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Autore: Kaguya    22/05/2016    1 recensioni
50 temi per ideare altrettante pillole di Sterek. Una piccola raccolta di drabble dal punto di vista dei due protagonisti
"Il silenzio è un qualcosa di sconosciuto per Stiles Stilinski"
"Ci sono cose che è meglio restino celate"
"Non era un'eventualità che avevo calcolato"
"I capelli di Derek erano un'ossessione"
"Non ci crede ancora, Stiles. Cosi fa finta di nulla."
"Derek si rende conto troppo tardi dell'errore che ha fatto"
[...]
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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50 Themes - Sterek



#1 Twilight
C'è ancora abbastanza luce da poter distinguere senza problemi ogni solco sulla tua fronte, mentre tieni le sopracciglia corrucciate. Forse è un atteggiamento, forse ci sei già nato diffidente e guardingo. Forse non l'hai mai guardato un tramonto senza pensare che è col buio che saltano fuori i mostri.

#2 Burn
Ho continuato a sentire l'odore della carne che brucia per anni. Cosi come per anni mi ha accompagnato la sensazione di essere ricoperto di cenere. Ora invece sento solo calore. E non è più quello delle fiamme. E' un calore che non ferisce, che non fa male. Passa dalla tua pelle alla mia, ti accende gli occhi.

#3 Silence
Il silenzio è un qualcosa di sconosciuto per Stiles Stilinski. Per definizione. Come se fosse parte integrante della sua stessa persona quel fiume perpetuo di parole che, ogni volta, fa saltare un nervo o due a chi gli sta intorno. Cosi, quando Derek Hale, il grande Lupo cattivo, gli intima, per la decima volta almeno, di chiudere la bocca, non riesce a frenare la propria lingua. E quel suo “prova a chiudermela tu” in realtà finisce per zittire proprio l'Alpha.

#4 Secrets
Ci sono cose che è meglio restino celate, lontane da occhi indiscreti. E poi ci sono cose che, per quanto ci si possa sforzare, non si possono nascondere. E tenere segreti, ai nasi indiscreti dei suoi beta, i suoi rendez-vous con quel ragazzino era praticamente impossibile.

#5 Blankets
Ancora avvolto in quelle lenzuola che non erano le sue, Stiles continuava a rianalizzare i fatti, mutando espressione con una velocità ai limiti del normale. I suoi pensieri erano talmente frenetici che quasi facevano rumore nel rincorrersi nella sua testolina. Ma bastò una nuova carezza di Derek per fermarli tutti.

#6 Linger
Finire contro porte e muri stava diventando ormai un'abitudine per Stiles. Quasi non gli faceva più paura quell'irruento Alpha che lo fissava, troppo vicino, come se si stesse trattenendo dall'azzannarlo da un momento all'altro. Aveva imparato a resistere, concentrandosi sui dettagli che glielo rendevano meno spaventoso. Le labbra appena imbronciate per esempio. Però forse non era stata una buona idea.

#7 Clouds
Era una di quelle giornate incerte. Il cielo era completamente oscurato dalle nuvole. La luce del sole era filtrata e bianca, lattiginosa. Non pioveva ancora, ma sentiva scorrere sulla pelle una sorta di leggera elettricità che preannunciava tempesta. Un po' come si sentiva lui, chiuso in quella bolla ovattata che erano i suoi pensieri, dopo essere stato salvato da annegamento da un ragazzino.

#8 Liar
Piccolo, sciocco, spavaldo ragazzino. Con quel faccino indisponente e lo sguardo fiero.
”Provaci di nuovo Stiles...”
Non posso impedirmi di ghignare soddisfatto, mentre il suo odore e il suo battito mi rivelano quello che la sua lingua si ostina a non dire.
“Ti odio, Derek Hale...”

#9 Remember
Non era un'eventualità che avevo calcolato, quella che ti saresti dimenticato di me. Ti osservo, adolescente confuso, aggirarti per la mia camera. Andiamo! Dovresti conoscerla a memoria per tutte le volte che ti sei introdotto qui da quella maledetta finestra. Ti volti a fissarmi con le sopracciglia corrucciate. Immagino tu possa sentire la mia frustrazione. Meglio cosi...magari ti rinfresca la memoria, vista quanta me ne hai fatta accumulare da quando ti conosco.

