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Autore: LadyTargaryen    09/06/2016    0 recensioni
Ad Approdo del Re, Daeron il Buono ha organizzato un evento molto particolare: un ballo di corte. E Shiera Seastar, ovviamente, non vuole mancare. La cosa più difficile sarà convincere il fratellastro ed amante Brynden Rivers a gettarsi con lei nel turbine delle danze. Impresa che si preannuncia a dir poco impossibile. Ma se con una parola gentile si ottiene molto, con una parola gentile ed un ricatto fatto ad arte si ottiene tutto.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bloodraven
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Ricatto d’amore

 

 

 

Shiera Seastar si guardò allo specchio per l’ennesima, ultima volta. Arricciò con le dita una vaporosa ciocca di capelli biondi in modo tale che le scendesse sull’occhio azzurro, controllò che la collana d’argento con smeraldi e turchesi cadesse come doveva sul più che ampio scollo dell’abito acquamarina che indossava, e quand’anche il responso circa il trucco fu soddisfacente si alzò e licenziò con un gesto le cameriere. Impiegò numerosi minuti nella minuziosa scelta degli orecchini da abbinare al resto dei gioielli, quindi se li fece scivolare tra i seni. Intascò lima per unghie e spazzola e, lisciato accuratamente che ebbe il vestito, uscì dalle sue camere a passo di marcia.

 

Direzione: stanze di Brynden Rivers detto Bloodraven, suo fratellastro nonché amante.

 

Non che non fosse sua abitudine curare in maniera impeccabile il proprio aspetto, anzi, ma per la missione (ma sarebbe stato meglio dire impresa) per la quale aveva deciso di imbarcarsi necessitava di essere ancor più splendida del consueto. Ora, Brynden la trovava in ogni caso bellissima, a prescindere da dettagli secondari come abiti, gioielli, eccetera (le diceva sempre, con quel suo ghigno malizioso che scopriva i denti perfetti, che l’unico capo di vestiario che poteva sopportare di vederle indosso era la sua collana. E basta) ma la situazione richiedeva un dispiegamento massiccio di tutte le sue arti ed armi di seduzione. Sapeva che quanto aveva da chiedergli non avrebbe ottenuto un sì se non dopo almeno un buon quarto d’ora (ad andar bene) di pressanti quanto estenuanti richieste. Richieste cui, se il caso ne avesse fatta esplicita richiesta, non avrebbe esitato ad aggiungere il ricatto. E lei era maestra indiscussa in quella sottile arte che era il ricatto. Convincere, anzi, costringere quell’irremovibile testa dura ad accontentarla in certe questioni era talvolta uno sforzo a dir poco sfibrante. Utilizzando la leva giusta, infilando una o due apposite paroline qui e là, era però sicura come di se stessa che sarebbe riuscita vittoriosa nell’intento.

 

Sì, quell’uomo sapeva essere impossibile, ma mai, mai fino a quel momento la fatica aveva superato il gusto. E di gusto, dentro o fuori da un letto, ce n’era moltissimo, con Brynden.

 

Non dovette fare molta strada, la camera dell’amante era proprio sulla via della propria. Prese un bel respiro, mise ancor più in evidenza il prosperoso seno inguainato nello strettissimo corpetto con impunture di perle quindi bussò. Brynden, dall’altra parte, grugnì uno svogliatissimo “Avanti”. Seastar aprì appena la porta e fece capolino con nient’altro che la testa. E il prosperoso seno inguainato nello strettissimo corpetto con impunture di perle, ovviamente.

 

- Brynden, oceano d’amore…? -.

 

Bloodraven, curvo ad esaminare un voluminoso plico di documenti, sollevò il capo dalle proprie carte, visibilmente infastidito. A lui, infatti, quel ridicolo, melenso romanticume da romanzo e tutto ciò che anche solo a grandi linee vi somigliasse risultava incommensurabilmente, completamente, assolutamente indigesto. Non che Shiera la pensasse in maniera differente (anzi, riferirsi a lei con un epiteto simile avrebbe significato una perenne preclusione dei suoi favori) ma, per ciò che intendeva domandargli, prenderlo per sfinimento era essenziale (oltre che divertente).

