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Autore: FreDrachen    03/06/2016    1 recensioni
SOSPESA
[Un (in)probabile sequel di questa fantastica saga *-*]
Sono passati due anni dalla sconfitta di Nidhoggr. Ora gli ex draconiani possono vivere la loro vita nella più consueta normalità.
Fino a quando non compare nella loro vita Alexander,un ragazzo che porta su di sè il marchio di un passato di cui Sofia e gli altri pensavano di essersi liberati.
Vecchie conoscenze dal passato e nuove verità oscure.
Ha inizio una nuova battaglia per le sorti del mondo.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nidhoggr, Nuovo personaggio, Ratatoskr, Sofia
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 12


Karl
Karl era seduto davanti al suo pc ultratecnologico, come lo chiamava Sofia, collegato alla Playstation IV, intento a battere qualche sicario del gioco di Assassin Creed.
Da quando era tornato ad essere un ragazzino normale, non aveva smesso di sperimentare e inventare nuovi marchingegni.
Sentiva la mancanza d'azione, eppure che voleva farci? I Draghi avevano abbandonato la Terra, e di loro non era rimasto altro che le memorie in lui e i suoi amici.
All'improvviso sentí una strana forza attraversargli le membra, facendolo sussultare per la sorpresa.
Il joystick gli cadde di mano, atterrando con un sonoro tonfo.
Una breve risata famigliare irruppe nella sua mente.
"Ops. Scusa Karl. Avrei dovuto avvisarti del mio arrivo"si scusó la voce.
Karl rimase per un attimo shockato nel riconoscere quella voce.
«Aldibah?»sussurrò confuso.
Il drago ridacchió. "Vedo che ti sei dato da fare durante la mia assenza".
«Tu? Cosa? Come?» Tant'era la sorpresa, non gli permise di formulare una frase di senso compiuto.
"Tutto a tempo debito Karl. Adesso raggiungi i tuoi amici. Avete molto di cui discutere".
«Anche gli altri si sono manifestati?»
Vide nella sua testa Aldibah annuire.
"Si. C'é un pericolo imminente, a cui dovrete prestare la massima attenzione".

