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Autore: _Atlas_    03/06/2016    4 recensioni
Dopo aver confessato al mondo intero la sua vera identità, il miliardario più famoso d'America decide di lasciarsi alle spalle i guai imminenti e di partire verso l'Europa, trascinando con sè anche la sua fidata assistente.
"Senta, mi sembrava di essere stato chiaro: quando torneremo a casa mi occuperò personalmente di tutta questa faccenda, glielo prometto. Ma adesso lasciamoci tutto alle spalle: Iron Man, la conferenza, le Industrie...solo io e lei per qualche giorno. E Roma."
[Post-Iron Man]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia - Pepper - Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pepperony Holidays'
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3.

Camera d'albergo




Seduta sulla scalinata di Piazza di Spagna e con un gelato alla nocciola tra le mani, Pepper era riuscita a ritrovare la pace interiore dopo il burrascoso inizio della giornata.
Chissà quanto durerà, pensò concedendosi un sospiro.

"Cosa le avevo detto in aereo?" le chiese Tony scrutandola attentamente, come se fosse in attesa di qualcosa.
La donna lo osservò con aria interrogativa mentre affondava il cucchiaino nel suo gelato.

"Il broncio, Pepper. Ce l'ha da quando siamo partiti..." la ammonì con la bocca piena.

"Oh, per favore" ribattè la donna "Se lei si comportasse in maniera diversa..."

"...non è carino."

"...forse eviterei di farlo."

"Insomma, è terribilmente sexy, ma..."

"Tony!" esclamò Pepper rossa in viso.

"Che c'è?" chiese l'uomo con sguardo innocente "Guardi che era un complimento."

La donna sospirò di nuovo e lo guardò seccata "La smetta. Non è divertente..."

"Invece lo è, Potts. Lei non sa quanto..." rispose Tony prima di avvicinare una mano alle labbra della giovane e rimuovere con l'indice un po' di gelato che le era rimasto all' angolo della bocca. Infine si portò il dito alle proprie labbra e lo assaporò.

Pepper, se possibile, divenne ancora più rossa e si voltò dall'altra parte, decisa a ignorare quell'ennesima provocazione da parte del suo capo.
Era incredibile come riuscisse a farle perdere le staffe e allo stesso tempo essere così incredibilmente...
Smettila, Pep- Virginia.

Per sua fortuna il pomeriggio passò senza causarle troppo danni, anzi, fu costretta ad ammettere di essersi proprio divertita. Certo, visitare Roma con la frenesia e la curiosità di Tony era sfiancante, ma in fondo aveva vissuto esperienze peggiori.
Le visite al Pantheon e al Colosseo l'avevano entusiasmata tantissimo, del resto negli anni aveva sempre coltivato autonomamente la sua passione per l'arte e girovagare in una città come Roma avrebbe potuto solo renderla felice.
Diversamente si può dire per Tony Stark, che in appena due ore di cammino era riuscito a comprarsi due paia di occhiali da sole con prezzi da capogiro, un orologio e sei o sette paia di scarpe assolutamente indispensabili, a sua detta.
La situazione aveva iniziato a prendere una brutta piega quando decisero di tornare in albergo, giusto il tempo necessario per darsi una sistemata e di scappare a cena fuori.
"Pepper, ho già avvistato un paio di ristoranti promettenti. Vedrà che le piaceranno" le aveva assicurato Tony un attimo prima di trovarsi coinvolto in una discussione a due passi dalla reception.

"Signor Tong, con tutto il rispetto, le ho già ripetuto più volte che la camera da lei richiesta non è attualmente disponibile, dev'esserci stato un errore con la prenotazione" disse pacato il concierge dell'albergo.

"E io le ho detto che non mi interessa. Ho prenotato due mesi fa e mi aspetto di ricevere il servizio che mi avevate promesso" ribattè stizzito un uomo sulla cinquantina, di nazionalità cinese.

"Signore, la 322 è attualmente occupata da..."

"...da me, in persona" si intromise Tony togliendosi gli occhiali e sorridendo ai due "C'è qualche problema, concierge?"

