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Autore: Effecrivain    03/06/2016    1 recensioni
Eleonora 24 anni
Marco 34 anni
Lei insicura fin dalla nascita ma con una lingua lunga, lui stronzo di natura ma fastidiosamente affascinante.
Due persone completamente diverse destinate sicuramente a scontrarsi. La domanda è se questi due riusciranno ad amarsi nonostante tutto, nonostante tutti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Da circa mezz’ora era seduta sul suo letto con il telefono in mano e lo sguardo perso nel vuoto.
Aveva il volto rosso o meglio tendente al Bordeaux, gli occhi lucidi e una voglia incontenibile di piangere e di lanciare quell’aggeggio infernale contro la parete bianca della sua stanza.
Non sapeva bene cosa stesse provando, l’aveva mortificata.
Venti minuti di telefonata, il tono serafico tipico di lui e una fila di moralismi, le parlava come se fosse una bambina piccola, come se fosse non capisse, le ripeteva più e più volte i concetti scandendo parola per parola.
E lei in quel momento sembrava aver perso la lingua, cercava di formulare una frase di senso compiuto di spiegargli come stavano le cose, che non voleva  tradire la fiducia di nessuno, che era stato un malinteso, si era solo confidata con la persona sbagliata.
Ma non le usciva nulla dalla bocca solo un patetico
-Ho capito, scusami.-
Che fine aveva fatto il suo coraggio, quella lingua mordace e provocatoria che la contraddistingueva? Che fine aveva fatto il suo caratteraccio?
Era tutto scomparso dietro ad un misero mutismo!
Lui aveva posto fine alla telefonata come se nulla fosse e quello la faceva imbestialire ancora di più.
-Ricordati di mandare quella mail. Domenica sera torno dal congresso. Ci vediamo Lunedì in ufficio.-
-ok-  maledetto mutismo, ok un corno! “tu devi ascoltarmi e capire che non devi prendertela con me ma con quella stupida che ha dato aria alla sua bocca invece di cogliere la buona occasione di starsene zitta” avrebbe voluto, anzi dovuto  rispondergli così, chiarire il malinteso ma oggi la sua bocca non voleva collaborare.
L’unica cosa positiva è che era appena iniziato il weekend e poteva riposarsi per due lunghi giorni, non vedere la sua collega e soprattutto poteva stare lontano da lui e dal suo fascino del cavolo. 
Quell’ aggeggio infernale riprese a suonare
-pronto-
-Bellezza! Stasera usciamo, ti porto a vivere. C’è un mio amico che da una festa e non ce la possiamo perdere! Passo a prenderti per le nove. ok?-
-Niki! grazie per l’offerta ma stasera non mi va proprio di uscire. Credo che rimarrò a casa.-
-Che è successo? Quello stronzo del tuo capo ti fa lavorare anche stasera? 
Ma dico ce l’ha una vita questo? Non ha altre attività interessanti oltre a schiavizzarti a suo piacere?! Non lo sopporto è tanto bello quanto stronzo!-
-No, non devo lavorare è che non ho proprio voglia, non sono in vena.-
- Eleonora  non me la racconti giusta. E’ Venerdì sera non puoi fare la Bridget jones de no altre tutte le volte. Ci vediamo alle nove-
-Niki aspetta! Niki? Pronto?-
Tutututututututututu….
"Io e il mio stato d’animo non eravamo pronti per una serata fuori ma Nicole non concordava con noi.
Presi un bel respiro, mi alzai dal letto e mi infilai in doccia.
Al diavolo tutti un buon bicchiere di vino avrebbe rimesso tutto in ordine, al diavolo lui e il suo tono. Mi sarei divertita e non avrei pensato a nulla.
Il vero problema fu che non mi fermai ad un bicchiere di vino, il vero problema fu quello che feci dopo…"

Da un bicchiere di vino rosso passò al secondo e in poco tempo aveva già in mano il quarto.

Non conosceva nessuno erano tutti colleghi e conoscenti di Gabriele l’amico “di letto” di Nicole,

Si erano conosciuti a lavoro, entrambi medici e da li era iniziata quella specie di relazione.

Per Nicole era solo un passatempo mentre il biondo sembrava essersi preso una bella cotta, appena erano arrivate si era buttato su Nicole e non l’aveva mollata nemmeno per un secondo.

All’incira dopo un ventina di minuti che erano arrivate a casa sua Gabriele aveva portato via Nicole da Eleonora doveva assolutamente mostrarle la sauna che aveva fatto costruire in giardino, ma certo! La sauna! Che scusa banale pensò.

