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Autore: Lunemy    08/06/2016    1 recensioni
Helena Tales è una normale ragazza e vive la sua vita tranquillamente, quando nella sua vita irrompe Draco Malfoy, che cerca di scontare la pena che gli è stata inflitta dal Ministero della Magia a fine guerra: Un anno di vita da babbano.
Draco scoprirà che la vita da babbano non è tanto male, soprattutto se vissuta con un amica che scoprirà di amare, quando una vecchia fiamma di lei tornerà alla carica, per portagliela via.
Draco Malfoy lotterà per lei e contro i suoi valori secolari e antichi sulla purezza di sangue o batterà in ritirata?
e soprattutto le dirà mai che quel Draco Malfoy, della saga che tanto ama, è lui realmente?
ammettendo dunque l'esistenza del mondo magico?
ammentendo di essere lui il cattivo?
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"Nel mondo babbano e magico non vi è nessuna differenza se non quella del “come fare le cose”. Si nasce allo stesso modo. Si vive allo stesso modo. Si muore allo stesso modo. Si ama allo stesso modo… alla follia."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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LONDRA
TEMPI NOSTRI
 
CAPITOLO 1
 
 
 
 
Helena aprì gli occhi e si alzò di colpo, sentendo la sveglia suonare. Come al solito l’aspettava una pesante giornata lavorativa in cartoleria. Si vestì di fretta e furia, mettendo le prime cose che le capitavano a tiro. Non ci badava molto ai vestiti, non per andare al lavoro. Ricordò solo in quel momento che accanto alla sveglia aveva appoggiato la sera prima, il libro di Harry Potter l’ultimo della saga. “Meglio metterlo a posto, nello scaffale tra i libri, se no chi la sente mamma!” pensò Helena prendendo con cura il libro e posizionandolo al suo posto. Lei adorava quel libro e nonostante l’avesse già letto, ogni sera lo rileggeva, era il suo modo di rilassarsi prima di dormire.
 
In quel momento il fugace e fastidioso ricordo di Matthew, il suo ex la investì:
 
«Ancora lo leggi? Ma non ti annoi? E leggi qualcos’altro no! Sempre con questo Harry Potter, che tra l’altro è roba per bambini!» le diceva la sera al telefono, quando lei gli raccontava cosa faceva. Questo scatenava tra i due un litigio che durava per molti giorni. Tanto è vero che Helena alla fine iniziò a mentirgli, dicendo che faceva altro per non sentirsi sempre la stessa predica. Ma il problema non era Harry Potter in realtà. Il problema era che lui la voleva cambiare. La voleva diversa. Voleva che lei leggesse saggi di importanti autori, che lei riteneva noiosi, voleva che smettesse di ballare i caraibici, disciplina che lei adorava, perché le ragazze “dell’alta società”, a cui lui apparteneva, non ballavano i caribici che venivano invece giudicati volgari da lui.
 
Helena scosse la testa nella speranza di mandare via i pensieri su Matthew. Erano stati insieme due anni, e da circa sei mesi l’aveva lasciato. Dopo i continui litigi, sempre incentrati sul fatto che lui la volesse diversa, Helena aveva preso la decisione di lasciarlo. Non si spiegò neanche lei come mai, ma non soffrì come si aspettava.
 
Si, aveva sentito la mancanza di lui soprattutto i primi tempi, ma nessuna grande sofferenza. Non aveva passato neanche una serata chiusa in casa a guardare le loro vecchie foto e a piangere per lui… Come invece pensava sarebbe successo… Probabilmente il loro rapporto si era rotto già prima. Si era spezzato per i continui litigi e vessazioni di Matthew, che però tutt’ora non demordeva cercando in tutti i modi di riaverla, di riconquistarla.
 
Helenà finì di prepararsi, indossò le sue solite scarpe di ginnastica color rosa, si truccò e stirò i capelli biondi con la piastra, erano talmente mossi e crespi i che solo la piastra li domava.
 
