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Autore: Little Redbird    24/05/2016    5 recensioni
Simon era un tipo geloso.
Per questo – e perché era incredibilmente stupido, come ci teneva a ricordargli il suo capo-clan – non aveva soppesato bene la gelosia nei confronti di Raphael.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di giacche, gelosia e territori marcati
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Simon era un tipo geloso. Si affezionava facilmente alle persone – e non solo, era possessivo anche con i suoi libri e videogiochi, che in vita sua aveva prestato solo a Clary, e solo perché passava tanto tempo a casa sua da riprenderseli appena gli sembrava che lei si fosse dimenticata di restituirli. Era stato geloso degli ammiratori di Clary per molto tempo, fino a che la sua cotta adolescenziale non era morta insieme a lui. Ed era da sempre geloso dei suoi amici, odiava non essere il migliore amico di tutti, passare in secondo piano anche solo quando si ritrovavano a mangiare qualcosa tutti insieme.

Per questo – e perché era incredibilmente stupido, come ci teneva a ricordargli il suo capo-clan – non aveva soppesato bene la gelosia nei confronti di Raphael.

Pur avendolo odiato per molto tempo, dopo la sua Trasformazione, avevano raggiunto una certa stabilità nel loro rapporto: lui non gli stava tra i piedi e Raphael gli lasciava fare quasi tutto quello che voleva. Era un po' più di quello, certo. Simon era come un fratello minore per tutto il clan, il bambino di casa, l'uccellino da addomesticare, e si era irrimediabilmente affezionato a tutti – o quasi. Si era affezionato perfino a Raphael. Soprattutto a Raphael. Del resto, era con lui che passava le notti, ad allenarsi o a chiacchierare sul tetto di qualche palazzo in rovina. Era a lui che si rivolgeva per i suoi dubbi e le sue incertezze, ed era a lui che rubava i vestiti. Si era sempre crogiolato nel pensiero di essere il preferito di Raphael – o, almeno, uno di quelli che non avrebbe ammazzato solo per noia – e lui non aveva mai detto o fatto nulla per negare quelle supposizioni. Anzi, a nessun altro era concesso entrare nella cabina armadio del leader dei vampiri, così come a nessun altro era concesso toccarlo o importunarlo a qualsiasi ora del giorno e della notte. A dirla proprio tutta, Raphael non aveva fatto altro che alimentare il sospetto di Simon – e di chiunque, davvero – che avesse un debole per lui. Il che l'aveva lusingato oltre ogni dire, oltre a tenerlo protetto e al sicuro da ogni tipo di pericolo.

Per tutto questo – e sempre perché era incredibilmente stupido – vedere le attenzioni del leader dei vampiri di New York riversarsi tutte sull'ultimo arrivato gli aveva torto le budella fin dal primo momento.

Jake era un giovane vampiro orfano di clan, poco più grande di lui, i capelli castani tagliati cortissimi e gli occhi azzurri che spiccavano sul viso pallido.

Simon era disposto a condividere la sua famiglia, andava bene che si sedesse sul divano con Lily o giocasse ai videogame con Elliott, dopotutto era stato abbandonato dal suo clan, e sarebbe stato scortese da parte sua comportarsi da stronzo solo perché era il preferito di tutti – fino al suo arrivo. Simon cercava di metterlo perfino a suo agio, davvero, ma quel che è troppo è troppo.

E il fatto che in quel momento indossasse una delle giacche di Raphael era decisamente troppo.

La giacca preferita di Simon, tra l'altro, quella di pelle da motociclista.

E, come se non bastasse, Raphael lo fissava pensieroso, lo sguardo che passava dalla sua giacca al viso di Jake.

Simon sentì il sangue ribollirgli nelle vene. Lui non era mai stato guardato così, quando aveva indossato quella giacca. Strinse i pugni e si diresse verso il centro dell'area comune, dove Raphael sedeva al fianco di Jake sul divano dorato.

“Non prendertela con me, poi” gli disse, interrompendo la loro conversazione, le braccia incrociate sul petto e l'espressione più stronza che riuscì ad esibire.

Lo guardarono entrambi confusi.

“Per cosa, niño?” volle sapere Raphael.

Simon alzò gli occhi al cielo e sciolse le braccia per gesticolare in direzione di Jake. “Come se non lo sapessi, Raph. La giacca.” Indicò l'indumento che fasciava il nuovo arrivato. “Non prendertela con me, se lui la rovina.”

Raphael lanciò un'altra occhiata a Jake, e Simon avrebbe tanto voluto rimangiarsi le parole per non dover assistere al suo sguardo che scorreva sul vampiro.

