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Autore: kitsune999    13/04/2009    7 recensioni
Una guida maldestra figlia di un jet-lag devastante e di un senso di marcia inverso. Un kotatsu caldo e accogliente da condividere mentre fuori il paesaggio si veste di bianco. E un'autrice o pseudo tale che fa una fatica boia a trovare delle frasi introduttive decenti da scrivere qui.
[Step 3 • Inverno]
_______________________________
[Kojirō ✘ Jun]
Raccolta "stagionale" di one-shot dementi dedicate al mio secondo OTP per eccellenza.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jun Misugi/Julian Ross, Kojiro Hyuga/Mark
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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seize the day seize the day

Sentivate la mia mancanza, scommetto...ebbene, l'esperta in trame inconsistenti e caratterizzazioni al confine dell'IC è tornata per ammorbarvi con ciò che era partito come un introspettivo semiserio, ma che alla fine si è scritto da sè trasformandosi in una mezza bakata. Portate pazienza, è più forte di me.
"Storia" senza la benchè minima pretesa, dedicata a coloro che non costituiscono il mio OTP primario ma che sono comunque i secondi in linea di successione diretta. Mezza-bakata, parzialmente introspettiva, decisamente prolissa, sicuramente di orientamento filo-palloso xD
E' la mia prima Koji/Jun, u
na Koji/Jun estremamente cazzuta frutto di tre terrificanti deliri glicemici, ok, ma pur sempre una Koji/Jun xD
Perché DOVEVO provare a scribacchiare di loro, se non altro per soddisfare un mio capriccio. E mi sono pure divertita nel farlo, il che non guasta mai^^
Amo/odio questi due, specie Jun, con cui ho un rapporto conflittuale poiché trovo che sia uno dei personaggi più difficili da gestire...ma che ci posso fare se li trovo taaaanto bellini inZieme?
*parte l'urlettino da fangirl lobotomizzata – si ridà un contegno tossicchiando* Dicevo, sono tremendamente opposti, ma deliziosamente affini. Aaah, un cocktail letale *si asciuga la bavetta* (*__*)
Va detto, più di così non posso fare, per cui non cazziatemi troppo U__U




____Seize the Day [Hanami]____

Unusually Mildened Nine.


Quando, in quella mattina di metà Aprile, Kojirō se ne era uscito con la proposta di andare al parco a contemplare i ciliegi in fiore dopo gli allenamenti, a Jun era quasi caduta la mascella per lo stupore. L'aveva fissato con gli occhi strabuzzati, semi incredulo, chiedendosi se non fosse stato posseduto da una qualche misteriosa entità benevola, perché stentava a credere che colui che si trovava di fronte fosse proprio l'autentico Kojirō ruspante di sempre.
-Mbé, che ho detto? Ti sembra così assurdo che io ti chieda una cosa come questa?- Aveva esclamato lui con una punta di stizza, notando la sua espressione allucinata. Jun ci aveva messo due secondi a recuperare il proprio
self-control e gli aveva risposto senza scomporsi minimamente, allacciandosi una scarpa.
-Francamente, Hy
ūga...sì, mi sembra davvero inconcepibile che simili parole possano uscire dalla tua bocca. Non mi sembri esattamente il tipo di persona dedita a trastullarsi con pratiche del genere.

