essere messo da parte. Un tempo sei andata via, hai rifiutato di stare con me preferendo superare il tuo dolore da sola, e adesso tocca a me.
Nel caso non fosse chiaro, Clarke, mi dispiace. Mi dispiace per ogni cosa: per quando ho fatto pensare all’intera Arca che fossimo tutti morti, quando ho rotto la radio di Raven, quando ho avuto reazioni esageratamente violente che ci hanno recato solo danni; quando mi sono comportato da incosciente, mettendo le mie emozioni al primo posto e rovinando una pace che avevamo ottenuto insieme con tanta fatica. Mi dispiace di averti deluso come non credevo di poter deludere nessuno. Mi dispiace, perché non sono mai stato capace di dirti che ti amavo e tutto ciò non ha fatto che covare rabbia, dolore e solitudine nel mio cuore. Brave princess, ti ho detto un tempo, e non ero mai stato più ironico; eppure lo sei davvero, Clarke, sei la ragazza più coraggiosa che abbia mai conosciuto. So che posso lasciarti, perché sarai capace di restituire una casa in pace a tutti, a salvare i nostri amici, a sistemare tutto.
 
May we meet again,
 
Bellamy
  
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