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Autore: Suomalainen    22/05/2016    3 recensioni
Un libro.
Una ragazza del tutto normale.
Un ragazzo' all'antica.
Due salti nel tempo, lui per salvarla, lei per cercarlo.
Ma se il destino non fosse così semplice? E la fine non così scontata?
Dal testo:
" «Cosa ci fai qui?»
«Io… Volevo vederti e–»
«Se ti trovano qui sono guai!»
«Non mi importa.» dissi con decisione, non volevo lasciarlo mai più. Lui mi afferrò un polso e mi trascinò dietro una porta, la richiuse alle nostre spalle e mi bloccò con la schiena al muro. «A ME importa. Non potrei perdonarmelo se…» sospirò. Mi lasciò i polsi, mi attirò a sè stringendo le sue muscolose braccia attorno alla mia vita. Mi baciò dapprima lentamente, e poi sempre con più passione. Io ricambiai stringendolo forte a me.
«Mi sei mancata.» mi sussurrò a fior di labbra.
«Anche tu.»
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Rientrai nella tenda adibita ad infermeria, William era disteso su una brandina, l’intera spalla e parte del busto erano fasciate con delle bende che avevano assunto un colore rossastro a causa del sangue. Teneva gli occhi chiusi e aveva delle gocce di sudore che gli imperlavano la fronte. Al centro della tenda il medico stava sistemando i suoi attrezzi nella borsa «Come sta?» chiesi preoccupata
«Ho cauterizzato la ferita, speriamo non faccia infezione» disse lapidario e chiuse la borsa «Questo è il massimo che posso fare mia Signora» aggiunse poi con tono più dolce e poggiandomi una mano sulla spalla.
«Grazie…»
Mi avvicinai al secchio colmo d’acqua ai piedi della branda, presi la pezza che vi era dentro e la passai sulla fronte di William, in quel momento lui aprì gli occhi e mi guardò.
«Ciao Will.» gli sorrisi stanca, lui non rispose, richiuse gli occhi e face un lungo sospiro. Che non mi riconoscesse? Possibile che avesse anche battuto la testa?
Mi alzai per andare a richiamare il medico e chiedere se una cosa fosse possibile, ma poi la sua voce mi raggiunse flebile «Date al dolore la parola; il dolore non parla, sussurra al cuore oppresso…»
«… E gli dice di spezzarsi.» conclusi io, stupita che sapessi la provenienza di quella frase.
«Esatto.» disse William serio tirandosi su a sedere «Proprio così.» sembrava allarmato, la sua mente stava lavorando e cercando di capire la situazione. Probabilmente stava avendo gli stessi dubbi che stavo avendo io in quel momento; ci guardammo per un secondo ancora, entrambi con una punta di diffidenza, fui io a rompere quel silenzio carico di domande «Come fai a sapere dei versi di William Shakespeare?» feci un passo indietro per prendere un po’ di distanza «Lui è vissuto secoli dopo di te.»
«E tu come fai a sapere che sono di William Shakespeare?» ribatté lui senza rispondere alla mia domanda.
«Chi sei William?» continuai io, non gliel’avrei data vinta così facilmente.
Lui si grattò il capo, non riuscivo a capire se era diffidente nei miei confronti oppure se era preoccupato più per la situazione in generale, ma sicuramente era diventato molto più nervoso, e i suoi occhi continuavano a percorrere la tenda da un estremo all’altro «Penso che tu sappia benissimo chi io sia...» in tutta risposta io scossi la testa, non stavo capendo più niente da quella situazione.
«Sono un guardiano Cassidy, proprio come Liam… Per quello che so versi di Shakespeare... La mia protetta era della fine del 1500 inizio 1600 e adorava profondamente Shakespeare e le sue tragedie… Talmente tanto che la sua passione l’ha poi trasmessa a me.» per un secondo sembrò perdersi tra i suoi ricordi, ma poi ritornò con la mente nella tenda e i suoi occhi si incupirono e si fecero più duri «Non dovresti essere qui Cassidy… Ci sono persone che vogliono uccidere le persone come te, perché credono che siate servitori del demonio, è pericoloso, Liam avrebbe dovuto dirtelo, non avrebbe mai dovuto portarti qui.»
«Liam non c’entra niente… Non so neanche come ci sia finita in questo tempo, io non l’ho fatto apposta» iniziai a balbettare.
