Fanfic su artisti musicali > The 1975
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Autore: imunfjxable    02/06/2016    1 recensioni
Ispirata a Woman dei 1975.
Cosa succederebbe se Matty e Eileen si rincontrassero?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. Eileen.

 

alle serate notturne, all'alcool e alle sigarette fumate per noia, alle donne, quelle vere, che sentono e combattono;
a Matty e ad Eileen.

La sua ombra si stagliava sfocata nell'oscurità, così come le ombre cinesi sul muro bianco della sua vecchia cameretta, quando giocava fino a notte fonda, quando era tutto più facile, e perfino il silenzio era piacevole.
Camminava con passo fermo, deciso, sicuro. C'era qualcosa però, forse nel modo veloce in cui si scostava i capelli dal viso- quasi come se fosse un tic, o forse nel modo in cui portava la mano destra, tremante, vicino alle labbra, per accendere la sigaretta che stringeva con i denti, che faceva trasparire la più schietta insicurezza, indossata sempre con eleganza però, così come la pelliccia nera scadente, nella quale sprofondava per ripararsi dalla brezza primaverile.
Faceva freddo a Belfast, di notte.
La strada era deserta, le poche macchine che c'erano sfrecciavano silenziose, fuggivano come una mandria d'animali spaventati.
Un'auto però, si distaccò dal branco, e accostò vicino ad Eileen che senza scomporsi si affacciò al finestrino aperto di questa, scambiò una veloce occhiata con l'uomo all'interno e salì, dopo aver gettato la sigaretta.
La strada era buia, ma le piaceva la notte. Il cielo era scuro, c'era qualche stella sparsa; ce ne era una che brillava più dell'altre, quasi per dispetto, e mostrava sfacciatamente la sua bellezza in confronto a quelle che si trovavano nei paraggi, che scomparivano dietro le nuvole grigie per la vergogna.
«Quanto è per un'ora?» l'uomo spezzò il silenzio con la sua voce impastata.
«60£» rispose semplicemente.
«Sono Allen»
«Eileen»
«Raccontami di te»
«Sono Eileen, è tutto ciò che devi sapere»
Allen spostò la mano destra dal volante e la mise sulla radio, accendendola.
«Cambia stazione, non mi va di sentire questa canzone» disse Eileen scuotendo leggermente il capo.
«perché?»
«Senti mi vuoi scopare o no?! Sbrigati, è ancora presto, non sarai l'unico stanotte»
Allen accostò la macchina al marciapiede, la spense ed estrasse le chiavi, riponendole con cura nella tasca dei suoi pantaloni neri stropicciati.
Salirono le scale del palazzo grigio di fretta, la pelliccia finta di Eileen strisciava sulle mattonelle sudicie dell'appartamento che evidentemente non vedeva una mano femminile da molto. Notò delle foto di Allen appese alla parete, con una donna bionda, e due bambini. Era divorziato.
Le aprì la porta della camera da letto.
«Vuoi davvero farlo qui?» gli chiese
«dove se no?»
Allen si stava innervosendo, le puttane la bocca la aprono solo per ingoiare, non per parlare.
«Mi sembra rispettoso farlo nello stesso posto dove hai fatto l'amore con tua moglie» obiettò la mora.
Stavano temporeggiando troppo, e ormai Allen non aveva quasi più voglia.
Prese il suo portafoglio dalla tasca posteriore dei pantaloni e estrasse le 60 sterline.
«Prenditi questi cazzo di soldi e muoviti, prima che mi innervosisca»
Eileen li afferrò con fretta, e li posò nella tasca della sua pelliccia.
Ci diede poco conto, cercò di ignorare l'atmosfera inquieta che si respirava in quelle mura.
Quante urla ci erano state in quella camera?
Quante parole bisbigliate ci erano state?
E lei, era la prima prostituta con cui Allen tradiva la moglie?
Cercò di distrarsi i suoi pensieri, non le faceva bene pensare.
Sentiva le mani di Allen stringerle i capelli, tenerle la testa saldamente; era uno scenario tipico. La sua routine era questa ormai, e a lei non faceva più effetto.

