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Autore: Aanya    31/05/2016    3 recensioni
Tony e Pepper. Pepper e Tony. Sono una cosa sola. Può finire tutto così?
Post Civil War
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era buio, sempre più buio. Un vortice infernale che risucchiava tutti verso una profondità che non aveva fine. E lui era lì. Impotente. Ad illuminare l’oscurità con quella debole lucina al petto, come a prendersi gioco di loro. Uno ad uno lo sfioravano, velocemente, troppo per riuscire anche solo ad allungare un arto e a fermare la loro folle corsa verso l’abisso. Quello che sentiva era simile ad un gorgoglio, mischiato ad urla e voci troppo familiari per le sue orecchie. Nella velocità dell’attimo riusciva a distinguerli nitidamente, come se i suoi occhi potessero vedere ad infrarossi. C’erano suo padre e sua madre. Gli Avengers. Pepper.
 
Si svegliò di soprassalto. Il cuore che martellava dentro alla gabbia toracica e il sudore che gli colava dalla fronte. Si mise a sedere sul letto, scostando le coperte. Cercava di inspirare l’aria della stanza e ossigenare i polmoni, ma tutto sembrava statico in quel luogo chiuso. Inspirò ed espirò lentamente. Si portò una mano al petto, sentendo i battiti del suo cuore non smettere la loro folle corsa. Nelle sue pupille dilatate aleggiava la paura. Inspirò ed espirò di nuovo, chiudendo gli occhi, quasi forzatamente, con la paura di rivedere quelle immagini. Non poteva continuare così. Stava impazzendo e se ne stava rendendo conto. Gli attacchi di panico avevano ripreso a fargli visita come gli incubi notturni. Quel giorno aveva rischiato un incidente in macchina se non avesse sterzato bruscamente verso uno spiazzo della superstrada. Se non avesse già vissuto quell’esperienza avrebbe creduto che ci fosse qualcuno che stesse attentando alla sua vita. Invece sapeva benissimo che tutto quello che lo stava divorando proveniva da dentro di lui. Il cuore cominciava a battere più forte, il respiro veniva a mancargli, i muscoli si paralizzavano e la vista sembrava annebbiarsi. Tutto poi si risolveva nell’attesa del prossimo attacco che non avrebbe comunicato la data e l’ora in cui si sarebbe presentato. Non l’aveva fatto sapere a nessuno. A nessuno di quelle poche persone che erano rimaste al suo fianco. Rhodes aveva già altri problemi a cui pensare e non voleva certo pesare ulteriormente sul suo amico. Visione avrebbe fatto meglio a starne fuori. Non sapeva se avrebbe mai capito o se si fosse portato dalla sua parte in ogni caso.
Guardò i numeri rossi impressi sul display della sveglia. 4:10. Aveva dormito neanche un’ora in più dall’ultimo risveglio. Si posò una mano al cuore e lo sentiva ancora martellante. Prese il cellulare da sopra il comodino e scorse la rubrica. Cap. Non aveva più avuto sue notizie dall’ultima lettera che lui gli aveva inviato. Chiuse gli occhi e cercò di scacciare quello sguardo deluso e indignato che gli aveva lanciato poco prima di lasciare il suo scudo a terra e sparire insieme a Bucky. Banner. Volatilizzato. Si chiedeva se a quel numero gli avrebbe mai risposto il suo amico. Pepper. Sentì un brivido lungo la schiena ed inspirò ed espirò di nuovo. Visualizzò il suo numero anche se lo sapeva a memoria. Era da troppo che non sentiva la sua voce e il suo pollice si portò istintivamente sopra il tasto di chiamata, come se sapesse che l’unica persona che lo avrebbe potuto salvare in qualche modo era lei. Il dubbio di premerlo o meno fu più lento dell’azione istintiva e azionò la chiamata. Angosciato si portò il cellulare all’orecchio. Uno squillo. Il suo cuore ricominciò la sua folle corsa. Secondo squillo. Sentiva lo stomaco contorcersi come una spugna strizzata. Aspettò impaziente il terzo squillo per concludere una chiamata per la quale non era pronto.
-Pronto?-
Tony si sentì mancare il respiro all’udire la sua voce. Riattaccò subito. Posò la testa sul cuscino e si diede dell’imbecille per averla chiamata. Non sapeva cosa si doveva aspettare. Forse che non rispondesse a quell’ora o forse che avrebbe risposto dicendo il suo nome. Era stata la sua disperazione a portarlo a cercarla, a premere l’icona della chiamata. Lei gli mancava. Terribilmente. Più di ogni altro.
