Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Vichy90    01/06/2016    8 recensioni
< Buongiorno, i signori Cullen giusto? >
< sì > risponsi io sedendomi sul divano a tre posti di fronte al Dr. Whitlook, il nostro nuovo terapeuta.
Lui ci sorrise per poi prendere appunti sul suo block notes. Mi resi conto che probabilmente aveva osservato che io ed Edward ci eravamo seduti i più distante possibile l'uno dell'altra.
< allora Signora Cullen, perchè ritiene che lei e suo marito abbiate bisogno di una terapia di coppia? >
Mi sentivo in imbarazzo a parlare dei miei fatti privati ad un completo estraneo, ma d'altra parte quella era la mia (la nostra) unica speranza per salvare le cose.
< io ed Edward ci siamo separati sei mesi fà dopo che l'ho trovato a fare sesso con un'altra donna >
< non ci stavo facendo sesso! > mi interruppe lui alzando la voce come faceva sempre quando tiravo fuori la storia del tradimento.
< Signor Cullen, poi le farò la stessa domanda e potrà dire la sua. Per favore lasci parlare sua moglie. >
All'angolo del mi campo visivo vidi Edward squotere la testa contrariato, ma lo ignorai e mi concentrai sullo psicologo.
< e perchè pensa che suo marito abbia deciso di tradirla? >
< perchè non mi ama abbastanza >
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

3.
Misunderstandings in Communication


<<  è quello lì >> dissi indicandogli la scatola di giocattoli piena di pezzi utili alla costruzione di mirabolanti oggetti fatati e che sicuramente Lily avrebbe disseminato per tutta casa.
<<  Stai scherzano, vero? 150 dollari?  >>
<<  Come se non te lo potessi permettere >>
<<  Non c’entra il poterselo permettere o meno. Come possono spiegare un prezzo simile? È un furto!  >> sbottò Edward prendendo in mano la scatola e scuotendola con forza come per capire cosa ci fosse dentro.
<<  Smettila Edward, paghiamo e basta.  >>
<< dovremmo chiamare la finanza >>
<< sei tu la finanza  >> risposi annoiata
<< infatti! >>
Per un attimo rimasi in silenzio a fissarlo, chiedendomi quanto sarebbe durata la sua scenetta e notando il suo altrettanto silenzio chiesi:
<< allora, lo compriamo o no? >>
<< Lo faccio solo perchè Lily lo ha chiesto per Natale >>
Annuii mentre mi avviavo alla cassa indicando alla commessa il regalo da impacchettare.
E mentre quella poveretta combatteva con la carta da regalo, nastrini e adesivi colorati, Edward si avvicinò a me e il suo fiato caldo mi investì come un treno.
<<  dici che accetteranno come pagamento un assegno fatato?  >>
Mi prese un mezzo infarto quando mi resi conto di quando si era avvicinato a me senza che me ne fossi accorta.
Certo, l’avevo avuto ben più vicino qualche settimana fa, quando eravamo finiti a rotolarci nudi sul divano, ma quello era diverso. La confidenza. La vicinanza mentale. Il sentirsi a proprio agio l’uno con l’altra nel parlare e nello scherzare. Quelle non c’erano state ne quelle volte in cui mi ero lasciata andare fisicamente con lui, ne ora che eravamo in un negozio di giocattoli a scegliere il regalo di Natale per nostra figlia.
Era tutto diverso.
Ed era decisamente brutto.
Fu per questo che mi allontanai di scatto da lui quando sentii quella frase, atta a farmi ridere, sussurrata nell’orecchio.
Perché non mi faceva ridere.
Edward aveva smesso di farmi ridere da tanto tempo.
<< smettila! >> mormorai acida, osservandolo in cagnesco e cercando di fargli capire che aver accettato di andare a prendere il regalo di Lily insieme non significava avergli anche dato il permesso di prendersi di nuovo certe libertà con me.
