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Autore: jamesguitar    30/05/2016    0 recensioni
Si è sempre chiesto che sapore avessero quelle labbra così belle da vedere, che accompagnano i suoi discorsi fitti, lunghi e perenni; gli piacciono con il rossetto rosso, con quello blu, quello nero, quello rosa. Sono belle sempre, come lei del resto, che spicca sempre tra tutte le altre: non cerca di attirare l’attenzione, o almeno finge che sia così, ma è comunque impossibile non notarla. Il suo sorriso illumina una giornata di pioggia, i suoi capelli bordeaux riscaldano gli inverni freddi e i suoi occhiali tondi troppo grandi per il suo viso lo divertono. Teresa è una di quelle ragazze che sanno quello che fanno, sono convinte di cosa sono e dove vogliono andare, per quali ideali combattono e con chi lo fanno. Luca è sempre stato simile a lei, ma così diverso: le certezze non sono il suo forte, non quando il mondo cambia così spesso e ogni decisione sembra quella sbagliata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La rivoluzione nei suoi occhi

Luca ha sempre odiato l’aria fredda dell’inverno, quella che ti rinchiude in un bar o in uno stupido spazio chiuso, e ha sempre amato l’aria dell’inizio dell’estate che ti fa sentire libero da doveri, da preoccupazioni. Di certo non ne ha molte: i suoi unici problemi sono la scuola, lo sport che è obbligato a fare, i libri da leggere che si ammucchiano sul comodino e una specie di cotta che ha da tempo, ma che resta chiusa in un cassetto ed è forse l’ultimo dei suoi problemi. Quel giorno fa caldo ma non troppo: la leggere umidità estiva lo accoglie all’uscita dell’aeroporto di Bari, mentre si incammina verso un pullman con una valigia in mano con lo stretto necessario dentro. È così che vuole passare l’estate dei suoi diciassette anni, libero da ogni dovere, solo con se stesso e i suoi libri. Non credeva che avrebbe convinto i suoi genitori a farlo partire, eppure eccolo lì, con degli occhiali da sole caduti sulla punta del suo naso e la felpa ormai arrotolata sulla vita che gli mette caldo anche così.
Salito sul mezzo che lo porterà in una cittadina di mare, Trani, non riesce a fare a meno di lanciare un’occhiata al cellulare, in caso lei gli avesse scritto per un motivo importante, o anche stupido. Ma tanto ciò che per lei è una buona causa lo fa sempre ridere, è qualcosa per cui prenderla in giro che però contribuisce a fargliela piacere ancora di più per uno strano fenomeno che Luca non si sa spiegare: persino il finale di una stupida serie tv, che a lei sembra così importante, la fa apparire ancora più affascinante e interessante. Forse è stato acciecato dall’amore, o è impazzito. Probabilmente sono successe entrambe le cose.
Ovviamente Teresa non gli ha scritto nulla; sarà stata impegnata con la rivoluzione che prepara nella sua cameretta, al buio, leggendo uno stupido libro con frasi così importanti che la ispirano, o almeno lei dice così. A Luca piace immaginare cosa stia facendo, ogni tanto. La vede in cima ad un coro di protesta, con i capelli legati sopra alla testa e un sorriso ampio quanto il suo cuore; poi ride, realizzando che probabilmente non sta facendo nulla e sta navigando in internet. Luca mitizza spesso le persone, per poi capire che sono belle così come sono. Che alla fine le persone non fanno poi così schifo, qualcosa di bello in loro c’è, anche se spesso sono perfettamente normali e non passano il tempo a cambiare il mondo.
Il pullman è partito e viaggia alla solita velocità lenta ed esasperante, mentre Luca sente un po’ di nostalgia. Non può fare a meno di pensare che Teresa è ad Andria, a pochi chilometri da dove passerà qualche settimana, e forse la cosa non gli è sfuggita quando ha prenotato il viaggio, ma tanto come si può pensare che si incontreranno? Lui sta andando in una cittadina vicina, e tra così tanta gente com’è possibile che possa vedere quegli occhi di un blu brillante tra la folla?
Si è sempre chiesto che sapore avessero quelle labbra così belle da vedere, che accompagnano i suoi discorsi fitti, lunghi e perenni; gli piacciono con il rossetto rosso, con quello blu, quello nero, quello rosa. Sono belle sempre, come lei del resto, che spicca sempre tra tutte le altre: non cerca di attirare l’attenzione, o almeno finge che sia così, ma è comunque impossibile non notarla. Il suo sorriso illumina una giornata di pioggia, i suoi capelli bordeaux riscaldano gli inverni freddi e i suoi occhiali tondi troppo grandi per il suo viso lo divertono. Teresa è una di quelle ragazze che sanno quello che fanno, sono convinte di cosa sono e dove vogliono andare, per quali ideali combattono e con chi lo fanno. Luca è sempre stato simile a lei, ma così diverso: le certezze non sono il suo forte, non quando il mondo cambia così spesso e ogni decisione sembra quella sbagliata.
