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Autore: Ramosa12    07/06/2016    9 recensioni
[Nuova Versione][AU]
Percy Jackson è il capo della più pericolosa banda criminale di New York.
Annabeth Chase è la solita ragazza che tutti definirebbero "perfetta".
Ma non è così.
Niente Dei,niente semidei.
Solo loro due con una vita perfetta o almeno così credono.
[Percabeth]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Jason/Piper, Nico/Will, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Rick Riordan; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Capitolo 4

Periferia di New York,
May 17, 2015.
 
 

Luke Castellan scagliò un pugno contro la parete.

Si sentiva così frustrato e arrabbiato.
Annabeth se ne era andata senza dargli una buona spiegazione, lasciandolo come un idiota sul letto e imbrazzandolo davanti tutti i suoi amici.
-Te l’avevo detto, non è facile con quella biondina. Accetta la sconfitta, Luke- commentò in un tono beffardo Travis Stoll.
Il ragazzo gli lanciò un’occhiataccia.
Lui che si arrendeva? Mai.
-Mi ha detto un uccellino che se ne andata con Jackson. Rassegnati Luke, ormai ho già vinto io, se lui si mette tra voi.- continuò Travis –Non ti farà fare un’altra volta lo stesso giochetto che hai fatto con l’altra sua amica-
Luke strinse forte il pugno, scagliandolo nuovamente contro la parete.
Quel Jackson, quanto l’odiava.
Era la sua palla al piede, non poteva divertirsi che lui glielo impediva.
-Che ci faceva Jackson nella mia zona?- domandò stringendo i denti.
-Ho sentito dire che stava picchiando un ragazzo che non l’aveva pagato- rispose Connor Stoll – e non era solo, con lui c’erano anche Grace e Di Angelo- 
-Erano sotto al nostro naso e non avete fatto nulla?- esclamò Luke rosso in viso –Era la volta buona che davamo una lezione a quei tre-
-Avremo perso comunque- bofonchiò Connor incrociando le braccia sotto al petto e appoggiando la schiena contro il muro.
Il capo della banda guardò il ragazzo fulminandolo con lo sguardo.
Gli occhi, che erano quasi sempre sulle sfumature azzurre, assunsero un colore tempestoso sui toni del blu elettrico.
-Invece di preoccuparti di quei tre, pensa a racimolare i soldi per la scommessa- cambiò discorso Travis con un ghigno dipinto sulle labbra –Mi sa che non te la stai cavando così bene con la Chase-
-Sono solo tuoi pensieri, Stoll, vedrai che prima della fine di giugno sarà mia. Non c’è bisogno neanche di preoccuparmi di Jackson, in quanto, molto probabilmente, quei due si sono conosciuti solo stasera ed Annabeth  è una persona molto fedele- disse Luke rivolgendo lo sguardo fuori dalla finestra e scrutando il cielo notturno –Non mi tradirebbe mai. Poi una volta che avrò avuto ciò che voglio, potrò dirle pure addio-
-Mica è come te, Luke, se sapesse con chi la tradisci- rise Travis stendendosi sul letto matrimoniale.
-E’ lei che mi ha cercato e io ne ho solo approfittato, non capita mica tutti i giorni di farti la sorella di un tuo nemico- disse Luke riferendosi alla ragazza che Travis stava parlando.
-Peccato che questa non è stata una cosa occasionale, al contrario, è da tre mesi che ormai va avanti. Quando finirete di farlo nello sgabuzzino del bidello?- domandò Connor estraendo dalla tasca dei jeans scuri un pacchetto di sigarette e accendendosene una.
-Nessuno dei due vuole una cosa seria, quindi ci va bene così- rispose Luke.
-E’ meglio che ve ne andiate, tra un po’ arriva e non vi voglio fra i piedi. Pensate a qualcosa di diabolico per la banda di Jackson, che domani voglio giocare un po’ con loro- continuò poi, assumendo il solito ghigno sfacciato e tenebroso.
Non appena i due ragazzi uscirono, Luke socchiuse per un secondo gli occhi, cercando di pensare come risolvere il suo problema con Annabeth.
Si maledì mentalmente per quella stupida scommessa che aveva fatto con Travis Stoll l’anno precedente.
“Se non avessi bevuto tutta quella vodka e fumato tutte quelle canne, non sarei in questa situazione” pensò Luke massaggiandosi le tempie.
Ma come poteva fare?
Annabeth non si sarebbe mai concessa a lui, neanche da ubriaca.
-Mi ha detto un uccellino che se ne andata con Jackson. Rassegnati Luke, ormai ho già vinto io, se lui si mette tra voi. Non ti farà fare un’altra volta lo stesso giochetto che hai fatto con l’altra sua amica-
Le parole di Travis risuonarono nuovamente nella sua mente.
Poteva sempre optare per il trattamento che aveva usato per l’amica di Jackson, quella ragazza dai capelli rossi.
In effetti non era un cattivo piano.
Sorrise maligno, doveva solo trovare un modo per star solo con Annabeth e forse aveva anche una mezza idea sul come fare.
Doveva giocarsi bene le sue carte, doveva scegliere il giorno e il luogo giusto, così da non essere disturbato da nessuno.
Aveva soltanto Giugno poi tutto sarebbe finito.
La scommessa sarebbe finita e lui non era disposta a perderla.
L’improvviso bussare alla porta, lo distolse dai suoi pensieri, e aprendola una figura femminile entrò nella stanza.
Luke osservò la sua schiena scoperta chiudendosi la porta alle spalle.
I lisci capelli corvini superavano appena le spalle e quando la ragazza si girò nella sua direzione due zaffiri, incastonati nel volto pallido, lo guardavano incuriositi.
Thalia Grace era davanti a lui, con indosso un vestito nero aderente che metteva in risalto le forme atletiche del suo corpo.
-Hai fatto tardi- commentò Luke avvicinandosi a lei.
-Già e dobbiamo muoverci, mio fratello sarà qui tra poco- rispose attirando a sé Luke per il colletto della camicia bianca.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e subito incominciò a baciare le labbra carnose della ragazza.
Era un bacio passionale, nulla di troppo romantico, carico di emozioni varie.
-Dovresti smetterla di metterti i rossetti scuri, non immagini dopo che fatica sia toglierli- commentò Luke sorridendole e spingendo Thalia contro il muro.
-Che dici, la prossima volta prendo anche la briga di struccarmi?- domandò ironica lei –non dovrei neanche essere qui-
-Sensi di colpa, Grace? Ti sembra il momento?- Luke prese a morderle lentamente un punto sotto l’orecchio.
-Ho costantemente i sensi di colpa, Luke- mormorò Thalia stringendo in un pugno i capelli del ragazzo e spingendolo di più contro il suo petto.
- E allora perché ritorni?-  le chiese abbassandole la bretellina del vestitino e baciandole la spalla ricoperta da tante piccole lentiggini.
Thalia non rispose.
Si lasciò cullare dai baci e i tocchi che il ragazzo le riservava.
Perché tornava sempre da lui?
Perché?

