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Autore: TheManiae    09/06/2016    5 recensioni
(Non avevo idee per il titolo ok?)
Gli anni passano, ma le persone amate restano sempre.
E dopo trent'anni, qualcuno cerca ancora risposte su un mistero che ha distrutto la sua vita.
Genere: Dark, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Phone Guy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Notte.
Le strade della città sono deserte. Non un alito di vento soffia per le strade. Non una mosca disturba l'atmosfera. Il silenzio è sovrano.
Silenzio rotto all'improvviso da una serie di passi rapidi.
Una figura scura emerge da un vicolo, dirigendosi verso un piccolo edificio al centro di un parcheggio. Appena raggiunge le porte d'entrata, alza lo sguardo, e il miscuglio di sentimenti rischia di farla vomitare.
"Fazbear Fright" Mormora la figura, quasi sputando in modo velenoso.
Bussa sulle porte di vetro ripetutamente e con forza, la poca che possiede almeno.
"Arrivo arrivo!" urla da dentro una voce, e un ragazzo in tuta viola apre la porta scocciato. "Cosa vu-Oh, lei dev'essere la nuova guardia notturna!" aggiunge fissandola meglio. La figura si limita ad annuire.
"Mi segua signora Afton"



I due avanzarono nel corridoio scarsamente illuminato, con le teste di vecchi animatronics messe sui muri come macabre lampade. La figura osserva con aria malinconica, mentre immagini di un posto carico di felicità e gioia si sovrappongono a quello che l'edificio era diventato.
"Tu dovrai stare qui a controllare che nessuno entri..." disse lui elencandogli tutto quello che doveva fare e i problemi che potevano capitare. Da canto suo, lei lo ignorò del tutto, contemplando la divisa viola posta sulla sedia che avrebbe dovuto indossare. "Tutto chiaro?"
"Certamente" disse lei continuando a fissare la divisa, mentre l'altro si diresse verso la porta.
"Prima che vada, una domanda. Perché una persona della sua età vuole fare un lavoro del genere?" chiese il ragazzo sottolineando Della Sua Età, beccandosi un'occhiataccia da parte della figura.
"Vecchi affari" disse seccamente. L'altro alzò gli occhi al cielo e uscì.
La figura sfiorò la divisa, e i ricordi le fecero venire un tremito alla schiena. Si sedette sulla sedia abbastanza scomoda, e si ritrovò a fissare il suo riflesso nel vetro.
La pelle leggermente abbronzata mostrava qualche piccola ruga attorno agli occhi e alle labbra, ma per il resto aveva un viso abbastanza giovanile. I capelli neri che le cadevano sulla schiena in una coda di cavallo, anche se grigi, mantenevano abbastanza bene la loro sfumatura di nero. Infine, gli occhi marrone chiaro, che erano la sua unica parte non cambiata in tanti anni.
Quanto gli piacevano i miei occhi... Pensò per un istante, ma prima di sprofondare nei tormentati ricordi si alzò, prese la torcia elettrica e uscì dalla sala di controllo. Dopotutto, il lavoro era solo un pretesto.



Era appena entrata in una stanza illuminata dalla lampada di Freddy, quando sentì dei rumori inquietanti provenire dalla sala accanto. Si appoggiò alla parete del corridoio e si sporse per osservare. Non vedendo nulla di strano, si fece coraggio ed entrò puntando la torcia ovunque.
I ricordi la assalirono. Si trovava nella vecchia sala principale della pizzeria. Ricordava che sul palco, ora pieno di attrezzature horror, stavano i 3 animatronic che suonavano allegre canzoni, con i bambini che urlavano felici seduti ai tavoli.
Era talmente presa dai ricordi, che non si accorse del rumore di passi dietro di lei finché non fu troppo tardi. Una grossa mano le afferrò il braccio, e quando si girò ebbe un sussulto.
Era un animatronic di tipo coniglio, con il costume giallo marcio. Era incredibilmente rovinato, pieno di tagli e strappi dai quali si intravedeva l'endoscheletro metallico e una strana sostanza rossa. l'orecchio destro era praticamente strappato a metà, mentre il viso perennemente fisso in un sorriso terrificante.
Ma furono gli occhi a terrorizzarla.
L'iride nera con la pupilla bianca spettrale, che la fissavano in modo folle e sadico, quasi posseduti. Trasmettevano un senso di terrore e follia indicibili.
Cercando di non fissare i due pozzi di follia, si liberò dalla presa dell'animatronic e arretrò spaventata, ma l'altro gli fu di nuovo addosso. Con un colpo di gomito sbatté la povera donna contro il muro, facendole sputare sangue e accasciare a terra.
Lei alzò lo sguardo, coperto ai lati dai lunghi capelli che si erano liberati dall'elastico, con un misto di paura e rimpianto. Stava per morire, senza sapere dove fosse finito colui che amava. Chiuse gli occhi, aspettando il pugno dell'animatronic.