Si pulì la bocca con il dorso della mano. Afferrò la giacca e andò via, sentendo un «ciao» da parte di Allen, ancora nudo nel letto.
Aveva una sigaretta tra le labbra, l'insipido del filtro le si insinuava nella bocca, ma l'amaro del fumo non era abbastanza forte da poter cancellare il suo sapore.
Entrò in un bar, ce ne erano tanti di bar a Belfast, sfatti, che crollavano su se stessi, mezzi vuoti ma che si tenevano ancora spudoratamente in piedi. Come Eileen.
Prima di entrare però, aprì la sua pelliccia nera, abbassandosi il vestito grigio stretto che portava sotto, mettendo in bella mostra il suo seno.
L'odore pregnante dell'alcool entrò nelle sue narici non appena mise il piede destro nel bar, brulicante di persone.
Le pareti con l'intonaco leggermente scrostato erano decorate con animali impagliati, trofei di qualche battuta. Era sempre stata contro la caccia Eileen, da piccola aveva sempre voluto un cane, magari un Labrador, ma la mamma non gliel'aveva mai fatto prendere.
C'erano circa cinque uomini seduti attorno al bancone di legno intarsiato, bagnato dalla birra che ricadeva dai boccali stracolmi, ingurgitati in fretta, per abitudine, dalle figure sporche accomodate sugli sgabelli di pelle rovinata.
Eileen si sedette sull'ultimo a sinistra, ancora libero; accanto a un ragazzo, la cui scintilla negli occhi azzurri faceva a pugni con il triste grugno che aveva stampato sul volto.
Si girò un po', notando Eileen che stava ordinando un bicchiere di tequila.
Lo guardò con la coda dell'occhio, osservandolo attentamente. Bisogna sempre osservare prima la preda.
Aveva i capelli biondissimi scompigliati che ricadevano sulla fronte sudaticcia, le mani con le unghie mangiucchiate, forse per il nervosismo, e le dita ossute che stringevano saldamente il bicchiere di birra.
Eileen con uno scatto di testa riportò indietro il ciuffo moro che le era ricaduto sul viso, ottenendo un fischio d'apprezzamento dal quarantenne seduto difronte a lei; che si zittì non appena si ritrovò gli occhi gelidi del biondo addosso.
Era fatta.
Si alzarono assieme e entrarono nel bagno, richiudendo la porta alle loro spalle.
Aveva gli occhi azzurri lucidi, arrossati, ovviamente per la troppa birra mandata giù per dimenticare.
Eileen si chiese immediatamente perché stesse bevendo, cosa volesse scordare. Magari l'università- faceva decisamente l'università per Eileen, si vedeva dal portamento- o magari la famiglia; o l'ex fidanzata.
Il cesso nel quale erano entrati era piccolo, stavano l'uno contro l'altro schiacciati vicino la parete fredda e sporca del bagno, ricoperta da scritte e disegni osceni.
«Come ti chiami?» gli chiese Eileen.
«Dave. Tu?»
«Chiamami con qualsiasi nome tu voglia» rispose prima di slacciargli i pantaloni che gli coprivano malamente le gambe magre.

Strinse i soldi tra le mani con forza quando lei e Dave uscirono da li dentro.
«Ciao Kristine» sorrise Dave, ritornando ad accupare il suo sgabello, che era rimasto vuoto, come se gliel'avessero conservato.
C'era la radio accesa nel bar, e la canzone che Eileen odiava risuonava tra le mura. Si tappò le orecchie.
Eileen uscì, trascinandosi sui tacchi neri che tanto odiava, ma facevano parte dell'abbigliamento.
Camminava veloce, verso il suo appartamento; una misera stanza in un palazzo a Belfast, situata al penultimo piano.
Salì le scale a fatica, maledicendosi per aver fumato così tanto, se lo ripeteva sempre che avrebbe dovuto smettere e puntualmente non lo faceva mai.
Infilò a fatica la chiave nella toppa girandoli prima a sinistra- il lato sbagliato- e poi finalmente a destra, aprendola.
La richiuse con un calcio dietro di se, spogliandosi immediatamente, stendendosi sul materasso poggiato sotto la finestra mezza nuda, cercando di non pensare più a nulla; ma non volendo auto convincersi che le cose sarebbero andate meglio perché alla fine il suo lavoro le piaceva.
Si sentiva padrona, aveva il potere nelle sue mani, era una sorta di divinità che controllava le sue marionette come meglio voleva, e questo la faceva sentire viva.

AYEEE.
Ma guardate un po' chi è tornata.
Non riesco proprio a stare senza scrivere, scusatemi.
Tanto questa storia avrà 5-6 capitoli, tranquilli, scomparirò a breve nuovamente.
È ispirata a woman dei 1975, amo quella canzone.
Matty disse che woman "riguarda una prostituta che ho conosciuto a Belfast. Non ho propriamente dormito o abusato dei suoi servizi in ogni modo- mi sono innamorato un po' di lei. Era molto più grande di me. Sono diventato completamente ossessionato da lei in una notte- il fatto che lei usasse la sua bellezza e la sua femminilità per guadagnarsi da vivere o in altro modo- era molto interessante, un'idea entusiasmante per me. L'amavo un po' quella prostituta."
Mi sono sempre chiesta se matty pensi ancora a lei, ogni tanto, magari quando canta woman, o se si chiede mai che fine abbia fatto. Ma soprattutto mi chiedo che cosa abbia pensato lei la prima volta che l'ha sentita- ammesso che l'abbia fatto.
Quindi spero che questa storia possa piacervi, è scritta per soddisfare le mie - e spero anche vostre- curiosità.
💙💙

   
 
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