***

-Questa è l’ultima volta- sussurrò Thalia indossando i suoi vestiti velocemente.
-Come tutte le altre volte- ironizzò Luke accendendosi una sigaretta steso sul letto, coperto da un semplice lenzuolo bianco.
Thalia l’osservò ancora una volta.
La schiena era appoggiata alla tastiera di legno del letto e i suoi addominali scolpiti erano in bella mostra, facendolo somigliare ad un dio greco.
Si morse il labbro distogliendo lo sguardo e, infilandosi i tacchi alti, cercò di alzarsi in piedi.
Doveva smetterla di sembrare sempre così debole con lui.
-Thalia- mormorò Luke avvicinandosi a lei e baciandole ancora una volta la piccola spalla –Mandami un messaggio quando sei libera-
-No, Luke, non capisci. Questa cosa non deve andare più avanti, sono stanca di mentire ad Annabeth e soprattutto non voglio essere la tua ruota di scorta-
La mano di Luke prese a disegnare cerchietti immaginari sulla schiena della ragazza, facendola rabbrividire leggermente.
Sentiva quei piccoli brividi percorrerle per tutta la schiena e socchiuse ancora una volta gli occhi in balia di delle attenzioni che Luke le stava riservando.
-Thalia, Thalia- sussurrò Luke nel suo orecchio –Sappiamo bene entrambi che in un modo o nell’altro ritornerai da me-
Sentì ancora una volta le mani di Luke che la bloccavano, impedendole di scappare.
-Luke…c’è Jason, mi starà aspettando da tantissimo tempo, devo andare- cercò di allontanare il ragazzo dal suo collo ormai livido.
-Ci vediamo, piccola Grace- le sorrise spingendola fuori dalla stanza.
Thalia sospirò passandosi una mano fra i capelli.
Scese le enormi scale, raggiungendo il pianerottolo dove poco prima si era svolta l’enorme festa.
Oramai la maggior parte delle persone se ne era andata, rimanendo solamente alcuni amici di Luke e qualche ragazza.
Provò ad uscire dall’abitazione cercando di non attirare la loro attenzione, già si sentiva in imbarazzo, non era il caso di aumentare quella sensazione.
-Ciao Thalia, te ne vai senza salutare?- fece Travis, scostandole i capelli dal volto –E’ da maleducati, sai?-
-Stoll, togliti di dosso, non sono in vena- 
Ed eccola, si stava chiedendo che fine avesse fatto per tutta la serata quella sua parte di carattere da ragazza forte.
Perché con Luke non era così?
Perché con lui non riusciva mai a parlare in quel modo, mostrandosi decisa e sicura di sé?
-Andata male con il capo?- ghignò lui.
-Non sono fatti che ti riguardano- 
-Beh invece si, sai, vero, che anche noi ti stiamo coprendo con la tua amichetta?- giocherellò ancora una volta con i capelli di Thalia.
Thalia stava per ribattere ma dalle scale la voce di Luke risuonò per tutta la stanza.
-Lasciala andare, Travis, oppure il suo caro fratellino ci picchia tutti quanti- finse di piangere, portandosi una mano all’altezza dell’occhio sinistro, prima di scoppiare in una grossa risata.
Thalia approfittò di quel momento di distrazione per scappare dalla casa correndo verso l’auto del fratello.
-Scusami, ho perso la cognizione del tempo- disse con il fiatone entrando nell’auto.
-Finalmente, stavo per invecchiare qui dentro- rise Jason mettendo in moto l’auto e uscendo dal vialetto della villa di Luke.
-Mi dispiace- sussurrò ancora Thalia, sfilandosi i tacchi e portandosi le ginocchia al petto e poggiandoci la testa sopra.
-Stanca?- domandò Jason accarezzandole i capelli dolcemente.
-Non immagini quanto- rispose emettendo un piccolo sbadiglio.
-E’ stata una serata pesante anche per me-
-Dove siete stati tu e Percy?- cercò di deviare in tutti i modi la discussione sulla sua serata.
Jason non l’avrebbe capita.
L’avrebbe sicuramente insultata, dicendole che era una stupida a stare insieme ad una persona come Luke Castellan.
L’avrebbe cacciata dall’auto, ricordandole che quel ragazzo era fidanzato con la sua migliore amica.
Trattenne le lacrime.
“Perché ho creato tutto questo?” pensò rivolgendo lo sguardo fuori dal finestrino.
Ricordava quella piovosa serata di tre mesi fa.
Riusciva ancora a riprovare quelle emozioni, a risentire i tocchi di Luke.
Ricordava cosa le aveva detto dopo: “Annabeth non ne deve sapere nulla. E’ stato solo un incidente di percorso”.
Poi qualche settimana dopo lei e Luke si rividero, e dopo qualche bottiglia di troppo, successe di nuovo e  ancora altre volte.
Sapeva che in fondo era gelosa di Annabeth.
Per lei, Luke Castellan, era sempre stato qualcosa di proibito in quanto il fratello le aveva sempre impedito di avere con lui  anche una semplice amicizia.
Luke era un’attrazione fisica e soprattutto la sua trasgressione alle regole che il fratello le aveva imposto.
Quando era con lui riusciva a mettere da parte i sensi di colpa nei confronti di Annabeth, sentendosi forte.
Ma quel ragazzo era anche la sua debolezza.
Con lui non riusciva mai a trovare le parole giuste, non riusciva ad essere la Thalia di sempre.
Era come se il suo carattere forte e sicuro di sé con lui diventasse l’opposto.
Debole e insicuro.
E l’odiava per questo.
Odiava con tutto il cuore tornare da lui, sempre.
Odiava dargli ragione perché sapeva benissimo che sarebbe stata di nuovo con lui, in un modo o nell’altro.