 

- Shiera, non è un buon momento. -.

- E quando mai lo è per te, fratello? -.

- Devi proprio? -.

- Devo proprio. -.

 

L’uomo sospirò rassegnato e si lasciò ricadere con stanchezza contro lo schienale della propria sedia. - E allora entra. - concesse infine. - Uh, quale sforzo, quale fatica. - ridacchiò lei, e fece infine il suo trionfale ingresso. Avanzò tranquilla sino alla scrivania, si diede una lisciata alle pieghe dell’abito quindi si sedette, ignorando nella maniera più disinvolta i fogli che vi si trovavano al di sopra – fogli che, così facendo, finirono quasi tutti per terra -, e facendo, s’intende, ben attenzione a mettersi in una posizione che desse a Brynden una buona visuale della propria generosa scollatura. Il fratellastro, ovviamente, gradì molto la visuale...Decisamente meno che gli si mettesse in disordine tutto. - Shiera, quelli sono documenti importanti. -.- Non più importanti di me, tesoro. - fu la noncurante risposta. E cominciò a gingillarsi con la penna d’oca posata lì accanto. Uno scarabocchio qui, un ghirigoro là. Quando poi tentò di disegnare all’amante due bei mustacchi ribaldi questo si risolse a toglierle seccato di mano penna e calamaio. - C’è una motivazione precisa per cui sei venuta – s’informò, le dita che giocherellavano distratte con la sua collana – o volevi semplicemente distogliermi dal lavoro sbattendomi in faccia le tette? -. Shiera si portò una mano al cuore, in un'espressione di finta offesa:- Non ti ho mai sentito lamentarti circa le mie tette, fratello. -.- E mai mi sentirai farlo. - replicò lui, accompagnando la frase con un bacio malizioso sulle suddette – Tuttavia sarebbe assai apprezzabile da parte tua fornirmi un motivo per questa tua visita. -. Lei sbuffò, ma non si fece ulteriormente pregare. I “preliminari” erano già durati sin troppo e il tempo stringeva.

 

- Avrai forse sentito parlare di quel ballo che si terrà questa sera a co… -.

- Certo che ne ho sentito parlare! Come se non fossi stato presente, quando nostro fratello si è lasciato convincere dalla sua amata mogliettina ad indire quella ridicola guittata! -.

- Come siamo collerici. La collera t’imbruttisce, lo sai? Sia come sia. La farò breve...Dicevo? Ah, sì. Il ballo. Ora, siccome sai che io adoro ballare, mi domandavo se… -.

- Ti fermo qui: no. -.

 

Ovviamente. Tipico di Brynden. E poi si domandava perché di sposarlo non voleva saperne. Non che si aspettasse che sarebbe stata una battaglia facile. Stava anche lì, nella sfida, il bello della loro relazione.

 

Ma se sperava di averla vinta con così poco, cadeva male.

 