<< dai Bella, stavo solo scherzando >> borbottò lui in evidente difficoltà per la mia reazione improvvisa.
E io non risposi nulla. Rimasi muta ad aspettare che la commessa finisse il suo compito, mi consegnasse il pacchetto, e mi desse la libertà di andarmene.

<< lo tieni da te ok? Così Lily non lo trova. Poi lo portiamo da Rose qualche giorno prima in modo che possa aprirlo la notte di Natale. Ah, non te l’ho detto, ho accettato di andare insieme per la cena della Vigilia da lei ed Emmet. Non volevo che Lily passasse il Natale con i genitori separati. Può andar bene per te? >> chiesi con falsa noncuranza guardandomi intorno mentre Edward parcheggiava di fronte al grattacielo in cui un tempo avevamo posto le basi per la nostra famiglia.
<<  in realtà anche Emmet me lo aveva proposto. Stavo cercando di trovare il modo per chiedertelo. >> rispose lui imbarazzato grattandosi la testa.
<< ah >>
Stava cercando di trovare un modo per chiedermelo? Perché? Era così difficile chiedermi una cosa? Insomma, si trattava del Natale di Lily. Davvero temeva che avrei fatto la stronza anche in quell’occasione?
<< beh allora abbiamo già risolto >>
<< sì.. sarà una bella serata. >> disse lui sorridendo in modo decisamente forzato.
<< speriamo >> risposi io senza fare nessun sforzo per risultare contenta.
Senza aggiungere altro mi mossi per scendere dall’auto ma proprio mentre mi allungavo per uscire sentii la mano di Edward avvolgermi il polso per trattenermi.
Mi voltai di scatto per capire cosa volesse, ma Edward non disse nulla.
Rimase solo a guardarmi serio, mantenendo il mio polso stretto nella sua presa salda.
Poi, semplicemente, mi lasciò andare.
E chissà perché, anche quando lui ripartì con l’auto e io entrai in casa, mi sembrò di continuare a sentire il calore della sua presa sulla pelle.


<< Signora Cul.. Swan, avrei un problema, potrebbe venirmi in aiuto? >>
<< Di che si tratta Vicedirettore? >> domandai fingendo di non aver notato il suo maldestro modo di chiamarmi.
<< Giovedì sera avremmo dovuto incontrare a cena la startup EcoFirst, ma ho avuto un accavallamento di impegni e non potrò presenziare. Mi farebbe la cortesia di andare lei? >>
<< da sola? Io non so se sono in grado >> mormorai in evidente difficoltà.
<< Non si preoccupi. Si tratta di una startup in cerca di investitori per un progetto di motore ad idrogeno. Saranno loro quelli terrorizzati dal rovinare l’incontro. Voglio solo che si informi su budjet, tempi di realizzazione del progetto e possibili guadagni. Nulla che non ha già fatto. >>
Beh non sembrava difficile. Avevo già fatto incontri con aziende assieme al vicedirettore e se non dovevo gestire difficili trattative avevo buone possibilità di uscirne vincitrice anche da sola. Inoltre dovevo iniziare a cavarmela con le mie gambe se volevo avanzare di carriera nel prossimo futuro.
<< D’accordo allora. >>
E così due sere dopo mi ritrovai al Cipriani, con il mio tubino nero da battaglia, ad aspettare al bar l’arrivo del presidente dell’EcoFirst.
<< Buonasera, lei deve essere Isabella Swan. Io sono James McGroy, della EcoFirst. E’ un piacere conoscerla. >>
Da quando avevo visto navigando su Google, McGroy doveva essere un uomo grasso, calvo e dal carattere eccentrico e lievemente arrogante. Fu per quel motivo che rimasi bloccata per due buoni minuti, quando si accostò a me un giovane ragazzo biondo dagli occhi decisamente azzurri.
