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Autore: shadowsofthevirmana    24/05/2016    0 recensioni
Ho deciso oggi di scrivere questa poesia, che da qualche tempo mi girava per la mente.
Quest'ultimo anno è stato duro per me: un anno pieno di cambiamenti, di nuove esperienze e di delusioni.
Vorrei proprio parlare di una delusione recente che ancora mi fa stare male, per condividere un po' il mio stato d'animo con voi e forse per aiutare chi, come me, sta passando un momento difficile.
Dal testo:
"Alla ragazza era capitata una via oscura, che da sola non riusciva ad illuminare"
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Alla ragazza era capitata una via oscura, che da sola non riusciva ad illuminare

e dunque camminava, camminava, sbandando, senza sapere dove andare,

senza sapere quanto i rovi del sentiero la stessero facendo sanguinare,

senza sapere come la nebbia le stesse togliendo il respiro,

senza sapere come lentamente si stesse congelando.

Il vento era sempre stato amico della ragazza: le consegnava sussurri, consigli;

le donava risate ed, a volte, si era anche arrabbiato con lei, così tanto da diventare una bufera.

Il vento però non poteva accompagnarla per quella via oscura, che tanto la faceva soffrire

e dunque si limitava a sussurrare in lontananza, a pregare che riuscisse ad uscire da quel vortice di buio, senza morire.

Perché spesso la ragazza aveva pensato a morire, nascondendosi quel desiderio insano nel cuore, fino a farselo marcire.

Su quella via però, un giorno come tanti, capitò un ragazzo con una lanterna;

aveva lunghe catene a stringergli i polsi e occhi del colore del cielo, che la ragazza a mala pena ricordava.

Si era perso, diceva, non a causa del buio, ma a causa di quelle catene, che lo costringevano a piegarsi al loro volere sin dalla nascita e che lo rallentavano, lo tenevano lontano da ciò che desiderava.

Le disse che poteva accompagnarla.

La ragazza aveva paura: poteva davvero fidarsi di quella flebile luce che quel ragazzo si portava dietro?

Poteva fidarsi di quello sguardo color cielo?

Il cielo in fondo mai neppure l'aveva voluta, come poteva lui, la cosa più luminosa che lei avesse mai visto su quella via volerla accompagnare?

Vedendola esitare, il ragazzo le prese la mano e le sorrise.

 

Attraversarono quella via oscura insieme, mano nella mano,

la ragazza, calcando quel sentiero, non era mai riuscita ad arrivare così lontano.

I rovi parevano ritirarsi,

la nebba pareva diradarsi,

e la luce della lanterna, la luce del ragazzo, sembrava essere tutto ciò di cui aveva sempre avuto bisogno.

La ragazza pensò che forse la soluzione sarebbe stata lui:

le aveva insegnato a trovare una scintilla di luce nel buio semplicemente sorridendo,

aveva fatto tornare in vita il suo cuore corrotto e marcio tenendole semplicemente la mano

e con un singolo bacio era riuscito a farla uscire dal sentiero, a farla tornare dal vento.

La ragazza pensava che la luce avesse crepato quella cortina di buio che sempre l'aveva accompagnata

ed ora vedeva il cielo, chiacchierava con il vento,

si specchiava nello sguardo del ragazzo che l'aveva salvata,

il ragazzo che tanto ammirava perché viveva con quelle catene che tanto lo facevano soffrire senza mai lamentarsene,

il ragazzo che sapeva di amare.

 

Un giorno però, un altro giorno come tanti, il ragazzo scomparve.

La ragazza, sola, nella via oscura, senza la sua lanterna a guidarla, si disperò.

Cadde sulla via,

i rovi le penetrarono la pelle pallida,

la nebbia le assediò i polmoni

ed il suo cuore si sbriciolò con ogni lacrima che lei iniziò a versare.

Il vento le portò messaggi: venne a sapere che le catene lo avevano costretto a non potersi più muovere, che aveva bisogno di tempo.

La ragazza, sapendo che la sua luce soffriva,

si sentì spezzata a metà e rimase accasciata nella via oscura,

dove i rovi le invasero il corpo, la adornarono come una coperta

dove la nebbia le scompigliò i capelli color della luna e la accompagnò a dormire.

 

Il vento continuò a portarle messaggi, opinioni differenti, incoraggiamenti

e un giorno un sussurro che proveniva da lontano penetrò la sua prigione di nebbia, buio e rovi.

Il ragazzo stava bene, era sulla sua via, ma aveva stretto un patto con la sua lanterna e con le sue catene, affinché potesse proseguire con più facilità:

avrebbe sacrificato il cuore della ragazza per alleggerire il peso che si portava sulle spalle,

avrebbe sacrificato quel passatempo frivolo e ormai noioso, pur di camminare più svelto e con una luce più brillante.

 

Fu rabbia,

fu dolore,

furono lacrime,

fu volersi strappare il cuore dal petto e farlo divorare dai ricordi,

fu rinnegare ogni emozione,

fu addormentarsi tra i rovi,

fu costringere il vento a rimetterla in piedi,

fu accettare il buio.

 

Alla ragazza era capitata una via oscura, che da sola non riusciva ad illuminare

la ragazza aveva compreso che non aveva bisogno della luce,

che poteva trovare la sua sicurezza nel buio,

in quel buio che doveva attraversare.

La ragazza aveva compreso che la luce non era mai esistita e che il buio, invece, c'era sempre stato.

La ragazza aveva compreso che non doveva attraversare quella via oscura da sola.

La ragazza aveva compreso che solamente perdendosi nel buio, avrebbe potuto vivere.  

   
 
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