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Autore: GirlDestroyer1988    10/06/2016    0 recensioni
Soffia il vento dell'ultima lotta per Galkar, il robot che ha sconfitto le Gemme!
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Crystal Gems
Note: Movieverse | Avvertimenti: PWP
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We Are the Crystal Gems We’ll save the day And if you think we can’t We’ll always find a way for the people of your world believe’n Garneth Amethyst Pearl we are the Homeworld Gems we’ll enslave your race and if you think we can’t WE’LL PUNCH YOU IN THE FACE! For the people of your world Being scared by Lapis Peridot (DON’T TOUCH MY STUFF!) AND JASPER (the only male Gem in the show!) le varie fusioni: 1) Uvarovite+Ametista= Sugilite 2) Uvarovite+Ametista+Perla=Alessandrite 3) Rutilo+Wustite=Berilio Citrino stava morendo, uccisa dal veleno di Trinitite, rivelatisi un ennesimo traditore, nonostante si fosse fusa con Calcantite diventando Fluorapatite, le sue sofferenze erano le stesse, e per di più la fusione l’aveva solo indebolita, moltiplicandone le sofferenze. Quella Gemma le aveva sparato in cuore una bomba a Servisol a alta pressione, per riuscire a impadronirsi di Chrystalia. Era stata la sua terza sconfitta, dopo la prima, causata da Cimofane, poi quella creatura meccanica vestita come un giocatore di hockey (o in alternativa il Sylvester Stallone di Anno 2000 la corsa della morte), adesso essere osservata con pietà dalle Gemme, tutte le 6 che l’avevano tradita. Uvarovite, Ametista e Perla, non invecchiate di un solo secondo, e anche Steven, che però all’epoca del “surgelamento” era già ai varchi dell’adolescenza, quindi già piuttosto grandicello. “Quindi, è tutto finito. Citrino, qui a terra, ora. Non è un bello spettacolo” disse Wustite. “Soprattutto non se non sappiamo dove quel verdolino di Trinitite si è andato a nascondere” disse Glauconite pensierosa. Nel frattempo Fluorapatite si era de-fusa, rivelando Citrino e Calcantite inermi e con la gemma in frantumi, trasecolante un misterioso liquido abbinato al loro carnato. A Gem can bleed? Avrebbe chiesto quel vecchio armadio dalle ante scricchiolanti ma micidiali sulle facce del Batman di Frank Miller. “Voi……” Citrino si colpì il petto e estrasse la bomba che le esplodeva nel petto a effetto centellinato, cercando di pugnalare Lapislazzuli, la quale si difese facendo esplodere la testata a Servisol sfruttandone il quantitativo d’acqua interno e implicito per costruirsi uno scudo. Poi sciolse il ghiaccio in una pozzanghera, che staccò poi dal terreno in un enorme bolla, che poi diradò, disintegrò in una nuvola di vapore. “Ma che brava……chissà chi te l’aveva insegnato?” ma Citrino venne fermata da Calcantite, la quale, tra le due, era quella messa peggio. Nelle mani c’erano i cocci della sua sfera di cristallo, e mentre cercava di controllare la sua ex sovrana, un fiotto di “sangue” blu costume di Superman le colò, spermatico, dalla Gemma crepata, come lacrime da un occhio di cristallo spaccato. “La mia parola è acqua. Acqua ti chiede di non ucciderli. Acqua ti chiede di lasciarli vivere. Acqua ti chiede di poterli assistere nel combattere il nemico comune Trinitite” “MAI!” strillò Citrino prima che la sua ferita collassasse svelando Oro, un Minerale. Oro appariva come un Transformer, che poteva aprirsi come Sky Linx l’Autobot, rivelando al suo interno Diammina, un alogenuro dell’oro, che, atterrata, camminò a metà tra terra e cielo portando a Steven con fare calmo e materno…..inquietantemente come Rutilo era solita