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Autore: Sae Morinaga    08/06/2016    3 recensioni
Dopo aver visto il Pezzente baciare la Mezzosangue, quella ragazza irritante e forte e bella e coraggiosa, aveva appreso le ultime due cose che gli anni ad Hogwarts gli avrebbero insegnato:
Provava qualcosa per Hermione Granger.
Lei non sarebbe mai stata sua.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Scoperte e Cambiamenti

 

 

Le prime volte aveva pensato solo che fosse un'incredibile seccatura.

L'aria saccente, l'atteggiamento di superiorità - ovvio che fosse diventata amica di Potter! -, i punti che continuava a far guadagnare alla sua Casa portandola, alla fine, assieme a quegl'altri due idioti e Paciock , alla vittoria.

Colpa soprattutto di quell'incapace del vecchio Preside, che regalava punti ai suoi pupilli come fossero ghiaccioli al limone.

Avevano tutti un bel coraggio ad atteggiarsi a quel modo.

Ma suo padre glielo ripeteva da sempre, quanto i Malfoy fossero superiori alla maggior parte delle altre famiglie - figuriamoci ad un'insulsa Mezzosangue! - e che Silente è la peggiore disgrazia mai capitata ad Hogwarts.

E invece tutti i professori con facevano che idolatrare quella inutile Nata Babbana.

Sì, Hermione Granger era decisamente un'enorme seccatura.

 

 

***

 

 

Quando la Camera dei Segreti era stata aperta, aveva creduto fosse il modo migliore per liberarsi di quella seccatura.

L'avevano cresciuto con l'idea che la presenza di feccia Mezzosangue a Hogwarts fosse a dir poco vergognosa, e non aveva mai dubitato di quegli insegnamenti, come di nessun altro.

Le aveva sputato contro quell' insulto, ancora più che per ferirla, perché si ricordasse che ad essere superiore, lì, era lui.

Per ricordarlo ad entrambi.

Quando tutto era finito e la Mezzosangue era stata guarita, era stato con orrore che aveva accolto l'intimo sollievo di vederla entrare in Sala Grande e scoprire che davvero nessuno era morto.

E aveva odiato entrambi per questo.

Hermione Granger era irritante.

 

 

***

 

 

Non poteva farne a meno.

Ogni volta che la vedeva non poteva, né voleva, impedirsi di insultarla, provocarla, scuoterla.

Lei e quegl'idioti dei suoi amichetti - il Pezzente e lo Sfregiato - che non sarebbero riusciti ad allacciarsi le scarpe senza il suo aiuto.

Non che lei si degnasse di dargli soddisfazione.

Poi, quando alla fine - per una provocazione su uno stupido animale - lei aveva reagito dandogli un pugno, l'aveva capito.

Hermione Granger era forte. In tutti i sensi.

 

 

***

 

 

In quegli anni non erano valse tutte le prove che aveva affrontato, tutti gli insulti e le provocazioni che lui le aveva gettato addosso, per demoralizzarla o schiacciarla.

Sembrava invece uscirne sempre più forte e decisa.

La vedeva crescere, cambiare nell'aspetto e diventare sempre più sicura di sé, sempre più indifferente a lui.

Mentre la componente maschile della scuola diventava sempre meno indifferente a lei.

Aveva agito d'istinto quando le aveva lanciato quel l'incantesimo che le aveva fatto crescere in modo incontrollato i denti.

Soddisfatto dall'idea che ora non l'avrebbero più guardata con quegli sguardi lascivi.

Maledicendosi quando era stato abbagliato dal sorriso di trionfo della Mezzosangue che aveva fruttato quella fattura per risolvere del tutto il suo piccolo difetto e liberarsi per sempre dell'appellativo "Dentona" .

Era rimasto schifato dalla mandria di caproni che le avevano sbavato dietro, quando aveva fatto la sua entrata al Ballo del Ceppo, capendo solo grazie ad un bel vestito ed una nuova acconciatura, ciò che lui aveva suo malgrado già intuito da tempo.
Hermione Granger era bella.

