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Autore: elsa_the_snow_queen_    24/05/2016    1 recensioni
Princess Celestia ha bandito Nightmare Moon per salvare Equestria, ed Equestria l'ha celebrata come un'eroina. Ma, come tutti sappiamo, la Puledra nella Luna è in realtà sua sorella minore...
Il libro sfogliato da Twilight Sparkle nel primissimo episodio ci fornisce un riassunto della storia, ma come sono andate veramente le cose?
Attraverso i ricordi di Celestia stessa, ripercorriamo gli eventi che hanno portato all'esilio di Luna e scopriamo le emozioni più nascoste della nostra principessa.
-ispirata ai video di Ponyphonic (canzone originale), What the Buck.it (traduzione) e WarpOut (animazione)
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Princess Celestia, Princess Luna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Celestia spalancò le porte del palazzo con la magia del suo corno. Il baluginio dorato era l’unica cosa che rischiarava l’oscurità impenetrabile della notte, ma lei non se ne preoccupò. A testa china, lentamente, la principessa avanzò sicura. Aveva percorso quel sentiero un’infinità di volte ormai. Si fermò poco distante da dov’era partita, non poteva aspettare oltre. Alzò gli occhi e li fece scivolare tra le stelle, finché non incontrarono la luna.
Il fato è stato crudele con me,
come ho fatto a mandarti via?
La colpa fu mia, il castigo tuo…
nel regno oggi non c’è armonia.
Ma in questa quiete, sorella mia,
terrò la tua compagnia.
Finchè non chiuderai gli occhi
e la melodia ti porterà dolcemente via …
Anche se erano trascorsi mille anni, non poté impedire ad una lacrima di correre giù lungo la guancia e spegnersi con un luccichio al contatto con la sua collana d’oro. La luce argentea e pallida della luna parve intensificarsi. Celestia socchiuse appena la labbra, ma non ebbe la forza di parlare, neanche di mormorare. La voce le morì in gola al pensiero del nome di sua sorella. Con un peso improvviso sullo stomaco si costrinse a sillabarlo mentre si trasportava nei suoi ricordi. Luna …
Lasciò che le grandi ali candide si aprissero e saltò, mentre la luce emanata dal suo corno diventava sempre più forte …
Un tempo un pony, splendente come il sole, guardò il suo regno e sospirò.
Sorridendo disse:
“Non esiste pony con tanto amore quanto io ne ho”.
Vivido come se stesse accadendo in quel preciso istante, uno dei suoi tanti ricordi amari si materializzò nella sconfinata distesa azzurra della memoria. La principessa pose uno zoccolo sul quadro, mentre una versione più giovane e felice di sé stessa, dalla chioma e la lunga coda color rosa confetto, sovrastava altri pony seduta su uno sfarzoso trono. Quella felicità era diventata fiele. Era stata tutta un’illusione. Che l’aveva costretta a pagare un prezzo troppo alto.
E com’era ricco il suo regno, un’irrealtà!
Ma la lunga ombra che gettò,
 cadde sulla giovane che lei amò.
E crebbe più nera nell’oscurità …
La principessa continuò a cantare, anche se sussurrava le parole riecheggiavano chiare e solenni nel silenzio. Ci teneva che queste frasi, più delle altre, giungessero in qualche modo a Luna. Voleva farle sapere che le voleva bene incondizionatamente, che soffriva per la sua lontananza, che attendeva il suo ritorno. Ma non era facile.
Agiati, dama della luna, ‘notte sorella mia
riposa ora, nell’abbraccio d’ignoto.
E che i venti portino via la melodia,
per le nuvole, per i cieli e nel vuoto.
Conserva la calma e la freschezza
che la canzone ti donerà …
Luna ti amo più di ogni altra cosa,
perdona la mia cecità.
Celestia tornò ai suoi ricordi. Ne poteva già sentire la tristezza. Era stato orribile, fingere che andasse tutto bene. Per i miei impegni reali, si era detta all’inizio. Per mia sorella, avrebbe dovuto pensare. Ma non lo fece e fu un male. Il ricordo più triste arrivò d’improvviso, inaspettato e terribilmente vivo davanti ai suoi occhi. Aveva lasciato che l’oscurità spegnesse il flebile bagliore della sua Luna …
E presto lei vide che altri pony
non le diedero giusto onor,
e nemmeno lei la amò come dovrebbe
guardando crescere angoscia e dolor.
