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Autore: Tinucha    26/05/2016    1 recensioni
Imma Barbetta e Fabio Almavera, due universi quasi paralleli. Lui misterioso ed imprevedibile e lei neutrale ed inimitabile. Cos'hanno in comune? L'odio reciproco. Chi l'ha detto che non è vero che dall'odio nasce l'amore?
'Una cosa del tipo che gli altri hanno lanciato delle freccette prendendo intorno al tuo cuore e lui, lui ha preso in pieno, giusto?'
'Giustissimo'
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Amavo leggere, e amavo guardarlo. Tra me e Fabio non c'era mai stato un forte legame, litigavamo ininterrottamente, sembravamo cane e gatto. Mi morsi involontariamente il labbro inferiore, rigirandomi e sedendomi compostamente. Rosaria mi lanciò uno sguardo sorridendo dolcemente, era cambiato tutto in pochissimo tempo. Si era rivoltato il mio mondo, e Fabio, mi era entrato dentro. Nonostante fosse un bastardo nato. Non era il tipico ragazzo che incontravi per strada. Non era uno a cui importavano solo e soltanto le ragazze, era riservato, misterioso. Nessuno lo conosceva perfettamente, perché lui, non voleva essere conosciuto. Era odioso, sfacciato. Non un ipocrita, solo un coglione. Sorrideva, e si impicciava dei fatti altrui, e quando qualcuno provava ad avvicinarglisi, era tutti vano. Più volte avevamo litigato senza un reale motivo, e probabilmente qualcosa aveva scaturito quelle discussioni accese che nessuno riusciva a spiegarsi. 'Imma, Imma' mi voltai lentamente smettendo di far fluire i miei pensieri 'Che vuoi, Fabio?' 'Fatti più avanti con la sedia, non riesco a stendere le gambe' lo guardai. Un'occhiata truce, degna di essere denominata tale. 'Semplicemente non le stendere' 'Lo vedi che a differenza tua sono alto? Non posso stare accartocciato come una sardina in scatola!' trattenni una risata 'Non sono bassa io, sei tu ad essere un fottuto colosso' 'Sei tu ad essere un fottuto colosso' ripeté imitandomi malamente 'Devo stendere le gambe' 'Stendile, e fa' attenzione al mio zaino' 'Sai bene quanto io possa essere testardo' 'Beh, per tua informazione io posso essere più testarda di te' e sorridendo vittoriosa, facendogli il gestaccio dell'ombrello, mi voltai a seguire la lezione. Sentivo il suo sguardo su di me, quasi come se i suoi occhi potessero attraversarmi e leggermi dentro. Quasi come se lui mi capisse come nessuno poteva. Mangiucchiai ogni singola pellicina delle mie dita, seguendo con disattenzione la lezione della Caputo e avvertendo un nodulo all'altezza dello stomaco. Per fortuna nessuno intorno sembrò notare il mio nervosismo. Le gambe di Fabio tornarono a stendersi, cominciando a scalciare e sicuramente a sporcare il mio zaino. Roteai gli occhi esasperata, poteva piacermi davvero un tale coglione? _


Ovviamente credeva che infastidirmi durante l'ora della Caputo, gli avrebbe fatto cantare vittoria. Probabilmente neanche lui mi conosceva. Indietreggiai con la sedia, colpendogli entrambe le gambe ed avvertendo dei lamenti, poco signorili abbandonare le sue labbra. Sorrisi soddisfatta, voltandomi lentamente. 'Tutto bene, Almavera?' 'Sei una stronza' ringhiò 'Mi stai accogliendo nel tuo club degli stronzi, Fà?'
