Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: blu992    10/06/2016    15 recensioni
[Post season 4] [Sterek? Maybe.] [Parte Text!Fic]
Dai Capitolo 1
Stiles realizza di essersi alzato di scatto e di aver urlato quando sente le urla della ragazza che occupa il suo letto e che fino a tre secondi fa occupava anche metà della sua schiena.
- Tu chi diavolo sei? Cosa ci fai nel mio letto? Come sei entrata? Perché sei in casa mia?

Di Stiles che una mattina si sveglia e si ritrova in compagnia di una sconosciuta.
Genere: Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Forse è il capitolo più lungo che abbia mai scritto. Forse anche il più complicato per me.
Spero vi piaccia e che non ci siano madornali errori.



Buona lettura.





Stiles non sapeva quanto tempo fosse passato da quando aveva finito di leggere quella lettera. La teneva ancora stretta tra le mani, aperta davanti agli occhi 
con lo sguardo fisso sulle parole. Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando aveva sentito suo padre chiamarlo per pranzo e da quando gli aveva risposto che se ne sarebbe stato in camera a studiare. Non aveva risposto a nessuna chiamata di Scott, a nessun messaggio di Lydia e nemmeno aveva intenzione di farlo. Voleva solo starsene lì a pensare a quelle parole, a trovare i significati nascosti che era sicuro ci fossero.  

Erano ore che pensava al perché fosse stato scacciato la sera prima, al perché non gli fosse stata data la possibilità di conoscere i ricordi di Ginevra, al perché lei gli avesse scritto quella lettera. Soprattutto erano ore che pensava all'ultima parte di quello scritto e il sup cervello continuava a riproporgli la stessa soluzione. Soluzione che il suo cuore non riusciva proprio ad accettare.  

Fu per un leggero rumore contro il vetro della finestra che voltò il viso di scatto e si accorse che ormai si era fatto buio. Alzarsi dal letto gli risultò più complicato del previsto, data la prolungata immobilità 

 

“Cosa ci fai qui?” 

“Ho ricevuto nell'ordine: Dieci messaggi e una chiamata da Scott; due chiamate da Lydia e quattro messaggi da Malia” 

“E hai deciso di sacrificarti per il bene comune e sei venuto a vedere se fossi vivo?” 

No. Mi ha chiamato tuo padre dieci minuti fa dicendomi di salire qui e ringhiarti contro” 

“Papà?” 

“Credo fosse preoccupato. Gli ho anche detto cosa è successo” 

“Mh. Sono vivo, puoi dirglielo e andartene. Se scendi per le scale lo incontri e fai prima” 

Stiles” 

“Cosa? Non posso cacciarti da casa mia?” 

“Certo. Ma lascia che venga Scott, così puoi parlare con lui 

“Non ho bisogno di parlare” 

“Detto da te suona strano” 

“Fai anche lo spiritoso ora? Ah, prima che te ne vai, Gin ti ha detto del libro che ha letto o devo spiegarlo anche a te?” 

“So tutto, me l'ha scritto e ho letto il libro oggi” 

“Bene. Ha scritto una lettera anche a te?” 

“L'ho pur sempre ospitata” 

“Credevo l'avesse fatto solo per suo padre a cui non ha detto Ciao. Beh a cui non ha detto molte cose, a quanto pare” 

“Non essere arrabbiato con lei, l'ha fatto per proteggerti” 

“Perché dovrei essere arrabbiato con qualcuno che non esiste più?” 

“Già” 

“As.Aspetta! Tu sai tutto! Lei con te ha parlato? Proteggermi da cosa?” 

“Non so nulla, era per dire” 

“Cosa del fatto che capisco quando menti non ti è chiaro?” 

“Stiles” 

“Derek! Parla, ti prego” 

“Perché?” 

“Perché ho deciso che dimenticherò, puoi parlare 

“Berrai l'infuso?” 

“Ovvio, non voglio un'anticipazione del futuro. Tu non lo berrai?” 

“Si, anche tutti gli altri. Ne abbiamo parlato oggi. Deaton dice che per domani sera sarà pronto” 

“Bene. Quindi? Cosa aspetti?” 

“Sei sicuro?” 

