Anime & Manga > Osomatsu-san
Segui la storia  |       
Autore: Dazechrome    04/06/2016    3 recensioni
[Osomatsu-san]
Karamatsu entrò vestito col suo set chiodo nero e pantaloni a paillette, togliendosi gli occhiali da sole. – Madre… - esordì con voce soave. – Hai ragione… prenderemo un cane. Ho già pensato a tutto io.
Tutti gli altri fratelli saltarono in aria, Ichimatsu strillò talmente forte da far scappare il gatto.
-Prendiamo un cane? Prendiamo un cane! – esclamò Jyushimatsu, ballando e gesticolando con le braccia a mo’ di tentacolini. – Lo adottiamo dal canile? Ne prendiamo uno di strada? Oppure uno di razza? Magari un bel volpino di pomerania!
Karamatsu gli mise un braccio sulle spalle. – Fratello… i volpini di pomerania non sono cani da guardia.
Genere: Angst, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Dobbiamo prendere un cane” aveva dichiarato solennemente Mamma Matsuno quel giorno. Era diventata una prassi: ogni tanto la donna sbucava dal nulla ricordando ai fratelli dei ladri pericolosi in giro e del bisogno di una buona guardia.
-Ma mamma, tutti i ladri che entrano a casa nostra scappano appena vedono più di uno di noi. – aveva risposto Osomatsu ridacchiando per l’ennesima volta. – La nostra miglior guardia è confonderli.
-E poi nessuno saprebbe tenerlo e addestrarlo. – ripeté Choromatsu.
-Potrebbe venire un ladro che sa già che ci sono sei gemelli in casa. – ribatté Mamma Matsuno, preoccupata. Questa era nuova.
-Beh, tanto non avrebbero nulla da rubare. – squittì Todomatsu continuando a chattare sul cellulare, sdraiato a terra. – Al massimo prendono qualcuno in ostaggio, ma io non pagherei mai un ricatto.
-Dovessero prendere anche me sarebbe un favore. – bofonchiò Ichimatsu con un gattino grigio in braccio, seduto vicino alla porta.
Karamatsu entrò vestito col suo set chiodo nero e pantaloni a paillette, togliendosi gli occhiali da sole. – Madre… - esordì con voce soave. – Hai ragione… prenderemo un cane. Ho già pensato a tutto io.
Tutti gli altri fratelli saltarono in aria, Ichimatsu strillò talmente forte da far scappare il gatto.
-Prendiamo un cane? Prendiamo un cane! – esclamò Jyushimatsu, ballando e gesticolando con le braccia a mo’ di tentacolini. – Lo adottiamo dal canile? Ne prendiamo uno di strada? Oppure uno di razza? Magari un bel volpino di pomerania!
Karamatsu gli mise un braccio sulle spalle. – Fratello… i volpini di pomerania non sono cani da guardia.
-Si invece! – saltò l’altro. – So tutto sui volpini di pomerania! Sono il mio spirito guida! Loro sono tra i più stretti discendenti del lupo e abbaiano tantissimo perché derivano da razze di cani da guardia!
-Traditore. – sibilò Ichimatsu schifato col gatto di nuovo in braccio, nel tentativo di calmarlo.
-Nonononon, Jyushimaaatsu. – belò Karamatsu. – Abbiamo bisogno di un cane possente, capace di staccare un braccio a qualcuno, uno bello grosso. Prenderemo un Dobermann.
-Prenderemo? Ehi, io non voglio un cane che possa staccarmi il braccio! – esclamò spaventato Osomatsu, prendendo la distanza.
-E poi i Dobermann richiedono tantissime cure! Perché mai vorresti prenderne uno proprio tu? – continuò Choromatsu. – Hai idea di come addestrare un cane così?
-Sono giorni che studio come addestrare professionalmente un cane… - rispose con voce tenebrosa Karamatsu. – Sono rimasto chiuso in camera per molto tempo, pensando alla proposta di nostra Madre…
-E perché non ci sei rimasto? – ringhiò Ichimatsu, stringendo il gattino. – Noi non prenderemo nessun cane. Né ora né mai!
-Pensi possa mangiarti i gatti? Uhuhuh. – farfugliò malizioso Todomatsu sorridendo.
-Prima dovrebbe mangiare te! – urlò Ichimatsu, strozzando la bestiola.
-Prendiamo un cane di razza! Prendiamo un cane! – esclamò entusiasta Jyushimatsu saltellando per tutta la stanza.