Trattenni il fiato quando mi rivolse un'occhiata poco amichevole, arricciando infastidito il naso 'Zitta' 'Zitto tu' Christian al suo fianco, prese a scuotere il capo 'Siete insalvabili' 'È lui che rompe le palle' 'Mi stavi amputando le gambe!' protestò sconvolto 'È normale che la cosa mi irriti, non credi?' 'Che succede lì dietro? Almavera, Barbetta, state litigando ancora?' la Caputo interruppe la sua lezione voltandosi a guardarci, seguita dal resto della classe. 'Uhm..stavo chiedendo a Fabio e a Christian una parte della scorsa lezione che non ho capito' inventai su due piedi, appoggiata fortunatamente da entrambi. 'D'accordo' tornò a spiegare tranquillamente ed io tirai un sospiro di sollievo. 'Visto? Anche la Caputo approva sul mio pensiero che tu sia una ritardata!' 'Vaffanculo!' sbottai di nuovo, portandolo a sghignazzare silenziosamente. 'Sei odioso' 'Tanto quanto te, mora!' e sbuffando, decisi saggiamente di rivoltarmi, stavolta per seguire sul serio la lezione. 


Quando la campanella suonò, annunciando la fine della giornata, raccolsi tutte le mie cose infilandole alla rinfusa nello zaino, (sporcato dai piedi di Fabio). 'Imma, andiamo?' mi richiamò Rosaria, con la testa poggiata alla porta, sbuffando. 'Un attimo, ho finito!' chiusi la zip caricandolo in spalla ed andandole incontro livida in volto. 'Sei davvero buffa!' 'Non sono buffa, è lui che è stronzo' 'Dovreste smetterla di litigare' 'Perché non lo dici a lui e ad i suoi fottuti piedi?' 'Dico in generale, discutete anche per delle sciocchezze' mi fece notare sul pianerottolo di casa 'Non prometto niente, se lui è testardo io lo sono il triplo' e salutandola velocemente rientrai in casa. La mia famiglia, mi aspettava seduta intorno al tavolo bandito dal cibo ed io mollai il mio zaino sul pavimento correndo a sedermi, senza evitare l'occhiataccia carica di ramanzine mancate, da parte di mia madre. 'Com'è andata a scuola?' domandò guardandomi mentre io deglutivo un carciofo 'Una meraviglia, mà' 'Non mi sembri molto convinta' guardai tutti e tre, consapevole che se avessi confessato loro la verità, mi avrebbero tartassata per il resto dei miei giorni 'Perfettamente, solo che oggi la lezione della Caputo era più pesante dal solito' feci una faccia disperata, onestamente orgogliosa della mia performance che sembrò convincerli. Mangiai in perfetto silenzio, e una volta finito aiutai mia madre a sparecchiare la tavola. 'Immaaaa' roteai gli occhi gridando a mia volta dall'orlo della porta della cucina 'Che c'è Anto'?' 'Mi dai una mano a studiare inglese?' serrai le palpebre, imprecando mentalmente, avvertendo alle mie spalle la risata di mia madre 'Buona fortuna' la guardai malamente, raggiungendo lentamente il patibolo ritrovandomi tristemente sulla soglia della camera di mio fratello maggiore. 'Contraddicimi una  sola volta e finisce male, okay?' 'Okay' scrollò le spalle cominciando a digitare chissà quale stupido e strambo messaggio sul suo cellulare. 'L'attenzione ovviamente a me, dì a quella poverina della tua morosa di aspettare' mi rivolse un'occhiataccia mollando quell'aggeggio sulla scrivania di fianco al suo libro. 'Me li fai tu i compiti?' 'No, ovvio che no. Io ti spiego, tu ascolti e svolgi'

30 minuti dopo..
'IO MI RIFIUTO CATEGORICAMENTE DI TORNARE AD INSEGNARTI QUALCOSA' gridai fuori di me abbandonando la sua stanza e sbattendone la porta. Per mia fortuna mia madre e mio padre non erano in casa, altrimenti mi sarei fatta carico di quelle ramanzine mancate. Aprii la porta della mia camera, distendendomi sul letto e cercai di rilassarmi. Un tintinnio proveniente dal cellulare mi fece inarcare svogliatamente il bacino per vedere di chi fosse il messaggio. Trattenni il fiato quando lessi il suo nome ben in vista sullo schermo e digitai il codice.