Naturalmente non si sbagliava, e non poteva certo biasimarlo per la reazione sbigottita che aveva manifestato, perché ci sarebbe arrivato anche l'ultimo dei fessi che, in fin dei conti, di andare a fare hanami gliene potesse fregare ben poco.
Complice anche la sua rinomata scarsa pazienza, per lui quell'usanza era più che altro una scocciatura, e non vi aveva mai prestato molta attenzione, prendendovi parte solo se costretto dalle circostanze. Non che lo spettacolo offerto dalla fioritura dei ciliegi lo inorridisse, tutt'altro; però quella mite attività non gli si addiceva per niente, senza contare poi che aveva sempre troppo da fare per permettersi di gettare via del tempo prezioso perdendosi ad osservare qualche fiorellino. Cosa, questa, a cui poteva concedere giusto una manciata di minuti, non certo i pomeriggi interi che solevano sprecare amici e conoscenti.
Gliel'aveva proposto unicamente perché sapeva che a lui piaceva, dannazione. Che razza di ingrato.
-Se ti dà tanto da fare fa lo stesso- Ringhiò risentito dandogli le spalle mentre, con gesti nevrastenici, armeggiava con il contenuto della propria sacca, sfogando l'acredine sui suoi poveri indumenti inermi. -Penso che sopravviverò, fai come ti pare.
Jun sospirò, mentre le labbra iniziavano ad incresparglisi in un mezzo sorriso. Dedicarsi a quel bucolico passatempo primaverile aveva il potere di rilassarlo come poco altro, ragion per cui lo apprezzava da sempre. Non poteva che essere contento di quell'idea, ma che gli arrivasse proprio da lui...
-Va bene, Hy
ūga, andiamo a vedere i fiori.
-Non farmele girare, Misugi. Se devi venire per farmi un favore puoi anche evitare, sai che mi frega.
-Lo faccio volentieri, sul serio. Mi hai solo spiazzato un attimo, tutto qui.
Kojir
ō, piuttosto adirato anche dal fatto di essere già al terzo tentativo di arrotolare le maniche della maglietta -le quali sembravano proprio non voler obbedire-, si interruppe per voltarsi a guardarlo, con le sopracciglia aggrottate e gli occhi a mezz'asta.

Figurarsi, era lui che lo spiazzava, altroché. Specialmente quando ponderava le risposte con quella calma di cui la sua indole impulsiva era totalmente sprovvista.
Erano troppo, troppo diversi. E forse proprio per questo non poteva impedirsi di ammirarlo.
Lo urtava alquanto ammettere di provare quella stima nei suoi confronti, perché Jun era l'unico in grado di metterlo in difficoltà sia in campo sia fuori. Oltretutto, quello che lo lasciava maggiormente basito era che sembrava riuscirci inconsapevolmente, come se gli risultasse innato, la cosa più semplice del mondo.
Si trattava davvero soltanto di stima, poi? Era questo l'inquietante interrogativo che si poneva da un bel po' di tempo, decisamente una fonte non indifferente di preoccupazione.
Ma forse aveva trovato la risposta, dopo tante elucubrazioni.
E, nella fattispecie, a quel punto ciò di cui aveva bisogno era una conferma.

Richiuse la zip del borsone con un movimento secco e lo ammonì con il consueto piglio da pitbull, digrignando i denti: -Non provare a farti strane idee.
-E chi se le fa.
Lo guardò in tralice e vide che se la stava ghignando sotto i baffi.
-Fai poco il furbo, sai. Non mi sono ancora rammollito a tal punto, non è che mi diverta chissà quanto a starmene a fissare due fiori,
io- Gli sibilò, sottolineando quell' “io” con particolare enfasi ed affrettandosi poi ad aggiungere -E' che non avevo niente di meglio da fare, oggi.
Jun replicò assai placidamente, per nulla infastidito dalla sua sottile allusione.
-Mi stai forse dando del rammollito? Se è così, mi stupisco del fatto che tu sia in grado di insultare qualcuno in modo velato, visto che sei solito mangiare la faccia alla gente. Sarebbe un bel progresso, ma è più probabile che abbia frainteso le tue parole.
Di nuovo. Ennesimo esempio di come riuscisse a rimetterlo al proprio posto senza il benché minimo sforzo.
Non c'era niente da fare, alle volte lo trovava piuttosto irritante.
Era sempre così maledettamente sicuro di sé. Non che lui fosse da meno, anzi, ma quando era in sua compagnia non riusciva a far emergere più di tanto il proprio temperamento riottoso, e ciò era davvero strano.
Il suo caratteraccio lo portava spesso a prevaricare il prossimo senza troppe remore, ma con Jun era sempre stato diverso. Trovava davvero impegnativo imporsi quando aveva a che fare con lui.
E, in fondo, non gli interessava più di tanto stabilire chi tra loro due fosse il più forte. Questo, forse, lo turbava anche più di tutto il resto.
-Ti ho già avvertito una volta, vedi di non farmi incazzare, che oggi non è proprio giornata. E datti una mossa, altrimenti potrei ripensarci.
-Perché, esiste un giorno che per te sia
giornata? Fammelo sapere, che me lo segno sul calendario- Ridacchiò Jun di rimando, scuotendo la testa. Era inutile, volente o nolente Kojirō cadeva sempre nelle sue provocazioni.
Così come era a conoscenza della sua propensione a menar le mani, era consapevole anche del fatto che su di lui non avrebbe mai osato alzare un dito, e alle volte gli piaceva approfittarsi di quella condizione privilegiata. Tanto sapeva quando fermarsi prima che fosse troppo tardi.
E in quel caso, continuando su quella falsariga, avrebbe ottenuto soltanto di farsi piantare in asso, per cui decise che fosse giunta l'ora di smetterla.
Caricandosi il borsone in spalla, scoccò un'occhiata vagamente divertita alla sua faccia incazzosa ed esclamò:
-Ho finito, possiamo andare. E stai attento, che ti scoppia una vena.


