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Autore: Gray Qrow    10/06/2016    1 recensioni
Namjoon non si era mai ritenuto diverso dagli altri, nemmeno da bambino.
Certo, la sua pelle era leggermente più scura di quella dei suoi amici, ma non era mai stato un dettaglio particolarmente significativo.
Alla fine, non aveva mai avuto motivo di esserlo.
O almeno, non finché un esplosione in casa sua, dovuta a una stupidissima fuga di gas, lo rese completamente sordo.
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( NamJin )
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Packed letters

“Listen to my heartbeat, it calls you whenever it wants to.
Because within this pitch black darkness, you are shining so brightly.
Give me your hand save me save me: I need your love before I fall.”

(BTS - Save Me)

◊―◊―◊

Namjoon non si era mai ritenuto diverso dagli altri, nemmeno da bambino.
Certo, la sua pelle era leggermente più scura di quella dei suoi amici, ma non era mai stato un dettaglio particolarmente significativo.
Alla fine, non aveva mai avuto motivo di esserlo.
O almeno, non finché un esplosione in casa sua, dovuta a una stupidissima fuga di gas, lo rese completamente sordo.

Ricordava perfettamente quel momento: puzza, fuoco, fischi nelle orecchie.
Non era completamente sordo in realtà, solo aveva bisogno di un apparecchio acustico per poter distinguere seppur difficilmente dei minimi suoni.
Non aveva mai avuto problemi alle medie, i compagni lo conoscevano e non lo avevano mai giudicato.

Alle superiori successe più o meno la stessa cosa: i compagni lo avevano trovato subito simpatico, non lo prendevano in giro né lo giudicavano per quel visibile apparecchio acustico sul suo orecchio.
Ma notò subito che qualcuno non aveva avuto la sua stessa fortuna.

Un ragazzo restava sempre solo, per conto proprio e non veniva avvicinato da nessuno.

Namjoon però non era mai stato il tipo che lasciava qualcuno in disparte, quindi un giorno decise di avvicinarlo prima dell’inizio delle lezioni; si sedette accanto a lui silenziosamente, ma il ragazzo lo ignorò completamente:

- Ehi, posso disturbarti?-

- Se vuoi. – rispose il ragazzo, senza voltarsi a guardarlo-

- Io sono Namjoon e ho visto che non parli troppo con nessuno. Sai abbiamo iniziato la scuola da un po’ abbiamo iniziato a parlare, per cui mi chiedevo se ti andasse ti chiacchierare o non so.-

- Se lo fai per pietà, allora no. E ora va, la lezione comincerà a breve. – Namjoon lo guardò stranito, ma non si oppose, risiedendosi.

La cosa che quasi lo faceva alterare era che non lo avesse guardato in faccia per tutto quel tempo: guardava sempre un punto indefinito del banco, senza alzare lo sguardo.
Continuò a pensarci per tutta la giornata, e quasi gli venne un’ idea: forse aveva capito che problema potesse avere il ragazzo.
Il giorno dopo si sedette vicino a lui, prendendo il posto di un compagno a cui fece segno di andare silenziosamente via.
Dopo ciò, non appena Seokjin si fu seduto, poggiò un foglio con delle scritte davanti a lui.

- Ehi Jin, sono Namjoon, il ragazzo di ieri. Potresti leggermi cosa c’è scritto qui? Sai non riesco a mettere bene a fuoco. – gli chiese: Seokjin si tramutò in pietra, e fissò il foglio toccandolo appena.

Si avvicinò a essò come per leggere e vi passò il dito:

- S-si, c’è scritto.. vediamo un po’ “Non vergognarti.. ho capito che sei…” – si fermò sull’ultima parola e non riuscì a leggerla – Come l’hai capito?-

- Sono sordo, non stupido. Ieri non mi hai nemmeno guardato mentre parlavamo e fissavi un punto fisso nel vuoto, senza in realtà star realmente guardando nulla. Per questo sono tornato a parlarti: io e te siamo simili, sai? E mi sento legato a te per questo. – disse sorridendo dolcemente, anche se sapeva che lui non lo avrebbe guardato.
Non avrebbe potuto. Avrebbe potuto solo continuare a toccare le lettere marcate tracciate sul foglio.

- Che ne dici, oggi torniamo a casa insieme allora? – gli chiese a quel punto; Seokjin ci pensò un po’, poi si girò verso di lui, col suo solito sguardo vacuo:

- Ma si, perché no?- .