-Mamma, tu che ne pensi? – chiese Choromatsu. – Non vorrai davvero affidargli un compito così importante?
-Beh, non credo sia rimasto chiuso da solo a riflettere per sfizio. – rispose Mamma Matsuno. – E’ deciso. Vi prenderete tutti cura del cane e lo addestrerete alla guardia. Sono sicura che questo vi aiuterà ad essere più responsabili. Sarà una questione di vita o di morte.
Karamatsu sorrise vittorioso, mettendo le mani sulle spalle della donna. - Non vi deluderò, madre.
Jyushimatsu si dimenò a terra come se avesse un attacco epilettico. – Un cane! Prenderemo un cane!
-Dovremo prendercene cura TUTTI? – sobbalzò Osomatsu. – Mamma! Ripensaci! Non puoi fidarti di Karamatsu!
-Io non ho nessuna voglia di occuparmi di un cane. – cinguettò Todomatsu, ancora per gli affari suoi col cellulare.
-Così è deciso. L’udienza è tolta. – dichiarò Mamma Matsu.
-NOI! NON PRENDEREMO NESSUN CANE! – urlò Ichimatsu, facendo saltare in aria tutti. – Se vedrò un cazzo di cane in casa, Fecciamatsu, giuro che lo uccido assieme a te! Fosse l’ultima cosa che faccio!
-Non preoccuparti, non farà del male ai tuoi gatti di strada. Gli basterà scappare. – rispose tranquillo Karamatsu
-Ripensandoci è una buona idea. I gatti mi stanno sul cazzo. – mormorò Todomatsu.
-Fratello, calmati. Sono sicuro che andrete d’accordissimo. Tu ami gli animali. – continuò Karamatsu.
Ichimatsu urlò talmente forte da scuotere la casa, la bava alla bocca dalla rabbia e dalle lacrime.
-Dai… magari non se ne fa niente. – bisbigliò Osomatsu.
-Lo prenderemo oggi. – concluse Karamatsu eternamente sorridente, uscendo. La madre disse un piccolo “oh no” e ritornò in camera dal marito.
-PERCHE’! PERCHE’ DEVI SEMPRE PARLARE AL PLURALE! – urlò Ichimatsu. – FECCIAMATSU! TORNA QUI!
-Karamatsu! Vengo anche io! – esclamò Jyushimatsu, inseguendolo e sbattendo la porta in faccia a Ichimatsu.
-Io non ho una famiglia! Non conosco nessuno di voi! – pianse Ichimatsu uscendo di casa. A nulla valsero i richiami di Osomatsu.
 
Karamatsu rientrò sorridente assieme a Jyushimatsu, un cucciolo di Dobermann in braccio nervoso e tremante; aveva uno strano cappello in testa che gli fasciava perfettamente le orecchie ed era già munito di collare e guinzaglio.
-Lui è Zeus. – presentò Karamatsu. – Per favore, fate piano, deve abituarsi alla nuova casa-
-AHHHHHH ma è un cucciolo! – esordì Todomatsu, saltandogli addosso e cercando di accarezzarlo. – Pensavo ne prendessi uno già addestrato a sbranarci!
-Quindi… se si affeziona a noi, non ci sbranerà, vero? – fremette Osomatsu.
-Zeus? Lo hai chiamato Zeus? Non potevi dargli un nome meno stereotipato?! – sbottò Choromatsu, deluso.
-Zeussino! Zeussino! – ripeté Jyushimatsu felice.
-Fallo girare un po’! – propose Todomatsu. Karamatsu lo lasciò delicatamente a terra, lasciandogli esplorare la stanza.
-Perché non hai preso una femmina? Non sono più mansuete? – chiese Choromatsu.
Karamatsu sbuffò. – Abbiamo bisogno di un cane da guardia, non ricordi? – rispose. – E poi non lascerei mai una femmina tra le vostre mani.
-CHE COSA VAI A PENSARE! – strillò Choromatsu.
-Vedi, Fappymatsu, sai di essere inaffidabile. – ridacchiò Osomatsu.
-Che cosa stai implicando! – continuò Choromatsu, urlando.
Karamatsu ridacchiò osservando compiaciuto il suo bimbo socializzare coi suoi fratelli e esplorare la casa.
Ma sentiva uno strano vuoto dentro.
-Do… dov’è Ichimatsu? 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Osomatsu-san / Vai alla pagina dell'autore: Dazechrome