“Questa?” domandò Jake, sollevando il bavero della giacca. “Che cos'ha che non va?”

Simon lo ignorò e si rivolse di nuovo a Raphael, nella speranza che smettesse di guardare l'altro. “Credevo non prestassi a nessuno le tue giacche.”

Gli occhi di Raphael tornarono lentamente su Simon. “Le presto a te.”

Simon ingoiò a vuoto. “Sì, beh, a nessuno tranne-”

Fu interrotto da qualcuno che si schiariva la gola e si voltarono tutti verso Stan.

“Ho dato io la giacca al ragazzo” disse, la schiena dritta, ma lo sguardo colpevole. Prima che Raphael potesse decapitarlo per essersi intrufolato nel suo armadio senza permesso, Stan continuò. “L'ho presa dall'armadio di Lewis.”

Oh. Oh.

Improvvisamente, l'immagine della giacca appesa alla gruccia nel suo armadio gli tornò alla mente. L'aveva posata lì dopo averla presa in prestito. E aveva dimenticato di restituirla.

Lanciò un'occhiata a Stan, che si strinse nelle spalle in un gesto dispiaciuto solo in parte, poi, nel silenzio imbarazzante che era calato su di loro, Simon si allontanò, imbarazzato e spacciato.

Era spacciato. Aveva fatto una scenata di gelosia nel bel mezzo dell'area comune, di fronte a più membri del clan e per un motivo tanto stupido quanto una giacca.

Si chiuse in camera sua e batté la testa contro il muro per punirsi per la sua stupidità, ma non poté trarne sollievo, perché se avesse usato quanta forza avrebbe voluto, il muro sarebbe crollato al primo colpo.

Quando Raphael entrò senza bussare, Simon non riuscì nemmeno a guardarlo in faccia.

“Mi dispiace” disse subito, mentre l'altro ancora chiudeva la porta.

“C'è un motivo se ti chiamo stupido tutto il tempo” esordì il capo-clan, la voce spezzata appena da un sorriso divertito.

Simon continuava a non guardarlo. “Hai ragione, mi dispiace. Ho messo in imbarazzo anche te, non volevo, davvero. È che sono un tipo possessivo. Non- uh- io- uhm-”

“Sei geloso” concluse Raphael.

Si decise ad alzare gli occhi su di lui. Non sembrava arrabbiato e, piegata su un braccio, aveva la giacca incriminata.

“Sì” ammise Simon. Affrontare la realtà era dura, soprattutto ad alta voce e con il diretto interessato. “Credo- uh- non me n'ero reso conto, ma mi sa che ho una cotta per te?”

Suonò come una domanda e Raphael si morse il labbro per trattenere un sorriso.

“Non mi dire” disse, fallendo miseramente.

Simon roteò gli occhi. Certo che Raphael lo sapeva, lo sapevano tutti, probabilmente. Tranne lui, stupido com'era.

“Mi dispiace” si scusò di nuovo.

Raphael gli si avvicinò e gli cacciò la giacca tra le mani. “Indossala” gli disse.

“Sicuro? Non vorrei che gli altri si facessero un'idea sbagliata-”

“È esattamente l'idea che devono farsi” lo interruppe Raphael. Gli sorrise quando lui lo guardò incredulo e speranzoso. “Non ti lascio indossare i miei vestiti solo perché ti stanno bene” disse, avvicinandosi fino a sfiorargli il petto con il proprio. “Col mio odore su di te, nessuno si azzarderebbe ad avvicinarti. Sto marcando il territorio, ecco. Ma in un modo più elegante, rispetto ai lupi che urinano sugli alberi.”

Simon voleva ridere e piangere contemporaneamente, ma decise che un bacio era un'idea migliore.

Raphael si tirò indietro per dirgli un'ultima cosa. “Non mi importa quanto intimi diventiamo, se mi rovini questa giacca ti ammazzo.”

La minaccia, però, perse di significato quando allungò il viso a baciarlo di nuovo.






 


AN:
Vi ho lasciati in pace per un po' di giorni, così non mi odiate v.v, ma ho ancora delle cose dall'event da pubblicare, sopportatemi.
Prompt della mia adorata Donnie: Simon che capisce di provare qualcosa per Raphael quando lo vede con qualcuno (a tua scelta il "chi") e prova una gelosia mai sentita prima. 
Credevate che dopo The debt avessi finito le stupidaggini? Eh, no v.v
Alla prossima,
Red
   
 
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