No More Words, Merely Touch.


Un refolo di vento tiepido fece volteggiare nell'aria tanti piccoli fiori rosa.
Kojir
ō, suo malgrado, rimase incantato ad osservare il tripudio di petali danzanti turbinare attorno a Jun che, con i capelli scarmigliati da quella brezza leggera e qualche raggio di sole che lo illuminava filtrando dai rami del ciliegio, appariva ancora più bello del solito.
Non riusciva a concentrarsi minimamente su quello che l'altro stava dicendo -difatti non avrebbe saputo dire neanche su quale argomento stesse vertendo la conversazione-, e per di più doveva aver assunto un'espressione particolarmente beota, perché ad un certo punto lo udì esclamare:
-Ho forse qualcosa sulla faccia?
-Sì, due belle occhiaie- Replicò prontamente, salvandosi in extremis. -Non hai dormito, stanotte?
Nel corso di quella rapita contemplazione (bé, dopotutto stava davvero facendo
hanami, a modo suo) non aveva potuto fare a meno di notare i cerchi bluastri che gli solcavano il viso perfetto, e la sua esclamazione, che lo aveva riportato bruscamente alla realtà, aveva solo accelerato i tempi per una domanda che di lì a poco gli avrebbe posto a prescindere.
Come al solito, non poteva fare a meno di dimostrarsi piuttosto apprensivo circa la sua salute, doveva essere un retaggio di quel ruolo di fratello maggiore che era abituato a ricoprire da una vita.
O magari anche no. Forse gli interessava soltanto perché si trattava di lui.
-Non mi sembri nella posizione giusta per permetterti di sollevare delle critiche- Gli rispose, con uno di quei sorrisetti scaltri che tanto lo intrigavano, mentre soffiava via una ciocca di capelli che a causa del vento gli era ricaduta sugli occhi -...tu non stai certo messo meglio di me.
Non c'era niente di più vero, pure la sua faccia aveva conosciuto giorni migliori.
I
l motivo per cui faticava a prendere sonno ce l'aveva giusto davanti al naso, peccato ignorasse che lo stesso discorso valesse anche per lui.

-Dobbiamo parlare per forza di calcio?- Sbottò Kojirō, interrompendo bruscamente la discussione, o meglio il monologo, che Jun aveva intavolato. Era finalmente riuscito a cogliere il senso delle sue parole, appellandosi agli ultimi residui delle proprie capacità di concentrazione, ed almeno per quel giorno non avrebbe voluto sentir nominare Tsubasa, la formazione, le partite e gli allenamenti.
-Toh, pensavo che questo fosse l'ultimo argomento che potesse annoiarti- Replicò pacatamente l'altro, poi aggiunse, alzando le mani in segno di resa: -Allora prego, a te l'onore di scegliere un nuovo tema di cui trattare.
Kojir
ō corrugò la fronte e contorse la bocca in una smorfia, schioccando la lingua.
-Ma niente, Misugi, non ho voglia di conversare.- Il tono del suo grugnito non lasciava spazio a repliche e, detto questo, incrociò le braccia con fare solenne, appoggiandosi con la schiena al tronco dell'albero sotto cui si erano seduti.
Dovevano parlare di qualcosa ad ogni costo? Non era in vena per dare bella mostra della sua
ars oratoria, che anche in condizioni normali non avrebbe comunque potuto competere con quella di Jun, soprattutto dal punto di vista sintattico e lessicale. Ciò che avrebbe desiderato realmente in quel primo pomeriggio assolato sarebbe stato soltanto il restarsene in silenzio a rimuginare, accarezzati dalla gentile brezza primaverile, all'ombra di un ciliegio ed immersi nella quiete del parco, mentre aspettava il momento propizio per attuare ciò che aveva in mente fin dal principio. Perché, aveva deciso, quel giorno si giocava il tutto e per tutto: doveva dirglielo, e doveva essere speciale. Ed inoltre, secondo la strategia elaborata, avrebbe preso due piccioni con una fava.

