Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Miss Larolles    05/06/2016    0 recensioni
"Londra incrociò le braccia al petto e fissò la sua attenzione sulle mani di Parigi, intenta torturarle, mentre continuava a balbettare ed a dire frasi a cui non stava dando nemmeno un briciolo di attenzione.
Il perché avesse accettato quell'invito, non lo sapeva nemmeno lei, e stava cominciando a credere che si stesse rivelando un mera perdita di tempo.
Sarebbe stato meglio che se ne fosse restata a Londra, nel suo ufficio, a sbrigare le carte che sarebbero poi serviti a Mr. England, nel prossimo meeting dell'EU, in compagnia soltanto del battere incessante delle gocce di pioggia sulla finestra."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
{ Paring: Paris x London, OC! Parigi/ Vivienne Bonnefoy, Londra/ Seymour Kirkland }



Erano sedute su quella panchina da circa un'ora, e stava iniziando a spazientirsi di quel continuo balbettare ed arrossire dell'altra.
 
 
Con un caldo che poteva definire alquanto soffocante e le urla quasi indemoniate dei bambini in quel parco, certamente non rendevano lo sfondo di quella scena alquanto tranquillo.
 
 
Dal canto suo Vivienne, non sentiva minimamente le urla dei bambini e non le interessava minimamente del caldo, troppo concentrata a tentare di esprimere i propri sentimenti di fronte all'altra.
 
 
Aveva organizzato quell'appuntamento tra di loro, proprio per dichiararsi a Seymour, ed adesso, non sapeva cosa dire.
Eppure ieri, davanti allo specchio sembrava così sicura, ma in quel momento, sedute lì su quella panchina, le erano bastate quelle iridi smeraldine fisse sulla sua figura, che la osservavano in un misto tra l'irritato e l'incuriosito, per mandarla completamente in tilt.
 
 
Inoltre aveva contato sul l'effetto romantico della sua bella Parigi, ma purtroppo, quel l'effetto era come svanito, facendo prendere al quell'appuntamento, una piega ancor più disastrosa.
 
 
 
Londra incrociò le braccia al petto e fissò la sua attenzione sulle mani di Parigi, intenta torturarle, mentre continuava a balbettare ed a dire frasi a cui non stava dando nemmeno un briciolo di attenzione.
 
 
Il perché avesse accettato quell'invito, non lo sapeva nemmeno lei, e stava cominciando a credere che si stesse rivelando un mera perdita di tempo.
 
 
Sarebbe stato meglio che se ne fosse restata a Londra, nel suo ufficio, a sbrigare le carte che sarebbero poi serviti a Mr. England, nel prossimo meeting dell'EU, in compagnia soltanto del battere incessante delle gocce di pioggia sulla finestra.
 
 
- Sai Seymour, io… io credo ch-che io…
 
 
Londra alzò gli occhi al cielo in un moto di stizza, all'udire le ennesime parole mangiucchiate della parigina.
 
 
- Ed allora… io…
 
 
- Stop stupid French- la interruppe la londinese, alzandosi dalla panchina di legno, e guardando l'altra dritta nei suoi occhi turchesi "così dannatamente sinceri ed infantili" pensò per un attimo Seymour, prima di riprendere a parlare - non so dove questa tua sottospecie di discorso voglia andare a parare, ma a me sa tanto di presa in giro, quindi non rimarrò qui un minuto di più e sia chiaro che…
 
 
- Je t'aime Seymour!
 
 
Anche Parigi si era alzata di scatto dalla sedia, mentre urla quelle semplici quattro parole.
 
 
Quattro parole che a momenti non fecero svenire l'inglese.
 
 
Si trovavano una di fronte all'altra, a dividerle soltanto un paio di centimetri.
 
 
Seymour si perse a guardarla: il corpo minuto ed esile, ma dai movimenti eleganti ed i gesti da primadonna, i riccioli di un rosso tanto vivo, le lentiggini sul viso candido, il grazioso nasino all'insù e… e quelle dannate iridi che la guardavano con così tanta speranza che la fece deglutire più volte a vuoto.
 
