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Autore: Ale_R    08/06/2016    1 recensioni
[Evan Peters]
Quel giorno a Torino mi sarei aspettato una delle solite giornate noiose di università, ma certo non mi sarei aspettato di incontrare il mio idolo in giro per la città... eppure a volte succedono strane cose, impossibili da spiegare.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AVVERTENZA: questa storia sarà scritta tutta, eccetto casi particolari, in italiano per facilitare la lettura e la stesura; detto ciò i dialoghi avverranno in lingua italiana sebbene Evan Peters non penso che ne conosca nemmeno una parola.

 

 

  1. Capitolo 1

 

GIORNO I.

Parte 1

 

Quel giorno a Torino mi sarei aspettato una delle solite giornate noiose di università, ma certo non mi sarei aspettato di incontrare il mio idolo in giro per la città... eppure a volte succedono strane cose, impossibili da spiegare.

Cavolo, ma non mi sono nemmeno presentato: mi chiamo Alessandro e ho ventiquattro anni e mezzo e si trovo molto importante anche specificare il “e mezzo”; abito abbastanza distante da Torino, un oretta circa in treno o in macchina, ma sono costretto a fare la vita da pendolare perchè studio all'università. In realtà diverse volte ho anche pensato di trasferirmi in città, ma voi lo sapete quanto costa un affitto a Torino anche solo per 20 mq? Lasciamo perdere.

Come dicevo studio a Torino e sono iscritto al primo anno di specialistica in scienze storiche, ho scelto questo indirizzo perchè la storia praticamente è l'unica cosa che mi appassiona, anche se spesso mi dicono che non lavorerò mai, ma su questo mi preoccuperò una volta laureato.

Sono bravo all'università, ho la media del 29, ma semplicemente perchè mi impegno e anche perchè so che prima finisco e prima posso sposarmi con la mia fidanzata, con la quale sto da quasi quattro anni... davvero un sacco di tempo non trovate?

Ma torniamo alla storia, anche perchè devo raccontarvi una cosa incredibile che mi è successa il sette Giugno di quest'anno... il 2016.

 

Ero appena uscito dall'università: erano le 5:37 circa e sapevo che avevo tutto il tempo per riuscire a prendere il treno delle sei e un quarto per Bardonecchia. La lezione di recupero di latino era durata meno del solito, ma era una cosa abbastanza normale dato che oramai Giugno era iniziato e i professori, allo stesso modo degli alunni, ero stanchi e desiderosi di una vacanza; per sfortuna però durante il secondo semestre la professoressa di latino aveva dovuto prendersi dei giorni di vacanza a causa di un convegno a Palermo e poi per un brutto raffreddore che aveva iniziato a girare nell'Ateneo e nei corridoi di Palazzo Nuovo da metà Aprile, quando io ero da poco uscito da una brutta influenza, e quindi la conclusione delle lezioni era stato spostato dal 25 Maggio ad oggi.

Ero libero e potevo godermi l'Estate anche se sapevo bene che avrei dovuto studiare per l'esame della lingua morta, esame che però avrei rimandato a Settembre... o magari Novembre.

Dopo aver posato il cellulare nella borsa e aver mandato un messaggio al mio migliore amico mi avviai alla fermata del pullman più vicina ovvero quella situata tra via Po e via Sant'Ottavio, ma quando vi arrivai non rimasi deluso nel trovarla affollata.

In fondo è una bella giornata, il Sole splende dietro la Gran Madre e fa caldo, perchè mai dovrei rinchiudermi su un mezzo pubblico come una sardina in una scatoletta quando ho tutto il tempo per andare a piedi?”.

Spesso facevo la strada dalla mia università alla stazione di Porta Nuova a piedi, sia perchè amavo camminare, sia perchè Torino ha un fascino che lo puoi toccare solamente se lo respiri e su un 61 o un 55 invece puoi respirare solamente odore di studenti sudati e puzzolenti.

Iniziai quindi ad avviarmi sotto i portici di via Po anche se già dopo pochi metri il piede sinistro iniziò a dolermi a causa di un'operazione per l'espulsione di una verruca fatta due settimane prima.

Non so: il termine verruca mi mette un sacco in imbarazzo e volevo condividere questo con tutti voi, forse non sono l'unico.

Alessandro...” vi starete chiedendo voi “... ma quindi non solo ti sei preso la febbre ad Aprile, ma anche una verruca a Maggio?” ebbene sì! Sono una calamita per i germi e funghi e batteri più strani.

Comunque anche se mi faceva male non le diedi molta importanza, e me ne sarei pentito la sera, ma continuai a camminare, cioè in verità adesso sono fermo ad un semaforo che è rosso... ancoro rosso... ancora rosso... rosso...(va beh sta parte la salto va, tanto non succede nulla di interessante).

Ok adesso è verde e posso quindi attraverso le strisce e continuare la mia camminata accedendo a piazza Carlo Alberto: so che questa in realtà non è una storia storica (storia... storica? Cioè ma è come dire un gelato gelato), ma se mai verrete a Torino vi consiglio di fare un salto in questo luogo in quanto su di esso si affaccia sia la biblioteca Nazionale d Torino, sia palazzo Carignano (al cui interno è nato Vittorio Emanuele II... il primo re d'Italia).

Fu lì che mi venne un batticuore e dovetti più volte convincermi che stava succedendo quello che pensavo.

Mi sedetti su una panchina e cercai il suo nome su Internet per poi sfogliare le fotografie... era lui.

Non ancora convinto controllai su Instagram... era lui per davvero.

Mi avvicinai senza darlo a notare e lo sentii blaterare in un perfetto inglese/americano.

  • Ma dove diavolo sono? Ma come si legge sta cosa-

era senza alcun dubbio lui!

Davanti ai miei occhi c'era la mia fissazione di quel (e questo) momento: Evan Peters.

   
 
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