Doveva arrivare alla fermata dell’autobus che l’avrebbe portata in centro, dove si trovava la cartoleria in cui lavorava, quindi non aveva tempo da perdere. Velocemente controllò che tutto in casa fosse spento –sua madre era già uscita per lavoro- infilò nella borsa il suo I-phone e le chiavi di casa prima di uscire. Scese le scale velocemente ignorando il vecchio e rumoroso ascensore, che una volta su due si bloccava. Lei abitava al terzo piano di una palazzina.
 
Dopo diversi minuti di camminata sostenuta arrivò alla fermata. Li vicino vi era una vecchia e arrugginita cabina telefonica rossa, che nessuno usava più. Chissà perché non la demolivano!
 
Helena, dubbiosa sullo stato dei capelli dopo la camminata, si avvicinò alla cabina per specchiarsi nel riflesso del vetro. I capelli avevano mantenuto la piega, ma notò che la matita all’interno dei suoi occhi azzurri era sbavata. Fece per sistemare la sbavatura con un dito, ma solo il quel momento notò che un paio di occhi all’interno della cabina la guardavano divertiti.
 
Lei sgranò gli occhi sorpresa e stava per ridere della figuraccia fatta, se non fosse che l’uomo all’interno della cabina, resosi conto che Helena l’aveva visto, l’aveva guardata terrorizzato.
 
Fu una frazione di secondo, ma d’un tratto la persona all’interno della cabina sparì.
 
Helena confusa, girò intorno alla cabina telefonica e aprì la porta.
Niente.
Non c’era nessuno all’interno.
Se l’era immaginato?possibile?
 
Voleva chiedere a qualcuno che stava aspettando come lei il pullman, se avesse visto qualcuno dentro la cabina, ma proprio in quel momento arrivò il pullman e presa dall’urgenza di non perdere il mezzo non ci badò più.
 
Diverse ore dopo Helena dimenticò il fatto.
Aveva la sensazione di non riuscire a recuperare un ricordo, ma nulla. Non ricordava cosa di così strano l’aveva colpita quella mattina.
 
“Probabilmente non era poi così importante”, concluse lei dentro di se liquidando la questione, dopo che per l’ennesima volta tentava di ricordare l’evento, causandosi un gran mal di testa.
 
 
***
 
 
 
Draco aveva ricevuto tramite una lettera, dopo anni di cause, processi e testimonianze la sua sentenza. Suo padre e sua madre era stati rinchiusi e baciati dai dissenatori ad Azkaban alla fine della guerra. Per loro non era neanche stato proposto il processo. Erano stati dei mangiamorte, servi di Lord Voldemort, assassini conclamati. Avevano utilizzato senza remora tutte e tre le maledizioni senza perdono e questo nel mondo magico era imperdonabile. Un biglietto di sola andata in prigione.
 
Solo sua madre era stata ascoltata dal ministro della magia, su preghiera di lei come ultimo desiderio, prima di essere trasportata in prigione. Da quello che aveva saputo Draco, sua madre l’aveva scagionato da tutto, raccontando di come era stato costretto da Lord Voldemort, sotto minaccia di morte dei suoi genitori a commettere gli attentati contro Silente. Aveva raccontato l’unico suo gesto eroico: non aveva riconosciuto di proposito Potter quando se l’era ritrovato in casa, tentando di salvarlo. Per questo lui non era finito in prigione. Sia per la giovane età, sia per il ricatto cui si era piegato contro la sua volontà.
 
Aprì la lettera mentre il gufo prese il volo per tornare da dove era venuto. Questo significava che non si aspettavano nessuna risposta. L’aprì:
 
 
Ministero Della Magia
8 Giugno XXI secolo

 
Signor Draco Malfoy,
Con la presente lettera le comunichiamo quanto deciso dal tribunale del Winzegamot, riguardo il suo ruolo nella seconda guerra magica.
 
Pertanto:
visto il suo ruolo, discusso e chiarito da vostra madre,
vista la sua azione nei confronti del signor Potter,confermata da lui stesso, abbiamo deciso di condannarla
a un anno di vita babbana.
Di conseguenza lei non potrà usare la magia per un anno intero, a partire da questa nostra missiva. Se lei dovesse infrangere tale sentenza, le verrà requisita e spezzata la bacchetta e sarà rinchiuso per un anno ad Azkaban.
 