Il telefono vibrò, riempiendo la stanza di una suoneria troppo rumorosa in quella stanza buia e silenziosa. Tony sussultò. Guardò il display del telefono e vide il suo nome lampeggiare. L’agitazione lo serrò di nuovo tra le sue braccia, portandolo ad inspirare nuovamente con gran foga. Buttò fuori l’aria emettendo un lungo soffio. Poi raccolse la chiamata. Non rispose, ma attese di nuovo la sua voce.
-Tony?-
Era come se lo stesse chiamando da un luogo sconosciuto e lontano anni luce. Troppo distante per poterla raggiungere.
-Pepper- riuscì ad emettere alla fine.
La donna sembrò sentire la stanchezza e la disperazione nella sua voce.
-Mi hai chiamato?-
Era una domanda retorica e Tony avrebbe voluto averne una anche lui per poter continuare il discorso. Guardò la sveglia. Erano solo le 4:14.
-Che ci fai sveglia a quest’ora?-
Tony sapeva che per lui lei c’era sempre stata anche quando aveva chiamato alle ore più improbabili della notte, ma mai aveva risposto ad una sua chiamata al terzo squillo.
Ci fu un attimo di silenzio.
-Non riesco a dormire- disse frettolosamente, come se non volesse che lui percepisse la risposta.
-Neanch’io..- le fece eco Tony, calmando i suoi tremori riconoscendo che non era l’unico ad essere sveglio a quelle ore.
-Tony..- sussurrò la donna -..cosa sta succedendo?-
Stark non capì se quella domanda fosse rivolta a lui o alla situazione in cui era finito. O a loro due. Era troppo stanco e troppo triste per capirlo. Che poi non sapesse gli ultimi avvenimenti tra lui e gli altri Avengers era impossibile. Decise che l’unica cosa con cui poteva cominciare era dirle come stava.
-Sto male Pepper- pronunciò con voce sommessa.
-Tony..cosa.cosa vuol dire che stai male?- domandò lei frettolosamente, marcando un tono di voce più deciso.
-Io non-
-Dove sei? Hai bisogn-
La voce della donna si era fatta improvvisamente preoccupata. Una volta non le aveva detto che stava per morire, poteva comprendere cosa le stesse passando per la testa.
-Pepper no..non mi è successo nulla..- la interruppe -..ma non sto bene-
Pepper probabilmente non capiva dove voleva andare a parare perché rimase in silenzio.
Tony sospirò e chiuse gli occhi, immaginandosela davanti a lui.
-Mi manchi Pepper..-
Dall’altro capo non ci fu risposta.
-Sono rimasto solo. Ho deluso i miei amici e ho deluso te. Mi dispiace-
-Tony..-
-No aspetta..- la interruppe nuovamente lui –Avevi ragione..avevi ragione su tutto..e mi dispiace che il mio ego abbia rovinato ogni cosa. Mi sono messo sempre al primo posto mentre quelli che mi circondavano venivano delusi dalle mie stesse azioni-
-Non è solo colpa tua Tony..- gli rispose.
-No..è solo colpa mia..e non volevo ammetterlo per paura che fosse tremendamente vero..Io..io vorrei poter migliorare e fare la cosa giusta ma..ma non ci riesco..- la voce gli moriva in gola –Non ci riesco..- ripeté, mentre sentiva i suoi occhi terribilmente gonfi.
Pepper dovette recepire la disperazione che c’era nella voce dell’uomo e rimase alcuni secondi in silenzio come se dovesse trovare le parole giuste per confortarlo.
-Tony io ti conosco più di quanto tu conosca te stesso..so di cosa sei capace e so cosa riesci a fare. In questi anni sei diventato un uomo migliore e hai affrontato sfide più grandi di te. So quanto grande è il tuo cuore, l’impegno che metti nelle cose che fai e che agisci per una buona causa. Non potrei essermi innamorata di nessun altro se non tu..-
Tony sentì un singulto nascere dentro di lui. Nella visione notturna della stanza sentiva comunque la vista annebbiarsi. Questa volta perché i suoi occhi stavano trattenendo delle lacrime innocue che non voleva gli bagnassero il viso.
-Mi manchi Pepper..- riuscì a formulare con quel poco di fiato che aveva.
-Anche tu Tony..-
E sapeva che non poteva essere altrimenti.
-Ho cercato di agire secondo la scelta più sensata e razionale e ho perso la mia squadra..-
Tony stava facendo l’impossibile per non lasciarsi inondare dalle lacrime -..e ho perso i miei genitori una seconda volta..- sussurrò stringendo le palpebre.
-Cosa vuoi dire Tony?-
La voce di Pepper era angosciata.
-Un figlio non dovrebbe mai vedere i suoi genitori mentre vengono uccisi brutalmente..- disse non riuscendo a trattenere un singhiozzo.