#10 Question
“Che ci fai qui?”
Una parte di me se lo aspettava. E ora mi sento uno stupido, valigia alla mano, fuori dalla porta del tuo appartamento di New York, con te che mi fissi con il tuo solito sguardo di rimprovero. Mi sforzo di sorridere, col cuore che però martella in petto. E non importa che tu possa sentirlo.
“Perchè?”
Una sola domanda. Solo questa te lo giuro, poi andrò via. Ma, lo sappiamo entrambi, le risposte sono tante. Cosi ti fai da parte e mi accogli nella tua tana.

#11 Hand
Se avessimo avuto delle vite normali, magari ci saremmo incontrati in una caffetteria e ci saremmo scambiati una stretta di mano, dopo un paio di battute. Mi avresti offerto un caffè e io ti avrei spiegato ridendo che non sarebbe stata una buona idea. E avresti forse sorriso e io sarei crollato fulminato in quell'istante. Invece le nostre mani non si incontrano mai amichevolmente, e sono perlopiù coperte di terra e graffi e sangue. Non capisco perchè allora il risultato finale, quando mi fissi, sia lo stesso.

#12 Distance
Primo giorno dell'ultimo anno che dovremo passare in questo posto. Chissà se riusciremo a comportarci da normali liceali...Mi domando che tipo di vita stia facendo tu, mentre sfioro con le dita le tue iniziali, accanto alle quali appongo le mie. E' uno sciocco tentativo di sentirti più vicino, pensare a te in questo stesso punto in un giorno simile a questo. Per un attimo manca l'aria.

#13 February
Febbraio è il mese degli innamorati. Uno si immagina fiori, cioccolatini, candele, biglietti spruzzati di profumo...Io, con la caratteristica sfiga che mi distingue, sono schiacciato contro un muro annerito, bagnato dalla pioggia che passa attraverso il soffitto danneggiato, con addosso un ragazzo lupo seminudo e sporco di fango dopo l'abituale corsetta nei boschi. E probabilmente ho la febbre, perchè mi sembra questa la perfezione.

#14 Fill
Forse le ferite, l'essere rotti e spezzati, servivano proprio a questo. A lasciare quel vuoto nel petto, lo spazio necessario in cui potesse trovare dimora l'altro. Come quelle porcellane giapponesi che vengono riattaccate con resine dorate, io ti sento scivolare in ogni crepa. Sei molto più bello cosi.

#15 Hold
La banshee gli accarezza un braccio sorridendo prima di allontanarsi. Per un attimo riemerge il ragazzino sfigato con gli occhi adoranti per la reginetta della scuola e la tentazione di raggiungerlo in un balzo, e sbatterlo contro la portiera della jeep per ricordargli a chi appartiene, si fa forte. E non è solo questione di trattenere il lupo che ringhia possessivo nel petto. E' pura, semplice, banale, umana gelosia.

#16 Fire
Non era in casa al momento dell'incendio, ma ne porta comunque le cicatrici. Le immagini gli danzano davanti agli occhi in ogni momento. Anche quando posa lo sguardo su Stiles, non può fare a meno di pensare che, per quanto innocuo possa sembrare, è abbastanza intelligente da poter essere letale. E c'è una strana ironia nel fatto che sente il fuoco dentro quando è l'altro a fissare lui.

#17 Tomorrow
Le nostre vite sono un casino. Ogni giorno andiamo avanti senza sapere se sarà l'ultimo o se ce la caveremo per un soffio anche stavolta. Perciò no, Derek, non ne riparliamo domani, quando non avrò più adrenalina in circolo, quando sarò più calmo, quando non avrò litri di caffeina in corpo o chissà che altro. Sono vivo adesso. E se domani lo sarò ancora, al diavolo! Voglio che sia con te.

#18 Closer
Quando la testa di Stiles si appoggiò sulla spalla di Derek, dopo aver ciondolato per almeno dieci minuti, russando appena, si irrigidirono tutti. Derek avrebbe potuto giurare di aver sentito un piccolo verso strozzato provenire dalla gola di Erica, Isaac e Scott contemporaneamente, stupiti dall'assenza di reazioni violente da parte sua. Ma era ormai rassegnato. Quel ragazzino continuava a ignorare deliberatamente cosa fosse lo spazio personale, la distanza di sicurezza...Cosi si faceva sempre più vicino, quasi stesse cercando di capire quale fosse il limite.

