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Autore: Gray Qrow    02/06/2016    1 recensioni
Ho sempre ritenuto la mia una grande famiglia. Insomma, due sorelle, un fratello e una mamma non formano poi una famiglia così piccola. Vi chiederete perché manca mio padre : i miei genitori divorziarono quando ero molto piccola , percui lui non ha mai realmente fatto parte della mia vita.
Di lui so molto poco , solo che vive dall’altra parte della città e che tradì mia mamma 6 volte.
Genere: Demenziale, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: B-Bomb/Lee Minhyuk, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Triangolo
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Capitolo 3

Il piano mio e di Hyemin non era complicato da attuare: in realtà dovevamo solo chiedere ai miei fratelli il loro passato.
Compito ingrato, certo ma come fare altrimenti?
Dovevamo fare in modo che Minhyuk capisse che non era stato difficile solo per nostra madre soffrire, ma che molte altre donne avevano sofferto allo stesso modo e che nostro padre voleva solo farsi perdonare. Ma quel testone ci avrebbe dato retta? Lo avremmo scoperto solo vivendo.
Ciò che conta è che non avevamo idea di quanto fossimo stati fortunati, rispetto ai miei fratelli, a condurre la vita che avevamo condotto.

Il primo con cui parlammo fu Yukwon, dato che con Taeil avevamo già parlato.
Non avevamo idea di come aprire l’argomento, in fondo non era qualcosa di cui avrebbe potuto parlare facilmente, si trattava pur sempre della madre. Entrammo in camera sua e, dopo uno scambio di sguardi tra me e la mia gemella, a me venne relegato l’ingrato compito ti porre la domanda, poiché ero la più diretta delle due.
Sperai soltanto che la sua storia non fosse troppo dolorosa, così da non dovermi sentire in colpa: ovviamente, con una sfiga degna della peggior legge di Murphy, mi sbagliavo.

-Mia mamma faceva la prostituta- ci raccontò –certo, non è il migliore dei mestieri, ma ci permetteva di vivere. Quando uno dei tanti uomini che aveva amato la tradì lei, reduce dalla storia con papà, non capì più nulla: iniziò a ubriacarsi e ad essere violenta nei miei confronti, urlava e rompeva oggetti contro i muri. I vicini presto chiamarono i servizi sociali, avevo 4 anni: restai fino all’età di 5 in una casa famiglia e un giorno, quell’uomo venne a prendermi. Non avevo mai avuto un papà ma, vista la mia situazione, ne ero felice perché finalmente potevo conoscerlo: ero solo un bambino, l’odio per me era sconosciuto.- ;
in seguito al suo racconto ci dirigemmo da Jaehyo, che pur inizialmente incuriosito dalla mia richiesta, accettò di parlare non smettendo mai di guardare me, che gli avevo posto la domanda, per tutto il resto del racconto:

- Mia madre non l’ho mai conosciuta. Da che mi raccontava mia nonna, sembra fosse morta di parto. La ricordo solo in foto, una bellissima donna, con i capelli neri come la pece e gli occhi piccoli; sono stato cresciuto da mia nonna, che non mi fece mai mancare nulla, nonostante dovessimo vivere della sua pensione. Quando avevo 7 anni papà venne a trovarci, sperando di trovare mamma e scusarsi, ma non la trovò mai. Accettò di prendersi cura di me e, nonostante all’inizio fossi restio, alla fine acconsentii: tutt’ora spesso vado a trovare mia nonna, mi manca troppo anche se sono passati anni.-.

Jiho e Kyung invece condividevano una storia analoga, e questo spiegò, almeno a me, quel loro rapporto così stretto.
Tanto per cominciare, entrata in camera trovai loro che componevano assieme con un feeling e una dolcezza che avrebbe fatto invidia a ogni Larry shipper esistente sulla terra (nda. per chi non lo sapesse la “Larry” è la ship formata da Louis e Harry degli One Direction, nonché una delle ship supreme tra le adolescenti, la quale spesso è ritenuta “unica vera ship, reale oltre ogni limite” e blabla, NON INTENDO COMUNQUE OFFENDERE LE SHIPPER, E’ SOLO IRONIA).
Tralasciando i miei discorsi inutili, proseguirò nella narrazione.