Dovrà vivere nel mondo babbano, senza fare incantesimi, ne pozioni, potrà comunque accedere una volta al mese, quando lei lo riterrà opportuno, nel mondo magico SOLO per trovare i suoi cari e i conoscenti (e acquistare SOLO pozioni mediche).
Si trasferisca nella Londra babbana entro oggi e ci scriva la sua nuova residenza via gufo. Verrà a controllarla sporadicamente in borghese un’Auror.
Per quanto riguarda la sua istruzione incompleta,
abbiamo deciso di:
permetterLe di studiare da casa e alla fine dell’anno di sostenere gli esami scolastici. Soltanto in quell’occasione avrete il permesso di utilizzare la magia. Se studierete in modo adeguato la teoria, non dovreste riscontrare problemi con l’esame pratico. I libri di testo le arriveranno via gufo a settembre.
Sperando che le sia tutto chiaro -in caso contrario ci scriva i suoi dubbi e li chiariremo- e augurandoci che stia bene,
Cordiali saluti.
 
Anthony David Smither
Segretario del Tribunale del Winzengamot
Ministero della Magia
 
 

Draco rilesse due volte la lettera. Era una specie di esilio dai suoi poteri magici, questa decisione era… giusta. Anzi si era aspettato di peggio. Si aspettava la prigione. Probabilmente sua madre aveva detto di tutto pur di salvarlo, descrivendolo come un santo. Sorrise malinconico, sua madre… Il suo ultimo sacrifico aveva dato i suoi frutti.
 
Alla fine Silente aveva avuto ragione. L’amore era la soluzione a tutto. Harry Potter era stato salvato da sua madre. Ora lui veniva salvato dalla sua.
Erano stati fin troppo buoni, con la sentenza, poteva andare nel mondo magico, per trovare i suoi cari… Ma pensandoci non gli era rimasto nessuno, i suoi genitori erano stati baciati dai dissennatori, Tiger e Goyle l’avevano abbandonato da quando la sua famiglia non era stata più ben vista dai mangia morte, l’opportunista di Pansy aveva rotto tutti i rapporti con lui dalla fine della guerra, lei non stava con i “perdenti” diceva. E pensare che prima della guerra stava nascendo qualcosa tra loro…
 
Rise amaramente tra se, in realtà ora come ora non era ben visto da nessuno nel mondo magico. Il suo nome era feccia…
Lui che era sempre stato abituato a sentirsi superiore a tutti, a essere desiderato e ben visto, ora era la peggior feccia del mondo magico. Valeva meno di un babbano.
 
Prese il suo baule scolastico e infilò diversi abiti, notò solo in quel momento che non aveva nulla di babbano. I suo genitori avevano sempre sottolineato il distacco da quella razza, anche nel vestiario.
 
 
Si diede mentalmente dello stupido da solo.
Doveva superare quel razzismo che ancora imperava nella sua mente, razzismo che gli era stato inculcato sin da bambino, ma superarlo era davvero difficile.
 
Anche perché alla fine i babbani avevano qualcosa in meno, quindi erano inferiori no? Loro stessi se avessero potuto decidere di nascere babbani o maghi avrebbero scelto di nascere maghi!
Poiché loro stessi riconoscevano la superiorità della magia! Lo dimostrava tutta la loro letteratura!  Non che da ciò, significasse trucidarli ed eliminarli, come era stata la filosofia di Voldemort, ma i maghi avevano una marcia in più, no?
 
 
Draco si riprese dai suoi pensieri e vide che ciò che si avvicinava a qualcosa di babbano erano i pantaloni scuri e il golfino scolastico che indossava sotto la veste. Optò per quello prendendo nota mentalmente di fare acquisti babbani… non riuscì a trattenere una smorfia contrariata a quel pensiero, ma visto che volente o meno doveva vivere un anno con loro e non doveva di certo farsi scoprire dando sospetti con il suo vestiario da mago (anche perché avrebbe violato la legge), non aveva scelta. Infilò infondo al baule anche la bacchetta, non voleva che per forza dell’abitudine la usasse, dimenticando la sentenza.
Gli era andata fin troppo bene.
 