Fabio
"Maledetto" pensó per l'ennesima volta Fabio, tirando con violenza un calcio a una pigna che sfortunatamente si era trovata lungo il suo cammino.
"Chi si crede di essere?"
Il giorno prima, quel suo attaccamento alla sua Sofia, gliel'avevano reso subito antipatico. E poi c'era la somiglianza con Ratatoskr. Pur essendo trascorsi due anni dal suo assassinio, ancora non si dava pace per quello che aveva fatto. Certo, era un nemico, ma nulla toglieva che stava ancora male per quello. E ritrovarsi faccia a faccia con un volto che faceva emergere ricordi troppo duri da sopportare, era il culmine.
E come se non bastasse, Sofia non aveva capito il suo disagio e astio nei confronti di quel Alexander.
Rabbrividí. Anche il nome gli provocava una nota di disgusto.
Quando lo aveva visto a fianco a Sofia, aveva sentito dentro di sé ribollire la rabbia. E quando la ragazza si era accorta delle sue occhiate di fuoco, aveva pensato di provocarlo ancora di piú, prendendolo a braccetto come se nulla fosse.
Entró come una furia in casa e senza degnare d'uno sguardo nessuno, si chiuse nella propria camera, che era a finaco di quella di Sofia.
Già Sofia. In quel momento doveva essere in giro con quell'omuncolo.
Accese il pc, e come di routine andó sulla sua e-mail per vedere se era arrivato qualcosa.
Pubblicità. Pubblicità. Pubblicità. Le eliminó tutte e tre.
Poi dalla posta, passò a Facebook. Per essere un tipo solitario, aveva legato con quasi tutti i suoi compagni di classe che postavano di tutto di piú. Scorse con il mouse le notifiche senza interesse.
Poi gli venne un'idea.
Cliccó sulla sbarra e digitó:Alexander Altieri.
La pagina di Alex si aprí, ma con delusione vide che i contenuti potevano essere visualizzati solo dagli amici. Sorrise.
Conoscendo la password di Sofia poteva entrare nel suo profilo senza problemi.
Uscí dal suo account, per entrare con le credenziali della ragazza.
Finita l'operazione tornó sulla pagina di Alex.
Il profilo era pieno di foto di Benevento, molte delle quali ritraevano l'Hortus Conclusus, foto di libri appena comprati in libreria, e alcune di Alex in compagnia di un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi grigi. Scorse con il mouse un po' piú a fondo, finché non si bloccó sulla foto del Vesuvio in erruzione, come due anni prima quando il mondo era sotto il controllo di Nidhoggr. Lesse brevemente i commenti, dove un certo Paolo(il ragazzo ritratto nelle foto precedenti insieme ad Alex)si congratulava con l'amico per l'abilità con cui aveva usato Photoshop. Infatti era questa la scusa che aveva propilato il caro Alex a tutti. Poteva benissimo essere la verità, ma qualcosa nella mente di Fabio captava puzza di menzogna.
Salvó la foto sul suo pc, ed andó nella sezione:Informazioni.
Nulla di anormale.
Vive a:Benevento, poi Roma.
Nato il: 08/08...
"Bene, bene"pensó.
Stando a quello che c'era scritto aveva un anno in meno di Sofia, e due di lui. Questo chissà se gliel'aveva detto. Quante cose le stava tenendo nascoste? Uscí da Facebook.
Non aveva piú voglia di stalkerizzare quell'idiota che faceva il cascamorto con Sofia.
Fece per mettere la musica a tutto spiano, quando sentí un leggero tepore all'altezza della fronte e che poi si propagó in tutto il corpo.
Si alzò confuso e raggiunse il bagno barcollante. Subito si piazzò davanti allo specchio, e rimase di sasso. Il suo comunissimo neo che aveva al posto dell'occhio della mente, era ritornato ad essere tale, con sua grande sorpresa.
"Eltanin?"pensò su di giri.
E subito nella sua mente prese firma la figura di un drago maestoso dalle squame dorate.
Fabio percepì che la creatura gli stava sorridendo.
"É bello rivederti Fabio" .

Ewan
Ewan stava provando gli ultimi accordi di chitarra.
Se voleva passare le selezioni della scuola di musica che frequentava tre pomeriggi a settimana, doveva allenarsi. E quale momento era piú adatto della pausa dai compiti?
Strimbelló una canzone dei Muse e una dei Rolling Stones.
Si fermó quando sentí una strana energia attraversare le sue membra, la stessa che lo infiammava quando evocava un tornado, quando ancora era un Draconiano.
Non poteva essere...o si?
"Kuma?"pensò stupidamente, pur sapendo che il drago era scomparso ormai da due anni.
Non si aspettava risposta.
Ma... "Ewan".

Lidja
Lidja era seduta a gambe incrociate sul tappetino della sua camera, gli occhi chiusi.
L'abitudine di sedersi di fronte alla Gemma, era perdurata fino a quel momento. Anche se nessuna Gemma risplendeva davanti a lei, ma solo la luce della sua lampada da scrivania puntata sui compiti da fare. Ma quelli potevano aspettare.
In quel momento doveva avere la mente libera per poter pensare meglio. Era preoccupata per Sofia.
La sera prima, dopo che gli altri stavano andando a letto, l'aveva presa da parte per rivelarle il suo litigio con Fabio.
«Lidja, lui non si fida di me, capisci? Alex é solo un nuovo compagno, solo in una città nuova. Io volevo solo diventarle amica. Nulla piú»le aveva detto Sofia tra le lacrime.
Quello che pensava su Fabio non era cambiato nel corso di quei due anni. Lo aveva sempre reputato strano e dai modi bruschi. E un tantinello lunatico. Ma sapeva che teneva a Sofia, e che il suo comportamento era dettato dalla gelosia. A suo dire un po'esagerata. Ewan non era cosí morboso nei sui confronti, pur tenendo alla loro relazione.
"Lidja" Lidja sobbalzó alzandosi di scatto spaventata.
«Chi...chi é lá?»domandó con voce tremante alla stanza vuota.
Percepí che la voce cominció a ridacchiare. "Ma come? Tutti questi anni a condividere la mente e il corpo, e tu non mi riconosci?"
Lidja sentí salire le lacrime agli occhi, emozionata.
«Rastaban...»