-Tony io non-
-E ho perso te- aggiunse prima che lei potesse chiedere spiegazioni su quello che aveva appena detto.
-Non mi hai perso Tony..-
-Ho bisogno di te al mio fianco..ora più che mai-
E lei sapeva che era vero.
-Non sono Tony Stark se non ho te al mio fianco..- avrebbe voluto raggiungerla dall’altro capo del telefono per poterla abbracciare e non lasciarla mai più andar via -..ora come quindici anni fa..anche se l’ho capito tardi..- riuscì a pronunciare.
Era quello che aveva sempre pensato. Da quando Pepper era entrata nella sua vita era diventata parte integrante di essa e pian piano era diventata indispensabile come mai avrebbe creduto. Pima di essere Iron Man. Prima di innamorarsene perdutamente.
Sentì un singhiozzo provenire dall’altra parte. Era un pianto. Un pianto liberatorio che era stato respinto per troppo tempo. Quel tempo che era rimasta distante da lui.
-Tony..- riuscì a formulare la donna.
-Sì?- cercò di dire Tony in modo fermo.
-Cerca di dormire adesso..-
-Ma io..- controbatté Stark quando percepì che la donna voleva interrompere la conversazione.
-Ci vediamo domani a colazione-
Il cuore che prima gli martellava nel petto ora sembrava aver perso un battito. Sorrise ricacciando indietro le lacrime e tutto in lui si rilassò come se qualcuno lo avesse slegato dalle catene dell’angoscia.
-A domani..-
Non poté vedere il sorriso di lei che si stagliava sul viso inondato di lacrime quando chiuse la chiamata.
Lei non poté immaginare che lui non avrebbe più dormito quella notte e neppure che tra qualche ora avrebbe sbaraccato la sua roba dalla sede degli Avengers per ritornare finalmente a casa.
 
Quella era una mattina particolarmente soleggiata e questo non poteva che giovare all’umore di Tony. Si era alzato prestissimo, anche perché il sonno non era più arrivato dopo quella telefonata. Aveva raccolto le poche cose che aveva trasportato alla base degli Avengers dopo che la villa dove viveva con Pepper era diventata troppo silenziosa per lui dopo la sua partenza. Era ripartito ancor prima che il sole sorgesse perché non vedeva l’ora di rimettere piede in quella che era veramente casa sua e della donna che amava. Voleva preparare qualcosa per la colazione, ma il poco preavviso l’aveva messo alle strette. Tutti sapevano che non era bravo in cucina. Nessuno sapeva che era riuscito, oltre alle omelette, a destreggiarsi anche nella preparazione dei pancakes, dopo un attento tutorial su Youtube ovviamente.
Stava davanti alla finestra del piano superiore che dava sul piazzale della villa. Ormai era lì in piedi da forse un’ora o anche più. Non gli dispiaceva quell’attesa. Non aveva nulla di angosciante e irritante. Voleva solo rivederla e non avrebbe mai pensato che al solo sapere di poterla riabbracciare sarebbe stato così bene.
L’Audi grigia entrò dopo che il cancello riconobbe l’auto. Tony sorrise quando la vide percorrere il viale che la portava all’ingresso della villa. Vide Pepper scendere lentamente dall’auto e il suo sguardo posarsi sulla casa. Indugiò qualche secondo prima di portarsi all’ingresso. Secondi che per Stark sembravano un’eternità nella quale la donna avrebbe potuto avere un ripensamento. Quando Pepper aprì la porta si sentì un suono simile ad un fischio. Tony avrebbe voluto aspettare quell’attimo giusto per non farle capire che stava aspettando solo quello, ma si precipitò giù per le scale.
-Pepper!- esclamò sorridendo quando la vide.
La donna sorrise di rimando, aspettando che arrivasse di fronte a lei. Tony avrebbe voluto stringerla tra le sue braccia, ma non sapeva se il suo sarebbe stato un gesto troppo avventato. Pepper si fece cupa guardando la faccia dell’uomo. Posò una mano sulla sua guancia, sfiorando con un dito le terribili occhiaie che gli delineavano il volto. Un volto dai lineamenti stanchi, quasi dall’aria malaticcia.
-Tony..- sussurrò Pepper, come se gli stesse domandando come avesse fatto a ridursi così.
L’uomo poggiò la sua mano su quella di lei, tenendola ancorata al suo viso. Era una sensazione piacevole quella di sentire la pelle di lei a contatto con la sua, mentre respirava quel particolare profumo che sapeva solo di Pepper. La guardò intensamente in quei suoi occhi azzurri, che sembravano far trapelare la stessa malinconia che vi era nei suoi.