Tra i ricordi che il pensiero di Teresa fa affiorare nella sua mente Luca scorge la notte in cui l’ha vista scrivere sul muro di fronte a casa del preside, la mattinata di protesta finita con del colore addosso e i fumogeni negli occhi, i panini del Mc Donald’s mangiati all’uscita della metro con il sorriso sul volto di chi ha appena fatto qualcosa di importante nella vita. C’è qualcosa in quel sorriso, sul viso di Teresa, che lui non riesce a dimenticare e pensa non dimenticherà.
Luca arriva a Trani dopo un tempo che è sembrato infinito, passato ad ascoltare una strana musica che lo affascina, e scende dal pullman tirandosi più su gli occhiali da sole. Sente il profumo del mare, che per un attimo lo distrae dal pensiero della bella ragazza che si trova a qualche chilometro da lui. O forse gliela ricorda, perché lei è un po’ come il mare e forse dovrebbe dirglielo, dato che non lo ha mai fatto.
L’albergo in cui l’ha lasciato il pullman sembra confortevole come dalle foto su internet, e così il ragazzo si trova davanti alla vacanza che ha sognato per un anno: stare da solo, senza nessuno a dargli problemi comandandolo a bacchetta o facendogli provare sentimenti che non sa gestire. Eppure non gli sembra più eccitante, non quanto il pensiero di Teresa lì con lui. Lascia le valigie in un angolo della stanza ed esce di fretta, con il costume da bagno già addosso e il cellulare in tasca. La chiamerebbe, dopotutto sono amici, ma sa che si è portata dietro il suo stupido fidanzato e sa anche di non essere il migliore amico di quest’ultimo. Ma tanto, chi se ne importa. Lui è lì per starsene per conto suo, senza problemi, e lei al momento fa parte delle cose che devono restare chiuse in un cassetto per non farlo soffrire.
Impiega qualche minuto a raggiungere il mare dall’albergo costoso, pagato dalla sua cara nonna, in cui alloggia; solo arrivato lì si rende conto che nella fretta di uscire e schiarirsi le idee non si è potato dietro niente. Perciò si siede su uno scoglio e osserva il mare di quel tardo pomeriggio, che scroscia violentemente su una riva appuntita. C’è del vento che scuote i capelli di Luca e rende le onde più forti, combattive, come il suo cuore. Gli è sempre piaciuto paragonare Teresa a quella distesa d’acqua immensa. Il blu delle onde e dei suoi occhi è lo stesso, e la vastità di quella distesa gli fa pensare all’infinito dentro a quella ragazza piena di sfaccettature.
Ha sempre voluto essere come lei: intraprendente, coraggioso, sicuro di sé. Eppure non ci è mai riuscito, non ci riuscirà mai: dopotutto se fosse possibile le avrebbe già detto cosa prova per lei, ma il solo pensiero lo terrorizza. E tutto ciò gli fa pensare al pomeriggio di pochi mesi prima, in cui ha accompagnato Teresa in palestra e lì si è trovato davanti agli occhi la stupida serenata di un ragazzo che le chiedeva di uscire con lui; una scena straziante che segnava la fine di tutte le sue occasioni. Sarebbe bastato un po’ di coraggio in più e Teresa sarebbe stata sua, invece l’ha vista scivolare via per la sua stupida timidezza e l’indecisione che lo caratterizza.
 
Luca sente il cellulare vibrare in tasca e il suo cuore salta un battito, perché legge il nome di Teresa sullo schermo e non se lo aspettava per niente. Aspetta qualche secondo a rispondere, poi avvicina il telefono all’orecchio. «Pronto?» dice con voce titubante, prima che il suo entusiasmo venga smorzato dal suono dei singhiozzi della ragazza. «Luca, sei qui in Puglia?» dice lei, e il ragazzo è sorpreso e allo stesso tempo sconcertato: ha solo accennato a Teresa di quel viaggio, e non capisce cosa stia succedendo.
«Sì, sono al mare a Trani» risponde «Cosa succede?»
«Ho bisogno di te. Posso raggiungerti?»
«Certo» Luca non sa bene cosa dirle, non è mai stato bravo a consolare le persone e lei lo sa. Cosa diavolo lo ha chiamato a fare? «Vuoi che venga io da te?»