Chloe
Chloe gettó un'occhiata impaziente all'orologio appeso in sala, dove si era appostata per studiare.
Aveva cominciato solo da un ora e già non ne poteva piú di quella grammatica russa. Chiuse gli occhi sospirando e lasciandosi andare sul divano su cui era comodamente spaparanzata.
I sensi di colpa la invasero prepotentemente. Se il prof Schlafen non aveva risolto i problemi burocratici e non li avesse fatto recuperare gli studi, avrebbero perso anni di scuola. Ma grazie alla loro buona volontà, e alla tenacia del prof che aveva fatto di tutto di più nella sua impresa, lei, come gli altri, era riuscita a entrare nella classe che avrebbero dovuto frequentare. E adesso non doveva tradire la sua fiducia e i suoi sforzi. Così con un sospiro rassegnato, riaprì il libro e cercò di concentrarsi al massimo.
"Chloe" sussurrò una voce nella sua testa.
La ragazza strizzó gli occhi confusa.
Se l'era immaginato, o l'aveva sentito davvero?
"Kuma?"
"Chloe cara, da quanto tempo?"

Chloe sentì gli occhi pizzicare dalle lacrime.
"Sei davvero tu? Non sei un sogno?"
"No Chloe, sono proprio io. Ma devo darti una cattiva notizia. Si tratta di Nidhoggr"

Ilenia
Erano poco piú che le due del pomeriggio quando Ilenia aprí gli occhi.
Sbatté le palpebre ancora assonnata, e recuperò dal comodino il termometro.
Fino alla sera prima aveva un bel 39,5°C, eppure adesso si sentiva meglio.
L'apparecchio della Pic segnó pochi secondi dopo il verdetto, un bel 36,7°C.
Ilenia scese dal letto scostando il piumone che l'aveva tenuta al caldo durante la malattia.
«Mamma!»urló, cercando di farsi sentire dalla donna in cucina, intenta a lavare i piatti del pranzo.
Fece irruzione nella stanza come un uragano, facendo trasalire sua madre, Paola. Era molto diversa dalla figlia con la sua carnagione olivastra, i capelli biondo stinto e gli occhi verdi, eppure nei suoi movimenti si vedeva che erano parenti.
«Ilenia, tesoro calmati. Hai la febbre, e se non ti rimetti a letto rischi di peggiorarele cose».
La ragazza sorrise mostrandole il termometro. «Sono guarita, vedi?»
Paola poggió il dorso della mano sulla fronte della figlia, trovandola fresca.
«Posso uscire?Ti pregoooo!!! Mando un messaggio a Sofia, cosí se é libera possiamo passare un po' di tempo insieme».
Paola alzó gli occhi al cielo, sapendo che non avrebbe potuto dissuadere la figlia dalla sua decisione.
«Tra due ore ti rivoglio a casa»capitoló infine.
Ilenia saltelló di gioia.
«Grazie, grazie, grazie!!»urló fuorí di sé, abbracciandola di slancio, per poi correre in camera sia a cambiarsi.
Infiló le prime cose che le capitarono a tiro, e si spazzoló alla ben meglio i suoi ricci ribelli. Mandó un messaggio a Sofia, per chiederle dove si trovasse.
La risposta dell'amica arrivò poco dopo. Diceva di trovarsi in Piazza Navona, e che le doveva dare una fantastica notizia. Ilenia sorrise. Doveva essere un'ottima cosa, per far andar in visibilio così Sofia.
Fece per lasciare la stanza, quando sentí la stessa forza benefica che le aveva fatto capire di essere guarita.
E nella sua mente lo vide, uguale a com'era due anni prima.
Sentí crescere l'emozione. «Non ci posso credere...»mormoró tra le lacrime che avevano cominciato a rigarle il viso.
«Sei tu? Sei davvero tu! Non sei un sogno?»
La figura nella sua mente annuí. "Si Ilenia, sono io" .
«Perchè mi hai abbandonato? Ho forse fatto qualcosa di sbagliato?»
La figura parve stupita. "É questo quello che hai pensato in tutto questo tempo? Oh, piccola Ile. Non é stata per colpa tua. Ero io che dovevo andarmene. Per la facceda di Nidhoggr".
«E adesso? Per quale motivo sei tornato?»
"Sei perspicace Ile, lo sei sempre stata. É una cosa che mi é sempre piaciuta di te. Sono venuto perché Nidhoggr...in verità il suo spirito é riuscito a evadere dalle prigioni. Promettimi che ti terrai fuori dai guai e che non rivelerai ad anima viva quello che sai".
«É quello che ho sempre fatto El...ma adesso mi stai spaventando».
"Non era mia intenzione. Ma qui, per le strade di Roma, si aggira un servo di Nidhoggr. E non vorrei che tu fossi la sua vittima".