 
Pensò in momento di baciare, tutto di lei: dai capelli, il naso, le guance, le labbra ed ogni centimetro di quel corpo così perfetto ma al contempo così provocante per lei.
 
 
Mentalmente si prese a schiaffi in faccia, e pensò di chiedere in prestito la sua fida padella ad Ungheria, per darsela dritta in faccia.
 
 
Perché le venivano in mente pensieri così peccaminosi? Non si adattavano di certo ad una gentildonna come si rispetti. Cosa avrebbe detto di lei Mr. Kirkland? Stava forse diventando una pervertita come quello sconsiderato di Francia?
 
 
Mentre un turbine di domande a cui, sapeva, non avrebbe mai dato delle risposte concrete, le invadevano la mente, Vivienne continuava a guardala speranzosa, confidando nella sua imminente risposta.
 
 
 
Ad ogni minuto che passava, il viso, una volta candido della francese, si tingeva sempre di più di un rosso scarlatto, come le rose che Monsieur France amava tanto, mentre in modo meccanico e ripetitivo, si lisciava le pieghe della gonna del delizioso vestito color pervinca, che indossava quel giorno.
 
 
Londra la guardò per un'ultima volta, per poi piegare le labbra in un sorriso, e voltarsi dall'altra parte, cominciando ad incamminarsi per raggiungere… be', a lei sarebbe stato bene qualsiasi posto lontano da lì, da quel odioso parco, da quella smielata città e da lei, per fuggire una volta per tutte a quello sguardo che era ogni volta una pugnalata sempre più forte, al cuore.
 
 
 
Vivienne abbassò lo sguardo, mortificata, sentendo le lacrime pizzicarle i lati degli occhi, e cercando di trattenere i singulti, mossa da l'orgoglio di non farsi vedere debole e fragile, non di fronte a Seymour ed al suo palese rifiuto.
 
 
Aveva già mosso i primi timidi passi verso la direzione opposta a quella della londinese, seguendo il suo esempio di farla finita lì con quel incontro e di andare via, stringendosi sempre di più le spalle, alla leggera giacca bianca, che indossava.
 
 
Se lo doveva aspettare, un ipotetico suo rifiuto, insomma, non era sicuro che lei  la dovesse per forza ricambiare, come succedeva nelle squallide commedie d'amore del venerdì sera, dove lui si dichiara in uno dei posti più romantici esistenti sulla faccia della terra e lei, entusiasta, lo ricambia con un convinto "Anch'io!".
 
 
Era stata stupida ed avventata, ed ora Londres, non l'avrebbe nemmeno guardata più in faccia.
 
 
Forse non doveva prendere i discorsi di Monsieur Bonnefoy sull'amore, come oro colato, poiché lui stesso, era più volte stato rifiutato dal capo di Londres, Angleterre.
 
 
-Vivienne!
 
 
Quest'ultima non ci pensò due volte a girarsi, chiamata da quella voce, alle sue orecchie, tanto soave.
 
 
L'inglese poté notare chiaramente, il viso della piccola francese, solcato dalle prime lacrime che iniziavano a scendere sulle guance, ancora tinte di vermiglio.
 
 
- Goodbye… and see you around… ok?
 
 
Parigi, definitivamente respinta, vedendo le sue ultime e fragili speranze, distrutte senza la minima pietà, mormorò un "bien" impercettibile, riprendendo a camminare sconsolata e delusa, per le strade soleggiate della sua città.
 
 
Seymour con la morte nel cuore e lo sguardo fisso sulla figura sempre più lontana di Vivienne, riprese a camminare.
 
 
"I love you too!", questo le avrebbe voluto gridare, ma purtroppo lei non era come Parigi, sincera e passionale.
 
 
Londra si vergognava dei suoi sentimenti, e no, non era ancora il momento di dirglielo.
 
 
E con questa consapevolezza a farle compagnia, si preparò a tornare a casa, dove la aspettava carta straccia da leggere e compilare, con il battito delle gocce di pioggia sul vetro della finestra.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Miss Larolles