#19 Heed
Sempre la stessa storia. Gli diceva di non immischiarsi, di non andare, e lui faceva l'esatto contrario. Mai una volta che gli desse retta. Derek aggrottò le sopracciglia nervoso, fissando il ragazzino svenuto, disteso sul suo divano, mentre Lydia e Scott gli pulivano le ferite, bendandolo. In momenti come quelli si ritrovava a desiderare di trasformare anche lui. Non per dargli i poteri e la possibilità di guarire velocemente. Ma per la soddisfazione che gli avrebbe dato renderlo Beta, sottometterlo a suon di ringhi.

#20 Hair
I capelli di Derek erano un'ossessione. Sapeva che avrebbe dovuto analizzare con più lucidità questa sua mania, solo che i pensieri gli scivolavano via dalla mente uno dietro l'altro. E non solo per l'ADHD. C'era il modo in cui le ciocche corvine sembravano sempre in disordine, come se qualcuno ci avesse passato le mani dentro con una certa veemenza. Lydia li chiamava “capelli post coito”. Eccolo lì, il fattore di distrazione.

#21 Underneath
Sentire il proprio odore su un'altra persona è una di quelle cose che lo rassicura. Tutti i membri del branco si portano addosso l'odore l'uno dell'altro. E' un profumo indistinto, non paragonabile a nient'altro, ma sa di casa. Anche Stiles ha addosso l'odore del branco. Ma ha solo il suo sotto la pelle e Derek starebbe col naso immerso nel suo collo per ore.

#22 Hide
Il muro di fianco la porta della sua camera era un pessimo nascondiglio. Ma Stiles aveva sempre sospettato che i piani dell'Alpha non fossero poi tanto ragionati. Non ridere quando lo Sceriffo aprì la suddetta porta, mandandola a schiantarsi contro il naso del lupo, fu una prova di vero amore.

#23 Flash
Stiles cacciò un suono a metà fra un ringhio e un gemito. La frustrazione era evidente, mentre armeggiava nervosamente col telefono. Derek fece roteare gli occhi al cielo.
“Stiles.”
Lo ammonì, cercando di attirarne l'attenzione e farlo smettere.
“No! Ci deve essere un'impostazione a prova di occhi di lupo in questa stupida fotocamera!!!”

#24 Anger
Le coppie normali si lanciavano contro i piatti durante le loro discussioni, quando la rabbia prendeva il sopravvento sul buon senso, sul timore/pudore che i vicini potessero sentire. Loro, che normali non lo erano mai stati, si lanciavano a vicenda contro i muri, con livelli di forza francamente impari. Ed era un po' come tornare indietro nel tempo, a quando la rabbia era l'unico modo in cui comunicare.

#25 Shame
La faccia sgomenta di Scott lo turbò quasi meno dell'occhiata fulminante di Erica. Ma fu Boyd a dargli inaspettatamente il colpo di grazia con quel suo “puzzi di Derek”. O forse fu la sua stessa impossibilità di gestire pensieri e parole a fregarlo definitivamente. Perchè il suo “ehi, amico! Derek ha un odore buonissimo!” sapeva cosi tanto di indignata, protettiva, adorante protesta che un istante dopo stava pensando a circa venti posti dove andare a seppellirsi vivo per non dover vedere i sorrisini sornioni dei suoi presunti amici.

#26 Adoration
Stiles è un ragazzo semplice, senza pretese. Non ha vizi se non quello di attirare guai e creature soprannaturali come una calamita. E il caffè. La caffeina è la sua divinità, il motore della sua anima. Lasciarlo senza significa andare incontro a una serie di spiacevoli conseguenze. Derek lo ha imparato una mattina, dopo aver dimenticato di rifornire la dispensa della “miscela magica”. Il ringhio del più giovane era stato potente quanto quello di un Alpha.

#27 Waves
La sua non-amicizia con l'Alpha è qualcosa che ancora non sa definire. Una serie di alti e bassi che gli danno il mal di mare. Sentimenti contrastanti che crescono inaspettatamente, per infrangersi un momento dopo contro lo scoglio di una mascella rigida, di labbra serrate e occhi severi.

#28 Apologise
Ti sussurra delle scuse dolorose contro il collo, la barba che ti irrita la pelle, subito lenita dai suoi baci. Ogni bacio delle scuse. Te ne ha riversate addosso tante. Abbastanza da cancellare tutto. Perchè sai quanto gli è costato dirlo la prima volta e tutte le successive. Cosi lo stringi, perchè adesso sei forte abbastanza da non lasciarlo più andare via.

