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Autore: vali_    25/05/2016    5 recensioni
Ha saputo a malapena replicare a quelle parole così convinte, forse frutto di un’accurata riflessione e di spiegazioni, ormai, non può chiedergliene più”…
Nella solitudine di una macchina rubata chissà dove, Sam riflette sulle parole che suo fratello gli ha detto per telefono e, soprattutto, sulla sua decisione di affrontare Michele e Lucifero divisi e si rende conto che, a questo punto, può solo dirgli addio.
[Quinta classificata al contest “Il telefono” indetto da MontyDeeks sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Personaggi principali: Sam Winchester
Collocazione temporale: 5x04 “The End”
Numero parole: 437
Generi: Drammatico, Introspettivo, Triste
Avvertimenti: Nessuno
Note: Saaaaalve! :)
Eccomi qui un’altra volta. Ultimamente ci ho preso gusto, lo so, ma stanno per arrivare gli esami estivi e poi mi dovrò concentrare su quelli e sacrificare un po’ la scrittura – che pizza –, quindi sarò qui ancora per poco. Poi torno, eh… ;)
Note sceme a parte, non ho molto da dire su questa piccola flashfic: altro giro, altro contest – che ho trovato particolare proprio per la tematica del telefono – che mi ha fatto scattare questa idea in testa. Volevo scrivere una drabble, al massimo una doppia drabble, e invece mi sono ritrovata con questa cosa qui, ma la mia prolissità è cosa nota, ormai XD
Bando alle ciance, vi lascio alla lettura e… se avete voglia di lasciarmi due righe sarò ben lieta di leggerle :D
Un abbraccio forte, alla prossima! :*

Goodbye Dean
 
«It does not have to be like this. We can fight it».
«Yeah, you're right. We can. But not together.
We're not stronger when we're together, Sam. I think we're weaker.
Because whatever we have between us – love, family, whatever it is – they are always gonna use it against us.
And you know that».
 
(Sam e Dean in “The End”)
 
 
Chiude il telefono e lo butta sul sedile alla sua destra, la mascella contratta e un grumo di saliva che fatica ad ingoiare. Continua a guidare mentre davanti agli occhi scorrono i suoi recenti fallimenti – il Diavolo è libero per colpa mia e vuole pure che io sia il suo vestito di carne –, ma ciò che più gli dà dolore in questo momento sono le parole di suo fratello che gli riecheggiano ancora nelle orecchie.
 
Può immaginarlo mentre, al di là del telefono, a denti stretti pronunciava la sua sentenza, quell’addio che non lasciava spazio a repliche e che quell’apparecchio ha reso definitivo.
Ha saputo a malapena replicare a quelle parole così convinte, forse frutto di un’accurata riflessione e di spiegazioni, ormai, non può chiedergliene più.
 
Deglutisce, la vista più appannata all’idea che quel fratello che l’ha sempre sostenuto ora non sarà più al suo fianco nel momento in cui ne avrebbe più bisogno, proprio adesso che si sente fragile al solo pensiero di dover affrontare il mostro più spaventoso di tutti da solo.
 
Si aspettava una qualche parola di rassicurazione, un po’ di conforto – seppur minimo, che dopo quello che ha combinato non è esattamente ciò che si merita – e magari anche del panico di fronte ad una notizia tanto sconvolgente, ma dall’altra parte ha trovato tutt’altro, solo un insormontabile muro fatto di rabbia e rassegnazione.
 
Stringe le palpebre per un istante e le riapre di nuovo, costringendosi a concentrarsi sulla strada mentre una lacrima riesce a sfuggire al suo controllo.
Dean era l’unico in grado di tenerlo in piedi, ma se n’è accorto troppo tardi ed ora non può far altro che accettare le conseguenze delle sue scelte – sbagliate, totalmente e completamente sbagliate – dell’ultimo periodo e prendere atto di averlo perso, probabilmente per sempre.
 
Non è d’accordo con le cose che ha detto, soprattutto sul fatto che “stanno meglio divisi”, perché hanno condiviso così tanto e non è separati che vinceranno questa battaglia, ma l’unica cosa che può fare, a questo punto, è lasciarlo andare, un po’ come ha fatto lui attraverso un maledetto telefono che, anziché riportarglielo indietro, li ha allontanati ancora di più.
 
Il volante stretto con entrambe le mani e la linea che separa le carreggiate di una strada sconosciuta che corre dritta davanti a sé, Sam pronuncia la risposta alle sue ultime parole sottovoce, come se lui fosse ancora all’altro capo del telefono e potesse sentirlo. «Addio Dean» e non c’è pensiero più terrificante di quello di non poterlo rivedere più, di non poterci parlare ancora e, soprattutto, di non potersi più considerare suo fratello
  
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