Uscì da villa Malfoy e stranamente si sentì libero. Quella casa era stata una sorta di prigione emotiva, li gli era stato imposto un modo di essere, di vivere.
 
Si stupì lui stesso, ma chissà perché trasferirsi nel mondo babbano in fondo non lo schifava, anzi, si sorprese in quel momento di trovarla una prospettiva interessate. Avrebbe scopeto come vivevano le persone senza la magia, cosa che si era sempre chiesto.
 
Si incamminò prima in direzione Diagon Alley per andare alla Gringot per cambiare la moneta magica in quella babbana e una volta fatto, si recò verso la stazione più vicina per prendere il treno che l’avrebbe portato nella Londra babbana.
 
 
***
 
Draco era seduto in treno e osservava lo scorrere del paesaggio dalla finestra. Mancava ormai poco alla fine del viaggio e guadandosi intorno notò un giornale -abbandonato da qualche altro passeggero- sul sedile vicino. Era la gazzetta del profeta che riportava a grandi lettere:
 
 
Hermione Jean Granger,
 la nostra eroina,
trionfa ancora in ambito letterario!
 
Grande successo per l’ultimo romanzo di Hermione Jean Granger,
conosciuta nel mondo babbano come J.K. Rowling. La giovane e intraprendente strega, eroina della nostra guerra e grande amica del nostro salvatore Harry Potter, come sapete da anni ha scritto e pubblicato la storia della nostra guerra pubblicando la storia in sette libri, non solo nel nostro mondo, ma anche in quello babbano, in sezione letteratura fantasy. Il successo è stato immediato dal primo libro, sia nel mondo magico sia nel mondo babbano, affascinato dalla magia raccontata.
 
Di seguito una piccola intervista alla scrittrice.
 
“Signorina Granger, la ringrazio per questa concessione, so come sia impegnata, quindi di seguito le riporto velocemente i pensieri che vorticano nella mente dei nostri lettori: non crede pericoloso pubblicare la nostra storia? Non crede pericolo far conoscere il nostro mondo? Non potrebbe portare alla scoperta della magia e quindi alla fine della vita tranquilla di noi maghi? Senza contare la violazione della legge…”
La signorina Granger ride. “No, assolutamente. Se avessi creduto di mettere in pericolo il mondo magico con questo romanzo, non l’avrei mai pubblicato nel mondo babbano. Le ricordo che io sono stata tra coloro che hanno lottato per salvare questo mondo...  Mi è sembrato giusto far conoscere sotto forma di romanzo la nostra storia contemporanea, anche se non verrà mai classifica tale dai babbani. E per quanto riguarda un ipotetica scoperta, sono dell’opinione che la lettura da parte dei babbani, in un’ottica di un libro fantasy, li porta a non credere ancor di più nell’esistenza della magia. Appunto per loro è fantasy. Quindi nessuna violazione.”
 
“Come mai ha lasciato tutti i nomi originali dei maghi e streghe? Solitamente per privacy non si modificano?”
La signorina Granger mi guarda attentamente e risponde con tono serio.
“Ho ritenuto opportuno onorare tutti, soprattutto gli eroi deceduti in guerra, con i loro veri nomi. Era giusto così. Hanno dato la vita per tutti noi. Per un mondo migliore. Chiunque si sente infastidito dal leggere il proprio nome è perché ha fatto parte degli assassini, che tra l’altro sono tutti ad Askaban e di certo non hanno modo di far valere alcuna privacy, visto che hanno perso anche quella, come è giusto che sia.”
 