“Si” 

“Ok. La prima cosa che devi sapere è che Ginevra si è ricordata di me dal primo momento in cui mi ha visto. Non sapeva chi fossi, ricordava solo il mio viso. La seconda cosa è successa quando siamo andati a casa mia, quando noi siamo entrati e tu sei rimasto fuori. Eravamo nella cucina e ha ricordato chi fossi, che ruolo avessi nella sua famiglia futura e perché sentiva un legame con me 

“Bene, chi sarai?” 

“Non te l'ha scritto?” 

“No, non mi ha rivelato nulla” 

“Ma tu hai un'idea” 

“Dimmi la verità e ti dirò se combacia” 

Ieri ha scritto una lettera anche per me, dice che le è più facile scrivere che parlare. Tieni, leggila 

“Posso davvero?” 

“Si, so che davvero berrai quella roba domani” 

“Ok. È lunga, siediti. Fa quello che vuoi 

 

Stiles era di nuovo seduto a gambe incrociate sul letto, di nuovo con un foglio tra le mani e il cuore a mille. 

 

Ehi Lupo Cattivo! 

Ho appena finito di scrivere la prima lettera, è stata una faticata! Ti ho detto che non ti avrei detto addio e me ne sono andata a letto, ma mi sento in dovere di dirti qualcosina. A te non sembra passata un'eternità da quando mi hai annusata la prima volta? Beh, detta così suona male, ma è vero. Non so perché con te mi sono subito aperta, cioè ora lo so, ma quel giorno non lo sapevo.  

E il giorno a casa? Stiles faceva avanti e indietro in quello che diventerà il giardino, mentre io mi aggrappavo alla parete e quasi svenivo. Tu lo sapevi, vero? Sapevi chi ero, noi lupi lo sentiamo dagli odori, ogni persona ha due odori distintivi. Lo sapevi prima ancora di accorgerti che stavo ricordando qualcosa, prima ancora di chiedermi cosa mi stesse succedendo e soprattutto prima ancora che io ti abbracciassi chiamandoti papà. Sentivamo Stiles parlare da solo lì fuori e ce ne stavamo fermi a realizzare quel nuovo ricordo. E sai una cosa? Non ho mai avuto il dubbio su chi fosse l'altro mio genitore, mai. Non mi sono mai chiesta “Chi sarà la mia mamma, se questo qui è il mio papà”. Lui è la mia ancora, non potevo avere dubbi. Se non fossi stata presa così dal ricordo, avrei cercato di nasconderlo anche a te, ma in fondo sono contenta di non averlo fatto. Raccontarti della nostra vita futura, vedere il sollievo sul tuo volto, mi ha resa davvero felice. Ora che ho tutti i miei ricordi, so cos'hai passato in tutta la tua vita, papà, e sono contenta di essere parte del tuo futuro sereno.  

Dai libri che abbiamo letto sappiamo entrambi che io potrei non venire mai alla luce, che il futuro è in completa evoluzione e tutte quelle cose lì, ma io ci spero lo stesso. So che non ami ancora Stiles (mi fa strano chiamare lui papà, l'ho scoperto da così poco), ma so anche che è solo perché non te ne sei reso conto. Posso darti un consiglio? Non affidarti solo al tuo olfatto, non annusare i sentimenti, guardali. Senti che gli piaci, ma non lo vedi, sei cieco. Non vedi il modo in cui ti guarda, il modo in cui ti cerca sempre con lo sguardo per assicurarsi che stai bene. Non hai mai visto quante volte il suo corpo si tende verso di te perché vorrebbe abbracciarti, o solo poggiarti una mano sulla spalla. A volte ti sorride anche, lo sai? E spesso, troppo spesso, quando tu non lo guardi, è triste.  

Abbiamo parlato un po' di ciò che farai ora, lo sapevo che avresti deciso di dimenticare, ma spero che l, nonostante tu debba per forza tornare in Messico perché altrimenti non ti spiegheresti la tua presenza qui, tu un giorno tornerai a casa.  

Mi è piaciuto vivere con un te giovane, sei un po' più scontroso, papà direbbe che sei più duro ai bordi, ma che hai un cuore tenero. E avrebbe ragione.  

