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Autore: Stella Dark Star    31/05/2016    0 recensioni
Un breve racconto giallo nell'America di inizio '900.
Tre uomini e una bambina si trovano allo zoo quando vengono aggrediti dai leoni. La bambina è salva per miracolo. Il detective che si occupa della faccenda dovrebbe scoprire solo chi ha aperto la gabbia e perchè, invece si ritrova intricato in misteri ben più profondi. La madre della piccola, la signorina Scarlett, all'apparenza è una donna dalla dubbia moralità e un misterioso uomo barbuto di nome Burberry non è chi dice di essere. Cosa c'entrano loro con la morte dei tre uomini? Se davvero c'entrano...
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passione scarlatta e misteri

Stati Uniti, primi ‘900.
Tre uomini e una bambina stanno passeggiando all’interno dello zoo, probabilmente poco prima della chiusura, dato che è sera. Gli uomini sono sopra i trent’anni, vestono abiti borghesi ma si comportano come operai del popolino. Uno di loro tiene per man la bambina di circa sei anni. Ha dei bellissimi capelli ricci e neri che ricadono sulla schiena, indossa un cappottino blu notte sopra un vestitino viola più calze e scarpette abbinate. L’atmosfera è allegra. Passando davanti al recinto dei leoni, gli uomini accennano qualche scherzo e ridono. Arrivati in fondo al viale, un albero abbattuto blocca loro il passaggio. Dei ruggiti minacciosi alle loro spalle. Prima di poter fare qualunque cosa, uno di loro viene assalito da un leone e cade a terra emettendo un grido agghiacciante. Pochi secondi e anche un secondo uomo ha la stessa sorte.  Il terzo prende in braccio la bambina impaurita, si guarda attorno fino a scorgere un sentiero semi-nascosto dagli alberi. Si dà alla fuga stringendo a sé la bambina. Durante la corsa guarda ovunque in cerca di aiuto, ma lo zoo sembra deserto, perfino oltrepassato il cancello principale non trova anima viva. Continua a correre, un ruggito gli fa capire che un leone lo sta inseguendo. In fondo alla strada c’è un incrocio e improvvisamente vede passare un tram (d’epoca, ovviamente!). Fortunatamente il mezzo è molto lento quindi lo raggiunge brevemente. Giusto accanto all’entrata posteriore del mezzo è seduta una donna anziana abbigliata da gran signora, l’uomo le chiede aiuto e le porge la bambina quasi al volo. La donna si premura di sistemare la bambina accanto a sé, ma quando va per aiutare anche l’uomo si accorge che lui sta già correndo via. Allungando lo sguardo  vede che è inseguito da un leone. Osserva pietrificata la scena mentre la bestia si avvicina, poi copre gli occhi della bimba quando il leone balza alle spalle del povero uomo.
*
Il detective entra nel soggiorno e subito la bambina lascia la sua mano e grida: “Mamma!”
Lui la osserva correre verso una giovane donna dalla pelle d’alabastro, i capelli biondi raccolti in una crocchia, gli occhi chiarissimi e un abito rosso vivo con la scollatura ampia. La donna s’inginocchia per stringere a sé la bimba, la chiama ‘tesoro mio’, ha gli occhi pieni di lacrime. Nel soggiorno c’è anche un uomo che si avvicina al detective e gli porge la mano.
“Sono il signor Burberry.”
Il detective ricambia la stretta e lo guarda con attenzione. E’ un uomo vicino ai quarant’anni, ha i capelli neri e una folta barba poco curata, gli occhi molto scuri e abiti borghesi di buona fattura. Lo informa che tre uomini sono stati sbranati dai leoni dello zoo e gli chiede se li conosceva.
“Sì, erano operai del ramo di Ristrutturazione. Lavoravano per me.”
Non avendo altre domande da porre, il detective saluta e promette di ripassare.
*
Il giorno seguente viene ricevuto dalla donna.
Ha effettuato delle indagini e quello che ha scoperto non gli piace per niente: “La vostra reputazione non è delle migliori, signorina Scarlett. Ho letto che voi siete una ballerina, ma che i vostri spettacoli sono rivolti esclusivamente a uomini ricchi che vi pagano per vedervi in biancheria intima. Si sospetta che siate anche una prostituta.”
Scarlett è adombrata per quelle accuse, ma la sua risposta resta vaga: “Molta gente ama divulgare malignità.”
“Il padre di Viola, è uno dei vostri clienti o uno degli uomini che sono stati uccisi la scorsa notte?”
“Suo padre è morto quando lei era ancora in fasce.”
La risposta veloce e asciutta lo incuriosisce: “Chi era? Come è morto?”
“Si chiamava Carlos. Morì in un incidente domestico, cadendo dalla scalinata in cantina.”
In quel momento arriva Burberry, evidentemente infastidito: “Detective, siete arrivato in anticipo. Mi auguro abbiate finito di importunare Scarlett.”
Il detective accenna un sorriso: “La vostra gelosia vi tradisce. Interrogando delle persone ho scoperto che più di una volta avete avuto dei diverbi coi vostri operai perché credevate che loro corteggiassero la signorina. Forse è per questo che avete aperto la gabbia dei leoni. E penso che abbiate ucciso il padre di Viola per lo stesso motivo.”
Burberry gli lancia uno sguardo interrogativo un attimo prima che il detective gli metta le manette: “Vi dichiaro in arresto con l’accusa di omicidio.”