 

 

***

 

 

Aveva rifiutato con tutte le sue forze di cedere a quei dubbi che lo assalivano dalla fine del Torneo Tremaghi.
L'idea che tutto ciò che gli avevano insegnato, tutto ciò in cui aveva sempre creduto fosse in qualche modo sbagliato, lo riempiva di rabbia e – non che lo ammettesse con gli altri o con se stesso – di terrore.

Minata qualunque sua certezza alla base, aveva combattuto strenuamente per non far esplodere quelle mine, per non essere costretto a scoprire se sarebbe sopravvissuto a quel crollo e, anche allora, cosa ne sarebbe rimasto di lui.

Era stato in quella battaglia che si era immerso per tutto l'anno. Aggrappato ad una donna che gli permetteva di dare la caccia e di vedere sconfitto chiunque potesse incrementare i suoi dubbi.

Silente, Potter, e qualunque idiota stesse con loro.

Impegnato nel tentare di scoprire i sopracitati idioti, ingannato, sconfitto più e più volte dai trucchetti, le strategie e le precauzioni che aveva scoperto essere opera della Granger, aveva alla fine dovuto ammetterlo.
Hermione Granger era in gamba.

 

 

***

 

 

Aveva paura.

Di più. Era nel panico.

Con suo padre ad Azkaban, il padre che aveva sempre ammirato e preso come modello, aveva accettato l'incarico che l'Oscuro Signore gli aveva affidato con gratitudine.
Era la soluzione a tutti i suoi problemi.
La dimostrazione della fiducia che L'Oscuro Signore in persona riponeva in lui, che lo rendeva non più uno stupido ragazzino, ma un Mangiamorte a tutti gli effetti, allo stesso livello di quelli che lo circondavano.
L'occasione per restituire al nome della sua famiglia, nome del quale gli avevano sempre insegnato ad essere fiero, il giusto lustro.
La chance di vendicare suo padre e renderlo orgoglioso, uccidendo la persona che rappresenta tutto ciò che lui ha sempre disprezzato.
L'opportunità di salvare lui e sua madre dalla morte certa che sarebbe spettata loro se lui avesse in qualche modo rifiutato o deluso le aspettative del suo Signore.
Ma quello, ora lo sapeva, non era uno degli stupidi duelli che aveva fatto in quella stupida scuola.
Da lì non ne sarebbe uscito con un leggero mal di schiena.
Ne sarebbe uscito spezzato. Annientato.
Lo sapeva e aveva provato a convincersi che farlo fare a terzi avrebbe alleviato quel senso di nausea, quell'impossibilità a respirare che l'avevano attanagliato negli ultimi mesi.
Ma ovviamente non aveva funzionato.
L'aver quasi ucciso due persone per colpire il vecchio preside l'aveva invece fatto stare ancora peggio.
Per questo ora si trovava a dover fronteggiare di persona quel dilemma.
Diventare un assassino, o condannare a morte i suoi genitori e lui stesso.
Diventare un assassino, o far scoppiare quelle maledette mine.
Per questo l'unica cosa che aveva potuto fare era stato disarmare Silente.
Per questo era dovuto alla fine intervenire Piton.
Quell'anno aveva imparato qualcosa che non avrebbe mai detto di se stesso.
Draco Malfoy non era come suo padre.
E non era sicuro di volerlo ancora essere.