"No signor Stark, è tutto sotto..."

"Ovvio che sì!"

Risposero entrambi all'unisono.

"Ho prenotato questa stanza mesi fa e non intendo rinunciarvi" riprese il cinese con testardaggine.

"Signor Tong, l'hotel è attualmente al completo e a meno che non capiti un imprevisto, non credo riuscirà a pernottare qui. Mi rincresce tantissimo, provvederò io stesso a risarcirla fino all'ultimo centesimo."

"Possiamo trovarle un altro albergo!" propose Tony vagamente a disagio.

"Non mi interessa! Non è colpa mia se voi italiani siete incapaci di svolgere il vostro lavoro! Siete un popolo di nullafacenti!" brontolò quello di tutta risposta, non lasciandosi minimamente intimorire dall'espressione mortificata del concierge.

Pepper, che nel frattempo aveva assistito alla scena rimanendo in silenzio, ci mise poco a capire come avrebbero dovuto risolvere la situazione. Non che ne fosse entusiasta, per intenderci, ma tra un concierge visibilmente in difficoltà, un cinese estremamente irritante e un Tony Stark incredibilmente innocente, la soluzione non avrebbe potuto che essere una.

"Scusate l'intrusione..." disse schiarendosi la voce "...stavo pensando che forse una soluzione ci sarebbe."

"Davvero?" chiese speranzoso il concierge.

"Davvero?" chiese anche Tony, incuriosito.

"Sì, insomma, pensavo che se io e, uhm, il signor Stark dividessimo la mia camera...il signor Tong non perderebbe la sua prenotazione e...il problema si risolverebbe" spiegò avvampando e combattendo contro l'imbarazzo che l'aveva sommersa da capo a piedi.

A quelle parole gli occhi del concierge si illuminarono e si posarono su quelli del miliardario – americano – in attesa di una sua risposta.
Tony, che era rimasto piacevolmente colpito dall'entrata in scena della sua assistente, per una volta in vita sua si trovò in diffcoltà.
"Trovo impeccabile la soluzione proposta da lei, signorina Potts, sa che accetterei senza esitazioni" le disse con un lieve sorriso "Ma credo che per questa volta dovrò rinunciare. Non me ne voglia, signor Tong, ma la situazione è un po'...direi tanto...ehm, complicata" concluse non senza difficoltà e lasciando i presenti a bocca asciutta.
Pepper, in particolare, aveva colto qualcosa nelle sue parole che non era riuscita a comprendere.

"E' serio?" chiese titubante.

"Sì, Pepper. So che la cosa la scovolge, ma sono serio."

Un silenzio imbarazzante calò sui quattro, in particolare fra capo e assistente.

"E dunque? Non abbiamo risolto niente, vedo" commentò acido il cinese.

"Lei dovrebbe proprio darsi una calmata, lo sa?" lo rimbeccò stizzito Tony, che per quanto di presunzione ne avesse in abbondanza, quel tizio lo stava irritando non poco.

"Come si permette?" ribattè quindi quello.

"Tony..." lo chiamò di nuovo Pepper guardandolo implorante.
Si osservarono un'altra manciata di secondi, parlandosi attraverso lo sguardo ma senza capirsi come avrebbero voluto. Infine Tony cedette e accettò la proposta.

"D'accordo, va bene. Dividerò la stanza con la mia assistente e lei, signor Tong, se ne può anche andare a..."

"Perfetto!" intervenne il concierge evitando di far finire la serata in tragedia "Grazie per la sua collaborazione, signor Stark. Provvederemo a farle un sconto al termine del suo soggiorno, il suo aiuto ci è stato indispensabile."

"...a dormire nella sua stanza" concluse Tony osservando in cagnesco il cinese e voltandosi poi verso la sua assistente.

"A quanto pare dovremmo dividere il letto" disse spavaldo, ma stranamente serio in volto.

"A quanto pare..." gli fece eco Pepper, pensando di essersi illusa di aver avuto, per una volta, una camera d'albergo tutta per sè.
 