<< I-io… sì sono.. sono Isabella Swan >> risposi confusa continuando a fissarlo come un imbecille << ma lei è McGroy? Il presidente McGroy? >>
E dovevo avere una espressione davvero buffa perché il ragazzo di fronte a me scoppiò in una grassa risata.
<< no, no! Quello è mio padre! Hernest McGroy. Io sono James, suo figlio nonché vicepresidente, nonché futuro direttore… certo, sempre se verremmo finanziati dalla Cullen&Mansen Society >> rispose sorridendo.
Sorrisi anch’io, divertita dal qui-pro-quo e insieme ci dirigemmo al tavolo della cena.
Passai una bella serata.
James era una persona solare e dinamica e si vedeva che credeva molto nel progetto che stavano cercando di realizzare.
<<  utilizzando l’idrogeno non avremmo più bisogno di combustibili fossili. Niente più petrolio, niente più emissioni di CO2, niente più inquinamento! È il futuro Isabella! Noi siamo pronti a costruirlo e se vorrete, anche la C&M Society potrà costruirlo assieme a noi. >>
<< ho letto però che i veicoli ad idrogeno non sono efficienti come quelli tradizionali.  >>
<< lavorano per noi tra i migliori ingegneri del momento. Troveremo la quadra, faremo funzionare quei motori meglio di quelli tradizionali e saranno ecosostenibili. Immagina un mondo pulito Isabella, senza più tubi di scappamento che sporcano l’aria, senza più riscaldamento globale e buco dell’ozono. Tu hai figli? >>
<< Una bambina >> risposi prendendo un sorso di vino e continuando ad ascoltare con interesse il ragazzo di fronte a me.
<< allora capirai ancora di più l’importanza di ciò di cui parlo. Dobbiamo investire sul futuro Bella, un futuro migliore per noi e per i nostri figli. È per questo che è così importante per noi il sostegno della tua società. Abbiamo gradi idee e possiamo realizzarle. Abbiamo solo bisogno di un supporto economico per partire con la produzione.. ma ce la possiamo fare! Insieme ce possiamo fare! >>
Dovevo ammettere che James McGroy era bravo con le parole.
Davvero, davvero bravo.
<< avresti dovuto darti alla politica, lo sai? >> dissi improvvisamente facendolo scoppiare a ridere.
<< Sì anche mio padre me lo dice spesso. Per un periodo ci avevo anche pensato. Sai com’è, la politica porta a  guadagni facili.. solo che non ne avevo le capacità. >>
<< perché no? >> domandai sinceramente incuriosita.
<< perché i politici mentono sempre, ciò che dico io invece è sempre la verità >> rispose con un sorriso ironico sul volto, come a prendermi in giro.
E con quella frase che suonava tanto da “elezione elettorale” scoppiammo a ridere di nuovo.
Fu una serata piacevole e alla fine della cena James, da perfetto cavaliere, mi riaccompagnò al taxi che mi avrebbe ricondotto a casa. Mi lasciò anche un bacio sulla guancia, ringraziandomi nuovamente per l’opportunità che gli stavamo offrendo e per la piacevole compagnia.
Non sapevo che appostato al lato della strada di fronte al Cipriani, si trovava un paparazzo intento ad immortalare il momento.
Non immaginavo che la notizia di me a cena con uno sconosciuto, avrebbe potuto causare interesse a riviste e giornali di gossip.
Non potevo immaginare che l’angolo con cui furono scattate le foto facessero sembrare che James mi stesse baciando sulle labbra.

Incontrai di nuovo Edward solo la settimana successiva per il nostro incontro dallo psicoterapeuta.
Mi venne a prendere a casa e quando salì in macchina notai che nemmeno mi salutò. Non disse nulla e rimase così per tutto il viaggio.
Dal canto mio, a parte un civile “ciao” non aggiunsi nulla.
Se non voleva parlare di certo non sarei stata io a cominciare.
