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Autore: fedetojen    29/05/2016    0 recensioni
[Dominic Sherwood]
Come disse Giuseppe Donadei: la vita è questa, niente è facile e niente è impossibile.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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FANFICTION CON DOMINIC SHERWOOD


La vita è questa
 

1
 
Sono poche le persone che realmente mi conoscono e con le quali mi apro, perché sono come dei fratelli che non ho mai avuto.
Come disse Giuseppe Donadei: la vita è questa, niente è facile e niente è impossibile: e così è.

“Lo sai cosa sei? Sei un pezzo di merda! Sei una persona schifosa, papà! Mi fai pena! Non mi interessa se dici che stai morendo, che ti manco io e la mamma, l’hai tradita lo capisci? Ci hai preso in giro e sei bello grande non sei un giovanotto!  Sei uno stronzo! Hai buttato all’aria 35 anni di conoscenza e 23 anni di matrimonio, BUTTATI!” gli urlai in faccia.

Continuò a guardarmi, mentre continuava a farmi una pena assurda. Avrei voluto scagliargli contro qualsiasi cosa a portata di mano, ma non lo feci, sapendo che mia madre era qualche stanza più lontana dalla quale io e mio padre, stavamo litigando, animatamente.

“Ora, come sei venuto te ne puoi anche andare” dissi tornando a mettere le pentole in cucina ai loro posti, visto che avevamo appena finito di mangiare. Cercò di parlare, ma appena mi voltai lo fulminai con lo sguardo e con la coda fra le gambe, uscì da casa.

Appena se ne andò, mi abbandonai, appoggiando le mani sul lavabo, trovando appoggio.
Non ce la facevo più: ero tra l’incudine e il martello, senza mettere in mezzo l’università che mi occupa gran parte delle giornate.
Sentii distintamente mia madre piangere, pregando qualche santo che riuscì ad addormentarsi e fare il suo solito pisolino pomeridiano.
Appena il mio cellulare vibrò, lo presi vedendo un messaggio da parte di Jack. Sorrisi, asciugandomi le mani e subito aprendo il messaggio.

“Come va, stellina?” lui e i suoi soliti nomignoli.

“Si va avanti” gli risposi con una faccina sorridente.

“Lo so che menti. Ti vengo a prendere tra mezz’ora, così studiamo a casa mia” non risposi, sapendo che con lui era inutile discutere, avrebbe fatto sempre di testa sua. Poco dopo, scesi, ritrovando Jack appoggiato alla sua macchina grigia, venirmi incontro in un abbraccio togli-respiro.

“Jack…SOFFOCO!” urlai, cercando di dimenarmi per riprendere fiato.

“Ok, ok ho capito” disse ridendo, mentre mi lasciava e mi faceva entrare in macchina.

Quel pomeriggio, come tutti quelli che a volte passavamo insieme, riuscì a farmi ridere e dimenticare tutto quello che mi tormentava.
Il giorno dopo, mi diede un passaggio per andare all’università e mentre camminavamo uno di fianco all’altro, una ragazza dai capelli rossi, mi abbracciò.

“Luisa!” gridai abbracciandola.

“Ma che fine avevi fatto?” mi chiese staccandosi da me, facendo il labbruccio in fuori, per poi scoppiare a ridere insieme.

“Problemi…” dissi a grandi linee.

“Ci sono delle novità” disse tutta euforica verso me e Jack.

Scuotemmo la testa senza capire a cosa si riferisse. Appena sentimmo un rombo, Luisa ci fece cenno di guardare: qualcuno arrivò con la sua moto nera, parcheggiandosi nel posto apposito e con molta nonchalance si tolse il casco, rivelandosi.

“Quello nuovo!” disse Luisa tirandomi per un braccio.

Continuai a fissarlo, curiosa di vederlo in faccia: capelli sul biondo-castano, barba dello stesso colore, occhi di ghiaccio.
Con disinvoltura si passò la mano dei capelli, facendo sussultare tutte le ragazze che gli passavano vicino.
Per un attimo, un solo attimo, mi guardò, e sentii muoversi qualcosa dentro di me.
Mi fece un leggero sorriso, per poi aprirsi la giacca di pelle e andare dentro l’edificio.

“Sbaglio o era un sorriso? Eh, eh, EEEEH?” chiese istericamente Luisa.

“Calmati, bellezza” disse divertito Jack.

“Andiamo in aula, dai” dissi ridendo, scuotendo la testa.