-Torno presto tesoro! tu cerca di fare amicizia, non ti farà male conoscere qualcuno.-

Così Eleonora restò sola e non le rimase che intraprendere una relazione con il veleno rosso, quando beveva la timidezza andava direttamente a quel paese ma quella sera non era in vena di fare amicizia, l’unica cosa che le interessava era chiarire una certa situazione.

Ragazze mie tutte conosciamo quella regola, dopo il secondo bicchiere se non ti sai controllare allontana il telefono, nascondilo, ragalalo, buttalo sotto l’acqua ma tienilo a debita distanza perchè la mattina dopo sarà facile trovare messaggi sconvenienti e la dignità andrà beatamente a farsi fottere!

Ma Elenora non rispettò quella regola, d’altronde non l’aveva mai fatto.

Lei seguiva l’istinto pensando che se ti senti di fare una cosa allora è quella giusta.

Teneva il bicchiere di vino in una mano e il telefono nell’altra ma soprattutto aveva un sorriso da ebete stampato sul viso, il che la diceva lunga.

“Volevo solo dirti che non va bene nulla, che non è ok! Quella stupida ti ha spifferato tutto solo perchè  ti vuole portare a letto. Ero rimasta spiazzata dalla tua reazione di rabbia non ti avevo mai visto così agitato, tu che sei la calma in persona, freddo come il ghiaccio. Sembra che tu abbia sempre un palo infilato nel di dietro. Volevo solo parlarne e capire qualcosa non di certo farti un torto. Comunque ci vediamo Lunedì in ufficio spero senza pali.”

Qualche tempo prima Eleonora aveva assistito ad una telefonata di Marco. L’aveva sentito urlare fin dalla sua scrivania e si era avvicinata al suo ufficio per capire cosa stesse succedendo.

“ Lo capisci che così mi fai del male? Cerca di rilassarti è un periodo stressante per entrambi. Vedrai che risolveremo la cosa. Stasera esco prima da lavoro così ne riparliamo”

Silenzio e poi un rumore forte, qualcosa si era appena rotto.

Solo quando entrò nel suo ufficio per salutarlo prima di andare via notò vicino al muro il telefono e alcuni pezzettini sparsi. Ecco cosa era quel tonfo!

“Marco io vado ci vediamo domani!”

“hai sentito tutto?”

“sentito cosa? Non capisco.” 

“Certo, come no! So che gli affari personali non si portano sul lavoro ma con lei…insomma ho perso la pazienza”  ma certo, c’era di mezzo una donna, la sua fidanzata? ovvio che era fidanzato non hai una reazione così passionale per una qualunque e Eleonora provava qualcosa di strano, fastidio. Ma ancora lei non sapeva dargli un nome.

“Tranquillo! Io non ho sentito nulla.” Patetica bugiarda.

“Eleonora, credo mi abbiano sentito fin dall’altra parte della strada smettila di fingere. Ci vediamo domani.”

“certo.” 

Chiuse la porta e se ne andò lei e il fastidio tornarono a casa ad abbuffarsi di gelato.

 

Inviò il messaggio con quel sorriso ebete stampato ancora sul volto e una certa soddisfazione negli occhi che sicuramente la mattina dopo si sarebbe trasformata in vergogna, panico, voglia di morire, voglia di scappare. Non necessariamente in questo ordine.

Quella sera si sentiva simpatica, audace! Ovviamente  il vino  le aveva offuscato del tutto la mente.

Aveva voglia di scherzare ma l’aveva fatto con la persona sbagliata in un modo ancora più sbagliato.

Aveva staccato il cervello e non si era accorta del guaio nel quale si era cacciata.

-Ele! Finalmente ti ho trovata. Hai conosciuto qualcuno di interessante?-

-Nikiiiiiiiiii mia bella Niki! com’è la sauna ehhh? Comunque no, dovevo fare una cosina più divertente!-

-Carina, la sauna è carina! e fammi capire cos’è più divertente del conoscere qualcuno ed uscire dal periodo di clausura nel quale ti sei rinchiusa?-

-Ancora con questa storia? lo sai che non ho tempo per gli uomini. Lavoro troppo! Comunque dovevo dire due o tre cosine a quello stronzo del mio capo.-

-Oh Dio! Eleonora cosa hai combinato?-

-io? Nulla! Stai tranquilla e riportami a casa che inizio a vederci doppio!-

Nicole non le fece più domande temeva troppo la risposta,salutarono Gabriele e tornarono a casa.

Era sicura che la mattina dopo sarebbe venuto fuori tutto in un modo o nell’altro e sperava che non fosse così terribile come immaginava.
   
 
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