<< Allora Signori Cullen, com’è andata questa settimana? Avete novità da raccontarmi? >> domandò il Dr. Witlock.
Guardai Edward che continuava a rimanere muto, sprofondato nell’angolo del divano, così decisi di prendere io parola.
<< no. Nessuna novità >>
<<  vi siete incontrati per parlare di ciò che è uscito settimana scorsa ? >> chiese il dottore.
<< No. Io ed Edward non ci siamo sentiti durante questa settimana. >>
<< come mai? >>
Per un attimo boccheggiai in cerca di una spiegazione. Dirgli “perché lui non ha telefonato e l’inferno avrebbe dovuto gelare prima che lo facessi io” mi pareva poco ortodosso.
<< non lo so >>
<< Signor Cullen perché non ha tentato di comunicare con sua moglie? >>
Fu a quel punto che finalmente Edward decise di uscire dal suo stato silenzioso.
<< è inutile telefonarle. La maggior parte delle volte mi butta giù il telefono in faccia. >>
<< non è vero >>
<< certo, come no >> mormorò lui alzando gli occhi al cielo.
<< e allora vedervi. Avreste potuto vedervi e parlare. >>
<< non era il caso Dottore >> mormorai io.
<< perché? >> chiese allora lui confuso.
Rimasi muta evitando di dirgli come stavano le cose. Peccato che Edward quel giorno sembrava aver deciso di rovinarmi del tutto la giornata.
<< perché quando ci vediamo finiamo per scopare. >>
<< Edward!! >> esplosi shockata.
<< Che c’è? E’ la verità. >>
<< aspettate, mi state dicendo che andate a letto insieme? >> chiese lo psicoterapeuta confuso.
<< no a letto no. Sul divano o contro il muro >>
<< smettila immediatamente Edward! >> ringhiai furente e paonazza dalla rabbia e dalla vergogna.
<< perché lo vuoi negare? >>
<< Per cortesia spiegatemi meglio la situazione. Perché nonostante vi siete separati continuate ad sentire la necessità di avere rapporti sessuali? >>
<< perché a quanto pare Isabella voleva togliersi qualche voglia finchè non ne avesse trovato uno nuovo con cui divertirsi >>
<< ma come ti permetti di dire una cosa del genere?! >>
Vidi Edward stringere le labbra, come ad evitare di esplodere.
<< sai una cosa Bella? Vaffanculo! >>
E detto così si alzò in piedi, aprì la porta dello studio, e se la sbattè con tutte le sue forze alle spalle.
Non avevo idea di cosa fosse successo.
Sapevo solo che ero nera di rabbia, imbarazzata come non mai, e che non desideravo altro che fuggire dallo studio e dallo sguardo stupito del terapeuta il prima possibile.
Lo raggiunsi poco dopo correndo verso l’auto parcheggiata dentro la quale si era rifugiato. Almeno aveva avuto il buon gusto di non andarsene lasciandomi lì da sola.
<< Si può sapere che diavolo ti ha preso?  >> strillai appena mi sedetti nel sedile del passeggero << Mi hai fatto fare una figura di merda, il dottore ha pensato che fossimo due pazzi, e poi come diavolo ti sei permesso di dire delle cose del genere ad un estraneo?! Non hai pensato che forse non volevo che lui lo venisse a sapere? Non hai pensato che potevo vergognarmene? E poi mi hai fatto passare da puttana! Come diavolo ti sei permesso Edward!! >>
<< chi è? >>
Questo fu l’unica cosa che rispose alla fine del mio sproloquio urlato.
Solo questo. Senza nemmeno guardarmi in faccia.
<< ma di cosa parli? >>
<< parlo del tipo che ti scopi. Quello con cui sono stato rimpiazzato. Dio santo, Lily non lo ha incontrato vero? >>
E questa volta fui io a rimanere senza parole. Mi sembrava di essere ai confini della realtà.
