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Autore: Ire_2002    09/06/2016    2 recensioni
Questa storia non parla di pazzi, mostri, esseri sovrannaturali o videogiochi maledetti.
Parla semplicemente di cosa accadrebbe se le creepypasta non fossero tali, bensì semplicemente un gruppo di persone normali, che si conoscono e che finiranno inevitabilmente per fare un sacco di guai.
Ho detto che non sono pazzi, ma ciò non significa che la loro vita sia normale.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Un ragazzino dall'aria distratta e i capelli biondi era appoggiato al muro della vecchia scuola. Portava due grandi cuffie nere e batteva il tempo della musica con il piede. Era il suo primo giorno in quella scuola, visto che l'anno prima aveva frequentato la terza media, e non aveva riconosciuto un solo volto tra i ragazzi in cortile. Inizialmente era stato piuttosto spaventato all'idea di frequentare una nuova scuola, ma in quel momento era calmo come non mai. Del resto, l'ambiente non era così spaventoso come aveva pensato, le persone attorno a lui si limitavano ad ignorarlo. Inoltre sembrava tutto piuttosto tranquillo...
- Jack! Vieni qui e fatti uccidere!
Come non detto. Il ragazzo si voltò al suono squillante di una voce femminile. Una ragazza, probabilmente di qualche anno più grande di lui, dai lunghi capelli ricci e corvini vestita di nero, stava inseguendo quello che probabilmente era Jack, ovvero un tipo della stessa età della ragazza, forse un poco più alto. Lei gli saltò addosso, aggrappandosi alla sua schiena, e iniziando a tirargli i capelli.
- Ma che...? Ahia! Basta, mi fai male!- Jack iniziò a divincolarsi, ululando di dolore. 
Il biondo, incuriosito e divertito dalla scena, si mise a ridere, insieme a buona parte delle persone che si trovavano in cortile. 
Smise di ridere quando sentì uno sguardo su di sé, e si voltò. Una ragazzina dai grandi occhi verdi lo stava fissando. Come lui, non era particolarmente alta, ma per il resto non le somigliava proprio per niente. Aveva una massa di capelli castani e mossi, e sembrava ancora una bambina. Portava una maglietta rosa piuttosto lunga, e dei leggins neri.
- Che hai da guardare?- chiese il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli. Non gli piaceva essere fissato a lungo.
- Sei uguale!- esclamò lei in tutta risposta- Sei una copia di Link!
Lui sorrise leggermente. Era sempre andato orgoglioso della propria somiglianza con il protagonista del suo videogioco preferito, ed il fatto che qualcuno notasse la cosa lo rendeva sempre piuttosto felice. Erano a dir poco identici, con gli stessi capelli e gli stessi tratti del volto elfici. L'unica cosa che li rendeva diversi era il colore degli occhi. Se quelli di Link erano azzurri come il cielo, il ragazzo li aveva di un marrone talmente scuro da avvicinarsi al nero.
- Aspetta... ti piace Zelda?- chiese lui. Nel caso, avrebbe avuto un buon motivo per diventare amico di quella ragazzina.
- Ovvio, lo adoro! Piacere comunque, il mio nome è Sally!
Lui le porse la mano- Ben.