Ci sedemmo nella grande aula, notando quanto interesse suscitò il nuovo ragazzo, come se non avessero mai visto un ragazzo nuovo.
Non ci feci caso, presi appunti e seguii la lezione e appena finì, Jack e Luisa mi avvisarono che dovevano scappare entrambi.
Questa cosa mi puzzava ma dovevo mettere in ordine i miei appunti e così rimasi ancora un po’ seduta a mettere ordine nel mio quaderno.

Appena ero pronta ad alzarmi, mi risedetti subito notando davanti a me, il ragazzo nuovo.
Mi stava sorridendo e notai che uno dei due occhi era metà celeste e metà marrone, qualcosa di mai visto e stupendo allo stesso tempo, infatti mi incantai a guardarli.

Appena vidi la sua mano allungarsi in mia direzione, ripresi il controllo di me stessa.

“Dominic” mi sorrise.

“Come Dominic Toretto?” chiesi alzandomi, ignorando completamente la sua mano, portandomi la tracolla su una spalla diretta fuori dall’aula.

“Solo…Dominic Sherwood” disse soffocando una risata, mentre lo vidi con la coda dell’occhio, passarsi la mano nei capelli.

“Ti va di fare un giro sulla mia moto?” inchiodai sul posto, girandomi verso di lui che continuava a sorridermi, guardandolo scettica.

“Se queste sono le tue tecniche di flirt, hai commesso qualche errore, Dominic Toretto” dissi abbozzando un sorriso verso di lui.

Lo vidi sussultare appena pronunciai il suo nome, mentre i suoi occhi vagavano velocemente su tutta la mia figura.
Lo lasciai lì, in mezzo al corridoio, ancora imbambolato a guardare difronte a lui.
Ritrovai nei parcheggi Luisa e Jack, parlare tra di loro, affianco alla mia macchina.
Appena mi videro che li raggiunsi, gli occhi di Luisa s’illuminarono e il suo sorriso si allargò.

“Be?” mi chiese curiosa, punzecchiandomi il braccio. La guardai di sottecchi e poi capii.

“Stronza! Mi hai lasciato in pasto ai leoni!” le urlai contro, vedendola ridere per poi fermarsi e guardare oltre di me.

“Arriva” mi disse non smettendo di ridere, ma io lo ignorai del tutto.

“Nadia, dai!” mi supplicò Luisa, strattonandomi, facendomi così voltare verso Dominic, che era in sella alla moto, pronto per mettersi il casco ma appena si accorse del mio sguardo su di lui, sussultò e poi infilò velocemente il casco e andò via.

“Hai fatto colpo, ragazza mia!” mi disse divertita Luisa, mentre Jack, scuoteva il capo sorridendo.

“Io vado” dissi salutando entrambi, che ricambiarono subito dopo.

Sgommai via, diretta verso casa.
Abbassai la cappotta della mia macchina, lasciando che il vento si divertisse con i miei capelli, giocando con loro.
Non trovai molto traffico, quindi arrivai velocemente a casa. Uscii dalla macchina, prendendo le chiavi di casa dalla tracolla e appena aprii la porta, sentii mia madre gridare al telefono, inveendo contro quello che poteva essere mio padre.
Richiusi immediatamente la porta.

“Così, io non ce la faccio” mi dissi ad alta voce.

Ormai le giornate da una settimana a questa parte, erano tutte uguali: mia madre si arrabbiava con mio padre, piangeva, si addormentava e appena si svegliava ritornava a litigare con lui. Richiusi la porta, diretta ancora alla mia auto.

Buttai la tracolla al posto del passeggero, diretta verso il mio rifugio: un maestoso albero, che mi riparava dal sole e mi aiutava a studiare e svolgere i compiti. Chiesi a Luisa, se potevo dormire da lei, subito accettò e l’indomani andai a scuola.
Pronta per uscire, salutai Luisa che aveva lezione due ore più tardi rispetto a me.

Appena parcheggiai, Taylor Swift, mi fece compagnia con una delle sue canzoni: Blank Space.

Saw you there and I thought, oh my god, 
look at that face, you look like my next mistake” e indovinate chi arriva appena canticchio questa canzone? Dominic Toretto style, con la sua moto, invece della sua Dodge Charger R/T nera. E chi guarda? Proprio me, sembra quasi la scena di un film a rallentatore.

“Nadia!” peccato che Jack mi stia quasi fracassando il finestrino della macchina.

“Cavolo, Jack!” dissi uscendo velocemente dalla macchina, picchiando Jack con schiaffi sulla spalla, amichevoli perché tanto non si fa niente.

“Cos’è? Sognavi ad occhi aperti?” disse ammiccando verso il ragazzo nuovo. Mi sporsi di poco per guardarlo, ma era già occupato.

