Film > Hellboy
Segui la storia  |       
Autore: Erse Dewdrop    12/04/2009    7 recensioni
"Lui, Nuada Lancia d'argento, la sua guerra l'aveva già persa una volta. In partenza, forse. E probabilmente, la nuova battaglia che ora si apprestava a combattere non avrebbe avuto esito diverso. Perchè lottava contro il suo peggior nemico: sè stesso. Ma quante volte ci è concesso perdere prima di essere considerati dei perdenti?"
Anche i cattivi, i duri e i disperati possono avere un cuore. Ma spesso questo non fa che complicare le cose.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
In Loving Memory___prologo Premetto subito che questa fanfiction potrebbe non piacere. Basata sul film "Hellboy- The Golden Army", segue in parte lo svolgimento della vicenda originale, ma è incentrata sulla figura del principe Nuada, che passa al ruolo di protagonista. La novità è la storia d'amore tanto infelice quanto improbabile con un nuovo personaggio. Siate clementi.
Buona lettura!^^

Dedicated to Flavia and Claudia.




Prologo


L'acchiappasogni indiano tintinnò con delicatezza quando la porta si aprì. Brianna scivolò dentro con cautela, sapendo bene che camminava su di un terreno minato. L'avevano avvertita che la liutaia possedeva un pessimo carattere, e il suo negozio non sembrava meno ostile di lei. Altro che bello e caratteristico, era una giungla affollata e sporca. Puzzava di chiuso, sudore e polvere. Ovunque c'erano scaffali ingombri di vecchi strumenti malandati in legno o in ottone che ostacolavano il passaggio, vari vasi di fiori erano allineati lungo i davanzali delle finestre impendendo alla luce di filtrare attraverso i vetri. Nel complesso l'ambiente le dava l'impressione di soffocare.
"E' permesso?"
Nessuna risposta. Il silenzio era totale, i vetri serrati e lo stereo spento. Brianna accostò la porta più piano che potè, sobbalzando al cigolio sinistro dei cardini arrugginiti. Mosse qualche passo verso l'interno del negozio, incerta sul da farsi. Tutto attorno a lei non dava segni di vita, persino la proprietaria sembrava scomparsa, probabilmente inghiottita dalla massa di cianfrusaglie accatastata in pile disordinate sul pavimento.
Presa da una strana curiosità, la ragazza si spinse fin davanti al bancone, decisa se non altro a dare un'occhiata in giro. La custodia del violino pesava come non mai e la impacciava, così lo depose per terra e si fermò a contemplare il piccolo locale tutt'intorno.
"C'è qualcuno qui?"
Ancora silenzio. Brianna si chiese se non fosse il caso di ripassare più tardi. Ma no, non poteva, doveva far riparare quel maledetto violino prima dell'esame di venerdì, e le occorrevano almeno due giorni d'anticipo per perfezionare la sua esibizione. O forse, se avesse lasciato un biglietto...
"Cercavi qualcosa, carina?"
La ragazza sobbalzò e si volse di scatto, rischiando d'inciampare. La proprietaria era comparsa dal nulla dietro il bancone, vecchia quanto il suo negozio.
Brianna cercò di recuperare l'uso della parola. "Mi- mi ha spaventato" boccheggiò.
"Lo vedo" la donna ridacchiò sommessamente, ma non era una risata cattiva, solo divertita. Brianna si sforzò di sorridere, mentre cercava di misurare la distanza che la separava dalla porta. La liutaia girò attorno al mobile e le si parò davanti. Era poco più alta di lei e piuttosto ossuta. Il suo aspetto, a prima vista, le era sembrato abbinato a quello del negozio, logoro e corroso dal tempo, ma ora che la vedeva con chiarezza Brianna ebbe modo di constatare che tutte le storie su di lei erano prive di fondamento. La signorina Euterpe Allister non era affatto come la descrivevano. Non era particolarmente anziana nè particolarmente brutta; anzi, da giovane doveva aver avuto un viso grazioso e un fisico aggrazziato. I suoi capelli erano raccolti in un nodo elaborato sulla nuca e dietro gli occhialetti cerchiati di ferro gli occhi erano ancora vispi. Ma c'era qualcosa di strano, di anomalo in lei, questo sì. Forse erano i suoi abiti di foggia vagamente orientale, quasi...elfica?
Brianna si sorprese per aver pensato una cosa così stupida. Attribuì il tutto al ciclo completo del 'Signore degli Anelli' che le avevano regalato per i suoi diciassette anni. E concluse che quel genere di libri nuoceva gravemente alla salute mentale.
"Allora, ragazzina, che cosa vuoi?"
L'ostilità con cui era stata posta la domanda la riscosse dai suoi pensieri. Le sue mani si mossero sicure e rapide verso la custodia del violino.