Sentimmo un rumore fuori dalla tenda, come di qualcosa che cade al suolo, William mi fece segno di tacere portandosi un dito alle labbra, si alzò a fatica e si trascinò nel modo più silenzioso possibile fino all’entrata della tenda, e poi di colpo scostò il tendaggio che doveva fungere da porta e guardò fuori.
 «C’è qualcuno?» chiesi debolmente, William rientrò e si andò di nuovo a sedere «Nessuno, probabilmente era solo il vento…» non sembrava convinto, ma non aggiunse altro.
«Se anche tu sei un guardiano ho tante domande da porti!» ricominciai io, ritornando al discorso di prima.
«Shhh! Non è questo il luogo e neanche il momento Cassidy.» afferrò una giacca che era appesa ad un gancio lì vicino e se la mise sulle spalle con non poca difficoltà, afferrò la spada che era rimasta sul tavolo per tutto quel tempo e si rialzò in piedi.
«Vado a preparare la carrozza per voi, dovete tornare da vostro nonno…»
«Aspettate! Non potete lasciarmi così, devo sapere!» lo seguii fuori dalla tenda quasi correndo, William si avvicinò a due cavalli che erano legati vicino alle scuderie e sciolse le briglie di quello più grande. In lontananza il sole stava quasi per tramontare, il torneo era durato tutto il giorno, e ora vicino all’arena erano rimasti pochi nobili che si stavano affrettando sempre di più a raggiungere le loro carrozze per poter partecipare alla festa in onore del vincitore.
«Mio nonno sarà già al castello e avrà già preso lui la carrozza… Verrò con voi.»
«Non capite che dovremmo farci vedere insieme il meno possibile?»
«Finché non sapevate niente di chi ero andava tutto bene e invece adesso non dovremmo farci vedere insieme? Cosa ti prende William?» ero talmente sconvolta che iniziavo a dimenticarmi le buone maniere di quel secolo «Altrimenti noi non-» si interruppe guardando qualcuno o qualcosa alle mie spalle. In un attimo cambiò espressione, mi sorrise «Certo, potete venire con me alla festa! Aiutatemi solo con la sella che sono un po’ debilitato» e rise di gusto, sapevo che c’era qualcosa che non andava, ma non feci domande e annuii. Afferrai i lacci della sella e li strinsi il più forte possibile «Riuscite a salire da solo Duca William?»
«Sì, non sono così debilitato!» sorrise, ma il suo era un sorriso tirato, e ogni due per tre il suo sguardo andava a finire in un punto imprecisato dietro di me. Montò senza troppo sforzo in sella, poi mi tese la mano che poteva ancora utilizzare e ancorandosi con i piedi alle staffe mi aiutò a salire «Tenetevi forte!» e partì al galoppo.
Strinsi forte nelle mie mani le briglie e sentii il petto di William premermi sulla schiena, girammo in una stradina che tagliava in mezzo al bosco «William, dove stiamo andando?» iniziai a preoccuparmi, c’era una strada molto più larga e veloce per raggiungere il castello, perché lui aveva scelto quella?
«Senza dare troppo nell’occhio Cassidy, guarda se vedi qualcuno dietro di noi.»
Seguendo le indicazioni di William voltai lentamente la testa sporgendomi un poco, e vidi in lontananza un cavallo nero con sopra un uomo con un cappuccio «Sì William, c’è un uomo incappucciato, ma è lontano…»
«Merda!» sibilò «Forza bello più veloce!» spronò il cavallo e lasciò il sentiero, infilandosi nel fitto del bosco.
 «Chi è William?» chiesi spaventata, lui non mi rispose, aveva il fiato corto e continuava a guardarsi attorno, si vedeva che era stanco e che non avrebbe retto ancora per molto, la spalla doveva ancora fargli molto male.
«William dovresti-» in quel momento un cavallo ci tagliò la strada, facendo spaventare il nostro che si impennò, facendoci cadere rovinosamente al suolo.
Cercai di rimettermi in piedi, ma qualcuno mi afferrò per i capelli facendomi urlare «William! WILLIAM! Aiuto!» il ragazzo cercò di rimettersi in piedi, ma l’uomo incappucciato, che nel frattempo era riuscito a raggiungerci, lo colpì sulla spalla fasciata con l’elsa della spada, facendolo rimanere a terra agonizzate «Scappa Cassidy…» sussurrò con voce flebile.
Mi trascinarono vicino al cavallo, cercai di scalciare e di liberarmi, ma erano troppo forti in confronto a me, mi calarono un sacco sulla testa legandomi le mani e i piedi, e da quel momento non vidi più nulla.
 