<< Edward io non sò davvero di cosa stai parlando. >>
Ma le mie parole non sembrarono convincerlo perché lo vidi coprirsi il viso con le mani e appoggiare la fronte contro il volante mentre mormorava << Dio, non ce la faccio.. >>
<< Edward io non mi vedo con nessuno. >>
<< vi ho visti.. vi hanno visto tutti >> rispose lui rimanendo sempre nella stessa posizione.
<< no, non è possibile.. >>
<<  è su tutti i giornali.. Dio santo, vi stavate baciando... Perché non me lo hai detto? Perché Cristo, non meritavo nemmeno di sapere che stavi cercando di andare avanti senza di me? >> esplose allora senza più trattenersi o coprirsi gli occhi ormai colmi di lacrime.
Giornali? Baciando?
Per un attimo rimasi in apnea cercando di capire le parole di Edward.
Ero certa al 100% di non essere uscita con nessuno.
In quella particolare fase della mia vita avere un uomo era l’ultimo dei miei pensieri.
Inoltre c’era ancora Edward. In un modo molto strano e complicato, c’era ancora lui. E anche se lo odiavo con tutto il cuore per quello che mi aveva fatto, il mio essere donna e madre mi spingeva ancora di cercare fino alla fine di capire se c’erano ancora possibilità per salvare la mia famiglia.
Poi come un fulmine mi venne in mente la serata al Cipriani.
<< James.. >> mormorai inorridita. Oddio, se erano usciti articoli non solo rischiavo di mettere la mia posizione lavorativa in bilico, ma anche mettere nei guai un ragazzo che non aveva nessuna colpa.
<< è così che si chiama? >>
<< no, Edward è un equivoco. Era solo una cena di lavoro! >>
<< vi stavate baciando Bella. Ho visto le foto >> continuò lui in un lamento mentre si passava le mani sulle guancie rigate di lacrime.
<< mi ha lasciato un bacio sulla guancia, tutto qui. >>
Ma Edward continuava a fissarmi con gli occhi arrossati.
<< te lo giuro Edward, non so che foto sia uscita ma ti assicuro che mi ha solo dato un bacio sulla guancia >>
<< non stai con lui? >>
<< no! >>
<< e me lo diresti se fosse la verità? >>
Era la prima volta che vedevo Edward così fragile ed esposto.
Sospirai << sì te lo direi. >>
Lo vidi annuire e passarsi nuovamente le mani sugli occhi.
<< non voglio che stai con altri. Non voglio che frequenti nessuno. Io ti amo Bella, voglio tornare con te. >>
E io ingoiai a vuoto cercando di non crollare sotto il peso di quelle parole che da tempo non sentivo più rivolgermi e che se un tempo sapevano riempirmi di dolcezza e calore ora sembravano pesanti come macigni.

Quando tornai a lavoro il giorno seguente, la prima cosa che feci fu scrivere il mio nome e quello di Edward su google.
Era una cosa che non facevo mai.
Edward era una persona conosciuta a New York e anche io, come sua moglie, spesso finivo sulle copertine di stupide riviste di gossip, ma in generale le notizie su di me erano sempre e solo legate ad Edward.
“Isabella Swan, la nuova fidanzata di Edward Anthony Mansen Cullen, Direttore della C&M Society”
“Lo scapolo d’oro Edward Cullen si è sposato in una cerimonia intima e segreta con Isabella Swan”
“In arrivo un erede per l’impero della Cullen & Mansen”
“Aria di crisi a casa Cullen”
“Edward Cullen tradisce la moglie con una giovane modella”
Diciamo che non avevo mai avuto in simpatia la stampa e dopo gli ultimi avvenimenti ero stata ben lontana dal voler sapere cosa i giornali dicessero sul mio conto.
Per questo rimasi a bocca aperta quando, inviata la ricerca su google, vidi comparire pagine e pagine di news.