 

 

***

 

Gli stavano mostrando Potter.
Lo sapeva, che era lui. Certo che lo era.
Una fattura non sarebbe mai bastata a impedirgli di riconoscere il viso dello Sfregiato,anche se non fosse stato accompagnato dal Pezzente e dalla Mezzosangue.
E in quel momento sarebbe bastata una sua parola, un solo cenno di Draco e l'Oscuro Signore sarebbe arrivato, e sarebbe stato contento di loro.
Allora forse loro sarebbero stati salvi.
Ma ormai l'aveva capito: non era un assassino.
Così aveva finto di non riconoscerlo, tentando di prendere tempo.
Poi tutto si era mosso in fretta e ora era lì, chiuso in quella stanza con i suoi genitori.
Potter e il Pezzente rinchiusi di sotto, la Mezzosangue nel salone con sua zia.
E mentre ascoltava la ragazza venire torturata, senza che questo la facesse cedere, mentre sentiva le sue urla e solo trattenuto dalla madre era riuscito ad impedirsi di intervenire, aveva realizzato qualcosa che in realtà aveva sempre saputo.
Hermione Granger era coraggiosa.


Cosa fai quando non puoi evitare il disastro?

Cerchi di limitare i danni.
 

Così aveva cercato di imprigionare Potter, tornato in quella scuola, nel disperato tentativo di tenere qualche minuscolo cimelio di ciò che era stato fino a poco prima stretto tra le mani, in modo che non potesse sfuggirgli.
Ed era finita che il maledetto Potter gli aveva salvato la vita. Due volte.

 

Cosa fai quando è troppo tardi per negare il cambiamento?
Lo accetti.
E cerchi di tenerti a galla come meglio puoi.

Così aveva dovuto adattarsi alle nuove lampanti verità, alle nuove nascenti convinzioni,ai nuovi germoglianti sentimenti.
Così aveva deciso che non avrebbe, per nessuna ragione, mai più combattuto al fianco dell'Oscuro Signore.
Così era rimasto in piedi, per una volta dalla parte della ragione, sordo al richiamo del padre, che cercava di riportarlo tra le fila dello schieramento che avevano di fronte: i Mangiamorte.

Solo la voce di sua madre, decisa e rassicurante, era riuscita alla fine a smuoverlo.
Aveva sopportato, per il suo bene, il falso e raccapricciante abbraccio di quell'essere che non aveva più nulla di umano, e l'aveva raggiunta.
Lei, e nessun altro.

E mentre, quando tutto era finito, si allontanava con lei, dopo aver visto il Pezzente baciare la Mezzosangue, quella ragazza irritante e forte e bella e coraggiosa, aveva appreso le ultime due cose che gli anni ad Hogwarts gli avrebbero insegnato:

Provava qualcosa per Hermione Granger.
Lei non sarebbe mai stata sua.







Buonsalve! E così eccomi qui, la mia prima fanfiction non originale. 
Ultimamente ero ripiombata nel baratro Dramione e dopo essermi rimpinzata di ff, questa mattina è venuta fuori dal nulla questa.
Mi rendo conto che non è nulla di particolare.
Il senso di questa mmh roba.. è semplice:
Nella stragrande maggioranza delle Dramione che ho letto, il cambiamento di Draco (ammesso che nel contesto un cambiamento avvenisse) era dovuto esclusivamente al suo amore per Hermione.
Mi sono ritrovata a pensare che non dovrebbe essere proprio così..
Penso che il cambiamento di Draco dipenda da se stesso, e vada semmai di pari passo al nascere dei sentimenti per la Mezzosangue.
Dopotutto, se Draco fosse rimasto chiuso nelle convinzioni con le quali è stato cresciuto sin da quando era in fasce, difficilmente avrebbe potuto provare per la ragazza qualcosa di più che attrazione fisica..
Quindi mi sono cimentata in questo tentativo di ricostruire il suo processo di crescita. 
Lo sradicamento delle sue certezze, man mano che le cose non gli tornavano, la difficoltà a lasciare che questo avvenisse, perché i cambiamenti che sconvolgono la vita di una persona difficilmente sono lineari e mai semplici.
E contemporaneamente il suo ammettere con se stesso i lati positivi di Hermione.
Purtroppo volendo fare questo lavoro non sono riuscita a dargli il lieto fine che in realtà avrei tanto voluto XD Dramione forever!
Voi cosa ne pensate? Ha un senso questo mio ragionamento?
Sae <3

  
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