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Autore: phoenix_esmeralda    05/06/2016    0 recensioni
È coraggioso l’abbraccio, perché quando allarghi le braccia esponi il cuore. È fiducioso, perché crede che l’altro completerà ciò che hai iniziato.
Precisazione: il titolo si legge con l'accento sulla prima "a", il significato sarebbe: "Tu strappati via dall'anima"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E poi ti sei sporto in un abbraccio...  
Quel gesto in cui uno si apre  e l’altro, istintivamente, colma lo spazio.
È coraggioso l’abbraccio, perché quando allarghi le braccia esponi il cuore. È fiducioso, perché crede che l’altro completerà ciò che hai iniziato.
Ho colmato il tuo spazio, d’istinto come si doveva.  Ti ho stretto forte, senza neppure accorgermene.
È una fregatura l’istinto, a volte. Avrei voluto fermarlo, quel momento, tenermelo in tasca e rigirarlo come una monetina sul fondo. Sentirne la levigatura, la temperatura, le imperfezioni.
Invece no, mi è scappato come una secchiata d’acqua, che fai appena in tempo a realizzare e già è solo una pozzanghera ai tuoi piedi.
Vorrei rivivere quell’abbraccio, sentire il tuo cuore, il tuo respiro, la forza con cui mi hai stretta. Non mi sono accorta di nulla di tutto ciò, e ripensarlo nella mia mente ora è solo una chiazza fugace.
Braccia tese, braccia strette... ciao. Buone vacanze.
Così poco da farmi bastare per tutti questi giorni... questi interminabili giorni, che hanno iniziato a rallentare dal momento in cui ti ho salutato.
Non ha mai fatto così male, ma  so che smetterà, so che non durerà.
Sette giorni e la morsa si farà meno stretta, quindici e inizierà a sembrarmi un po’ più regolare... Tre settimane e diventerà più incostante... Un mese, e la mia vita sarà normale senza te.
Oggi siamo a quattro. Quattro faticosi giorni attraversati nel pantano dei tuoi occhi, dei tuoi sorrisi, delle parole che ho scordato di dirti, di quelle che avrei voluto dire in modo diverso. La girandola impazzisce e vorticano i ricordi, le sensazioni, gli istinti.
Afferro il telefono e faccio per scriverti, una volta, due, tre...  Lo riabbasso ogni volta, perché quattro giorni sono passati e ho troppa paura che leggendo un tuo messaggio il conto si riazzeri.
Mi tengo un pungolo nel cuore, le lacrime strette negli occhi, respiro lenta. È uno strappo, uno strappo, uno strappo... Uno di quei dolori acuti che ti farebbero impazzire se durassero più di un istante. Ma non lo fanno mai.
Devo solo trattenere il respiro e aspettare.
Passerà. Passerai.
Passerai quel tanto da lasciarmi la leggerezza di vivere questo tempo senza te.
Tanto intensa era la tua presenza, tanto intensa è la tua assenza.
Passerai.
Ancora qualche ora e i giorni saranno cinque.
 
 
 
 
 
  
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