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Autore: Francy_Kid    08/06/2016    5 recensioni
~Sequel di "Amour masqué"~
Sono passati quattro mesi da quando Chat Noir ha svelato la sua identità segreta a Marinette. Malgrado i due stanno insieme da tutto quel tempo, una vecchia conoscenza si ripresenta, minacciando il loro rapporto e le loro vite.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'The masked serie'
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Cap. 1

 

Ladybug, con estrema agilità, lanciò il suo yo-yo verso il campanile destro di Notre Dame, agganciandole alla trave di legno che reggeva la campana.

Le colombe e i piccioni appollaiati all'ombra volarono appena la ragazza atterrò, facendo volteggiare alcune piume bianche e grigie; l'eroina si sedette contro il muro, cercando di prendere fiato per l'aria estiva soffocante.

Un'immensa folla di persone sfilava sotto di lei, entrando e uscendo dalla magnifica –e fresca– cattedrale gotica, distraendo solo per un secondo la ragazza dal clima caldo-umido.

«Chissà se utilizzando il Lucky Charm non creo un ventilatore portatile...» sbuffò, cercando di farsi più aria possibile con la mano.

A Parigi era giunta l'estate da pochi giorni e già non si riusciva a respirare; lei e il suo partner faticavano anche a lottare contro gli akuma!

«Più che un ventilatore io preferirei fare il bagno nell'azoto liquido!» esclamò una voce maschile, proveniente dalla sua sinistra, starnutendo appena una piuma gli solleticò il naso.
«Buon pomeriggio Chat. Lo sai che l'azoto liquido ti congelerebbe all'istante?» ghignò, spostandosi per far posto al suo compagno di battaglia, che si sedette volentieri accanto a lei.
«Che mi congeli fino alla primavera prossima! Almeno non soffro il troppo caldo dell'estate e il troppo freddo dell'inverno.»
«Ed io che faccio? Non posso combattere gli akuma da sola, e vendere un ghiacciolo gigante al gusto di gatto non mi sembra una buona idea.» commentò.
«Fa troppo caldo per ribattere, my lady... Questa te la concedo.» soffiò, asciugandosi il sudore sulla fronte con il dorso della mano. «E poi –aggiunse– questa tutina fatta di "boyfriend material" non aiuta per niente!»

"Boyfriend material? Sul serio?" pensò trattenendo una risata; anche se non era la prima volta che chiamava così il materiale di cui era fatto il suo costume, quel nome lo trovava comunque buffo.

«My lady, posso dirti una cosa?» domandò rosso in viso –non solo per il caldo–
«Dimmi.» rispose incuriosita e intenerita dal suo sguardo imbarazzato.
«Oggi sono quattro mesi che io e Marinette stiamo insieme...»
«È vero!» disse, fingendosi sorpresa. «Quanta pazienza ha quella ragazza.»
«Me lo dice sempre anche lei.» ridacchiò, incapace di far sparire il colorito rosso. «Ad ogni modo, per oggi le ho preso un piccolo regalino, ma non sono sicuro vada bene...»

Era già capitato parecchie volte, soprattutto le prime settimane, che Chat chiedesse a Ladybug la sua opinione su alcune cose: i tipi di regali da fare ad una ragazza; le frasi da dire; un luogo carino dove portarla, quella volta gli aveva risposto male per l'esasperazione, poiché gliel'aveva domandato nel bel mezzo di una lotta contro un akuma. Da allora si era limitato di parecchio, ma era migliorato ulteriormente e si stava avvicinando al "fidanzato perfetto", almeno secondo i canoni di Marinette –non che non lo sia già–

Ladybug sorrise per tranquillizzarlo, dicendogli che qualunque cosa le avesse preso farà sicuramente colpo, ma la sua "Marinette interiore" urlò nella sua testa, rimproverandosi del fatto di avergli solo preparato dei biscotti.

«Mia signora, ora ti devo lasciare. Tra mezz'ora devo andare dalla mia Principessa, e non voglio presentarmi tutto sudato.» spiegò con tono disgustato. «A più tardi.»