fare. “Tu-sei-Steven. Io-sono-Diammina. Lui-mio-servitore-è-Oro. Io-e-Oro-essere-sposati. Lei-Citrino-merita-la-cancellazione. Oro-procedi” e il gigante alle sue spalle spruzzò della scintillante acqua oligominerale addosso a Citrino, e poi staccò i suoi polpastrelli che, agendo come calabroni, punsero Citrino, scaricandole addosso 4000 volt. Citrino emise un urlo inconsulto mentre la sua Gemma si carbonizzava, decomponendosi in modo piuttosto terrificante davanti a uno Steven scioccatissimo nonostante l’età. Lo scheletro di Citrino, simile a quello di un dinosauro, riluceva del citrino di cui era composta, mischiato a zaffiro bianco. Alla scena, Calcantite compì anche lei uno sforzo inconsulto, cadendo in avanti e avvertendo anche lei lo STLASH! Della Gemma, quella tra i seni, la Gemma tra i seni che si frantuma. Quando si rimise in piedi, era, come aveva immaginato, distrutta, rotta, da buttare perché i cocci troppo piccoli avrebbero ferito i piedi scalzi. Il “sangue” ebbe un trasecolamento più forte degli altri, e, come per Citrino, da Calcantite emerse il Metallo Bruno, simile all’Ugo di Magi il labirinto della magia di Yoshifumi Ohtera, ma con una testa più grande e visibile, per non assomigliare a un blemmo venuto male. Anche lui si aprì rivelando Hassio, un metallo transizionale con l’atomo tra i più affollati sulle orbite elettroniche, 108 elettroni. Anche lei era una gnoccolona ultraterrena (e aveva senso, giacché ERA DAVVERO ROBA ULTRATERRENA, extraterrestre) che vide Calcantite, e ordinò-dopo aver parlato con un inane Steven-di farle tirare la calzamaglia una volta per tutte. Bruno, allora, mollò un calcio a Calcantite che la decapitò. La sua testa rotolò dopo che delle agitatissime Gemme facessero il deserto sulla sua traiettoria. Anche lei si sciolse come i barboni trincatori di Viper di James Muro, mostrando il gigantesco scheletro, di calcantite e zaffiro bianco. Trinitite, il silicato di feldspato fuso a altissime temperature, allora apparve, divertendosi con le enormi vertebre della regina che aveva servito, come una iena che dissacra la carcassa del leone che fino a ieri l’aveva tenuta al suo posto, tra i puzzolenti urubù dalla testa platinata, i marabù dal collo gonfio e tumorale, i serpenti velenosi, i suricata dalla tana facile. Il Sole di Chrystalia stava tramontando, la fine di un epoca, l’inizio della libertà, la tanto agognata libertà. Ma le opere per raggiungerla…..sangue. solo sangue. “25 Aprile: si festeggia la sconfitta di un popolo distrutto” avrebbe detto Massimo Viglione. Non solo Trinitite era appena diventato il nemico principale, su una Terra glaciale, non solo era ancora vivo, ma era oltretutto intenzionato a andarci giù davvero, con questi folli progetti. “Pista libera! Cribbio! Mi sento come un vagabondo perso in un parco acquatico in Inverno! O un barbone che scopra in un parco un luna park abbandonato! Il divertimento è appena cominciato. Apofilite, Piropo, Smeraldo! Il nostro momento è giunto! Fondetevi nei mostri più potenti che abbiano mai camminato su Chrystalia! E Iniettori! Camminate sulle vostre 8 zampe fino a qua, e uccideteli tutti!” ma Perla e Glauconite, fusesi in Variscite, lo atterrarono. “Mossha furbah” mugugnò Trinitite, la faccia appiattita dal pavimento. Cercò di colpirle/colpirla con la sua roncola, ma Variscite creò un campo i forza, da cui poi derivò un treno a tutta birra verso Trinitite, che lui cercò di tagliare con la roncola, con i 2 monconi del convoglio, innalzandosi come lo spruzzo di una fontana, e ricadendo su Trinitite come una gabbia. E ogni volta che Trinitite cercava di tagliare le sbarre, queste duellavano contro di lui, facendoli perdere