-Nei paraggi, visto che ti dovevo venire a prendere non mi sono voluto allontanare molto- disse distrattamente Jason, facendola distogliere dai suoi pensieri.
-Jason?- chiamò lei, cercando lo sguardo del fratello.
-Dimmi-
Era tentata di dirgli tutto: di Luke e di Annabeth per togliersi quell’ orribile macigno sul cuore che portava da tre mesi ormai.
Tentò di aprire la bocca ma le parole non le uscivano, la vergogna era troppo grande –No, nulla di importante, ti voglio bene-
-Anche io te ne voglio, testona- le sorrise Jason baciandole velocemente la fronte per poi riprendere a guidare.
-Non capire con chi ho lasciato Percy- disse lui trattenendo una risata.
-Chi?- domandò Thalia leggermente curiosa.
-Annabeth- raccontò velocemente il loro incontro omettendo la parte del ragazzo che Percy aveva picchiato facendolo sembrare il loro  incontro come uno occasionale.
Thalia sentendo quel nome provò tante piccole lamette che le pugnalavano il cuore.
“Sto rovinando una mia amicizia storica per un ragazzo” pensò “Che razza di mostro sono?”
-Quindi Annabeth si è fatta accompagnare da Percy a casa? Questa mi suona strana- commentò infine lei, tentando di allontanare dalla sua testa quei pensieri opprimenti.
-Era disperata, non so per quale motivo, volevo accompagnarla io ma dovevo venire a prendere te e Percy era l’unico disponibile in quel momento- spiegò Jason parcheggiando nel parcheggio riservato alla sua famiglia.
Thalia annuì distratta.
Chissà cosa le era successo per essere così disperata da accettare un passaggio da uno sconosciuto, non era per nulla nel suo stile.
Era preoccupata, Percy non era sicuramente la persona più affidabile della Terra.
-Dai ti porto in braccio- disse Jason prendendola a mo’ di sposa.
-Ah, grazie, questi tacchi mi stanno distruggendo i piedi- rise lei beandosi del profumo  forte da uomo del fratello.
Mentre Jason la trasportava sentiva sempre di più la sua testa farsi più pesante e chiuse gli occhi cullata dalle forti braccia del fratello.

 

New York,
May 17, 2015
.

Annabeth si specchiò nel piccolo specchietto attaccato alla porticina metallica del suo armadietto.
Si ritoccò leggermente il trucco passandosi lo scovolino del mascara tra le lunghe ciglia ormai nere pece.
Con una salviettina struccante, che portava sempre nella sua borsa, si risistemò il trucco ormai colato sotto gli occhi, ricalcandosi con la matita il contorno interno.
Subito i due occhi grigi tempestosi assunsero una sfumatura diversa, più forte e più sicura.
Si spruzzò un po’ di profumo sui polsi  chiudendo  dopo l’anta del armadietto.
Camminò a passo deciso per i corridoi della Goode.
Aveva dormito ben poco la notte precedente, troppi pensieri che le invadevano la testa.
Aveva pensato tutta la notte a dei buoni discorsi  di scuse da fare con le sue amiche e con Luke soprattutto.
Ripensò ancora una volta al suo ragazzo, chissà se si era chiesto come fosse ritornata a casa.
Ne dubitava, forse era così arrabbiato con lei che non le avrebbe rivolto più la parola.
Cercò di farsi forza.
Voleva solamente dimenticare quella serata, perciò prima ne parlava e prima avrebbe potuto rimuoverla dalla sua testa.

-Annabeth!- una voce  femminile chiamò più volte il suo nome, raggiungendola.
Piper McLean, le apparve davanti gli occhi, sorridendole.
-Ti stavo cercando- le disse Annabeth ricambiando il sorriso.
Si sedettero su una panchina del cortile della Goode, in quanto era ora di pranzo.