“E’ già occupato, Jack” dissi indicandolo con la testa.

Affianco a lui, era appena arrivata Lavinia, una ragazza bellissima e più bionda di lui.
Non ho nulla da obiettare su di lei, solo che ha volte è molto stupida.

“Be, allora andiamo a fargli compagnia” disse, trascinandomi letteralmente da loro.

“No…Jack…JACK!” urlai, ma era troppo tardi, mi aveva già trascinata difronte a loro.
Dominic, era ancora in sella alla sua moto mentre affianco a lui c’era Lavinia.

“Ciao, io sono Jack. Lei è Nadia” disse stringendo la mano di Dominic, per poi indicare me.

“Nadia…” disse Dominic guardandomi sorridente, sorrisi debolmente, era una situazione molto scomoda la nostra.

“Come stai, Nadia?” mi chiese Lavinia, con fare troppo amichevole, facendo ondeggiare i suoi capelli sulla spalla.

“Bene, tu?” chiesi cercando di rimanere cortese ed educata.

“Benissimo. Ti sei ripresa da quella caduta? Il professore ti aveva chiesto solo di risolvere un problema, per fortuna non ti sei rotta niente nel cadere dalle scale della classe” disse con voce giuliva. Ecco cosa volevo evitare.

“Io sono caduta solo quella volta, a quest’età: tu invece, sei caduta innumerevoli volte da piccola, sbattendo la testa. Ora, scusatemi ma ho lezione, buona giornata” dissi mostrando un fintissimo sorriso a 32 denti, andandomene da lì. Boom bitch, 1 a 0 per me Lavinia.

“Nadia, aspetta!” mi sentii dire, ma non sembrava la voce di Jack e comunque continuai a camminare diretta in classe.

“Aspetta” sentii ruggirmi dietro, appena qualcuno mi fermò prendendomi di spalle.

Toretto Style, mi aveva fermata, per poi passarsi la mano nei capelli biondo ramati, più belli dell’altro giorno.
Venni di nuovo rapita dai suo occhi, specialmente dal marrone dell’altro occhio, così delineato rispetto al celeste intorno a lui.

“Tu e Lavinia, non siete buone amiche, giusto?” mi chiese, sorridendo appena.

“No…no” dissi scuotendo la testa, riprendendomi e continuando a camminare, con affianco Dominic.

“Sei mai andata in moto?” mi chiese. Ancora con questa moto, la ama proprio. Lo guardai, mentre continuò a sorridermi.

“No, mai andata” dissi ridendo, sistemandomi la tracolla sulla spalla destra.

“Perché tua madre ti avrebbe ucciso o…”

“Perché non ho avuto mai occasione” ed era la verità.

“E non fa parte delle mie priorità” aggiunsi, guardandolo. Mi guardò curioso.

“Non fa parte delle tue priorità…?” chiese titubante, ridendo appena.

“Sì: tutto ha delle priorità nella mia vita, da quelle più importanti a quelle meno importanti”

“Come una piramide? Sulla punta ci sono le cose più importanti e a scendere quelle meno, giusto?” mi chiese, con fare molto interessante.

“Perspicace” dissi sorridendogli per poi entrare in classe visto che ero in ritardo madornale.

Passata la lezione, che quasi non finiva mai, sembrai essere più stanca del dovuto, mentre sbuffai ritenendo difficile anche ritornare alla mia macchina, che era sotto il sole cuocente. Jack e Luisa erano spariti dalla circolazione. Mi avviai in macchina, mi sedetti pronta a mettere in moto.
Appena sentii la macchina continuare a borbottare iniziai a innervosirmi.

“Dai” dissi, sperando che si accendesse subito.

Sconsolata, levai le chiavi dal quadro appoggiando le braccia e la testa sullo sterzo.
Appena sentii qualcuno bussare al vetro, mi voltai aprendo la portiera.

E quando credi che la sfortuna ti abbia già fatto l’ennesimo sgambetto, ti rendi conto che quello era solo uno schiaffo morale, perché lo sgambetto sarebbe arrivato, più devastante che mai.

“Vuoi un passaggio?”

Ed eccolo qui, il mio sgambetto: Dominic aveva avuto la sua rivincita.
Mi stava offrendo un passaggio a casa con lui, in sella alla sua amata moto. Ma dovetti… 


Dominic Sherwood

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Angoletto: Salve gente!! Come vi sembra la storia? Secondo voi cosa avrà fatto Nadia: avrà accettato oppure no? A voi i commenti!
   
 
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