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Autore: AwkwardArtist    10/06/2016    1 recensioni
Attenzione! contiene SPOILERS e speculazioni sulla quarta stagione di Orphan Black.
Canon ma non troppo.
La storia si vive dal punto di vista di Cosima. Di ciò che vive fuori e dentro la sua mente.
Questa fanfic fa parte di un progetto che prevede altre parti che andranno ad integrarsi con la storia mano mano che prosegue.
I titoli dei capitoli e dell'intero lavoro sono presi in prestito da canzoni.
Genere: Angst, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Cosima Niehaus, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 16 – Cosmic Love

 

E' di nuovo un tardo pomeriggio di primavera quello in cui una parte del meccanismo,
mi aspetta, pazientemente poggiata sul tavolo di un bar all'aperto.
Dizzy mi sorride molto soddisfatto quando si alza per farmi accomodare.
'Sta gentilezza di altri tempi completamente sprecata.

Ha gli occhi che brillano quando mi indica l'archivio tra di noi.

"E' tutto la dentro. L'intero database delle ricerche di Leekie
ma anche tutto il progetto originale ha portato alla vostra...ehm nascita."

Sorrido al suo imbarazzo ma beh da qualche parte siamo venute fuori,
anche se la partenza è stata un po' diversa da quella della massa.

"Questo almeno è quello che prometteva nel video introduttivo." conclude lui grattandosi la testa.
"C'era un video introduttivo?" chiedo, ancora nonostante tutto, piuttosto basita.
Dizzy annuisce con vigore.

"Una figata assurda, realizzata in computer grafica.
Leekie che parlava con voce robotica e prometteva di portare chi fosse arrivato fino a la'
in un viaggio nella fantascienza possibile. E Cosima, la vostra faccia era dovunque."
"Che culo!" esclamo senza potermi trattenere.
L'ossessione dei nostri creatori è veramente 'creepy'.

Come artisti che non si vogliono separare dalla loro opera più sentita.
"Beh, non è per niente male come viso..." inizia lui e io rattrappisco internamente.
Questa è la parte che più detesto. Non sono mai stata molto capace di opporre un rifiuto.
Un secondo dopo capisco che non ce ne sarà bisogno.
Alle mie narici arriva un profumo speziato e sento il fruscìo di una veste svolazzante.
Non devo neanche voltarmi per sapere che tra poco Shay comparirà davanti a me,
conciata come quando ci siamo conosciute.

"Scusa, mio geekissimo amore. Ho fatto tardi." dice
e prima che possa realizzare si china su di me e mi bacia le labbra,
indugiando più di quanto sarebbe necessario.

Sento il rossore salirmi alle guance.
Non sono capace di fare performance pubbliche,
specie inaspettate e ho paura che Dizzy non se la beva.
Ma Shay sprizza convinzione per tutte e due e porge la mano ad un hacker fattosi statua di sale.

"Che maleducata, non mi sono presentata. Shay, molto piacere."
Lui le prende la mano e la stringe, ammirato.
"Dizzy."
Poi mi guarda e sembra decisamente imbarazzato.
"Scusami, non avevo capito..."
'Bontà tua' penso e scuoto la testa divertita.

Restiamo a parlare ancora per qualche tempo, mentre il traffico cittadino scorre pigramente lungo la strada.

"Questa è l'unico archivio." mi dice il nostro nuovo amico
"Sarebbe stato inutile copiarlo.
Non ci capirei comunque niente e penso che siano cose troppo più grandi di me per pensare di tenerle.
Rischierei quanto un novellino che dovesse trovarsi a trafficare con materiale nucleare."
"Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto." gli dico.
Perché se c'è una cosa che ho capito è che è bene non rimandare mai
l'esprimere a qualcuno la propria gratitudine. Non sai se avrai altre occasioni per farlo.

Ci alziamo e un attimo prima di congedarci Dizzy si ricorda una cosa.
"Cosima, nel video si parla di una 'chiave'. Spero proprio che tu ce l'abbia."
"Non ancora ma sono ottimista riguardo la possibilità di ottenerla." gli confesso.

Io e Shay scegliamo di attraversare il parco
e non riusciamo a non ridere della sua parata di poco prima.

"E non fare tanto la preziosa adesso.
In fondo è proprio la stessa combinazione di elementi di quando mi sono presentata a te."
mi dice lei dandomi una gomitata.
"E non ci hai messo molto a togliermi tutto questo strato di vestiti di dosso!"
mi ricorda e io ho la grazia di arrossire.
"Detto così mi fai sembrare una strappamutande!"
"Non vorrei sottolineare l'ovvio ma lo sei. Finta acqua cheta."
"Ma neanche per idea!" protesto io.
Sospetto che lo sia Alison, molto molto più di me.
Lei ride ed è bello capire che è ancora possibile farlo. Nonostante tutto.