◊―◊―◊

Seokjin e Namjoon da quel giorno si frequentarono sempre più spesso, diventando inseparabili nel giro di poche settimane: erano l’uno la spalla dell’altro, uno la forza dell’altro.
Namjoon raccontava ciò che Seokjin non poteva vedere e Seokjin sentiva ciò che Namjoon non poteva percepire.

-Namjoon, posso guardarti?- gli chiese un giorno il ragazzo, con un leggero rossore imbarazzato

- Certamente, ma poi dimmi se ti piaccio, eh. – disse l’altro ridendo;

Seokjin gli posò le mani sulle guance e le passò lungo il viso dell’amico:

- Hai gli occhi molto piccoli, e non capisco se la tua faccia sia quadrata o rotonda- disse ridendo – poi vediamo, hai un naso buffo e le labbra strette. –

- In più ho la pelle scura e sembro un rapper afro-americano. – risero entrambi di gusto.

- In fondo sei bello, ma non potevo aspettare, volevo vederti prima dell’operazione. –

- Operazione?- l’amico annuì, sorridendo felice:

- Si, mi opererò agli occhi settimana prossima e mi ricovero domani. Ci pensi Namjoon? Potrò vedere! La benda me la toglieranno dopo una settimana, per non bruciare gli occhi. Ne sono così felice. -.

Vederlo in quello stato riempiva Namjoon di gioia: era così felice, sorrideva a un mondo che non poteva ancora vedere ma che moriva dalla voglia di conoscere, e questa cosa faceva sentire Namjoon felice assieme a lui.

◊―◊―◊

L’operazione di Seokjin riuscì alla perfezione, e Namjoon passò con lui tutti i giorni in cui dovette tenere la benda.
Non si separò da lui nemmeno per un istante, restandogli accanto.

Poi venne il giorno in cui potè togliere la benda. Namjoon gli restò accanto mentre gliela toglievano.

Il dottore fece scivolare la benda via dagli occhi di Seokjin e gli consigliò di aprirli piano: lui lo fece e, alla vista di Namjoon accanto a sé, scoppiò a piangere.

- Oddio sei tu.. sei tu.. non ci credo sei così.. oh mio dio. – piangeva, piangeva così tanto e stringeva a sé l’amico: il dottore, sorridendo, lasciò la stanza e li lasciò soli;

- Sei proprio come ti immaginavo, è tutto così bello. E sei davvero scuro. Ma va bene così, va bene.. va bene.. – diceva piangendo mentre gli accarezzava il viso, quasi per assicurarsi che fosse reale
– Sono così felice di vedere il mio migliore amico qui.. il mio migliore amico.. proprio tu.. – quelle parole a Namjoon fecero male.

Non si era accorto di nulla, dopo tutto quel tempo: dopo gli abbracci, i giochi, i loro discorsi su fogli di carta, nulla.

- Migliore amico? In effetti si, lo sono. Ma sai cosa sono anche?
Colui che ti è rimasto accanto, colui che piangeva con te e piangeva per te, colui che ti stringeva la mano per aiutarti a scendere le scale, colui che ti descriveva i paesaggi urbani mentre andavamo a scuola.
Ma più di tutto, sono colui che, nonostante le avversità ti ha sempre amato sinceramente e ha dovuto lottare con sé stesso per comprenderlo e accettarlo. – Namjoon sfogò in quelle frasi tutto ciò che aveva provato negli ultimi mesi, senza tralasciare nulla.

Jin inaspettatamente gli sorrise e gli posò un bacio sulle labbra, rapido ma dolce:

- Sono così felice di averti potuto vedere mentre me lo dicevi.. avevo paura di ricambiare i tuoi sentimenti: e se fosse stata pena? Tenerezza o semplice affetto?
Ma ora ho potuto vedere nei tuoi occhi la sincerità e posso senza timore dirti che ricambio i tuoi sentimenti e che ti ringrazio per tutto quello che hai fatto.- Namjoon sorrise e lo baciò di nuovo.

- Questo implica che stiamo assieme?-

- No, in realtà scherzavo.-

- JIN.-

- Dai, scemo ti sto prendendo in giro.-

E andò avanti così tra quei due: restarono l’uno la spalla dell’altro, due mani strette senza separarsi e due cuori uniti tra loro senza possibilità di separarsi.

- Ah, Namjoon.-
-Mh?-
-Grazie per aver scritto quelle lettere marcate su quel foglio, quella mattina.-
- Grazie a te per averle lette Seokjin.. grazie a te. -

  
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