#29 Waiting
Non ci crede ancora, Stiles. Cosi fa finta di nulla. Un giorno, due, tre, una settimana, mesi, un anno. E forse inizia a crederci, a rassegnarsi all'abbandono. Aspettare diventa difficile ed estenuante, man mano che le speranze si ritirano in buon ordine. Cosi smette di farlo. Ne è davvero convinto. Solo che, quando quel ragazzo carino gli si avvicina per offrirgli da bere, non può fare a meno di notare che ha gli occhi verdi. Ma non con quel paio di centinaia di sfumature che ancora non sa catalogare. E non è abbastanza. E pensa che il verde è il colore della speranza e che lui deve essere davvero un idiota per regalare due di picche nell'attesa di un fantasma.

#30 Enticement
Sarà che manca poco al plenilunio. Deve essere questo. Stiles non si spiega altrimenti gli occhi di Derek puntati su di lui. Verdi, ma feroci. Si sente trapassato da parte a parte da quello sguardo. Fa fatica persino a respirare. Torna allora a digitare sul computer, mentre l'Alpha resta appoggiato al davanzale della sua finestra, le mani nascoste nelle tasche e le spalle rilassate. E deve farsi violenza per non tornare a guardarlo. Tanto lo sa che i suoi occhi lo seguono. Per un attimo si domanda se anche Cappuccetto Rosso si sia sentita cosi, agitata e imbarazzata, dopo l'incontro con il lupo.

#31 Watch
Derek si rende conto troppo tardi dell'errore che ha fatto. Lasciare che, fra tutti, proprio il ragazzino umano iperattivo lo accompagnasse in un appostamento è stata un'ingenuità. Farlo stare fermo sembra un'impresa impossibile. Si volta a fissarlo, tentando di sopprimere, senza troppo impegno, un ringhio, mentre le dita affusolate del più giovane tamburellano un ritmo veloce sul cruscotto. Le afferra con le proprie per puro istinto. E quello è il secondo, madornale errore.

#32 Regret
Guardando fuori dalla finestra il paesaggio metropolitano di New York, Derek si chiese se quel peso sul petto sarebbe mai passato. Si chiese cosa sarebbe potuto succedere se fosse tornato a Beacon Hills. Se avrebbe potuto recuperare qualcosa. Se quelle frasi non dette stavano lentamente avvelenando anche lui. Se anche Stiles si sentiva soffocare per il rimorso o se invece era l'unico a torturarsi.

#33 Plain
“Dovremmo uscire...uscire uscire...sai, tipo-...uscire...si, io e te...”
Lo dice come se stesse parlando del tempo, tutto il corpo che lo tradisce con quei movimenti sgraziati e spigolosi. Ha gli occhi schietti, Stiles. La fa sembrare una cosa semplice, quasi casuale. E Derek può solo immaginare quanto contorto sia il filo che i suoi pensieri hanno seguito per arrivare a tradursi in quelle poche parole. Gli dice di si senza nemmeno accorgersene.

#34 Shy
Stiles non pensava sarebbe mai successo. Eppure Derek è seduto sul suo divano. Una camicia bianca che sbuca da sotto una giacca nera, non di pelle, e un paio di jeans. Con lo Sceriffo sulla poltrona di fronte. E vedere le sue orecchie cambiare colore, mentre suo padre gli chiede quali siano le sue intenzioni, con una mano appoggiata casualmente sulla fondina della pistola d'ordinanza, è qualcosa con cui Stiles potrà ricattarlo a vita.

#35 Moonlight
Il controllo non gli è mai mancato. Non dopo Kate. Soprattutto non da quando ha un suo branco. Saranno pure teenagers disadattati, ma il legame gli da stabilità. Cosi, correndo con loro sotto la luna piena, si concede un po' più di libertà. Lascia affiorare il lupo, si lascia guidare. Non si rende nemmeno conto di aver seminato i ragazzini e di essere entrato in città. E' nel giardino di casa Stilinski che torna in sé, disorientato e confuso. Il lupo nel suo petto invece sembra piuttosto soddisfatto.