Mise il broncio e cominciò ad acconciargli i capelli bianchi in minute treccine, una di quelle cose che aveva l’innato potere di farlo imbestialire. - Oh, avanti… - implorò – Non puoi buttare alle ortiche il tuo lavoro, per una sola, singola, unica serata? Non mi pare di domandarti molto… -. Sbuffando, Brynden si sottrasse alle sue mani. - Sorella adorata – scandì respirando tra i denti – Le casse della corona piangono sangue. Il raccolto non ha dato i risultati sperati ed è probabilissimo che dovremo tutti quanti tirare la cinghia. Abbiamo i Greyjoy che intendono far partire nuove scorrerie in tutto il reame...E tu mi chiedi di ballare?! -. L’ultima parola, più che pronunciata, fu urlata. Shiera, che conosceva bene le sfuriate dell’amante, non si scompose. Fece un gesto di fastidio con la mano, come a scacciare una mosca molesta:- Oh, ma si fottano i Greyjoy! Sono decenni che non fanno scorrerie così a sud! Non vedo perché mai dovrebbero ricominciare proprio questa sera. -.- Perché a meno che nostro fratello il re non si risolva ad invitarli tutti quanti a questo fottutissimo ballo non abbiamo assicurazioni che non lo facciano. Né spie di stanza presso le Isole di Ferro che li tengano d’occhio. -.- Suvvia, fratello...Ti chiedo solo questo piccolo, minuscolo piacere… -. Il volto pallido di Brynden si aprì in uno dei suoi caratteristici sogghigni:- Pensavo, tesoro, di averti soddisfatta a sufficienza ieri notte... -. Stella Marina gli rivolse una finta smorfietta di compatimento: certo che l’aveva soddisfatta, eccome, ma non gli avrebbe certo dato la soddisfazione di ammetterlo. - Amore mio – confessò infatti con voce flautata – ti ho detto basta per pietà nei tuoi confronti, di certo non perché fossi sazia. Eri così stremato che insistere mi pareva crudeltà… -. Bloodraven avvampò, ma non raccolse:- Grazie infinite, sorellina. - ringhiò con calma - Delicata come sempre. E ora, se vuoi scusarmi… - e fece per farla scendere di peso dalla scrivania.

 

Bene, d’accordo. Era arrivato il momento di giocare il primo dei suoi assi nella manica.

 

- Molto bene. - annunciò lei – E sia. Se non vieni… -.- Ma io vengo sempre. - ribatté il fratellastro con la sua solita spinta, affilata ironia – E’ la lady qui presente che si fa puntualmente pregare. -.- Spiritoso. In ogni caso, peggio per te. Vorrà dire che ci andrò con Aegor. -.

 

Colpo basso. Molto basso. E Shiera lo sapeva. Ma se esisteva una motivazione che con Brynden non mancasse mai di funzionare a dovere, era proprio quella. Il loro comune, aitante, affascinante fratellastro, Aegor Rivers. Che Bloodraven detestava con una cordialità più unica che rara, almeno quanto Aegor lo detestava a sua volta. E che, come lui, le faceva la corte da tempo immemore. Brynden sapeva trasfigurarsi in una belva al solo sentirlo nominare. Ed infatti, come volevasi dimostrare…

 

- Tu questo non lo farai. - sibilò, stillando rabbia purissima ad ogni sillaba – O giuro sugli Dei che io… -.- Che tu cosa? - lo sfidò Seastar, che nel frattempo era tornata ad accomodarsi sulla sua scrivania (e sulle sue carte) – Ci uccidi entrambi? Oh, mi piacerebbe tanto vederti provare. -.- Non tentarmi. Potrei sorprenderti. -. Shiera, col sospiro esasperato di chi non voleva si arrivasse a tanto (ma che intimamente si divertiva pazzamente), lo attirò a sé, facendogli mettere il viso tra i suoi seni. - Non saresti mai capace di uccidermi, caro fratello. E sai perché? -.- Illuminami. - la voce di Brynden giunse attutita, impegnato com’era nel (e col) suo scollo. - Perché mi ami troppo. Ecco perché. - gli sollevò il capo e gli sorrise, con evidente delizia – Me e le mie tette. -.- Io amo le tette. - puntualizzò l’amante ghignando – Che anche tu ne disponga è un fattore bonus. -. Shiera rise.

 

Una donna che avesse amato le smancerie e le poesie strappalacrime si sarebbe offesa a morte, a quelle parole. A lei, invece, facevano piacere, oltre che ridere. Sotto quel corrosivo cinismo sapeva quanto davvero fosse profondo e sincero l’amore che Brynden nutriva per lei.