 «No, ho bisogno del mare in questo momento, ti raggiungo subito»
Prima che Luca possa dirle dove si trova di preciso lei attacca il telefono, e lui le manda un messaggio, sconsolato. I singhiozzi di Teresa lo hanno turbato, non è abituato a sentire la sua voce così triste invece che felice ed esuberante come sempre. Quello depresso, triste e disperato è lui; ci sono dei ruoli da rispettare, giusto? E di certo non è suo il ruolo di colui che consola le ragazze, constatando che non è capace nemmeno di far smettere di piangere la sua sorellina piccola.
E i minuti successivi passano lenti come ore, sotto al sole che piano piano inizia a tramontare. Luca ha freddo e si infila la maglietta, si toglie gli occhiali da sole, respira quell’aria di mare e sente la pressione bruciarlo dall’interno, ha paura di scoppiare. Pensava davvero di non vedere la ragazza per tutta la vacanza, di avere del tempo per dimenticarla e buttarsi alle spalle quella cotta che credeva di aver messo in un cassetto, ma è viva e vegeta, pronta a tormentarlo nelle notti della solitudine che lui stesso ha cercato andando lì.
Quando Luca sente un rumore sulla pedana della spiaggia libera si volta di scatto, e scorge una figura inconfondibile che cammina nella sua direzione. Teresa indossa dei semplici pantaloncini tutti strappati, quelli che ha sempre, una canotta gialla, gli occhiali che di solito lo divertono ma stavolta coprono gli occhi gonfi di lacrime. I capelli lunghi e mossi raccolti sulla testa sono scompigliati dal vento che ormai è forte e freddo. La ragazza sembra quasi più imbarazzata di Luca, ma si siede accanto a lui sullo scoglio appuntito che da sulla riva senza nemmeno salutarlo.
Passa un minuto di silenzio pieno di confusione, in cui il ragazzo si sente turbato dal pianto sommesso di Teresa e allo stesso tempo estasiato dal suo odore di sempre, che le è mancato tanto, e la abbraccerebbe quasi se non avesse la solita paura che lo mangia vivo persino in quel momento.
«Perché sei venuto in vacanza da solo?» chiede all’improvviso Teresa, e la sua domanda che trema per il pianto lo sorprende. Luca si volta verso di lei e la guarda confuso. «E perché me lo stai chiedendo?»
Teresa alza le spalle. «Credevo che saremmo andati in vacanza insieme» dice, e quelle parole fanno sobbalzare Luca, che per un istante si chiede se stia dicendo sul serio o no.
«Tu sei venuta qui con Marco, giusto?» la sua controbattuta lascia Teresa spiazzata, che rimane in silenzio e piano piano finisce tutte le lacrime che le scorrono sulle guance.
«Marco è andato via questo pomeriggio» mormora infine, e dal suo tono Luca riesce a capire perché è lì con lui, perché lo ha raggiunto. Quasi si sente stupido, realizzando che come al solito le serve solo come sfogo.
«Capisco» e persino lui percepisce la nota sarcastica e infastidita nella propria voce; Teresa si volta e lo guarda, accennando un sorrisetto che lo confonde ancora di più insieme alla luce del sole che tramonta riflesso nei suoi occhi ancora lucidi. Quella ragazza lo manda fuori di testa più di ogni altra cosa. Non riesce ad odiarla per troppo tempo, nemmeno ad essere deluso da lei. Finisce sempre per darsi la colpa, ed è la cosa più sbagliata del mondo, ma come fa ad avercela con quel colore blu che si fonde con il rosa del cielo?
«Non vuoi parlarne, vero?» dice Teresa, senza smettere di sorridere.
«A dire il vero no, non molto» Luca risponde al suo sguardo con uno ancora più intenso, e si lascia sfuggire un piccolo ghigno simile al suo, che la fa scoppiare a ridere in un momento in apparenza così buio.
«Perfetto, perché non voglio nemmeno io» ammette «Non sono qui per questo». Teresa si alza gli occhiali sul naso.
Luca sente il battito cardiaco accelerare mentre si sente meno usato e pensa che è bella anche così, senza il colore sparso sulla faccia e il sorriso che la illumina in ogni istante. Ha qualcosa di meraviglioso negli occhi, che lui non saprebbe nemmeno descrivere; qualcosa che lo fa sentire felice di essere la ruota di scorta, di trovarsi lì con lei anche se avrebbe dovuto essere da solo a leggere un libro sul terrazzo della sua camera che da sul mare. Al mare c’è, ma è davvero troppo vicino, così come è troppo vicino a Teresa.
«Ti rifaccio la domanda, come mai hai deciso di venire qui da solo?» chiede la ragazza, che ormai ha smesso di piangere e si passa una mano sugli occhi per asciugarseli, sotto gli occhiali ingombranti che, ancora una volta, fanno sorridere Luca.