Ma questa è la luce che acceca, dolcemente
prende il controllo sulla mente …
E quel sciocco pony non fece niente
per salvar chi moriva veramente.
Si rivide ferita e dolorante, i grandi occhi viola lucidi di lacrime, mentre volava più in alto per sfuggire agli attacchi di sua sorella. Il vento le sferzava il viso e opponeva resistenza contro le sue ali, ma lei era allenata e resisteva abilmente. Fece capovolte, scartò di lato, ma fu costretta ad attaccare. Prese coraggio e il fascio di luce bianchissima che veniva dal suo corno andò a scontrarsi contro quello scuro come la notte di Luna. Era irriconoscibile, non potè far a meno di ammettere Celestia. I suoi capelli fluttuavano nel vuoto, bluastri e non più di quel bel celeste violaceo che tanto le piaceva, le iridi erano due fessure, quasi serpentine. Indossava una corazza fatta di oscurità e la sua espressione … la sua espressione era tremenda. Ghignava, mostrando due file di denti insolitamente appuntiti, e aveva un solo obiettivo: ucciderla. Ancora udiva le sue parole velenose: può esserci solo una principessa ad Equestria, e quella principessa devo essere io! In che cosa aveva trasformato sua sorella? Non fece in tempo a chiederselo.
La potenza del fascio oscuro aumentò, e la principessa sfondò il soffitto del palazzo e cadde al suolo. Poteva, ancora oggi, sentire il sapore del sangue in bocca, il polverone che le faceva bruciare gli occhi, il dolore causato dalle ferite e i tagli che guizzava su per gli zoccoli, la sensazione di fine imminente. Il palazzo che ormai tutti chiamavano “delle Due Sorelle”, distrutto … distrutto perché una delle due aveva messo da parte l’altra. E quella era lei. Celestia voltò la testa, rassegnata, quando scorse sei pietre preziose, illuminate dalla luna che faceva capolino dallo squarcio nel tetto. Gli Elementi dell’Armonia, in grado di generare l’incantesimo più potente in assoluto. La sua mente si snebbiò di colpo. Luna doveva essere fermata, e quello era l’unico modo efficace per farlo. Non cercò neanche di impedire alle lacrime di rigarle il viso.
Luna, ti amo più di quel che pensi,
che tu possa riposar in tranquillità,
e perdona la mia cecità.
Una luce abbagliante circondò tutto. Luna era entrata frantumando una vetrata, rabbia e dolore negli occhi, ma non poté nulla: gli Elementi la bandirono sulla luna. Chiuse gli occhi. Una figura pallida, simile a una puledra, adesso luccicava sulla sua faccia argentea.
Quando li riaprì, noto che l’azzurro e il verde si erano aggiunti alla sua chioma. Sua sorella era scomparsa. Prese fiato e, piangendo, gridò.
Gli anni davanti a noi
mi spaventano tanto,
non avrei mai immaginato di doverli
affrontare senza averti accanto.
Che questo millennio,
passi con velocità!
Ti amo, mi manchi …
a miglia e miglia da qua.
I ricordi erano terminati e Celestia era tornata sul prato, umido di rugiada. Chinò la testa, pronta a far sorgere il sole.
Che i tuoi sogni siano tutti dolci,
sicura sul tuo letto di luce lunare.
Che nulla ti possa infastidire o turbare,
e quando dormirò nei sogni ti potrò incontrare.
Dormi … dormi …. dormi …
La luna calò. L’alba avvenne, e il sole prese il suo posto. Ancora una volta, le stelle non avevano aiutato Nightmare Moon a fuggire. C’era da aspettare qualche altro giorno, mese, o magari anno. Ma Celestia era pronta. Aveva in mente un modo infallibile per salvare di nuovo Equestria.
E riabbracciare la sua Luna. 
   
 
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