Di fronte alla sua esclamazione Jun fece spallucce e, coprendosi uno sbadiglio con la mano, si stiracchiò e si distese sull'erba. Era inutile impuntarsi dopo quanto aveva decretato, e poi era un po' stufo di ciarlare a vanvera, poiché si era accorto che le sue chiacchiere non fossero molto considerate.
Da quando erano arrivati, mezz'ora prima, sembrava perso nel suo mondo. Lui naturalmente le antenne le aveva drizzate già da un bel po', il suo sesto senso difficilmente sbagliava: era lampante che ci fosse qualcosa sotto, ma di certo non avrebbe fatto il primo passo. Era curioso di vedere cosa si sarebbe inventato.
Perché Kojir
ō Hyūga non era proprio il tipo da fare dichiarazioni in vecchio stile, e lui non era così cretino da aspettarselo. Soprattutto dato che non si erano mai detti nulla esplicitamente, almeno non ancora. Aveva pochi dubbi solo sul fatto che esistesse fra di loro una specie di attrazione reciproca, di che natura però rimaneva un mistero.
Sul piano prettamente fisico? Caratteriale? O magari entrambe le cose?
Fisicamente, gli era tutt'altro che indifferente.
Caratterialmente, poi, non potevano essere più agli antipodi.
Ed era proprio questo che lo affascinava più di ogni altra cosa, perché aveva tutto quello che a lui mancava. Quante volte si era ritrovato ad invidiare la sua forza, la sua vitalità, il suo buttarsi a testa bassa nelle cose, il suo non affrontare i problemi bensì
aggredirli? Non avrebbe mai potuto essere come lui, essendo animato da una razionalità che trovava quasi pesante, alle volte.

Kojirō trasalì impercettibilmente quando, con la massima disinvoltura, Jun gli appoggiò il capo sulle ginocchia.
Fosse stata la testa di chiunque altro probabilmente l'avrebbe calciata via con un
Raiju Shot, ma si trattava della sua. E tanto bastava a sedargli ogni inclinazione omicida, che fosse maledetto l'ascendente disturbante che esercitava su di lui.
-Mh...sono così stanco- Rantolò quello farsesco, in stile esalazione dell'ultimo respiro -...e tu sei talmente comodo, fammi restare.
-Non attacca, Misugi- Sibilò fra i denti, ghignando appena -Dovresti cambiare repertorio, ormai non ci casca più nessuno. E poi io non sono il tuo cuscino, ricordatelo.
Jun chiuse gli occhi e lo ignorò con la consueta eleganza, annuendo distrattamente alle sue parole.
Ma a chi voleva darla a bere. Nonostante il suo monito pronunciato in tono lievemente caustico, in realtà quel contatto non gli dispiaceva affatto, al contrario.
Perciò, abituato a seguire l'istinto com'era, quasi non si accorse di aver obbedito all'impulso di insinuargli le dita fra i capelli soffici, indugiandovi a lungo, per poi proseguire andando a delineare i contorni del viso, sfiorandogli le labbra morbide e soffermandosi sul suo collo che, in quel frangente, non avrebbe desiderato altro che baciare e
mordere.
Ma la cosa davvero bislacca era che Jun non si fosse ritratto, scioccato da quelle carezze.
Anzi, gli era parso che si stesse perfino
rilassando sotto il suo tocco e lui, come se fosse attirato da una forza magnetica, si chinò sul suo viso.
Era tempo di risfoderare quella determinazione da carro armato che lo contraddistingueva: se era una conferma ciò che voleva, non doveva fare altro che prendersela.