"Hai già finito le frasi? Io mi sono fermato quì" con allegata una foto, il mio cuore contro la mia volontà prese a battere ritmicamente.
"Ehm, a dire il vero io non ho fatto ancora le frasi"
"Non hai fatto niente?"
"Ho solo ripetuto..Ehi, mi sono fatta il culo per tutto l'anno"
"Pff"
"Fabio, non ti sopporto"
"Ok"
"Non scrivere ok, è odioso"
"Ok"
Sbuffai sonoramente ed alzandomi dal mio letto aprii il mio zaino tirando fuori il quaderno di francese, cominciando a scrivere. Finii svelta le frasi, e la porta della camera si aprì rivelando la figura di Rosaria. 'Mi ha fatto entrare tuo fratello' 'Chi? Il coglione?' 'Ti ha chiesto una mano, vero?' 'Sono sicura del nostro legame di sangue solo perché me ne hanno dato le prove i miei genitori, ma quell'essere mi fa uscire di testa' ridacchiò sommessamente 'Rò, guarda che ti soffoco con il cuscino' 'Come mai questa violenza?' 'Come mai? Leggi un po'' tuonai porgendole il mio cellulare. I suoi occhi vagarono sullo schermo divertiti, mentre una leggera risata abbandonò le sue labbra 'Siete inimitabili' 'Vorrei sterminarlo' 'Aha, certo, è logico' 'E vorrei tagliargli la testa' 'Ovviamente' i miei occhi si puntarono irritati nei suoi 'Mi stai prendendo per culo, per caso?' 'Sei innamorata di lui' 'Questo lo sapevo già' 'Perché litigarci, allora?' 'Io..non me lo impongo, è lui che mi fa scazzare' 'Ma così gli dai la soddisfazione' 'Tutta sua, gliela cedo, mica rimango zitta solo perché me lo ordina lui, ed ora cambiamo discorso! Piuttosto parliamo di te e Gaetano..' un sorriso sghembo mi si dipinse sulle labbra, quando notai le sue guance farsi scarlatte 'Usciamo insieme' scrollò le spalle, ed esaminandola spalancai la bocca sconvolta 'Dio, ma ti ha baciata!' gridai portandomi le mani tra i capelli con fare teatrale. Abbassò il capo ammirando le punte dei suoi piedi 'Parla, dì qualcosa, grida, sclera!' rimase in silenzio, mentre le sue guance si fecero sempre così scarlatte.
'E ME LO DICI SOLO ORA?!' continuai 'È successo tutto così velocemente io..' 'Sorellinaaa' 'Dimmi che non sta interrompendo questo momento' 'Immaaaa, c'è un ragazzo alla porta che chiede di te' raddrizzai la schiena, confusa, alzandomi e dirigendomi alla porta. Fabio era in piedi, che sorrideva sghembo guardandomi. 'Che ci fai quì?' 'Vorrei saperlo anch'io, che ci fa un ragazzo in casa nostra?' 'Tu sparisci' scacciai malamente mio fratello con una mano, consapevole che non se ne sarebbe andato 'Che vuoi?' 'Ti propongo una tregua' inarcai un sopracciglio, incrociando le braccia al petto 'Pensi davvero che ti crederò?' 'Ho bisogno di ripetizioni' 'Di ripetizioni? Tu?' sbuffò roteando gli occhi 'I miei genitori non sono soddisfatti dei miei voti in scienze' 'Cosa ti fa pensare che ti darò una mano?' 'Per favore' 'Smetterai di rompere?' 'E tu smetterai di essere sempre così isterica e sclerotica?' 'Non lo sono, almeno non con gli altri' 'E perché con me sì?' mi rivolse uno sguardo carico di interrogativi. Perché con lui sì? C'era un motivo preciso? Era riuscito a farmi innamorare riducendo le mie possibilità di non credere nell'amore, nonostante i suoi comportamenti odiosi, ed il suo essere sempre arrabbiato. Era normale che lo odiassi, no? 'Perché ti odio'
'Non è una giustificazione' 'Anche tu mi tratti di merda, perché lo fai?'
   
 
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