"Non mi è certo costato questo piccolo atto di teatro" commenta poi tornando seria
"Anche perché morivo dalla voglia di fare questo..."
dice e un attimo dopo le sue labbra sono sulle mie e la sua mano si appoggia alla base del mio collo.
"Shay..." inizio quando ci stacchiamo.
"Shh, non mi aspetto niente. Ma la vita è breve e faticosa.
Volevo ricordarti che può essere anche piacevole."

"E' vero. Lo è." ammetto.
Mi sorride e infila un braccio sotto al mio.
"Andiamo, ho promesso a Scott di batterlo ad uno di quei suoi giochini Nerd.
Non vorrei proprio deluderlo."


Qualche giorno dopo io e Kira ci stiamo affrontando in una gara
a chi riesce a finire prima una montagna di patatine fritte.
Sebbene io sia una campionessa in questa disciplina,
mia nipote mi sta decisamente facendo le scarpe.

"Monkey, posso farti una domanda?"
le chiedo con cautela, non volendo risvegliare brutti ricordi o sollecitarne di nuovi.
Lei annuisce e non riesco a togliermi del tutto di dosso la sensazione che sappia già cosa voglio chiederle.
"Parli ancora con la tua amica? Quella che ti sta insegnando a gestire i sogni e i pensieri?"
Non c'è esitazione in Kira quando annuisce e sembra quasi felice.
"Posso chiederti come si chiama?"
"Certo, zia. Si chiama Charlotte. Lei pensa che presto potremo incontrarci tutti di persona.
Qualcosa sta cambiando e dopo questa volta non dovremo più separarci."

Mi dice e mi passa una mano sulla guancia. Le sorrido e sento gli occhi lucidi.
Di nuovo penso che tra di noi, la più matura sia lei.

"Monkey, vieni qua'. Dammi un abbraccio, ne ho davvero bisogno."
Lei ride e mi butta le braccia al collo.
Ce ne stiamo abbracciate fino a che non le suona il telefono e Kira risponde tutta seria.

Subito dopo scoppia a ridere di nuovo e fa delle facce buffissime.
Capisco che è Sarah e che le sta dicendo qualcosa che la diverte.
Qualcosa di normale tra madre e figlia.

Sorrido anche io mentre inizio a riordinare il tavolo.
Sono contenta che le cose per mia sorella si stiano mettendo al meglio.
Sicuramente meglio di come sono andate finora.

Cal non è ricomparso all'orizzonte ma forse non è un male.
Si potrebbe dire che sono una shipper della coppia Sarah-Art...come potrei contrarlo...'Sart?'
Prima che possa ridere della mia stessa idiozia,
mia nipote mi compare davanti gesticolando con il telefono.

"La mamma vuole parlare anche con te."
mi dice tutta compita e scappa via un secondo dopo,
spero diretta a giocare con qualcosa di sereno come i lego o i modellini.
Sarah mi dice che sono riusciti a trovare Marion Bowles.
Ferdinand ha dato loro una mano,
strappando la promessa di aiutarlo quando sarà il momento di riscattare Rachel Duncan.

L'amore ai tempi del Clonera...ok, questa era veramente pessima.

Mia sorella mi racconta che sono riusciti a rintracciare l'ex capo della DYAD,
solo dopo molte false piste.
Susan l'aveva fatta ricoverare presso una clinica privata.
Di fronte alla minaccia di un intervento della polizia canadese, i dirigenti si erano subito fatti da parte.
Da quando era scomparsa dai radar della DYAD,
Marion era ricoverata in qualità di paziente in coma farmacologico.
La nostra creatrice preferiva saperla in uno stato vegetativo indotto, per un tempo indeterminato...
probabilmente fino alla morte.
Penso che Susan Duncan sia davvero spietata con i propri nemici.
Per un attimo sono contenta di non essere considerata un ostacolo da quella donna eccezionale
quanto eccezionalmente fuori di testa.

Saluto Sarah e le confermo che rimarrò con Kira fino a quando lei e Arthur non saranno di ritorno.
Il recupero di Marion non sarà immediato ma stando a quanto dice mia sorella,
non appena capirà che c'è una possibilità di riavere Charlotte, niente potrà fermarla.

Fa strano pensare che Charlotte Bowles è una piccola 'noi'.
Spero che sia immune come Helena e Sarah dai nostri problemi di salute.
Non ho ancora avuto modo di riflettere sulle implicazioni della sua connessione mentale con Kira.