#36 Melt
Davvero, Stiles ci ha provato. Ha cercato di controllarsi, di non avanzare ipotesi, di non nutrire speranze. Ma anche Derek si è messo d'impegno. L'invito, la cena, le candele. E poi l'anello. E non ce l'ha fatta più. Si è sciolto in lacrime come una ragazzina, sotto lo sguardo preoccupato dell'Alpha. “Fanculo” gli ha detto. Ma Derek ha riso, leggendo nel suo broncio un “si”.

#37 Half
Derek credeva di essersi spezzato anni fa, dopo il tradimento di Kate. Dopo l'incendio. Ricostruirsi una vita e un branco erano state piccole vittorie. Ma non era riuscito a 'guarire' del tutto. Poi aveva capito cosa poteva riempire quel vuoto, ma era cosi sbagliato, cosi rischioso, cosi terrificante che si era allontanato. Salendo in macchina per mettersi in viaggio, aveva guardato un'ultima volta gli amici che si lasciava dietro. Aveva guardato un'ultima volta Stiles e aveva capito che in realtà Kate lo aveva solo scalfito. Era questo il momento che lo avrebbe spezzato a metà.

#38 Leave
Lui se n'è andato. Si è lasciato dietro la distruzione di un branco ferito. Si è lasciato alle spalle tutto. Anche Stiles. A lui sono rimaste le parole che non ha avuto il coraggio di pronunciare, mentre Derek si è portato via quei sentimenti che gli era parso di intravedere. Gli ha lasciato il fantasma di un sorriso e di un tocco inaspettatamente gentile sulla spalla.

#39 Neutral
Un passante avrebbe potuto pensare che Derek Hale fosse piuttosto inespressivo. Aveva una certa rigidità di default che poteva ingannare in effetti. Ma Stiles poteva giurare di aver avuto intere conversazioni solo con le sue sopracciglia e ormai conosceva a memoria il significato di ogni singolo movimento dei muscoli della sua mascella. Aveva iniziato a catalogare anche le variazioni di diametro della sua pupilla che no, non reagiva solo alla luce, nossignore. Ovviamente si trattava di un'analisi imparziale, solo per il bene della scienza.

#40 Apple
Era stata Erica a suggerire l'analogia un giorno qualsiasi, con quel suo fare ammiccante, sbattendo le ciglia e superando i limiti dello spazio personale di Stiles che era arrossito, confermando la somiglianza con Biancaneve, a detta della lupa. Osservandolo schiudere le labbra ancora stupito dal paragone, Derek si ritrovò a pensare che, al confronto, la mela avvelenata sembrava piuttosto innocua.

#41 Winter
Nel loft si congelava. Nemmeno il triplo strato di magliette (di cui una era una camicia di flanella) riusciva a dargli sollievo. “L'inverno sta arrivando!” aveva dichiarato con fare teatrale, mentre Derek gli porgeva una tazza di caffè, un sopracciglio inarcato e l'espressione corrucciata di chi non ha capito. Avrebbe voluto protestare ed esternare la sua indignazione, perchè, davvero, come poteva non aver colto il riferimento? Solo che Derek lo aveva tirato fino a farlo stendere fra le sue gambe, la schiena contro il suo petto, e il suo calore lo aveva avvolto, placandolo. Dopo un sorso di caffè però non aveva resistito. “Tu non sai niente Derek Hale!”

#42 Flowers
Il bruciore lo sta divorando. La carne viva, infetta, pulsa dolorosamente. Il sudore gli imperla la fronte, mentre lotta per tenere aperti gli occhi, respirando a fatica. Sente a malapena il veterinario impartire ordini ai ragazzini, il suono dei ferri sul tavolo su cui è stato disteso. E la voce petulante e un po' isterica di Stiles blaterare “Cazzo! E'- non può! Non può morire ammazzato per dei fiori!”. Fa sembrare il proiettile di strozzalupo nella sua spalla cosi innocuo e ridicolo che potrebbe rischiare di sorridere, se avesse le forze.

#43 Gentle
Le labbra che gli scorrono sulla schiena sono leggere e gentili, ma lo fanno tremare fin dentro l'anima. Perchè era preparato a tutto, ma non a quello. Non alle carezze, non al suo nome sussurrato quasi con venerazione. Non al modo in cui Derek lo volta per guardarlo negli occhi mentre affonda in lui. Fa più paura questo degli artigli.