Mattia
Mattia era comodamente sdraiato sul letto, le cuffie alle orecchie intento a navigare su Youtube.
Non si preoccupó neppure quando nella sua mente Tyl fece capolino.
"Ciao"mormoró silenziosamente il drago, intimorito.
Il ragazzo continuó come se nulla fosse quello che stava facendo.
"Senti"continuó il drago timidamente. "Non è colpa mia quello che è successo, lo sai. Non sono un Guardiano. Non avrei potuto difenderti da quello che..."
Mattia con uno scatto si alzó in piedi allontanandosi dal computer. «Ma che stai dicendo? Mi stai facendo notare che è tutta colpa mia se quella ragazza mi ha assoggettato, usato e abbandonato alla morte?»domandó urlando.
Il bussare alla porta lo destó oer un atmo dalla conversazione con Tyl.
«Mattia. Va...va tutto bene?»
Era sua nadre.
«Si, é tutto a posto»la rassicuró Mata sbrigativamente.
«Sicuro? Stavi parlando da solo»continuó la donna preoccupata sempre dall'altra parte della porta.
Ecco. Preso per matto da parte della madre. Gli mancava.
«Non è vero»protestó il ragazzo.
Fece per rifilarle la scusa che stava parlando al cellulare, ma la madre lo richiamò nuovamente.
«C'è Karl al telefono. Vuoi che gli dica di richiamarti più tardi?»
«No mamma. È tutto a posto. Arrivo subito».
"Mattia, mi…" cercò di spiegarsi Tyl, ma Mattia troncò il discorso sul nascere.
«No. Non voglio sentire le tue scuse. Non potrai cambiare ciò che è successo». Abbassò lo sguardo.«Quello che hai permesso che accadesse»aggiunse d'un soffio.
Ma Tyl non demorse.
"Almeno sta attento. Qui a Roma…c'è un servo di Nidhoggr".




Angolino dell'autrice in perenne ritardo ^^"
Ciao a tutti :)
Chiedo perdono per il ritardo ma tra lo studio per gli esami e la scarsa ispirazione ho impiegato secoli ad aggiornare ^^"
Che ne dite?
Vi sono piaciute le "novità" del capitolo? XD
Ringrazio che malgrado i ritardi colossali continua a seguire questa storia :)


Drachen
   
 
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