La corvina lo salutò con un cenno della mano e, quando fu abbastanza lontano, poté urlare di frustrazione, facendo volare i piccioni che si erano posati sui gargoyle e sulle travi che reggevano le campane; persino alcune persone alzarono lo sguardo in cerca della fonte dell'urlo.

«Perché quel ragazzo deve fare così?!» sbraitò lanciando il suo yo-yo più lontano possibile, in direzione della sua casa. «Gliel'ho già detto che non era necessario farmi dei regali ogni mese, ma no! Lui deve spendere soldi per me!» ringhiò saltano tra i tetti. «E proprio quando credevo di averlo convinto: BAM! Un altro regalo! Giuro che ne parlerò seriamente di questo.»

La ragazza annullò la trasformazione appena atterrò sul letto, centrando con abilità la botola-finestra, per poi continuare con il suo monologo; intanto, Tikki, seduta sul cuscino mentre mangiava un biscotto, la ascoltava paziente.

"Sembra di essere ad un incontro con quello che gli umani chiamano "psicologo"." pensò lo spiritello.

«Certo, Adrien è dolce –molto dolce!–, ma non deve fare tutto questo per me! Quasi quasi preferisco il suo essere Chat: pervertito, che fa pessime battute, egocentrico e dannatamente sexy!»
«Se Adrien ti sente dire quelle cose si monta la testa.» ridacchiò il kwami, mangiando l'ultimo boccone del dolce.
«Già. Vado a farmi una doccia fredda.» aggiunse scendendo dal letto, preparando i vestiti puliti per l'incontro con Adrien.
«L'amour.» sospirò Tikki, sorridendo.

Di una cosa n'era certa: non si finisce mai di imparare cose sugli esseri umani.


 

Adrien entrò nella pasticceria, avvolto dall'invitante profumo di dolci che invadeva il piccolo negozio, per niente meravigliato della lunga fila che, al passare dei giorni, continuava a crescere, facendo dei selfie con le ragazze che gli chiedevano una foto. Anche per quello la gente veniva più spesso.

«Buon pomeriggio Sabine.» salutò la donna dietro al bancone, mentre restituiva il resto ad un cliente.
«Ciao Adrien. Come stai?» domandò con un dolce sorriso.
«A parte il caldo soffocante, va tutto bene, grazie. E tu?»
«Idem.» esclamò, per poi prendere l'ordine del cliente successivo. «Marinette è in camera sua. E auguri per il vostro quarto mese!» aggiunse appena prima che Adrien sparisse dietro la porta, ringraziando.

Il ragazzo salì le scale, recandosi direttamente al secondo piano: all'appartamento della famiglia Dupain-Cheng. Suonò il campanello e Tom aprì la porta.

«Ciao ragazzo. È sempre un piacere averti qui.» lo salutò l'uomo, facendo entrare il biondo.
«Il piacere è tutto mio. Anzi, devo ringraziarvi per permettermi di venire a trovare Marinette e voi, ovviamente.»
«Figurati, ormai sei uno di famiglia.»

Adrien ricordava il giorno in cui Marinette aveva detto ai loro genitori che erano fidanzati: la corvina, agitata, iniziò a balbettare, cercando di dire che loro due stavano uscendo insieme, ma fu il ragazzo a dirlo, avendo in risposta un forte abbraccio da parte di Tom e un dolce sorriso da parte di Sabine.

Anche quando lo aveva detto a suo padre: quel giorno non aveva molto lavoro da fare, quindi riuscì a parlare direttamente con lui e non servì che Nathalie gli lasciasse un messaggio –come per quasi tutte le altre cose–. Certo, Marinette non ebbe lo stesso trattamento che ricevette lui, ma suo padre, dopo averle fatto qualche domanda e averle dato un attento sguardo indagatore, l'aveva approvata e accettata; qualche volta le chiedeva consigli su qualche modello, visto che lei era la ragazza che aveva vinto il concorso sul cappello a bombetta e che era già abbastanza brava per la sua età.