-Senti ti volevo parlare di ieri- incominciò Annabeth -Principalmente mi devo scusare con te, ti ho lasciato lì da sola e mi dispiace un sacco, Pips-
Piper era una delle sue più care amiche sin dai tempi dell’asilo.
Erano cresciute praticamente insieme loro due e Thalia.
Era forse per questo che, una volta alle superiori, aveva deciso di cambiare.
Non voleva essere tagliata fuori dalle vite delle due persone più care.
Ma il continuare a fingere di essere ciò che non era, la stava opprimendo.
Non vedeva l’ora di andarsene da New York, di andarsene da loro e ricominciare da zero.
Non è vero quando le persone dicono che essere famose o popolari ti senti padrone del mondo.
Lei si sentiva un uccellino in gabbia, che cinguettava la voglia e il desiderio di libertà.
-Tranquilla Annie, non me la sono presa così tanto. No okay forse un po’ si, ma è passato ormai, sul serio- le sorrise Piper poggiando la testa sulla spalla dell’amica- Mi devi raccontare cosa è successo di tanto disastroso da lasciarmi lì da sola, non è da te-
Annabeth le raccontò tutto riguardo Luke, omettendo però il suo incontro con Jason Grace e Percy Jackson.
Se le avesse raccontato anche di quello, avrebbe perso sicuramente l’attenzione dell’amica e lei aveva bisogno dei suoi consigli.
Piper era infondo una brava ascoltatrice, le dava sempre delle ottime dritte con i ragazzi, specialmente con Luke.
-Se non ti sentivi pronta, hai fatto benissimo, ma gli devi parlare perché questo argomento non può essere il vostro tabù- disse infine Piper.
Anche Piper lo diceva, prima ne avrebbe parlato prima si sarebbe risolta quella soluzione.
Annuì arrotolando una ciocca di capelli con le dita.
-Sei felice con lui?- le domandò l’amica.
Annabeth non seppe risponderle subito.
Nessuno le aveva mai fatto quella domanda.
Era felice con Luke? Sarebbe stata forse la risposta più ovvia di tutte, ovvio che era felice con lui.
Era il suo ragazzo, come poteva non esserlo?
Ma quel si non le usciva tanto facilmente dalle labbra e non ne capiva il perché.
Amava Luke, erano insieme da quasi un anno.
Ma era davvero quella la felicità?
Luke non l’amava neanche per come lei era veramente.
Stava con la sua maschera, il suo alter ego, ma non amava la vera se stessa.
Uno come lui non avrebbe mai amato una persona come Annabeth.
Troppo appassionata alla lettura e con la voglia di scoprire il mondo.
Luke  le si era avvicinato soltanto per il ruolo che lei aveva studiato a scuola.
Inizialmente stava con Annabeth solo perché era popolare, certo, non come le sue amiche, ma anche lei era conosciuta nella scuola.
E, quindi, Luke era sul serio la sua felicità?
Lo era, ma solo in parte.
-Si, ovvio, se non ci starei insieme- mentì Annabeth.
Era più facile dire quello, piuttosto la verità.
Piper sicuramente l’avrebbe bombardata di domande dopo.
-Perché Jason Grace ti sta sorridendo?- le chiese Piper.
Annabeth guardò nella stessa direzione dell’amica notando il sorriso del ragazzo.
Jason alzò la mano in segno di saluto e lei ricambiò.
-Tranquilla, Pips, non ho intenzione di rubartelo, siamo solo mezzi amici- 
-All’improvviso?-esclamò Piper guardandola accigliata.
Annabeth fece spallucce.
Piper non parlava mai da piccola con il ragazzo, al contrario di Annabeth.
Ricordava delle lunghe chiacchierate che faceva con lui commentando i loro libri preferiti.
Annabeth e Piper passarono il resto del pranzo a chiacchierare e quando la campanella suonò, Annabeth decise che avrebbe parlato con Luke dopo scuola.