Know How To Say.


Basta.
Kojir
ō non ne poteva più, era stanco di tutto quel rosa, stanco di quella pace, stanco soprattutto di doversi trattenere perché si trovavano in un luogo pubblico. Poco frequentato a quell'ora, d'accordo, ma pur sempre un luogo pubblico, e lui non propendeva esattamente per i sottili approcci metaforici. Anzi, per avere quella parte di cervello deputata alla libido ormai in fervente attività, si era già controllato sin troppo. Allo stesso tempo, però, non avrebbe voluto andarsene, non senza prima aver portato a termine ciò che si era prefissato.
E comunque, non era poi precisamente vero che non avesse niente da fare, quel pomeriggio.
Diede una rapida occhiata all'orologio da polso di Jun: entro quarantacinque minuti avrebbe dovuto presentarsi al suo
part-time.
Un po' a malincuore, esclamò:
-Senti, io leverei le tende. In fondo siamo qui da quanto, un'ora ormai? Decisamente troppo, per i miei gusti.
L'altro sospirò e disse:
-Andiamo?
-Andiamo.
Ma nessuno dei due mosse un muscolo.
-Bé? Vogliamo andare o no?- Insistette Jun, guardandolo interrogativo.
-Aspettavo che facessi tu la prima mossa.
-Vuoi che facciamo come in partita, usando una monetina per decidere chi sarà ad alzarsi per primo?
Pausa. Sguardi che si incrociano, sorrisi negli occhi.
Avvicinarsi quel tanto che basta per arrivare a solleticare il suo collo con la bocca, inebriandosi del profumo della sua pelle, facendo uno sforzo per controllare una passionalità che l'avrebbe portato a morderlo assai poco gentilmente. E poi, finalmente, dirglielo, in un sussurro a fior di labbra.
-Buon compleanno.
Eccola lì, la
fase uno del brillante piano che aveva dubitato seriamente di riuscire a concludere. Era quello l'obiettivo primario a cui puntava da quando l'aveva invitato a vedere quei cavolo di ciliegi, e si era pure impegnato parecchio, perché era stato un grande sforzo avanzargli quella proposta senza essere colto da un attacco di orticaria fulminante.
Per non parlare poi di quanto fosse allergico a smancerie
et similia.
Eppure, almeno secondo i suoi standard, ce la stava davvero mettendo tutta per fargli trascorrere una giornata piacevole.
Soddisfatto dell'atmosfera che si era creata, la quale andava ben oltre le sue più rosee aspettative, fece per approfondire il bacio e magari passare alla
fase due, ma venne bloccato dalle parole di Jun, che furono come una doccia fredda.
-...Non è il mio compleanno.
Kojir
ō trasecolò e lo guardò con occhi pallati.
-Ma fammi il piacere, non era il 14?
-...Veramente sarebbe il 23.
Al diavolo. Era proprio negato a ricordare date e ricorrenze.
Si maledisse fra sé e sé e si grattò la nuca, bofonchiando:
-Come la fai lunga. Giorno più, giorno meno...
-...Sì bé, mese più, mese meno...sono nato in Giugno.
Silenzio agghiacciante. Fu soltanto il rovinoso crollo di tutti i castelli in aria che si era pazientemente costruito a fare rumore.
Cristosanto, era ovvio che il suo sorriso indecifrabile dovesse costituire un campanello d'allarme. Ma lui no, era troppo impegnato a fare figure di merda per accorgersene.

Tipico. Vatti a fidare della memoria di Tsubasa, che per quelle cose stava messo ancora peggio di lui. Incerto sull'esattezza della data, il giorno prima, agli allenamenti, l'aveva preso da parte con l'intento di chiedergli conferma.
-Ci puoi scommettere che ne sono sicuro, è domani, il 14.
Parole profetiche pronunciate come se fossero una sacrosanta verità assoluta.
Se solo avesse potuto legargli una pietra al collo e gettarlo giù da un ponte l'avrebbe fatto, anche se alla fine la colpa di tutto era esclusivamente sua. Non si curava mai di quei dettagli, ed era inevitabile che fallisse miseramente quando, per intercessione della Grazia Divina, decideva di cimentarsi in simili
imprese al di fuori della sua portata.