 

- Sempre cavaliere. - lo prese in giro, e se lo staccò di dosso, come ne avesse avuto abbastanza (cosa che non sarebbe mai potuta accadere. Ma il tempo volava e quel teatrino doveva volgere alla fine) – Comunque sia, cosa dicevo? Ah, già, Aegor. -. Brynden, com’era prevedibile, tornò ad incupirsi. - Ancora lui? - masticò iroso. - Ma certo, tesoro. Ti ho pur detto che mi accompagnerà al ballo, no? Bene. Insomma, sai, - e dopo aver estratto la lima dalla tasca iniziò a passarsela accuratamente sulle unghie - si è mostrato così entusiasta all’idea che rifiutare mi pareva una scortesia imperdonabile… -. Fosse stato possibile incenerire con lo sguardo, Brynden, che schiumava e ribolliva con le mani che stritolavano rabbiose le sue preziosissime carte, senz’altro immaginando che fossero il suo collo, l’avrebbe fatto.

 

Shiera ridacchiò sotto i baffi. Si era arrivati dove voleva lei. Era giunta l’ora di usare l’ultima e migliore delle sue carte. Tuttavia, prima di farlo, intendeva giocare un altro po’. Niente le piaceva di più che farlo stare sulle spine. E anche se al ballo non mancava molto, pazienza. Qualche minuto di ritardo non avrebbe guastato.

 

- E’ proprio un peccato che tu sia così irremovibile nei tuoi propositi – riprese, con simulata afflizione – perché vedi...Sai…Avevo pensato che…Così... -. Come da copione, Brynden drizzò le orecchie:- Cosa? -. Ma lei si alzò, e prese ad esplorare l’ambiente, ancheggiando in quel modo che sapeva essere per lui irresistibile. Di quando in quando, con noncuranza, sollevava ed esaminava questo o quell’oggetto: un libro, un soprammobile (uno dei pochissimi: la camera di lui pareva una cella, tant’era spoglia), o un qualche oggetto strambo la cui utilità le sfuggiva. - Oh, che bello questo corvo impagliato! Adorabile. Non trovi che ti somigli? La vitalità è senza dubbio quella...Puà! Ma che cos’è tutta questa polvere? Ce ne sarà almeno un dito! E questa tremenda puzza di chiuso? Da quanto non apri le finestre? E, soprattutto, cosa ancora più importante, da quanto non ti dai una lavata? Brynden, Brynden, la vita dello scapolo decisamente ti distrugge… -.- E di chi è mai la colpa?!?! - fu il ruggito di risposta.

 

Anche questo, non lo negava, era stato parecchio sotto la cintura.

 

Specie dal momento in cui l’ultima (rifiutata) proposta di matrimonio risaliva solo alla settimana precedente.

 

Cena a lume di candela, Brynden miracolosamente in ghingheri ed una delle migliori bottiglie di rosso Redwyne della riserva della Fortezza Rossa. S’era schiarito la gola e, senza porre troppo tempo in mezzo, aveva mosso all’attacco. Per l’ennesima volta. “Shiera...” Ma lei, che già sapeva dove si sarebbe andati a parare, lo aveva prevenuto: “No.” Attacco respinto. Lo sguardo di Brynden si era fatto di brace: “Non mi hai neanche lasciato finire!!!” aveva ringhiato furibondo. “Ma tesoro,” aveva ribattuto lei con un risolino “io ti lascio sempre finire!” Era stata la fatidica goccia che fa traboccare il vaso. Con un ruggito che di umano aveva ben poco Brynden aveva fatto un balzo degno di una pantera-ombra, l’aveva ghermita in un placcaggio (trascinando con sé tovaglia, bicchieri, posate e tutto il resto) e sbattuta letteralmente per terra. In tutti i sensi. Quanto ai poveri servitori che erano entrati proprio in quel momento con le pietanze, non era rimasto loro che lasciarle sull’entrata e voltare sui tacchi, zitti zitti.

 

In un modo o nell’altro, il passato era passato, e il ballo incombeva. Dunque, bando alle ciance...Insomma, per modo di dire.