«Oggi non lavori?» chiese curioso Adrien, mentre Tom si asciugava qualche goccia di sudore sul retro del collo.
«Certo, ma ero venuto a rinfrescarmi un attimo prima di fare una consegna. È già la terza doccia che faccio oggi, e ho iniziato a lavorare da otto ore!» si lamentò l'uomo, per poi dire che doveva correre al lavoro; salutando il ragazzo, uscì chiudendo la porta a chiave.

Il biondo si diresse verso le scale che portavano alla camera della sua ragazza, aprendo la botola non appena ci fu davanti. «Marinette? Sei qui dentro?»
«Intanto che tu cerchi la tua fidanzatina, non è che mi potresti dare del Camembert?» chiese Plagg, volando fuori dalla camicia del suo custode, con l'acquolina in bocca.
«Plagg, smettila!» lo rimproverò, facendolo sbuffare.

Il ragazzo continuò a guardarsi intorno, cercando la corvina, ma non la vide da nessuna parte; decise, allora, di dare un'occhiata sull'attico, notando la botola-finestra aperta. Salì sul letto, sperando che fosse lì; come a realizzare la sua richiesta, Marinette era appoggiata con i gomiti sulla ringhiera, mentre guardava il cellulare.

Adrien la guardò: indossava un paio di blue jeans e un top bianco a maniche corte che faceva vedere metà schiena e, sicuramente, se si fosse girata, sarebbe riuscito a vederle l'addome tonico.

Le si avvicinò di soppiatto, volendo spaventarla, ma la ragazza si voltò di scatto, scontrandosi con lui. Lei squittì, ritrovandosi tra un paio di braccia, che riconobbe immediatamente, ricambiando l'abbraccio e stringendolo a sé.

«Auguri, Principessa.» la salutò, baciandole la testa.
«Ciao Gattino.» rispose lei, strofinando il naso nell'incavo del suo collo. «Te ne sei ricordato.» aggiunse fingendosi sorpresa.
«Guarda che io me lo sono sempre ricordato.» mormorò con tono di finta offesa, facendo ridere la corvina.

Adrien sorrise: sentire la sua risata, il corpo che combaciava perfettamente al suo, il dolce profumo che emanava o solo restare con lei, lo facevano sentire bene.

«Ti ho preso un regalino.» disse il modello, allontanandosi di poco da lei, il necessario per prendere una scatoletta nera dalla tasca posteriore dei jeans, per poi mostrargliela.
«Adrien, ne abbiamo già parlato...»
«Lo so.» si affrettò a dire. «Prometto che questo è l'ultimo –almeno per ora–, ok?»

La ragazza annuì, sconfitta. Non era passato mese che lui non le facesse dei regali: il primo mese degli orecchini –che non poteva mettere poiché non poteva togliersi il Miraculous–, il secondi mese una cena in uno dei ristoranti più rinomati di Parigi, ed il mese scorso una maglietta della nuova collezione di suo padre.

Marinette prese in mano la scatoletta nera, incuriosita; l'aprì e sgranò gli occhi per la sorpresa, per poi alzare lo sguardo su Adrien.

«Ti piace?» domandò lui, sorridendole.
«Certo, ma non so cosa farmene di un gatto volante che ama il formaggio. Senza offesa.» aggiunse.

Il ragazzo la guardò crucciata, non capendo cosa intendesse, quando vide Plagg seduto al centro del piccolo cuscinetto su cui, teoricamente, doveva trovarsi il regalo per la corvina, che lo guardava con un ghigno divertito.