- Ci incontrammo in orfanotrofio, dove eravamo cresciuti. – raccontò Kyung
– Nessuno dei due ricordava nulla del proprio passato e questa cosa ci unì molto: facemmo subito amicizia e crescemmo assieme divenendo migliori amici. – dopo di lui, proseguì Jiho:
- Un giorno vennero a chiamarci le assistenti che lavoravano lì: stavamo per incontrare una persona. Per un bambino cresciuto in orfanotrofio vuol dire molto essere adottato: una vera casa, una vera famiglia; noi scoprimmo di avere un padre in quel modo. Ma non un padre a testa, ma uno per entrambi: all’inizio pensavamo volesse adottarci entrambi ma poi si scoprì che egli era il nostro padre biologico e che in realtà eravamo fratelli. Fu un grande shock, ma probabilmente sarebbe stato peggiore separarci.- dopo questo racconto si sorrisero e, dopo una breve chiacchierata, ci congedammo.

In seguito ci dirigemmo in camera di Jihoon e io ero già pronta a piangere, conoscendo la sensibilità di mio fratello.

-Ehy, Hyemin e Mina, che sorpresa! Non tanto, visto che viviamo assieme ma, prego ditemi!-
- Senti Jihoon, vorremmo farti una domanda.- chiesi io e questo già lo fece preoccupare:
-Dimmi, è successo qualcosa? – gli spiegai le motivazioni della nostra piccola “inchiesta” e lui si rabbuiò quasi.
Ecco, avevo toccato un tasto dolente, facevo schifo.
-Quindi fammi capire: Minhyuk odia papà perché ha fatto soffrire vostra mamma?- chiese, e io annuii, al che egli si alzò in piedi e ci disse di aspettarlo lì.
Io ben poco mi fidai di mio fratello, percui decisi di seguirlo: come sospettavo, si diresse verso camera di Minhyuk e subito lo sentii urlare:

-Lee Minhyuk! Siediti, c’è una cosa di cui devo parlarti.- feci segno a mia sorella di restare dietro di me e di ascoltare semplicemente.
- Molto spesso è più facile pensare a cosa le persone ci hanno negato, piuttosto che a quello che hanno fatto per noi.
So che odi papà, ma io voglio raccontarti la mia esperienza,e darti un punto di vista differente. Quando venni affidato a papà ero ancora in fasce, Taeil hyung me lo racconta sempre.
I vostri genitori avevano appena deciso di divorziare e la trattativa era in corso. Ma ti chiedo di soffermarti su un dettaglio, sul fatto che io fossi un bambino in fasce.
E sai perché? Perché mia mamma mi aveva abbandonato, fregandosene di me, ritenendomi un errore. So chi è mia madre, ho fatto delle ricerche su di lei: le possibilità di mantenermi le aveva, il suo unico problema era la carriera: un figlio l’avrebbe ostacolata sul lavoro, sai? Ma non è questo il punto saliente della questione.
Il problema è che tu hai avuto una mamma che ti ha amato. E non lo dico perché io non l’abbia avuta, ma perché l’unica persona che odi è la stessa persona che ha me ha fatto “da mamma” , crescendomi e amandomi, senza farmi mancare nulla.
Ed è la stessa cosa che probabilmente vuole fare con te. Si sente in colpa, è umano.
Percui, fammi l’enorme piacere di interrompere quell’atteggiamento orgoglioso e goderti tuo padre, ora che lui vuole essere tale.-

-E perché non lo è stato in tutto questo tempo? Dov’era il giorno dei nostri compleanni? Durante i nostri natali di famiglia? Durante il primo giorno di scuola di Hyemin e Mina?
Lui non c’era, non c’è mai stato, ha sempre sbagliato!-