“Isabella dimentica Cullen per un giovane ingegnere”
“Isabella Swan a caccia di scapoli d’oro, questa volta è il turno di James McGrow”
“E’ davvero finita tra Edward e Isabella. La donna avvistata con un nuovo amante”
Ebbi un conato di nausea quando vidi le foto di me e James al Cipriani.
Era stata una normale cena di lavoro, non avevamo avuto atteggiamenti equivoci, eppure dalle foto traspariva tutt’altro.
D’un tratto l’elegante candela al centro del tavolo del ristorante era diventata romantica.
Le divertenti luci colorati così tipiche del Cipriani erano diventate intime e soffuse.
Il gesto di gentilezza che James aveva avuto nei miei confronti aiutandomi ad indossare il soprabito sembrava un gesto intimo.
E soprattutto il bacio sulla guancia che mi aveva dato vicino al taxy era diventato, grazie ad una angolazione studiata ad arte, un bacio sulle labbra.
<< Oddio!!  >>
Alzai la cornetta immediatamente e composi il numero scritto sul bigliettino da visita che James mi aveva lasciato a cena e che tenevo sulla scrivania.
<< Pronto? >>
<< Ciao, sono.. sono Isabella Swan. Oddio, io non so come scusarmi dell’accaduto! >> balbettai totalmente in imbarazzo.
<< Oh ciao Isabella! Volevo proprio chiamarti ma ammetto che mi sentivo decisamente in imbarazzo dopo le copertine che sono uscite in questi giorni >>
<< sì, io.. mi dispiace! Mi dispiace tanto, non pensavo che sarebbe accaduto tutto questo! Spero davvero di non averti messo in una brutta situazione, sono così in imbarazzo! >>
Lo sentii ridacchiare.
<<  no anzi, è stato divertente vedere la mia faccia sui giornali. Non è una cosa che succede tutti i giorni!  >>
<< no, solo che.. insomma era una cena di lavoro e ti sei ritrovato coinvolto nel gossip da quattro soldi. Inoltre non so nemmeno se sei hai una relazione.. non vorrei aver causato problemi tra te e la tua fidanzata >>
<< non c’è nessuna fidanzata, tranquilla; piuttosto spero che tu non abbia avuto problemi. Non mi avevi detto che eri la moglie del grande capo >> rispose divertito.
<< sì emm.. ex moglie ad essere sinceri >> borbottai
<< oh mi dispiace. Ho visto qualche notizia su internet ma non avevo capito foste divorziati >>
<< infatti non lo siamo.. noi.. noi siamo.. >> e non seppi proprio come proseguire. Per fortuna James mi venne in soccorso.
<< Tranquilla, ho capito. Beh vorrà dire che al prossimo incontro andremo da Mac Donalds ok? E niente baci eh?! Solo strette di mano formali.  >> riprese facendomi ridere.
<< d’accordo.Fast food e strette di mano. Una buona idea! >>
<< ok. Beh allora aspetto di avere notizie da voi, immagino ci rivedremo dopo le feste di Natale..Mi raccomando, metti una buona parola per me con il tuo EX marito! >> il modo buffo in cui sottolineò la parola ex mi fece di nuovo ridere.
<< d’accordo, grazie James! >>
<< grazie a te Isabella, per avermi donato i miei 15 minuti di celebrità! >>



Ciao a tutti!
Scusate il ritardo mostruoso, ma mi si è rotto il PC e ho dovuto aspettare di riuscire a metterlo a posto! Scusate anche se troverete errori di grammatica nel testo ma ero super impaziente di pubblicare!
Grazie mille a chi nel precedente capitolo ha lasciato delle recensioni, appena avrò un minuto libero risponderò a tutte.
Grazie anche a chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite, seguite, ricordate, e chiaramente anche chi legge e basta!
Presto posterò il nuovo capitolo (l'ho già scritto) quindi prometto di non farvi più aspettare così tanto!:)
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Vichy90