«Voglio il mio Camembert, umano.» esclamò con tono serio, con l'intenzione di non muoversi se non l'avesse accontentato.
«Hai mangiato l'ultimo pezzo prima di uscire di casa! Kwami ingordo!»
«Niente Camemert, niente regalo.» sbuffò, alzando il mento con fare superiore. «Non ho nulla di personale con te, Mari, ma è Adrien.»
La ragazza ridacchiò alla scena. «Fai una cosa Plagg: scendi in camera mia, sulla scrivania ho lasciato un po' del tuo formaggio preferito solo per te.» disse, vedendo le orecchie dello spiritello nero rizzarsi a quelle parole.
«L'ho sempre detto che sei un angelo!» esclamò, librandosi in volo, per poi fare una linguaccia al suo protetto e fluttuando verso la botola che conduceva all'interno della camera.
«Certe volte vorrei togliermi il Miraculous solo per avere un attimo di pace.» mormorò Adrien, pizzicandosi la parte superiore del naso.
«Ma poi ti annoieresti.» ribatté Marinette, scompigliandogli leggermente i capelli biondi.
«Posso trovare un altro modo per divertirmi, Principessa.» rispose, agitando le sopracciglia, con un ghigno e gli occhi illuminati da una scintilla di divertimento.
«Non ci pensare nemmeno!»

Il ragazzo la tirò a sé, baciandola appassionatamente, accarezzandole i fianchi con la mano libera. Il regalo!

«Prima di combinare casini –e prima che Plagg chieda altro Camembert–, ecco il vero regalo.» disse, porgendole una seconda volta la scatoletta nera.

Al suo interno c'era una catenella in oro bianco e un ciondolo a forma di zampa di gatto, con degli smeraldi incastonati.

Marinette trattenne il fiato, incapace di esprimere a parole quanto fosse meravigliosa: i raggi del sole che colpivano il ciondolo, si riflettevano nei suoi occhi, mescolando il verde all'azzurro, e facendole venire in mente gli occhi del suo ragazzo. Ora poteva avere gli occhi di Adrien –e il logo di Chat– sempre con sé.

«Adrien, ma è magnifica!» esclamò ancora sorpresa, portandosi le mani alla bocca.
«Ed io che credevo non ti sarebbe piaciuta...» sospirò, rilassandosi.
«Come poteva non piacermi? Tutti i tuoi regali sono fantastici! Mentre io posso solo farti dei biscotti o delle stupide magliette.» mormorò amareggiata, abbassando lo sguardo.
Adrien le afferrò dolcemente le spalle, riottenendo la sua attenzione. «Mari, i tuoi regali sono sempre bellissimi –e buonissimi–. Nathalie mi ha detto che parlerà a mio padre per fargli vedere qualche tua creazione, magari potrà addirittura venderle.»

A quelle parole, lo sguardo di Marinette si riaccese di gioia, e un grande sorriso apparì sul suo volto, come a chiedergli un'unica cosa.

«Sì, puoi urlare.» rise lui, mentre la ragazza iniziò a saltare sul posto, stringendo ancora la scatoletta che Adrien le aveva regalato; poco dopo si calmò, prendendo dei profondo respiri.
«Davvero lo farebbe?»
«Certo, anche se, siccome conosco mio padre, non so quando potrebbe dare loro un'occhiata...» rispose sbuffando.
«Non importa.» esclamò la corvina, ancora sprizzante di gioia. «Il solo fatto di fargliele vedere mi manda fuori di testa.»

Il biondo le sorrise, contento di aver reso felice la sua ragazza, prima di prenderle la scatoletta e, facendole cenno di girarsi, metterle la collana che le aveva regalato, per poi mettersi di fronte a lei per vedere come le stava.

Marinette la guardò, accarezzandola con la punta delle dita, subito dopo risollevò lo sguardo, incontrando gli splendidi occhi verdi di Adrien. Lo abbracciò, sussurrandogli un "grazie" all'orecchio, ricevendo in risposta un dolce bacio sulla guancia.

 

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*squillo di trombe perché finalmente si è decisa a pubblicare il sequel*

Bonjour à tous, mes amis :D

Eccovi, come promesso, il sequel di "Amour masqué".

Un po' lunghino come prologo: le cose tra Marinette e Adrien vanno alla grande e Plagg è sempre più dipendente dal Camembert. L'ho detto io che prima o poi trasformerà Adrien in Ratman...

Per chi cerca l'azione, l'avventura e le cose piccanti non si disperi, perché siamo solo all'inizio ;)

Alla prossima ;*

Francy_Kid

  
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