* * *

Dimenticato l'incidente di poche ore prima, i due vacanzieri decisero di andare a cena in un noto (e parecchio costoso, anche) ristorante a due passi da Piazza di Spagna.
Pepper aveva insistito a rimanere vicino all'albergo, del resto dopo diverse ore di viaggio e una giornata passata a camminare per le vie della città, la stanchezza aveva iniziato a farsi sentire.
Senza contare poi che Tony Stark non era certo un soggetto facile da gestire in vacanza.
Al ristorante era riuscito a sgraffignarsi due piatti di carbonara che Pepper sarebbe riuscita a mangiare nell'arco di tre giorni, una bottiglia di vino pregiatissimo e un pezzo di dolce che lei aveva visto solo da lontano.
Ma si era divertita anche lì e per quanto si sforzasse di ingnorarlo, doveva riconoscere che la compagnia di Tony era piacevole più di quella di chiunque altro.
Arrivati in albergo sentì crescere sempre di più la tensione: dividere la camera con il suo capo era una cosa che l'aveva sempre messa in soggezione, non tanto per il comportamento dell'uomo – che del resto non si era mai permesso di muovere un dito di fornte ai suoi rifiuti – quanto più per le chiacchiere che avrebbe potuto fare la gente.
Si disse che quella volta era stata spinta da necessità più importanti e che non avessero nulla a che fare con i soliti capricci dell'uomo, tuttavia la tensione che sentiva non era dovuta solo a quello.
Tony si era comportato in modo strano e anche adesso che era appena entrato in camera sembrava si sentisse a disagio.

"Si può sapere che le prende?" chiese in tono scherzoso ma senza esagerare.

L'uomo la osservò perplesso e Pepper ci mise un nanosecondo a capire che stava solo fingendo.
"Che mi prende?" chiese retorico "Io sto benissimo, Potts."

"Si comporta in modo strano."

"In che senso?"

Pepper sbuffò, pensando che a volte sembrava proprio un bambino "Nel senso che una volta avrebbe fatto salti mortali pur di dividere una stanza d'albergo con me e invece adesso ne sembra quasi dispiaciuto" disse scocciata e pensando solo dopo quali effetti avrebbe potuto avere quella frase detta in quelle circostanze.

"Quindi lei si sta preoccupando di non vedermi entusiasta di dover dividere il letto con lei?" chiese godendosi l'imbarazzo della donna.

"Sa bene quello che volevo dire, signor Stark. La smetta di interpretare a suo piacimento ogni cosa che dico" disse quella sperando di risultare convincente e il più distaccata possibile.

"C'è da dire che me le serve su un piatto d'argento...Comunque e per inciso, non sono affatto dispiaciuto di dover dividere il letto con lei, Pepper..."

"Tony!"

"...ma, per una volta, avrei preferito che le cose fossero andate diversamente. Tutto qui" spiegò vago e con un tono di voce che non lasciava spazio a ulteriori obiezioni e chiarimenti.

D'altra parte Pepper rinunciò al dialogo, anche perchè se avesse parlato ancora sarebbe probabilmente riuscita a fare l'ennesima gaffe di fronte al suo capo. Quindi optò per il silenzio e sperò che le cose procedessero per il meglio.
Tony la osservò chiudersi in bagno e sorrise tristemente, pensando che dopotutto la vicinanza della donna avrebbe solo potuto essergli d'aiuto.




NdA
Dopo mesi ho finalmente trovato il tempo e la voglia di continuare questa long, ringraziate WildestDream per questo, perchè ultimamente si sta divertendo a riesumare la mia autostima e quindi gnnieeente, eccomi di nuovo qui.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e a questo punto spero a presto, tanto io devo giusto fare quattro esami nel giro di dieci giorni e....ahahah mi viene da piangere perchè invece di studiare penso a scrivere fanfiction, lel.
Il titolo del capito è come sempre quello di un film e in questo caso si tratta di una pellicola di Mario Monicelli del 1981.
Ringrazio chiunque si sia fermato a leggere, alla prossima!
_Atlas_

P.S. E un bacione immenso a WildestDream, che se lo merita tutto <3

 
   
 
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