 
Liam
 
La festa organizzata per la mia vittoria era un successone, a quanto pareva tutti si stavano divertendo, avevo anche visto il nonno di Cassidy ridere con alcuni degli altri ospiti, ma di sua nipote nemmeno l’ombra. Al mio fianco Joanne non faceva altro che vantarsi con le sue amiche di quanto il suo fazzoletto mi avesse portato fortuna e di quanto non vedesse l’ora di poter diventare mia moglie. Avessi potuto sarei scappato volentieri.
Iniziarono le danze e la mia Promessa mi tirò al centro della sala per un ballo tradizionale «Vi ho già detto quanto io sia orgogliosa di voi?»
«Sì Principessa…» risposi educatamente, la presi per la vita e l’alzai leggermente per farla volteggiare, poi le afferrai la mano e la condussi secondo i passi verso il centro della sala, dove avrebbe poi dovuto fare una riverenza, ma in quel momento qualcuno mi afferrò per il braccio e con un’incredibile forza mi trascinò fuori dal cerchio con grande disappunto di Joanne «Ma che diavolo?»
«Liam!»
«Duca William, che cosa vi dà il permesso di trattarmi in questo modo?!»
«Cassidy… Liam, l’hanno presa!» William riusciva a malapena a parlare per l’affanno, sperai di aver capito male, ma appena udii quel nome il mio stomaco si serrò in una morsa, che quasi mi impedì di respirare.
«Cosa?»
«La setta! L’hanno presa, non sono riuscita a fermarli, erano in due e… L’hanno presa Liam!»
«Principe come osate abbandonarmi così?! Esigo una spiegazione.» urlò stizzita Joanne quando ci raggiunse «Mi avete fatto fare una figura davanti a tutti!»
«Non ora Joanne.» risposi glaciale, e poi mi rivolsi a William «Dobbiamo andare a salvarla, adesso.» lui annuì stanco, si vedeva che a malapena riusciva a stare in piedi, per di più la sua spalla era messa davvero male «Sei sicuro di farcela?»
«Sì.» rispose lui risoluto
«Bene, ci vediamo tra cinque minuti alle scuderie.» lui non rispose e si avviò verso il terrazzo, io sarei ancora passato dall’armeria.
«Joanne levati di mezzo.» la scostai in malo modo, avrei scommesso tutto il regno che non aveva nemmeno capito che le avevo detto. Non salutai nessuno, uscii in fretta e furia nel be mezzo della festa, giurando su me stesso che se mai fosse dovuto capitare qualcosa a Cassidy non me lo sarei mai perdonato.
 
 
 
Ciao gente! Dopo anni luce che non aggiornavo per problemi vari, eccomi qui!! Spero che vi piaccia e che seguiate ancora! Siamo quasi agli sgoccioli di questa storia, perciò Stay Tuned!
Suomalainen.
(Ovviamente ringrazio sempre quelle anime pie che continuano a recensire e coloro che continuano ad aggiungere la storia tra le ricordate/seguite e le preferite! Mi riempite di gioia!)
  
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