Decido che per una volta proveremo a trascorrere una serata civile,
come se non fossimo perennemente in guerra.
Prendo il cellulare viola e faccio partire la chiamata.
"Ehi Ali, che ne dici di venire qua con Donnie, Oscar e Gemma e mangiarci una pizza tutti insieme?"
Ascolto quello che mia sorella dice e la immagino
che riordina in pile perfette i panni che ha appena finito di stirare.

"Sì, Siobhan e Kendall ci saranno e potremmo chiamare Felix,
nel caso sarei disposta anche a perdonarlo per come si è comportato con Sarah ultimamente."

Rido sotto i baffi sentendo Alison sputare fuoco e fiamme
su chi le ha organizzato l'ultima visita di quartiere in ordine di tempo.
Non c'è niente da fare.
La normalità di mia sorella, il clone di acciaio, è una sorta di centro di gravità permamente.
Ringrazio mentalmente Alison di esistere e finisco di ripulire
mentre vengo messa a parte dello scandalo dei pantoni sbagliati e delle stampe decentrate.


Mi rendo conto di essere arrivata al momento più difficile,
ma sono altrettanto consapevole che non posso rimandare oltre.
Per quanto mi sia voluta illudere di poter avere un finale diverso,
una parte di me è sempre stata consapevole che le probabilità che questo accadesse,
non erano alte.
E adesso più che mai è necessario andare avanti.
Fare delle conquiste. Ritrovare l'energia di credere nel futuro.

Quindi ho chiesto a Scott e a Shay di aspettarmi fuori,
mentre finisco di prendere alcune cose da questo laboratorio segreto dove non verremo più così spesso.
A quanto pare la battaglia deve spostarsi la' fuori.
Mi chiedo se sono tagliata per l'azione, immagino che presto lo scoprirò.

Chiudo la tenda dopo aver lanciato un'occhiata orgogliosa alle mie piantine.
Sono sicura che Kendall sia perfettamente in grado di prendere le redini del giardinaggio.

Sospiro e nonostante mi sia ripromessa di non piangere non so se potrò mantenere il proposito.
Il groppo che mi è salito in gola mi fa propendere per il fallimento dell'impresa.
Va bene, sono pronta. Inspiro e mi schiarisco la voce.

"Delphine..." comincio e per quanto mi senta un po' stupida a parlare da sola,
ad alta voce nella stanza deserta capisco che è la cosa giusta da fare.
Qui in questo laboratorio che esiste grazie a lei.
Un luogo che può fare da ponte tra me
e il non luogo dove forse ora si trova la mia anima gemella.

Con gli occhi lucidi è facile riuscire a vederla, un po' a distanza.
Con quel sorriso incerto di chi non riesce a capire se sarà accolto bene.
Quanto adoravo quel sorriso, posso ancora dirglielo.

"Vorrei ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me,
vorrei davvero ringraziarti di avermi amata tanto da mettere la mia vita al centro di ogni cosa
ma non avresti dovuto. Non avresti dovuto mettere in pericolo la tua.
Non c'era niente di più prezioso per me e mi pento di non avertelo detto per tempo."
Mi fermo perché per qualche secondo non riesco ad andare avanti.
"Ti chiedo perdono... ma per poter proseguire è necessario che io ti lasci andare. Però..."
Mi asciugo con la manica della maglia, chissenefrega della traccia di muco e lacrime.
"Però facciamo un patto... tu non farlo. Tu non lasciarmi andare.
Così se per caso un giorno dovessimo ritrovarci,
mi basterà prenderti per mano e tutto questo non sarà che un ricordo distante."

Fisso gli scuri alle finestre e mi giro a guardare la stanza buia prima di risalire i gradini verso il giorno.
Questa volta sono quasi certa di vedere due occhi che mi guardano,
occhi grandi e innocenti, viso perfetto e folti capelli mossi.

"Addio, amore mio... "

Per non cedere alla tentazione di fare un passo verso l'oscurità, corro su per la scala e spalanco la porta.
Che la battaglia abbia ufficialmente inizio.

 

Now I am strong, you gave me all
You gave all you had
And now I am home

My love, leave yourself behind
Beat inside me, leave you blind
My love, look what you can do
I am mending, I'll be with you


Questa prima parte si conclude quì ma la seconda è già pronta per essere pubblicata.
Per chi avesse seguito fino alla fine e si trovasse deluso dalla non ricomparsa di Delphine,
posso dire che è stata lasciata da parte solo momentaneamente.

La canzone citata in questo capitolo è "My Love" di Sia
 

   
 
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