“Scriverà un ottavo libro, una continuazione, con il dopoguerra?”
“Non credo. La vicenda della nostra guerra è finita con il settimo libro. La trama principale è terminata. Il bene ha vinto. A mio avviso va bene così, anche se il mondo babbano richiede altri romanzi” Ridacchia “Ma abbiamo pubblicato da poco una sorta di riassunto del nostro libro scolastico: Animali fantastici dove trovarli,  nel mondo babbano che sta andando a ruba. E devo dire che i babbani, nel mondo internet (una piattaforma virtuale astratta a cui si accede tramite degli strumenti tecnologici e permette un passaggio veloce i informazioni) dimostrano una grande conoscenza di incantesimi e animali magici. Mi verrebbe da dire che sono istruiti più di metà degli studenti di Hogwarts!” ride ancora la nostra eroina che-
 
 
 
Draco smise di leggere sconvolto, aveva sentito che la Granger aveva pubblicato dei libri riguardo la seconda guerra magica in quegli anni, ma non sapeva che li avesse pubblicati anche nel mondo babbano! Quindi la mezzosangue, aveva spiattellato a tutto il mondo babbano che era un mangiamorte? Stava per innervosirsi quando si ricordò che nel mondo babbano quel libro era solo un romanzo fantasy e non la trascrizione storica della loro guerra. Se anche qualche babbano avesse fatto qualche riferimento al Malfoy del mondo magico, avrebbe tranquillamente detto che era solo un caso di omonimia.
 
Ma comunque Draco non si tranquillizzò del tutto. Accartocciò il giornale e lo buttò per terra. Anche se nel mondo babbano era un personaggio fittizio, non gli andava di essere già marchiato come quello che era stato. Un razzista, vigliacco e debole.
Si, in quel mondo senza poteri non l’avrebbero giudicato così, ma Draco avrebbe saputo che, inconsciamente senza saperlo, lo conoscevano bene. Conoscevano gli orrori della sua vita.
 
Si rese conto in quel momento di aver pensato alla Granger con l’appellativo mezzosangue. Si diede dello stupido. Le vecchie abitudini erano dure a morire, anche se era più un suo modo di parlare che un insulto reale, nella sua mente. Lei era una strega. Non la riteneva inferiore a lui. Anzi. Lei si era dimostrata molto più capace, in tutte le discipline magiche.
 
 Doveva lavorare sui termini e correggersi.
Doveva costruire un nuovo Draco Malfoy.
 
 
 
***
 
«Arthur tranquillo. È impossibile che quella babbana ti abbia visto. E anche se fosse ci sono tutti gli incantesimi respingi babbani. Se ne sarà già dimenticata.» disse un uomo di colore dalla figura imponente, ma con un viso gentile. «Piuttosto perchè non ti smaterializzi invece di venire con il metodo babbano? O usi collegamenti via camino» chiese ancora l’uomo facendo cenno alla serie infinita di camini magici, del ministero che tutti i dipendenti usavano per i loro spostamenti.
 
«Adoro poter usare gli strumenti babbani, sono così ingegnosi e affascinanti!» rispose il signor Weasley rianimandosi.
 
«Se trovi particolarmente affascinanti le cabine telefoniche…» disse Kingley trattenendo una risata.
 
Era diventato dalla fine della guerra, sotto gran richiesta del mondo magico, Ministro della Magia, ma l’amicizia e il legame con Arthur e la famiglia Weasley non era cambiato, anzi si era rafforzato, così come con Potter e tutti gli altri eroi.
Guardò il suo vecchio amico di guerra.
«Credo che per Natale ti regalerò un rasoio elettrico, se mi prometti che non lo “ritoccherai” con la magia. Non vorrei fare una sentenza per uso improprio al mio consigliere!» disse ridacchiando dell’idea.
Il signor Weasley era stato promosso a Consigliere del Ministro da un anno, e questo miglioramento economico gli aveva permesso di uscire dalla eterna crisi economica in cui aveva vissuto con la sua famiglia. Gli mancavano i suoi aggeggi babbani, ma la sua famiglia stava molto meglio ora.
 
 
«Oh no, non mi spaventerebbe la sentenza in se… ma Molly!» rispose il signor Weasley ridendo di gusto insieme a Kingley.
 
 
 
 


     
 
  SPERO VI SIA PIACIUTO! FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE!!! VI MANDO UN BACIO ENORME!!! :)
   
 
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