-Non lo metto in dubbio, ma le persone cambiano. Lui magari è cambiato, ci hai mai pensato?
Sono passati più di 15 anni, non pensi sia ora di metterlo alla prova?
Pensa a tutto ciò che potrebbe fare per te per il resto della tua vita, pensa a quanti natali, compleanni e feste di fine anno potreste fare insieme. Potremmo farle tutte insieme. Ci staresti?
Siamo la tua famiglia ora. Tutti noi, anche lui.
Percui va lì, digli in faccia che fa schifo e lascia che lui ti chieda scusa.
Non devi perdonarlo subito, ma almeno fai in modo di lasciargli provare il suo cambiamento.
Lui potrà impegnarsi quanto vuole, ma se da parte tua c’è un’opposizione ostinata come questa, non cambierà mai nulla e vivrete entrambi con un peso nel cuore. – non lo avevo mai visto così arrabbiato, Jihoon. Quando lo sentii alzarsi, decisi di aspettarlo fuori: quando uscì dalla stanza ci guardò e alzò le spalle mormorando un “Tanto sapevo che non mi avreste dato retta”, per poi tornare in camera sua.

Decisi che era meglio lasciare Minhyuk da solo.
Non so che ragionamenti possa aver fatto, o che cosa abbia pensato durante la sua riflessione, sta di fatto che non parlò fino alla sera successiva, a cena: pensai che il discorso di Jihoon non avesse avuto effetto, dato il prolungato silenzio ma, quando papà fece per sparecchiare, Minhyuk si alzò dicendo “Aspetta, ti aiuto io.. papà.”.
Non penso si possa descrivere il sorriso di mio padre in quel momento.
Vidi Jihoon alzarsi soddisfatto e andare in camera, con un sorrisetto sulle labbra.
La serata era trascorsa tranquilla, ma quella sera Hyemin si precipitò da me per raccontarmi una cosa successa dopo cena.

La mia sorellina dai capelli viola era rimasta particolarmente scossa dalle storie dei nostri fratelli, si era quindi recata in camera di Yukwon, mentre Minhyuk sparecchiava.

-Oppa, posso entrare?- lui annuì, e le fece segno di sedersi sul letto, vicino a lui.
-Certo, vieni e dimmi pure. – lei gli raccontò di come fosse rimassa scossa dai loro racconti e , sotto sollecitazione del ragazzo, gli narrò anche di come si era sentita a crescere sola, senza un padre.
Lui non smetteva di accarezzarle la testa, e notai anche una leggera tenerezza da parte sua nel raccontarmelo; d’un tratto, lui le alzò il viso e le diede un bacio leggero sulla guancia:
-Se hai bisogno di qualcuno, vieni da me, okay? Lasciami essere il tuo principe, ti va?- nel ripeterglielo, le sorrise e le baciò anche la fronte, per poi stringerla a sé , lasciando che lei poggiasse la testa sul petto di lui. Rimasero così per molto tempo, dopodiché lei decise di venire da me e lo baciò sulla guancia per andarsene, ma lui si alzò e la bloccò, avvicinando il proprio viso a quello di mia sorella.
Restò fermo per molti secondi, dopo di che sorrise e la lasciò andare.

Lei per un attimo aveva pensato che l’avrebbe baciata, e per qualche motivo aveva trovato questo pensiero per nulla imbarazzante.
-YAH!- le dissi io – cosa fai? E’ tuo fratello, non puoi pensare certe cose.- lei rise della mia reazione e annuì:
- Lo so tranquilla, non voglio fare nulla con lui. Ma se mi baciasse, non penso lo respingerei. Cioè ma l’hai visto, che figo?-
- LEE HYEMIN. – la feci di nuovo scoppiare a ridere e mi lasciò un bacio sulla guancia, per poi andare a dormire.
Bhe, un bacio non era nulla, solo… essendo fratelli, non sembrava una cosa corretta, almeno a me.
Sbagliavo io? O era lei ad essere in errore? Lo avrei scoperto solo molto più tardi.

  
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