-Vorrei poter dire che va tutto bene come sempre..- disse interrompendosi per sospirare -..ma non è così..- terminò, scuotendo leggermente la testa.
-È già un passo che tu lo ammetta..- commentò la donna, che teneva ancora la sua mano sulla guancia dell’uomo.
I due si guardarono intensamente. Tony strinse la mano di Pepper e si protese verso di lei. Posò le labbra sulle sue senza esitare. Un incontro che aveva fatto passare troppo tempo dal precedente. La donna raccolse il bacio e si lasciò trasportare dalle sue emozioni. Tony posò le sue mani ai lati del suo viso, come se necessitasse di quanta più vicinanza possibile e Pepper gli circondò il bacino con le sue braccia. Tony non sentiva più dolore. Tutta la sua angoscia, i suoi problemi, i suoi timori, le sue preoccupazioni cancellati in quel contatto, in quel bacio passionale e travolgente. Il suo cuore aveva ripreso la sua folle corsa, ma questa volta non era alimentato da un attacco di panico o da una sensazione di impotenza, ma da un amore incontenibile. Assaporava le labbra della donna che amava e in quel turbine di emozioni che riempivano la sua testa aveva avuto il tempo per pensare a come era riuscito a resistere senza di lei per così troppo tempo. La stringeva a sé come se lei avesse potuto svanire da un momento all’altro e lasciarlo di nuovo un uomo solo. Si distanziò appena, quasi a fatica, ritornando a posare gli occhi nei suoi.
-Non voglio perderti Pepper..- le sussurrò piano.
La donna sorrise. Un sorriso dolce che sapeva di comprensione e gioia.
-Neanch’io l’ho mai voluto Tony..- rispose lei, con occhi più sinceri che mai.
E Tony lo sapeva. Sapeva che lei aveva agito sempre per proteggerlo come lui cercava di fare con lei. Ma ora aveva capito. Aveva capito che nonostante le avversità e i problemi loro erano diventati una cosa sola e non avrebbe mai avuto senso una separazione.
Stark sorrise e Pepper lo imitò. Poi storse il naso.
-Sento odore di dolce?- domandò scettica. Perché era un odore di dolce quello che sentiva e sapeva che Tony di certo non era uno da infornare dolci.
Tony sorrise si nuovo, la prese per mano e la portò verso la cucina. Un senso di angoscia pervase Pepper.
Un tavolino rotondo presenziava davanti a loro, ricoperto da una tovaglia bianca. Sopra, un piatto di pancakes che alla vista non sembravano bruciati, una bottiglietta di sciroppo d’acero e un barattolo di marmellata rigorosamente non di fragole e un foglio piegato a metà al centro, in modo da restare appoggiato, con disegnati dei fiori abbastanza stilizzati. Nell’aria un intenso profumo di caffè.
Pepper guardò Tony storcendo la bocca in una smorfia divertita.
-E questo cosa sarebbe?- domandò all’uomo avvicinandosi al tavolino e raccogliendo il foglio da disegno.
Tony fece spallucce.
-Non avevo il tempo di prendere dei fiori-
La rossa sorrise, scuotendo la testa. Poggiò il foglio e si riavvicinò a lui.
-I pancakes li hai fatti tu?- domandò ancora, aggrottando la fronte.
-Devi rivalutare le mie doti in cucina- disse, prendendola per i fianchi.
La donna sorrise di nuovo.
-Non li ho ancora assaggiati..- commentò, avvicinandosi al suo viso.
-Ti amo Pepper- disse guardandola negli occhi.
-Ti amo anch’io Tony..- disse la donna, posando di nuovo le labbra su quelle dell’uomo che si erano allargate nel più bel sorriso che non le avesse regalato da tempo.




Angolo autrice
Ho così tante idee in mente in questi giorni che non sapevo da dove cominiciare nel buttare giù qualcosa. Mi sono rivista la trilogia di Iron Man dovete capire.
Dopo aver scritto la storia precedente non ho potuto fare a meno di pensare alla situazione di Tony dopo Civil War: ha perso la sua squadra, i suoi amici, i suoi genitori per "la seconda volta" (in un certo senso dato che ha rivissuto il trauma della loro morte), Pepper. E così è nata questa fic. Che, tra l'altro, se gli sceneggiatori non rimediano con qualcosa del genere nei prossimi film mi sembra di capire che ci sia una schiera di persone pronte a decapitarlixD
Scherzi a parte, se vedete errori fatemeli notare. Ah..ho scritto che Pepper viene assunta da Tony 15 anni prima, ma non ho idea di quanti anni siano passati effettivamente..se qualcuno è più informato di me mi faccia sapere.
Se avete tempo, a voi i commenti.
A presto
Aanya
   
 
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