La nostra canzone
Dopo aver
postato su Twitter la loro foto, Michael fa scivolare
lentamente il suo telefonino sul tavolo e si volta verso Cote, che lo fissa con
un mezzo sorriso sul volto.
Il suo
cappello a falda larga le nasconde leggermente il viso, ma Michael ne conosce
ogni dettaglio e potrebbe disegnarlo senza neanche guardarla, se solo fosse le
sue abilità di disegnatore fossero simili a quelle recitative.
«I nostri fans ti adoreranno.»
«Sappiamo già
tutti che nessuno crederà che Ziva è davvero morta. Insomma, non ci credo
neanche io.» risponde lui, sogghignando leggermente.
La festa
attorno a loro si anima, al ritmo di una musica anni 90’ che aleggia nell’aria
e un punch che nessuno ha corretto che scorre nei bicchieri.
Michael ha
organizzato quella festa, in onore del suo ultimo episodio su NCIS e, benché
sia piena di persone con cui ha lavorato per anni e che considera quasi come
una famiglia, la prima persona a cui ha pensato è stata quella che è al suo
fianco.
La sente
spesso, anche se tra un impegno e l’altro la vede molto meno di quanto
vorrebbe, se consideriamo che si era abituato a vederla quasi 10 ore al giorno,
tutti i giorni, quando registravano insieme NCIS.
E, durante
quei pochi anni in sua assenza, non aveva neanche dovuto recitare quando Tony
manifestava la mancanza di Ziva: si sentiva in perfetta sintonia con il suo
personaggio e i suoi sguardi di tristezza quando guardava quella scrivania
vuota o occupata da Emilie, non sapeva se
appartenessero più a lui che a Tony.
«Chissà se un
giorno lo vedranno questo ‘Big Kiss’.» commentò,
ridendo leggermente.
«La speranza
c’è sempre, giusto Michael?»
Lei ride,
avvicinandosi a lui e dandogli un bacio sulla guancia – così, così vicino alle labbra – e sperando, per un istante che il
tempo possa fermarsi proprio in quel momento. La sua barba pizzica su di lei,
ma stringersi a Michael è qualcosa a cui non farà mai l’abitudine.
Michael non
ha una vera spiegazione per quella frase che ha scritto: sa che ognuno ne
trarrà la propria interpretazione, ma la verità è che lui stava semplicemente
guardando Cote mentre scattava la foto e quelle parole sono state pigiate sul touchscreen senza che ci pensasse troppo.
La serata
passa tra varie risate, alcuni giochi e una grande dose di allegria generale:
Michael sa che il giorno dopo tornerà da sua moglie e dai suoi amati bambini,
eppure ogni volta che il suo sguardo si posa su Cote, il resto del mondo sembra
quasi scomparire.
Inevitabilmente,
è lei l’unica ad essere rimasta alla fine, seduta su un divanetto a bere i
rimasugli di una birra. Non si sentono più chiacchiere e l’unico suono che li
accompagna è il pigro incedere del vinile sul giradischi.
Michael va
verso i pezzi che ha portato e, in fondo, Cote non si stupisce quando sente
partire delle note familiari.
«Suonano la
nostra canzone, sweetcheeks.»
Lei ride, ma
si alza in modo quasi istantaneo alla sua richiesta di ballare.
In un attimo
sembra ad entrambi di tornare sul set, per girare quella scena, sotto gli occhi
di cameramen e tecnici.
Ma ora sono
soli e potrebbe sembrare così sbagliato e inappropriato, ma non c’è nulla di
più naturale per loro, sul finire
della canzone, di avvicinarsi e baciarsi lentamente, quasi con sacralità.
Perché lo
sanno entrambi che c’è qualcosa che li lega più forte della loro amicizia, più
potente e più vivo di un amore qualsiasi e che, nonostante il tempo, non si
estingue.
Cote si
stacca, appoggiando la fronte alla sua e sospira nel suo viso.
«Io vado.»
«Lo so.»
Lei quasi
scatta verso la porta, sentendo un tipico fuoco che l’ha incendiata fin dentro
le viscere e immaginando – sperando –
che un giorno trovino la forza di definire il sentimento che provano e che gli
illumina gli occhi.
È un saluto
silenzioso, come tanti se ne sono lanciati e come tanti altri se ne lanceranno.
Michael chiude la porta alle sue spalle, pensando solamente che vorrebbe
aprirla e rincorrerla per non lasciarla andare – mai più.
Prende il
telefonino dalla sua tasca e, andando su Twitter, rivede
le foto che ha scattato insieme a Cote, leggendo i numerosi commenti che gli
hanno già lasciato.
Qualcuno
scrive che quello è il vero finale di Tony e Ziva, qualcuno che è una bella
foto tra due grandi attori, qualcun altro che lui e Cote formerebbero una
coppia bellissima e che hanno ancora speranza di veder comparire, su qualche
giornale, la notizia che loro due si sono finalmente messi assieme.
Si trascina
stancamente verso il suo letto, sapendo che ha un volo di mattina presto, e le
uniche parole che continuano a venirgli in mente sono quelle di Cote.
«La speranza c’è sempre, giusto Michael?»
E, ancora una
volta, i confini tra loro e i loro personaggi si fanno così sottili da essere
indistinguibili, così vicini da essere gli stessi, entrambi animati da quel
grande sentimento dal nome assolutamente
impronunciabile.
Fine.
Che dire… l’ispirazione è ovviamente nata dalle bellissime foto
che Michael ha postato su Twitter dopo l’ultima
puntata. Non ho potuto fare a meno di ricamarci su e ho dovuto scrivere su di
loro perché sono così belli e così teneri e così innamorati.
Come già
scritto nella mia precedente fic, lo so che Michael è
sposato e felicemente, ma non posso
fare a meno di vedere l’intesa che hanno lui e Cote, mi dispiace. Quindi
beccatevi questi deliri, perché loro sono la tenerezza. (E se ripenso a quell’ultima
puntata, giù di pianti, anche se io la penso esattamente come i Michael e Cote
della mia fic u.u)
L’ultima
frase che rivolge Michael a Cote è ovviamente ripresa dalla puntata 10x21 ‘Berlino’,
quando iniziano a ballare sulla pista il loro lento.
Spero tanto tanto che la storia vi sia piaciuta, sarei felice se mi lasciate
un commentino anche piccolo piccolo!
Un bacione,
EclipseOfHeart