Scarlett si getta su di lui gridando disperata: “No, non è vero! Non ha ucciso nessuno! Vi ho detto che Carlos è morto accidentalmente!”
Il detective non l’ascolta, prende Burberry per il braccio e lo trascina fuori, notando però che i due si stanno guardando in modo particolare.
*
Il giorno seguente, il detective si ripresenta.
“Non lo farò scagionare. Ho capito che siete amanti, ma lui resta comunque un assassino.”
“Non lo è. Non è come pensate. Permettetemi di raccontarvi ogni cosa.” La sua voce è tranquilla, unisce le mani in grembo: “Sette anni fa il signor Burberry mi raccolse dalla strada. Ero sola al mondo, i miei genitori erano morti da poco e la padrona di casa mi aveva sfrattato perché non avevo di che pagare l’affitto. [immaginate la scena: Scarlett spettinata, il viso sporco di fango e un abito smesso, seduta sul ciglio della strada. Burberry le porge gentilmente la mano.] Mi accolse in questa casa e mi fece da padre, rendendomi una signorina rispettabile. [scena: Scarlett ben abbigliata e acconciata, s’intrattiene con ospiti di alto lignaggio.] Un giorno assunse un restauratore, un giovane da aggiungere alla Compagnia. Si chiamava Carlos e tra noi fu amore a prima vista. [scena: Carlos e Scarlett si scambiano sguardi innamorati e sorrisi.] Mi corteggiava apertamente, mi riempiva di attenzioni ed era romantico. Non riuscii a resistergli. La notte in cui mi concessi a lui scoprii un altro lato del suo carattere, tra le lenzuola si trasformava in pura passione. Mi prese con decisione e sete di possesso, senza rispettare la mia verginità. [scena: Scarlett tra due cuscini, la schiena contro la testiera del letto, Carlos in ginocchio la prende con passione facendo presa con una mano sulla testiera e una sulla coscia di lei. Lei lo abbraccia e geme di piacere e dolore.] Appena due mesi dopo scoprii di essere incinta. Eravamo felicissimi. [scena:Carlos e Scarlett abbracciati, accarezzano il ventre in avanzata gravidanza.] Burberry promise a Carlos di nominarlo socio della Compagnia. Viola era nata da appena una settimana quando accadde il tragico fatto. Carlos era nello studio di Burberry quando udì un forte rumore e un grido. Si precipitò in cantina e lo trovò. Morto. [scena: Carlos ha dei fogli in mano, sentendo i rumori corre subito in cantina e trova il cadavere, il collo spezzato e il sangue che esce dalle labbra.]
Il detective scuote il capo, confuso: “C’è un errore. Fu Carlos a morire.”
Scarlett lo fissa con serietà: “Era Burberry. Purtroppo non aveva ancora scritto il documento ufficiale per associare Carlos e nemmeno un testamento per me. Ci saremmo ritrovati senza dimora e senza denaro se Carlos non avesse scelto di sacrificarsi. L’unico modo era prendere il posto di Burberry assumendo la sua identità. Vista la somiglianza tra loro, Carlos decise di farsi crescere barba e capelli. Poi mise in atto il piano. Appiccò il fuoco in cantina e avvertì le autorità che un operaio era rimasto ucciso. Per tutti l’uomo morto era Carlos. [scena: Carlos si guarda allo specchio ogni giorno, sempre più soddisfatto del cambiamento. Indossa i vestiti di Burberry. Appicca l’incendio.] Per timore di essere scoperto dovette licenziare i vecchi operai, ma la cosa peggiore è che dovette sacrificare la mia reputazione per tenere lontani gli intimi del vero Burberry. Fu lui stesso a far circolare le voci sui miei presunti spettacoli erotici. In questo modo l’alta società si dileguò in fretta. Infine, detective, è vero che a volte ha litigato con gli operai che mi davano troppa confidenza. Ma sono certa che non sia stato lui ad ucciderli.”
Il detective rimane sbalordito da quel racconto incredibile. Senza dire una parola, fa un cenno col capo ed esce.
*
Accompagnato da una melodia di sottofondo, Carlos varca la soglia di casa, sbarbato, coi capelli freschi di taglio e vestito di soli pantaloni e camicia. Allunga lo sguardo e sorride. In un attimo Scarlett gli corre incontro piangendo di gioia. Si stringono l’una tra le braccia dell’altro e si scambiano un bacio. Anche la bambina li raggiunge di corsa, il papà la solleva e la riempie di baci.
Fuori dalla porta, oltre i gradini dell’ingresso, il detective accenna un sorriso, le mani nelle tasche del soprabito. Anche se nessuno lo bada, lui fa un cenno di saluto col capo e se ne và. Il poliziotto che lo ha accompagnato lancia un'occhiata alla casa, poi al detective. Non riesce a capire.
"Ma...Detective, lo lasciate andare così?"
"Sì."
"Per quale motivo? Non sappiamo ancora chi sia il responsabile della morte di quei tre uomini. E quel tizio, Carlos, non era accusato di falsa identità?"
Il detective sospira, tira fuori le mani dalle tasche per intrecciarle dietro la schiena: "Sistemerò ogni cosa. Ma non oggi. Per una volta, il dovere può aspettare."
Il poliziotto gli si affianca e insieme riprendono il cammino per tornare al Commissariato. Il sole di mezzogiorno splende alto in cielo.

 
  
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