[Pov Springtrap]

Dolore.
Ogni movimento era un'agonia. Ogni minuto un'eternità.
Erano passati chissà quanti anni da quando lui era finito in quella maledetta tuta.
Lui, che si era fatto ingannare da dei fantasmi di 5 mocciosi.
Ma poi, chi era lui?
Anni passati nell'oscurità e nel dolore di quell'eterna tortura avevano offuscato ogni ricordo, eccetto il momento in cui era entrato in quel dannato costume. 
Il suo corpo era morto da tempo, ma sentiva ogni sofferenza come se fosse ancora vivo.
Finalmente, era riuscito a uscire da quella maledetta stanza, e il sui primo istinto fu uno e uno solo: Uccidere.
Appena aveva visto la guardia, l'aveva afferrata per il polso. Questa si era voltata di scatto, e mentre cercava di fuggire l'aveva gettata a terra con una gomitata.
Era sul punto di spiaccicarle la faccia con un pugno, con una voglia insaziabile di sangue.
Quando vide la guardia alzare lo sguardo, coi capelli lunghi ora liberi dalla coda di cavallo, si bloccò.
Un'immagine mentale si sovrappose a quella della guardia. Una giovane ragazza sui 19 anni, inginocchiata a terra e intenta a raccogliere alcuni libri. Lo fissava sorridente, con lunghi capelli corvini che incorniciavano due bellissimi occhi marroni.
I ricordi gli invasero la mente. Ricordi di una vita bellissima e al tempo stesso un tormento.
"A.....n....gel"



[Pov Renata]

"A.....n....gel"
La guardia perse un battito a quel nome.
Angel.
Erano anni che nessuno la chiamava con quel nome.
Solo lui mi chiamava Angel.
Alzò lo sguardo, e vide l'animatronic indietreggiare continuando a fissarla, ma il suo sguardo era diverso. La precedente follia si era come dissolta, lasciando posto a malinconia e tristezza.
Un pensiero, completamente folle e strano, iniziò a insinuarsi nella sua mente.
E se...
Si alzò  a fatica, reggendosi a un pezzo di legno accanto a lei, e si avvicinò a passo lento verso il coniglio, che continuava a fissarla ormai paralizzato. Si avvicinò sempre di più, e anche se una puzza incredibile le invase le radici, afferrò il viso dell'animatronic e lo fissò dritto negli occhi, che ora sembravano aver assunto una luce azzurra.
"V-Vincent?"
L'animatronic ebbe un sussulto a quel nome, e lentamente, mentre altri ricordi finalmente riaffioravano, annuì.
Renata, senza nemmeno chiedersi come fosse possibile, abbracciò il coniglio, iniziando a piangere sulla tuta. Anche l'altro la abbracciò il più delicatamente possibile, e se avesse potuto, avrebbe pianto di gioia.
Ma mentre stringeva a se la persona a lui più cara, ricordò anche le terribili cose che fece sia a lei che a quei bambini, e si staccò dall'abbraccio.
"Vincent..."
"So...no...un....mo....s...stro" disse con voce sepolcrale, a metà tra un microfono animatronico e una voce umana.
Anche lei ricordò le cose che aveva fatto sia a lei che ai suoi due figli. I tagli, le botte, e tutto il resto. Ma sapeva che non era colpa sua, ma della sua malattia. E sapeva bene cosa rispondergli.
In meno di un secondo, lei lo riprese in un abbraccio, e avvicinò la testa accanto alla sua, sussurrandogli una frase.
"Ti amo. E ti ho perdonato da tempo"
Vincent rimase spiazzato. Davvero? Dopo tutto quello che le aveva fatto, lo aveva perdonato?
Probabilmente era la sua anima a farlo, ma sentì le lacrime solcargli il viso, mentre sorrideva felice.
Prese le braccia della moglie, le staccò e la fissò negli occhi.
"Aiu...ta...mi" disse implorando. "Li...be...ra...ci" aggiunse con tono quasi disperato.
Renata lo fissò a lungo, poi abbassò il capo per nascondere le lacrime e annuì. Si strinsero ancora per alcuni minuti, poi lei si staccò e fece per andare nel retro. Ma prima di uscire, tornò dall'animatronic e gli diede un leggero bacio sulla guancia destra.
A Vincent scappò una risata. Anche dopo tanti anni, restava la solita ragazza romantica che amava.