 

- Dicevo – ricominciò senza badargli – che è sul serio un gran peccato che tu non voglia proprio saperne. Sai...avevo quasi pensato...ma capisci, era solo un pensiero… -.- Shiera. - la interruppe Brynden in tono pericolosamente calmo – Evitiamo questo giochino. Dì quello che devi dire e facciamola finita. -.- Uh, ma quanta fretta! Non mi stupisce che tu venga sempre troppo presto, fratello… - e qui, di nuovo, l’uomo avvampò digrignando i denti sino a farli scricchiolare - E smettila di interrompermi! Perdo il filo! Dove eravamo…? Ah, vero. Dicevo che...Ah, dimenticavo: mi metti gli orecchini? Li trovi qui. - e gli spinse ancora più in faccia l’ampissima scollatura. Con un sospiro tra l’esasperazione e la divertita rassegnazione, Brynden ubbidì, premurandosi nel mentre di indulgere sotto il corpetto dell’abito molto più del necessario. - Bravo. - approvò Shiera – ora, quello azzurro sull’orecchio sinistro e quello verde sul destro...La mia destra, testone! Che diamine! -. Bloodraven bestemmiò a mezza voce e riprese:- Dicevi, tesoro? -.- Dicevo, dicevo...Ah, sì. Dicevo che...in linea teorica...ma proprio teorica...assolutamente teorica… -.- Shiera… -.- E via le mani dal vestito, me lo sgualcisci! Stavo dicendo, prima che tu mi interrompessi, che se tu, così, fossi stato propenso ad accompagnarmi stasera...ci sarebbe stata la possibilità...ma giusto un barlume, sia chiaro...A proposito, che te ne pare di quest’abito? Mi dona? -. Brynden era ad un niente dal crollo nervoso. O dal saltarle alla gola. O dal cedere. Perfetto. - Sei bellissima ma, siano dannati quei maledetti dei Sette, vieni al dunque!!! -.- La collera, fratello, la collera. - lo ammonì dolcemente lei agitando il dito come riprendesse un bambino particolarmente disobbediente – Ci sto arrivando, abbi pazienza. Ah, e già che ci sei – gli mise in mano la spazzola – mi potresti pettinare? -. Profferendo tante e tali di quelle bestemmie che le statue dei Sette, nel Grande Tempio di Baelor, probabilmente tirarono più di una crepa, il fratellastro si accinse ad accontentarla ancora una volta. Shiera gongolò, soddisfatta.

 

- Dov’ero…? Sì, sì, ricordo. Stavo dicendo che...Ahi! Piano! Non devi farmi lo scalpo! Che maniere! -. Da Brynden giunse solo un ringhio che avvertiva che gli argini della sua pazienza era molto vicini a sgretolarsi. - Comunque. Dicevo che se tu accettassi di portarmi al ballo...ci sarebbe, ecco...una piccola probabilità...giusto una su cento...Che io accetti di sposa… -. Non le fece neppure finire la frase. Mollò la spazzola, buttò all’aria penna e calamaio, tirò via tutti i fogli che occupavano ancora la superficie della scrivania e la prese in braccio senza ulteriori indugi. Vittoria! - Andiamo. - decretò, e marciò a grandi passi verso la porta. - Ma come? - rise Shiera fingendosi sorpresa – e i Greyjoy? -.- Si fottano, i Greyjoy. Sono decenni che non fanno scorrerie così a sud, non vedo perché mai dovrebbero ricominciare proprio questa sera. -. Lei rise, accarezzandolo compiaciuta:- Sei davvero un amore. Sapevo che non mi avresti delusa. -.- Ordinaria amministrazione. - e le serrò le labbra in un bacio. Dopo qualche attimo, però, sembrò farsi largo in lui un atroce dubbio, e si staccò da lei:- Ed Aegor…? -. Shiera sorrise con l’aria di chi la sa lunga e divincolatasi dalle sue braccia andò ad aprire la porta della sua camera…

 

...Davanti alla quale attendeva un azzimatissimo Aegor Rivers, con tanto di mazzo di fiori alla mano, cui Seastar aveva dato appuntamento proprio davanti alla soglia del loro comune fratellastro Bloodraven. Aegor Rivers, il cui spavaldo sorriso, quando vide, dietro di lei, il sempre odiato Brynden, svanì all’istante, rimpiazzato da pura furia assassina. - Cos’è questa storia? - ringhiò - Shiera, pretendo una spiegazione! E subito! -.