"Io.. sono venuta per questo." Così dicendo appoggiò lo strumento sul legno del tavolo. Le corde si erano tranciate completamente durante la sua utima esecuzione dell'Inno alla Gioia. Euterpe Allister si chinò ad esaminare lo stato di usura delle corde. Brianna contemplò ammirata il lavorio delle sue mani esili, così accurate, così precise. Realizzò che non le sarebbe dispiaciuto svolgere quella professione, da grande. Se non ce l'avesse fatta a passare l'esame s'intende. Se andava tutto bene, invece, la sua strada era già tracciata. Qualche anno all'accademia nazionale, e dopo quarant'anni buoni sui palcoscenici di tutto il mondo.
"Ma che hai combinato, le hai tagliate con le forbici? Eh?"commentò la liutaia raddrizzandosi. "Conciato com'è, fai prima a comprartene un'altro, bellina."
Brianna si sentì mancare "Cosa?!"
"Mi hai sentita. Vieni, ti aiuto a sceglierlo. Il tuo amico è spacciato, spenderesti una fortuna a ripararlo, te l'ho detto."
Senza aggiungere altro, la donna scomparve fra gli scaffali. Brianna la seguì a ruota, temendo di perdersi. Non riusciva a distinguere nulla in quella dannatissima semi- oscurità, e ben presto si trovò stipata fra due stracolme file di spartiti. Respirò l'odore della carta ingiallita dal tempo e la sua mano si soffermò a sfiorare inconsciamente il dorso di una specie di libro. Era più grosso degli altri, più spesso, ruvido al tatto. La incuriosiva.
Chissà dov'era andata la signorina Allister... forse nel retrobottega. Solo una sbirciatina...
Il volume le scivolò tra le mani prima ancora che lo estraesse dallo scaffale. Trattenendo il fiato, Brianna lo aprì.
L'immagine che vide subito dopo la copertina la sconvolse. Due grandi, intensi occhi color oro la fissavano da un antico disegno a china. Il volto di un ragazzo, giovane, fiero, di una bellezza spaventosa. Sì, spaventosa, perchè lineamenti così perfetti non erano- non potevano essere- umani. C'era qualcosa di agghiacciante, di ultraterreno in lui, qualcosa che accendeva quello sguardo volitivo e faceva brillare i suoi lunghi capelli, anch'essi di oro pallido.
Sotto il ritratto c'era un pentagramma. Delle note, il testo di una canzone. E un titolo.
"In loving memory."
Brianna lasciò cadere il libro e scattò all'indietro, finendo lunga distesa sul pavimento. Euterpe Allister torreggiava su di lei, feroce e molto composta.
Eppure, la sua voce suonava quasi dolce. "Ti piace?"
Sì, le piaceva. Davvero. "E' bellissimo."
La liutaia si appoggiò ad uno scaffale. "L'ho scritta io, sai? Quand'ero giovane, un po' più giovane di te."
Wow. Brava. "Oh, suonavate uno strumento?" Che commento idiota, era una liutaia, dopotutto.
Lei non rispose, il viso in ombra. "Com'è che ti chiami?"
"Brianna. Bree, per gli amici."
"Ce l'hai un ragazzo, Bree?"
Ma cosa diavolo le stava chiedendo? Importava, forse, se aveva un ragazzo oppure no?
"Sì."
"E lo ami?"
Ancora! "Beh, credo di sì..."
Euterpe la guardò sdegnosa. "Lo credi? No, non ci siamo. Non è abbastanza. Devi amarlo, semplicemente amarlo. Ad occhi chiusi, tesoro."
La ragazza non rispose. Euterpe Allister gettò un' occhiata al quaderno sul pavimento e decise di togliersi il dente che le aveva fatto male per tutti quegli anni. Era arrivato il momento, una volta per tutte, lo sentiva sulla pelle. Ora o mai più.
"Hai detto che ti piace quella canzone, eh? Ti potrebbe interessare suonarla?"
Brianna la guardò, incerta. "Sì."
"Molto bene. Ma se la vuoi veramente, devi farmi un favore. Devi ascoltare la sua storia."
"Ascoltare la sua storia?"
La liutaia s'inginocchiò accanto a lei, a un millimetro dal suo viso. "Vedi, questa non è una musica come le altre. Quelle le suoni e basta. Ma questa...oh questa la vivi. La vivi, Brianna. Questa è una storia d'amore, di amore feroce, contrastato, impossibile. Un amore che portò alla morte degli amanti. Qualcosa che ti brucia e ti distrugge dentro. Non mi aspetto che tu capisca, o tantomeno che tu mi segua. E' lo stesso, sei troppo... umana."
Troppo umana? Le dita della ragazza si allungarono a sfiorare di nuovo la copertina. Strinsero con forza il rivestimento di cuoio che le separavano dalla musica. Dalla storia. Tese il volume alla donna, calma e decisa. Aveva tutto il tempo che voleva.
"Mi metta alla prova."
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Hellboy / Vai alla pagina dell'autore: Erse Dewdrop