tempo. “è tutto inutile Trinitite. Non indistruttibile, inaffrontabile. Non non farsi distruggere, non far sì che i tuoi nemici usino bene il loro tempo. Non fuggirai mai da lì perché hai troppo odio per arrenderti” “E chi ha detto che vi odi con tutto me stesso? Io anzi, vi amo!” e Trinitite abbracciò le sbarre come peluche. Quelle, deponendo le armi per tenerezza, lo lasciarono uscire, ma Steven all’improvviso lo centrò in pieno con il suo laser della rosa rosa ombelicale. “Sapevo che l’avresti fatto” disse Variscite, continuando a soppesare Trinitite con uno sguardo sovrumanamente indifferente. Quello ricadde nella gabbia, mentre Wustite prendeva il dekaennuplo fascio di sbarre e lo umettava e stropicciava fino a renderlo un muro ottuso e catarifrangente contro cui Trinitite faceva schioccare la sua roncola nel vano tentativo di scalfirlo. “L’uccellino verde acqua è in gabbia Variscite! Ora lasciamelo gettare nella spazzatura….” “Sei libero di farne ciò che desideri. Non è più un problema per noi” e Wustite afferrò la gabbia murata come si afferrerebbe una casa di cartone e con uno slancio colossale…..ma prima dello slancio colossale, sulla cima innevata del Denali (non sentiva freddo perché aveva una coperta termica) girò e mantenne il testone armato di cappello a martello di 90° rispetto a dove avrebbe dovuto guardare per eseguire il grande tiro. Trinitite, furbo furbissimo bello bellissimo (Francesco Tricarico-Il bosco delle fragole-Il bosco delle fragole) abbracciò le sbarre laterali e cadde sulla neve, colpendo poi Wustite a un braccio. Quello era però più potente di un cannone più tagliente di un rasoio, e nonostante sanguinasse un po’ riuscì a togliersi la lama dalla ferita e a assestare un cazzottone a Trinitite. Feldspato di silicio 0 ossido ferroso 1. Trinitite però non voleva mollare, ma venne colto da Azzurrite, fusione tra Lapislazzuli e Ametista. Come tutte le Gemme fuse bine, anche Azzurrite, come anche Varescite, era grossa come King Kong, e pertanto doveva fare un inchino quando usciva per l’immensa scanalatura sul dorso, quasi in vetta, del Denali. “Vedo che non la smetti mai” disse Azzurrite, mentre Wustite le si affiancava. Per far fronte all’evidente disparità numerica, Trinitite recise un pietrone staccandolo dal suo a dire il vero già piuttosto assottigliato picciolo, facendoselo rotolare ai piedi. Poi si sciabolò la Gemma, e, sanguinante grattachecca radioattiva si mise in testa di sollevare quel macigno. Guess what happened. Lo sforzo, sostenuto con un fisico prossimo alla morte per dissanguamento, fece sì che li succedesse lo stesso che era successo a Citrino e Calcantite. La sua Gemma esplose del tutto, mostrando un gigante d’acciaio, o meglio Lantanio, di lantanio, che attaccò Wustite, gettandolo in aria. Venne però recuperato al volo da Galkar, che lo sistemò in una piccola caverna proprio sul cucuzzolo del monte, unendosi alla battaglia contro Lantanio. Lantanio zompò in testa a Galkar, il quale riuscì a metterlo in una Kinniku Buster e a eseguirgliela a valle, eseguendone perciò una da 6.190 metri di quota. Se questo non fa la bua, cos’altro potrebbe? Ma Lantanio non se l’era cavata malaccio, e sradicò uno dei pecci con le fronde inondate di candida neve, e, elettrificandone la corteccia fino a combustionarla lanciò l’enorme torcia contro Galkar, che congelò di nuovo l’albero con lo Sguardo invernale. Lantanio lo colpì al naso con un calcio volante, ma Galkar gli bloccò il piede e vi saltò addosso, spezzandogli una gamba. Quello urlò di strazio e cercò di rompere l’osso del collo con una rotazione di 360° a Galkar, ma essendo