-Come hai fatto a sbagliarti di due mesi? Sei proprio senza speranza.
Nonostante tutto, il suo tono era privo di quella punta di supponenza che riesumava quando voleva iniziare una polemica. Anzi, aveva un che di vagamente divertito.
-Concorso di colpa. Sono stato consigliato male, mi ero rivolto a Tsubasa perché non ero sicuro al cento per cento...- Si scrocchiò le nocche, meditando su quale fosse la vendetta più appropriata e più
dolorosa da riservare a quell'impiastro.
-Ah, complimenti per la scelta della persona a cui chiedere. Giusto per sapere, il tuo regalo per il mio pseudo-compleanno consisteva in una giornata trascorsa al parco a fare
hanami?
Cos'era, gli sembrava poco? Lo fulminò con un'occhiata intimidatoria e replicò, allargando le braccia:
-Certo che sì, non ti basta essere
omaggiato della mia presenza? Lo sai quanto mi rompa a fare questa cosa pallosa, dovresti ringraziarmi, altroché! E poi dimmi cos'altro potevo farti, tu non hai bisogno di niente.
Per tutta risposta, Jun gli passò una mano dietro la nuca e lo attirò a sé.
-Di qualcosa avrei bisogno, o meglio, di
qualcuno.
Calmo, come al solito. Calmo e intrigante. Oh sì, che lo intrigava. Non c'era ombra di tensione nel suo tono, sembrava essere perfettamente a suo agio.

Aveva preventivato di prendere due piccioni con una fava, quel giorno. Purtroppo per lui il primo piccione era ormai irrimediabilmente emigrato, la “sorpresa” del compleanno si era rivelata del tutto fuori luogo. Rimaneva però il secondo da provare ad acchiappare, ovvero la parte due del suo piano, senza dubbio la più difficile.
No, non ce l'avrebbe mai fatta, ne aveva avuto la piena consapevolezza giusto in quel momento, mentre si trovava a pochi centimetri dalle sue labbra e stava esitando in cerca delle parole giuste.
Che palle, però. Perché bisognava sempre parlare, poi?
Agire e basta gli sarebbe riuscito di gran lunga meglio.
-Misugi...
-Sì?
Era indeciso se dirglielo dopo, lasciandosi prima andare al bacio incandescente che aveva in mente, o se fare il contrario.
Alla fine optò per togliersi subito il pensiero, per cui gli brancò la camicia lanciandogli uno sguardo predatorio, esclamando:

-Non mi dispiaci.

Che dichiarazione del cazzo, pensò, resistendo all'impulso di prendersi a sberle da solo. Ma pazienza, quello era il suo massimo, e comunque non gli diede il tempo né di soffermarsi troppo sulla frase né di replicare con qualcuna delle sue battutine sagaci, perché gli saltò addosso con un balzo degno di un coguaro.
Giusto per mantenere fede al suo proposito di controllare gli istinti, dato che si trovavano in un luogo pubblico.

 


NOTE CONCLUSIVE

Se volete saperne di più sull'hanami, cliccate qui. Il link è in inglese, ma mi tira troppo il culo per stare a spiegarlo con parole mie, e poi Wikipedia esiste per questo xD
Ci tengo a sottolineare che io venero tale usanza, non so cosa darei per potermi trovare in Giappone adesso T_T


Le fantasie monacali di Kojirō, appena accennate nel testo, le trovate illustrate in queste pagine del mio sito U__U
Ringrazio sentitamente le carissime Chyko e Nene, che sopportano/supportano i miei scleri MSNiani e si leggono le mie pallosissime ff in anteprima. Per cui se pubblico 'sti scempi è anche colpa loro, che mi danno il nulla osta xD
In particolare un grazie speciale e uno smacckino a Nene per avermi aiutato a scegliere il titolo^^
E comunque, Jun sopravviverà, alla fine? Non mi assumo responsabilità in merito e lascio tutto all'immaginazione/interpretazione dei lettori xD


  
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