«Non saprei» risponde, guardandola «Sentivo il bisogno di scappare un po’, capisci? Ogni tanto fa bene» e si sente un idiota a dire certe cose, dopotutto non fa che prendere in giro la gente della sua classe che lo fa per moda, eppure ha sempre voluto andare via per conto suo, forse insieme a lei, che lo sa bene e sorride pensando che spesso hanno parlato di andarsene sulla luna o in qualche posto simile.
«Potevi chiamarmi, sarei venuta con te» dice Teresa, che poi con un movimento rapido si avvicina a Luca e appoggia la mano sulla sua senza nemmeno pensarci. Forse si sente sola, forse ha bisogno di qualcuno che la faccia sentire a casa, o magari ha solo capito che c’è qualcosa negli occhi in apparenza così banali di Luca che la fa sentire come se ci fosse davvero un posto per lei.
«Mi sarei sentito stupido» ammette, e ammicca mentre il cuore va sempre più veloce a vedere le guance di lei che diventano più rosse del trucco che ha indossato per apparire più sana e rosea, anche se lo è di suo e non le serve.
«è un peccato» Teresa si passa una mano fra i capelli e lo guarda come solo lei sa fare, con quegli occhi che gli fanno sprofondare il cuore, «Avrei voluto scappare anch’io».
Il ragazzo sorride. «Bisogna scegliere bene con chi farlo» dice poi, e ovviamente si riferisce al ragazzo stupido di lei a cui interessano solo il calcio e qualche serie tv vista per piacerle e basta. Sa che Teresa capisce, perché sorride e alza gli occhi al cielo. «Adesso che tra me e Marco è finita, riesco a capire perché non ti piaceva»
Finita. Luca finge che non gliene importi, camuffa ogni sua emozione con un piccolo sorriso, ma sente dentro di sé qualcosa che non provava da tempo. Anche se lei finge che vada tutto bene la vede triste, la vede come lui. Luca e Teresa sono complementari, lo sono sempre stati. Due gocce d’acqua per ideali, passioni, gusti, empatia; opposti per mille altre cose, tra cui l’intraprendenza che suggerisce a Teresa di baciarlo e la timidezza che dice a Luca di lasciar perdere e tornare in albergo. Come si può essere allo stesso tempo così uguali e così diversi? La magia di quella ragazza lo ha sempre stupito, lo farà in ogni situazione; non importa quanto conosca lei e i suoi sguardi, i suoi atteggiamenti e le sue idee, Luca resta sempre estasiato dalla sua immagine e qualsiasi cosa la riguardi. In quel momento, con il rumore del mare nelle orecchie di entrambi e il tramonto riflesso negli occhi, lui scava dentro Teresa e vede una ragazza improvvisamente diversa da quella che è di solito: fragile anziché forte, debole invece che indistruttibile. Eppure si specchia nella sua anima meglio di quanto abbia mai fatto; rivede se stesso in quella malinconia, quegli occhi rivolti al mare.
Nell’istante in cui le stringe la mano e lo sguardo di Teresa scatta su di lui, Luca capisce di aver sbagliato a vederla come un essere superiore a lui, qualcosa che non avrebbe mai avuto, troppo perfetta per essere vera. Capisce che Teresa è come lui, come tutti gli altri, ma in un senso buono; è vicina, più di quanto pensasse, e non c’è niente che non possa fare. Luca non si è mai sentito così libero, così pazzo di lei, così potente. Vede dentro ai suoi occhi tutta la rivoluzione che era solito sognare, e forse la solitudine di quel viaggio non lo alletta più come prima.
«Sai che ci sono sempre per te, vero?» dice quindi, e Teresa abbassa gli occhi per un istante e si lascia scappare un piccolo sorriso, prima di spostarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Sembra ancora più fantastica che con i fumogeni attorno e mentre intona cori, ancora più bella di quando ride vicino al suo orecchio durante le lezioni.
«Sono qui perché lo so» risponde la ragazza.
«Qualcosa mi dice che non passerò il viaggio da solo, giusto?» Luca ride e la stringe poco più forte; Teresa si avvicina ancora di più e, senza smettere di tenergli la mano, appoggia la testa alla sua spalla. «Scappare un po’, come hai detto tu, sembra allettante»
Luca abbassa lo sguardo su di lei mentre il sole cala dietro il mare e il vento le scompiglia i capelli. Non si è mai sentito più coraggioso; non ha mai desiderato di più baciarla come in quel momento, ma si limita a stringerla forte a sé e a pensare che forse scappava proprio in cerca di lei, al di là delle insicurezze e la timidezza, e che finalmente l’ha trovata.
  
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