 

Grosso errore. Il verbo “pretendere” era decisamente l’ultimo da usare, se si desiderava ottenere qualcosa da lei. Anche Aegor lo realizzò, ma troppo tardi: il danno, oramai, era già bell’e fatto.

 

- Tu pretendi?! - sibilò inviperita, gonfiandosi come un cobra – Oh, no, signor mio, tu non pretendi proprio niente! E in ogni caso non ti avevo assicurato nulla. Avevo solo detto, se rammenti, che mi sarebbe molto piaciuto ballare con te, questa sera. E niente di più. -.- Ma…! Ma…! - protestò debolmente Aegor, che alla sua reazione aveva istantaneamente moderato toni e modi – Ma io pensavo che… -.- Non pensare. - tagliò corto Shiera con sdegno – Sai bene che non fa per te. -. Brynden, da dietro, ridacchiò malignamente e senza ritegno. - Ed ora – concluse Seastar – se non ti spiace saremmo attesi ad un ballo. Fatti da parte. Sciò! - e lo superò senz’altro aggiungere, trascinandosi dietro Brynden che, dal canto suo, rivolse un sorriso derisorio quanto sarcastico al fratellastro come a dire “Ci vediamo, riguardati.”

 

- Ah, e Brynden…? - aggiunse Shiera dopo un po’, quando ormai erano già in prossimità delle sue stanze, dentro alle quali lo spinse senza troppe cerimonie. - Shiera…? -.- Siccome al ballo manca ancora un’ora scarsa...e se vuoi che la possibilità su cento sussista...Lavati. La vasca è lì, spogliati. L’ho fatta preparare e tenere in caldo in anticipo. E dovrò trovarti dei vestiti puliti...No, non pensarci neppure, a rimetterti quelli che indossi ora, mi faresti fare una figura orrenda. -. Fece per chiamare i servitori ma Brynden l’afferrò per la vita, sorridendo malizioso.

 

- Ti unisci a me…? -.

- Onoratissima, amore, ma il tempo è tiranno. -.

- Oh, dettagli. Aspetteranno. Possono benissimo iniziare senza di noi, no? -.

 

E le baciò il collo. “Forse” pensò Shiera sfilandogli la camicia “possiamo permetterci di fare tardi, dopotutto.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’Autrice: E con questo inauguro la serie di ff su ship cui non frega una ciaspola a nessuno! Vai! Alé! Grande Raky!

 

In ogni caso: ben ritrovati. Non so voi, ma a me (complici tante fanart belle quanto spassose) Brynden e Shiera fanno davvero capottare dal ridere. Su quale fosse esattamente il loro rapporto non possiamo saperlo, ma immaginare che lei stesse sempre a stuzzicarlo e che lui rintuzzasse colpo su colpo, in maniera non esattamente fine e garbata, mi ha davvero divertito un sacco. Non mi riesce davvero di figurarmeli seri e compassati, o romanticoni “puccipucci amore mio”!

 

La genesi di questo mio tentativo di dedicarmi a qualcosa che non fosse angst va ricercata nell’ennesimo delirio che ho avuto con un’amica (Sof, qua la mano!). Partendo dall’idea cretina che “la danza dei draghi” altro non fosse che un ballo a corte, ci siamo divertite ad immaginare come diversi personaggi femminili avrebbero potuto fare per obbligare i loro deliziosi uomini a portarcele. Ne è uscita una cosa molto, ma molto idiota. Tra tutti i “dialoghi” immaginati quello tra Shiera e Bloodraven è stato senz’altro il migliore, con la sottoscritta che improvvisava battute a casissimo e la mia fedele consigliera che rimbeccava facendo la parte di Brynden (a questo proposito, vecchia mia, avrei voluto includere la scena alla Superman in cui BB si strappava di dosso i vestiti e sotto era già vestito a festa ma, ahimé, non ho potuto XD). Questo che vedete ne è la versione finale.

 

Buona lettura, e spero vi divertiate quanto ci siamo divertite noi!

 

 

 

#Raky

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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