***

- Tim! Ehi Tim! Tim! Ehi Tim! Tim ehi!
Nel buio della stanza una figura indefinita andò a schiantarsi con la potenza di un meteorite su uno dei tre letti che vi si trovavano.
- Toby, per favore, perché devi svegliarmi sempre in questo modo?- una voce assonnata arrivò da sotto le coperte su cui un ragazzo aveva deciso di lanciarsi. Tim chiuse gli occhi, cercando di ignorare il peso del fratello adottivo sulla propria schiena.
- Ma Tim, oggi dobbiamo andare a scuola!
- No Toby, siamo ancora in vacanza- rispose secco lui, poggiando il cuscino sopra la propria testa. Non c'era nulla che odiasse come essere svegliato bruscamente dal suo disturbante fratello.
- Ragazzi, che succede?- disse il terzo dei fratelli, che si era svegliato a causa del rumore.
- Meglio che taci Brian, non voglio fastidio. Toby è solo confuso. Molto confuso. Ed io dormo.
Tim era sempre molto scorbutico appena sveglio. Anzi, in verità era sempre scorbutico, ma la mattina lo era in modo particolare.
All'improvviso la porta si spalancò, facendo entrare un fastidioso raggio di luce nella stanza disordinata.
- Ehilà gent... ma non vi siete nemmeno alzati?
Una ragazza vestita e pettinata, pronta ad uscire di casa, si trovava sulla soglia.
Tim fece uscire un braccio da sotto l'ammasso di coperte, prendendo il telefono dal comodino, e guardò l'ora.
- Kate, che cavolo ci fai sveglia alle otto meno un quarto? Voglio dormire, cavolo!
- Vado a scuola, deficente, oggi è il quattordici settembre.
- E' il tredici, sull'orologio è segnato così.
- Allora mi spieghi perché papà è andato al lavoro lasciando sul frigo un biglietto in cui ci diceva che il nostro pranzo per la scuola era nello scaffale più alto del frigo?
Toby urlò un "Lo sapevo!", subito prima di essere scaraventato per terra dal fratello. 
Tim si fiondò fuori dalla stanza, ancora in mutande, e si diresse verso la cucina. Non appena ebbe letto la calligrafia di Slender sul biglietto attaccato al frigo gridò un paio di imprecazioni, per poi correre di nuovo in camera. 

***

Fu quando Jeff ebbe notato tra la folla di studenti i lunghi capelli neri e la ciocca tinta di viola che il battito del suo cuore si fermò.
A causa del terrore ovviamente.
Lui credeva di essersene liberato per sempre! Quella... cosa, l'aveva perseguitato durante le medie, senza staccarsi un solo secondo da lui, abbracciandolo in continuazione e inviandoli centinaia di cuoricini su whatsapp.
A dir poco vomitevole.
Doveva trovare una via d'uscita. Chiedere a suo fratello di nasconderlo sarebbe stato umiliante, in più non aveva idea di dove si trovasse. Decise di trovare una persona a caso e fare finta di essere suo amico. L'occhio gli cadde su una ragazza vestita con jeans neri e attillati, una maglia dello stesso colore e anfibi, dai lisci capelli corvini.
Le andò vicino e le porse la mano- Tu mi devi salvare la vita.
Lei sollevò un sopracciglio, squadrandolo- E' uno scherzo?
- No. Io sono Jeff, tanto piacere, ora nascondimi da quella tizia!- il ragazzo si nascose dietro di lei, che aveva un'aria a dir poco confusa.
- Lei chi?
- Lei il mio spazzolino! Chi credi che sia? Quella con la felpa viola, mi perseguita!
- Poveri noi...- lei si battè una mano sulla fronte- Sembri un bambino di cinque anni.
- Sono serio, ora me la sogno nei miei incubi peggiori!- Jeff rabbrividì- Comunque com'è che ti chiami?
- Jane. E come si chiama la ragazza che ti perseguita?
- Nina, perché?
Jane si mise a gesticolare a caso verso la ragazza- Nina! Ehi Nina! Qui un ragazzo vorrebbe parlarti!
Jeff divenne più pallido di quanto già non fosse.
- Questo invece è molto maturo, vero?- chiese, prima di iniziare a correre come se fosse inseguito da un demone.




Angolo autrice: Molti di voi ricorderanno la storia omonima a questa. Beh, volevo decidermi e scrivere il capitolo nuovo, purtroppo però mi sono accorta di quanto il mio stile sia cambiato da quando avevo iniziato a scriverla, quindi ho deciso di ricominciarla daccapo. Spero apprezzerete di più questa nuova versione.
Ah, e vorrei farvi vedere mano a mano che vi mostro i personaggi "umanizzati" le foto di come io me li immagino.
Ecco a voi Ben:
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Jack:
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Jane:
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Jill:
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Masky e Hoody:
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Toby(che comunque non è sempre uguale, solo senza travestimento):
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Jeff:
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Sally:
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Nina:
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