Angolo Autrice:

Hello Everybody!
Sono di nuovo qui, più carica che mai.
Sono sopravvissuta, non so come al stressante mese di maggio e ora spero di passare l'estate in santa pace, cercando di aggiornare con più regolarità.
Anche perché, se continuo con gli aggiornamenti di ogni volta al mese, finisce nel 2020 questa storia, e non mi sembra il caso.
Piaciuto il capitolo?
Lo so, di Percy ed Annabeth c'è ben poco, ma morivo dalla voglia di descrivere la storia dal punto di vista di Luke.
Scrivere ciò che pensa, i suoi piani malvagi.
E poi...*rullo di tamburi* THALIA!
Sono curiosa di sapere se vi aspettavate una cosa del genere, fatemi sapere se vi piace quest'intreccio che ho creato.
La mia unica preoccupazione (come sempre, in ogni capitolo Ram ha la sua preoccupazione) era far passare Thalia per una poco di buono.
Ho cercato di descrivere al meglio le sue emozioni e spero che questo non si sia frainteso.
Annie e Pips, aw, io le amo.
In ogni mia storia loro due sono sempre migliori amiche.

Volevo ringraziarvi ancora una volta.
Davvero, è meraviglioso leggere le vostre recensioni, siete fantastici!
Alla prossima semidei,
Bacii vostra Ram
♡♡

Post Scriptum:
Ho creato degli account per alcuni social.
Se volete parlarmi, sclerare con me, o semplicemente chiedermi qualcosa basta contattarmi sul mio profilo di fb.
Sul gruppo, invece, metterò qualche anticipazione, parleremo di tutto ciò che riguarda le mie storie.
Ask l'ho creato perché lo trovo molto carino, quindi se volete farmi qualche domanda, non esitate!
Vi adoro
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Nel angolo gif di oggi vi presento alcuni personaggi della storia:

Ovviamente come Thalia non poteva non essere che Kaya Scodelario.
Chi ha seguito Nascosta dietro una maschera conosce benissimo il mio amore per lei *-*


Per quanto riguarda Luke, ho deciso di lasciare Jake Abel.
Mi convince, ma non al cento per cento.
Lo trovo troppo tenerello :3


*rullo di tamburi*
la mia Piper perfetta è sicuramente Victoria Justice.
E' così bella e ricordo ancora i bei tempi di Victorious.


Infine, per Jason Grace, eccovi il bellissimo Alex Pettyfer.
Scontatissimo nel suo ruolo, ma lo trovo perfetto per Jason *-*






 
  
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