mento e sternocledomastoideo un monoblocco, Galkar eseguì una rotazione come un velocissimo girarrosto, per poi estrarre il suo Lanciafiamme e sparare un bel tornado di caldissime fiamme in faccia a Lantanio, nel frattempo guadagnando tempo per issarsi su di sé e attaccarlo con le Pinball esplosive. Ne scagliò tre che, attaccandosi magneticamente al suo costato, esplodendo lo sbatterono a terra, per almeno due balze più in là di Galkar. Lantanio allora estrasse due enormi lame-a roncola-e per Galkar le cose si stavano mettendo male. Ma in Messico, nel frattempo, con l’assistenza di Rutilo agente nottetempo, si era riusciti a costruire un terzo mecha, dopo Zemon che era misteriosamente scomparso a largo del fiordo di Kerochi: King Mineral III. Sebbene la Base O fosse ancora ufficialmente comandata da lei, Rutilo, l’ossido titanico, si era scongelata in segreto ed era andata a dare manforte a un sincrotrone giù a Tijuana, dove i messicani, aiutati dai guatemaltechi, compivano ricerche contro l’invasione delle gemme del diamante oro Citrino. Il King Mineral assomigliava a un antico giocatore di tlachtli, a cui si agganciava un secondo drone, a forma di boomerang, che ne costituisce la casacca da partita. Il suo elmetto è la testa del Dio Giaguaro Tezcatlipoca, che, al momento della battaglia, si chiude sul volto di King Mineral, rendendolo simile al Froggacuda dei Cosmo Crass-The Other World Arco, con un ciuffo a treccia ribelle da dietro la nuca come quello della mezza genio Shantae. Il massiccio messicano (era alto 50 metri e pesante 20 tonnellate) sovrastava sia Galkar che Lantanio al suo apparire e incedere. “Io sono Rutilo, la Gemma che s’innamorò della Terra. Insieme a Uvarovite, Ametista e Perla formammo l’antica Cimofane, la più sublime tra tutte le Gemme, e cacciammo di nuovo su Chrystalia le invasive di Citrino, Wustite, Glauconite e Lapislazzuli. Ora tu mi vedi come il re dei minerali, il satrapo del sottosuolo, colui-che-tutte-le-Gemme-seguiranno. Arrenditi, Metallo Lantanio!” “E tu come sai, cagna, dei Metalli? Come sai che anch’io ne sono uno? E come sai qual è il mio vero nome Metallurgico?” “Lo imparai. Adesso, battiti con me! Tu, straniero!” “Io sono Galkar!” “Corri da mio figlio Steven, ovunque esso si trovi. Falli sapere che io vivo ancora, e che non la farò passare liscia a questi vermi dei cadaveri!” con le braccia parallele al corpo come mulattiere parallele a un autostrada King Mineral schivò Lantanio, trafiggendolo poi con uno degli arpioni retrattili della sua pettorina a ali di jumbo jet. Poi lo afferrò e lo lanciò come una palla da beach volley, eseguendo un bagher che scagliò Lantanio nel McKinley, che lei rapidamente raggiunse balzellon balzelloni. “Tu non tradisti Citrino….tradisti ME! Sono sempre stato io il rivoluzionario contro Diaspro! Il mandante dell’invasione di Beach City! Sorpresa eh? Vacilli!” “Nient’affatto. Non m’importa chi sia il mio nemico, so di certo che lo sconfiggerò. PER GREG!” e datasi la forza pensando al so defunto marito, dal cuore di King Mineral partì un raggio a forma di cuore luminoso delle Superchicche che funse da deterrente per Lantanio, mentre King Mineral estraeva dalla sua placchetta a ali di jumbo jet sulla casacca delle lame che decuplicavano il perimetro della suddetta, estraendola e scagliandola contro Lantanio. Lantanio venne tagliato in due, digievolvendo in Cerio. “Basta. Ho tradito Diaspro perché ero un ateo idiota. Qualcuno convinto che Dio non esistesse perché certe donne sono brutte. Adesso so che è diverso. Grazie mille, rosa rosa”
   
 
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