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Autore: Nono23    04/06/2016    3 recensioni
Un invito a sgranchirsi le gambe giocando a calcio può far venire a galla l'amore che due ragazzi provano l'uno per l'altro?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Couples - First Kiss'
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〰Football〰


Calum e Ashton erano migliori amici da quando si erano incontrati, per la prima volta, in terza media. Ashton si era trasferito da poco a Sydney e la sua espressione da cucciolo smarrito aveva attirato l'attenzione del ragazzo dai tratti orientali, facendo sì che si conoscessero e diventassero, lentamente, grandi amici.

Calum aveva, da sempre, la passione per il calcio, tant'è vero che persino il suo allenatore insisteva sul futuro da professionista. Diceva che aveva le doti e le possibilità di eguagliare, con un allenamento costante, personaggi del calibro di Ibrahimovic e Messi. Il ragazzo ci aveva pensato più e più volte, ma il suo cuore apparteneva solo ed esclusivamente alla musica. E, beh, anche ad Ashton.

I due ragazzi, infatti, si ritrovavano a passare interi pomeriggi estivi a suonare chi il basso, chi la batteria. Creavano le cover delle canzoni che preferivano, ma non avevano mai provato a scriverne una tutta loro. Quando calava la sera e loro erano stanchi ed esausti, si fermavano. Le canottiere che indossavano si trasformavano spesso in spugne intrise di sudore, perciò erano costretti a cambiarsi dopo una doccia rigenerante. Durante quelle occasioni, Calum osservava il corpo del ragazzo riccio più che poteva. Ogni volta trovava un particolare nuovo da amare. Che fosse un neo o una voglia o semplicemente il modo in cui arricciava il naso quando ridacchiava allegro, il moro sentiva di star perdendo la testa per il suo caro amico.

Quella mattina Ashton si era alzato trovandosi un messaggio sul cellulare da parte di Calum, in cui lo invitava a passare il pomeriggio al campetto comunale. Il riccio accettò. Aveva proprio voglia di sgranchirsi le gambe. Uscì di casa verso le tre e mezza. Vestiva con un paio di bermuda larghi e una canottiera verde, in tinta con i suoi occhi, stile giocatore di basket. Ai piedi delle All Star nere. Camminava tranquillamente e giunse al parco in anticipo di qualche minuto. Optò per un po' di stretching nell'attesa di Calum, che arrivò dopo circa dieci minuti con un pallone da calcio sottobraccio.

Cominciarono con dei passaggi, giusto per scaldarsi, successivamente scelsero di scartarsi, cercando di fare goal in una delle due porte ai lati del campetto.
Continuarono così finché, durante un'azione, Ashton scivolò rovinosamente sul terreno erboso, sbucciandosi un ginocchio. Venne raggiunto in un batter di ciglia da Calum, che gli si inginocchiò di fianco.

<< Ash... Ash, come stai?>>

Esaminò rapidamente la parte lesa del ragazzo, notando solo una grossa contusione ed escoriazioni varie, ma nulla di più serio. Il riccio gemette leggermente quando le dita esperte del moro passarono sopra la botta che si stava velocemente colorando di un viola scuro.

<< Mi fa male la gamba, lì, proprio dove hai messo le mani prima.>> rispose un po' affannato.

<< Okay, ce la fai a camminare?>> lui annuì, in realtà  incerto, ma, appoggiandosi al petto di Calum, era riuscito a mettersi in piedi.

<< Come va?>> gli domandò voltando la testa verso la sua, ritrovandosi a pochi centimetri di distanza. Incespicò nei suoi stessi piedi a causa di un lieve giramento di testa causato da quella visuale, ma così non fece altro che avvicinarlo ancora di più. Poteva sentire il suo fiato caldo solleticargli il collo grondante di goccioline di sudore dovute alla partita. Fortunatamente erano arrivati alla panchina, dove vi fece sdraiare il ferito. Aveva lasciato lì accanto una borsa che si era portato dietro. Conteneva salviette, due bottigliette d'acqua, qualche frutto e un kit di pronto soccorso. Per quest'ultimo, il ragazzo aveva seguito il consiglio della madre. La ringraziò mentalmente, mandandole un bacio.

Prese un cerotto abbastanza grande dalla scatola e lo posizionò sui graffi, dopo averli ripuliti dal sangue rappreso con dell'acqua ossigenata. I gemiti di dolore mal trattenuti di Ashton facevano sì che il suo povero cuore innamorato si stringesse in una morsa che quasi gli toglieva il respiro.
Con una benda gli fasciò il ginocchio dolente.

Il riccio gli afferrò il polso e lo trascinò fino ad avere i loro visi sulla stessa retta. Calum aveva il fiato corto, le guance si erano imporporate, seppur nascoste dal suo incarnato ambrato, e sentiva le gambe diventare molli come la gelatina. Ashton lo avvicinò di più, con l'intenzione di regalargli un casto bacio sulla guancia, ma qualcosa andò storto... O forse no.

Il moro si era lasciato guidare, ma all'ultimo, spinto da non sapeva neppure lui quale forza, aveva cambiato traiettoria, posando le sue labbra contro quelle del batterista, che era rimasto inerme, con la bocca socchiusa. Ma Calum non si era azzardato a violare l'accesso del suo migliore amico, se non con il suo consenso, che arrivò con qualche attimo di ritardo dovuto più alla sorpresa che altro.

Quando entrambi necessitarono di ossigeno, si staccarono, ma il moro si allontanò maggiormente, ora spaventato dalle parole dell'amico. Insomma, che diavolo gli era saltato in mente di baciarlo? L'avrebbe perso per sempre, ne era sicuro.Stava già inviandosi verso casa, quando la voce calda, serena e dolce di Ashton lo fermò sul posto.


<< Hey Cal, anche la mia ferita  avrebbe bisogno di un tuo bacio...>>

<< Che... Che intendi, Ashton?>>

Il riccio semplicemente sorrise e Calum capì che non avrebbe mai saputo resistere alla sua bellezza. Gli si avvicinò nuovamente e questa volta fu proprio il bel batterista a prendere l'iniziativa. 

<< Sai Cal, non te l'ho mai detto, ma... I tuoi occhi, quando sorridi, si accendono di una luce stupenda... Esattamente come in questo istante... E il poterli osservare così da vicino... Mi manda letteralmente in visibilio. E voglio vederlo altre infinite volte. Calum, penso che mi sia innamorato di te.>>

Il moro rimase davvero spiazzato da quel discorso. Non riuscì a trattenersi e posò di nuovo le sue labbra su quelle del riccio. Entrambi sorrisero nel bacio. Sorrisero come non mai.

<< Ash, ti amo. Ti amo da sempre, dalla prima volta in cui ho posato i miei occhi su di te. Ti amo quando sorridi, quando ti lamenti di un prof, quando canticchi sotto la doccia, quando ti abbuffi come se non ci fosse un domani e ti sporchi tutto di salsicce varie... Io semplicemente non posso fare a meno di te. Ti amo.>>

Il batterista si era letteralmente commosso a quelle parole. Si abbracciarono, consapevoli che da quel momento sarebbe iniziata la loro storia d'amore. Non sapevano se e quanto sarebbe durata. Sapevano solo di amarsi a vicenda e quello tanto a loro bastava.
   
 
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