[Pov Springtrap/Vincent]

Rimase li. Ad aspettare per alcuni minuti. Poi le vide.
Dal corridoio avanzavano fiamme cremisi che inghiottivano ogni cosa sul loro percorso. 
Vincent sorrise. Era finalmente giunto il momento di farla finita. Una parte di lui sperò che nell'aldilà, avrebbe vissuto in pace. 
Il fuoco circondò l'intera stanza, ma lui rimase immobile anche mentre le fiamme consumavano il costume e bruciavano la carne marcia sotto di esso, e all'improvviso si sentì leggero come non mai in vita sua.
Iniziò a sollevarsi verso l'alto, provando una descrizione di strana. Sentiva il suo corpo e allo stesso tempo non sentiva nulla.
Accanto a lui, vide altre 6 figure sollevarsi al di sopra della pizzeria, che oramai era un'enorme pira. 5 avevano orecchie da orso, coniglio e volpe, mentre l'ultima aveva dei segni simili a lacrime viola. Ma tutte gli sorridevano. Anche loro l'avevano perdonato.
I sette spiriti fissarono ancora una volta la pizzeria in fiamme, poi si voltarono e salirono, finalmente liberi.



[Pov Renata]

Aveva gettato benzina ovunque per il locale, evitando la sala principale per non perdere il poco coraggio che aveva e cambiare idea. Quando ebbe finito, accese un accendino, ma rimase a fissarlo per alcuni secondi.
Aveva finalmente ritrovato l'uomo che amava. E ora l'avrebbe perso di nuovo.
Ma, dopotutto, l'aveva perso trent'anni prima. Ora doveva aiutarlo.
Gettò l'accendino a terra e si girò, uscendo dall'edificio.
Si voltò solo quando raggiunse la fine del parcheggio, e rimase li a osservare l'incendio che avviluppava l'intera struttura. Sopra di essa, le sembrò di vedere 7 palloncini colorati volare verso l'alto, e le vennero le lacrime.
Si  diresse verso casa, sorridendo. Finalmente aveva tagliato i conti con il passato.

Fine.






Scena Extra
L'aldilà era molto diverso da come Vincent se l'aspettava.
Non c'erano nuvole, angioletti o cancelli dorati. Era un semplice luogo di pace e armonia dagli orrori della vita. 
Aveva aiutato le anime dei bambini a ritrovare i loro genitori, e alla fine era rimasto solo con il sesto bambino. Aveva anche trovato il fratello del piccolo, ma anche se finalmente poteva stare con i suoi figli, Vincent sentiva un grosso peso su cuore.
Mentre passeggiavano in uno spazio nero, i tre videro apparire davanti a loro una forte luce bianca, dalla quale stava emergendo una figura.
"Papà.... Che succede?" chiese il più piccolo, mentre il fratello e il padre sorridevano piangendo.
"La mamma sta arrivando"







Angolo Kishin
Beeeeeeeene ragassi
Questa cosa mi è nata guardando alcuni video sulla coppia: RenataxVincent (Molte fangirl mi uccideranno per via della Pg x  pG XD)
Ovviamente, ho messo dentro teorie mie e mie personali follie.
E non è tutto! Annuncio che da questa storia partirà una serie tutta sua, incentrata proprio sulla vita del nostro assassino monocolore preferito! :D
Ma, mi permetto di farvi due domandine:
1-Avete intuito chi sono i figli di Vincent?
2-Dato che voi del fandom di Fnaf conoscete solo il mio lato Creepy, che ne pensate di sta cosa sentimentale? (P,s: Questa è sentimentale, la serie incentrata su questa ovviamente sarà macabra e sanguinaria :D)
Bene, ho finito
Alla prossima

"Con le mani muovere i robot potrò. Grazie a loro, i vostri corpi a pezzi farò.  E le vostre anime con gusto divorerò"

 
   
 
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