#44 Speak
Ognuno nel branco aveva una sua specialità. Boyd manteneva sempre la calma. Isaac aveva una spiccata sensibilità. Erica aveva la sua fierezza. Scott manteneva tutti umani con la sua voglia di aiutare chiunque. Lydia era la più brillante. Poi c'era Stiles. Che parlava. Ininterrottamente. Seguendo fili mentali decisamente ingarbugliati. Facendogli venire una irrefrenabile voglia di sbatterlo contro una qualsiasi superficie per zittirlo in qualche modo.

#45 Last
Se lo riprometteva continuamente. Solo una. Solo un'altra. Questa è l'ultima. Tutte bugie. Come il peggiore dei fumatori incalliti. Perchè Stiles Stilinski proprio non ce la faceva a smettere di provocare e fronteggiare quell'Alpha violento, che puntualmente chiudeva la discussione mettendolo, letteralmente, spalle al muro.

#46 Dew
Assaggiò timido il sudore sulla spalla di Derek. Sapeva di corse nei boschi dopo un temporale estivo. Sapeva cosi tanto di selvaggio, di potere, di vita, da lasciarlo senza fiato.

#47 Night
Derek si era introdotto nella sua stanza più di una volta, durante innumerevoli ricerche. Mai però gli era capitato di ritrovarselo in camera in piena notte, dopo essersi addormentato. Avrebbe voluto fargli notare che stare in piedi affianco al suo letto era un comportamento piuttosto inquietante, persino per lui. Ma il suo cervello non era pronto a nessun tipo di comunicazione verbale. Con un mugugno non meglio identificato sollevò allora le coperte, facendogli spazio. Per interrogarsi su quell'espressione confusa e speranzosa avrebbe avuto tutta la mattina.

#48 Footsteps
Forse aveva iniziato a diventare paranoico. Ma, dopo quello che era successo con il kanima, chi avrebbe potuto biasimarlo? Accelerò il passo per raggiungere la sua bambina. Almeno avrebbe avuto la rassicurazione della fedele mazza da baseball custodita nel cofano. I passi dietro di lui erano leggeri e tranquilli, ma nel silenzio della notte rimbombavano minacciosi. Imprecò sottovoce non riuscendo a calmare le proprie mani abbastanza da aprire la portiera. Un attimo e si ritrovò sbattuto con la schiena contro la macchina. Con due occhi di un verde assurdo e irritante addosso che gli davano i brividi.

#49 Shirt
Osservò il capo incriminato mordendosi il labbro inferiore. Era stato stupido e impulsivo come al solito. Ed era un miracolo ne fosse uscito con tutti gli arti attaccati. Sollevò la maglietta, registrando solo in quel momento che l'accostamento di colori era davvero orribile, e la portò al viso. Aveva il suo odore. Ma questo non gli impedì di ridacchiare al ricordo di quanto fosse ridicolo “Miguel” imbronciato e strizzato nella tshirt troppo piccola.

#50 End
Il viso del più giovane era pallido. Troppo. La ferita continuava a sanguinare, macchiandogli la camicia, mentre correva, stringendoselo al petto. Sentiva il proprio cuore pulsargli nelle orecchie, coprendo quasi del tutto il battito debole dell'altro. Si ripeteva come una mantra che non poteva finire cosi. Non Stiles. Non la sera del loro primo appuntamento. Non prima che avesse la possibilità di dirgli tutto. Era sicuro che avrebbe avuto un sacco di domande e mai come in quel momento voleva dargli tutte le risposte. Deaton li aveva raggiunti in ospedale. Melissa si era assicurata di gestire il tutto con la massima discrezione. Lo avevano costretto ad aspettare fuori dalla stanza. Rischiava di impazzire, mentre camminava avanti e indietro nel corridoio vuoto. Poi l'aveva sentito. Un battito più forte. Poi un altro. E un altro ancora. L'incubo era finito.


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Che immensa fatica!!! Scrivere 50 drabble con prompt casuali sembrava molto più semplice all'inizio...Invece mi sono bloccata non so quante volte e alcune delle cose che ho scritto non mi soddisfano al 100%, ma non sono mai stata una scrittrice (che parolone) paziente e rivedere 2000 volte quello che scrivo non mi piace, preferisco lasciare le cose come mi vengono di getto. Per cui ecco qua. Ovviamente Sterek. Ovviamente meno leggero di quello che mi sarebbe piaciuto. Ovviamente sono ossessionata dal tema partenza/ritorno perchè, maledizione Jeff!!!, Derek non dovevano togliermelo. Insomma...Grazie a chi si soffermerà un po' su queste pagine :)

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