Ti confesso un'ultima cosa e poi ti lascio. Il motivo per cui ho desiderato tornare indietro; sappi che te lo dico solo perché non te ne ricorderai. Nel mio futuro ho un fidanzato, Vincent, bello come il sole e bastardo come nient'altro. Bastardo in senso buono, solo perché discutiamo sempre. Zio Peter lo sa e quella sera gli parlai dell'ennesima discussione. Lui mi raccontò di come anche tu e papà stavate sempre a litigare, solo che per me era totalmente assurdo. Cioè, nel mio futuro discutete di continuo, ma non riuscivo ad immaginarvi a litigare prima di mettervi insieme. Così, dopo essermi messa a letto, pensai solo “Vorrei tanto vederli con i miei occhi, vorrei vedere come può una coppia che litiga sempre, amarsi così tanto come i miei papà”. E sono arrivata qui.  

Ora è ora di tornare lì. Buona vita, papà. Abbi cura di te, ti voglio bene.  

La tua Ginevra.  

 

 
 

Stiles se ne stava seduto sul letto, la mente spenta. Non aveva percezione delle lacrime che gli stavano bagnando le guance, della lettera ancora stretta tra le mani, delle gambe indolenzite. Non percepiva il letto su cui era seduto e nemmeno il freddo entrare dalla finestra ancora aperte. L’unico pensiero che gli aveva invaso la mente durante la lettura era stato “Lo sapevo”. Non si era mai ritenuto un ragazzo stupido e quella idea, in realtà, ce l’aveva da più giorni; semplicemente non riusciva ad accettarla. Non riusciva a capire come sarebbe stato possibile realizzare quella vita che Ginevra gli aveva raccontato.  

Non percepiva nemmeno i singhiozzi che gli scuotevano lo stomaco, Stiles, ma quando Derek cominciò a parlare, tutto divenne più limpido. 

 

“Non ti dirò più che mi dispiace. Ho intenzionalmente deciso di non dirti nulla fino ad oggi e prima di venire qui ero ancora deciso a non farlo. So cosa provi per me, già ne abbiamo parlato, vedo quanto ti fa stare male e ho pensato che sapere di questo futuro alternativo ti avrebbe fatto stare solamente peggio. Quando prima mi hai detto che avresti dimenticato, ho cambiato idea, perché so capire quando sei sincero e so che lo farai. Non pensare che scoprire che in un fatomatico futuro io potrei avere una vita insieme a te mi abbia fatto schifo. Anzi, mi ha solo tentato. Sentire i racconti di Ginevra, sentire cose che tu non hai avuto modo di sentire, mi ha reso per un attimo egoista. Più volte ho pensato di dirti che ricambiavo i tuoi sentimenti, solo per avere una vita che mi affascinava troppo. MA io non sono così; tu stesso in quelle ipotesi hai scritto che era da escludere il fatto che tu ti fossi accontentato di mia sorella, perché nemmeno tu sei così. Ed io non potevo accontentarmi di una vita finta solo perché avevo amato quella dei ricordi di qualcun altro. Non credo nel destino, ho smesso di credere in qualcosa molto tempo fa, ma non voglio smettere di credere nel fatto che tutto quello che Ginevra mi ha raccontato, un giorno possa diventare reale. Non so se quella vita la realizzerò con te o con qualcun altro, ma voglio credere che sarà possibile. E non…non piangere, perché sei una persona stupenda, sei forte, sei altruista come nessuno e sei coraggioso. Non so se ci rivedremo, ma io spero che succeda” 

“Derek…” 

“Ora devo andare, domani prenderò l’infuso e partirò. Quando arriverò in Messico lo berrò” 

E non tornerai più” 

Sono andato via perché credevo che non ci fosse più bisogno di me, mi sentivo estraneo in un branco non più mio” 

“Non…Noi siamo il tuo branco” 

“Ora l’ho capito, ho visto come Scott si comporterebbe con me se tornassi, ho conosciuto Liam e ho parlato anche un po’ con Kira. Ora lo so che verrei accolto come in una famiglia” 

“Ma…Questa era la tua famiglia anche prima” 

“E io ero una persona diversa 

“Ma dimenticherai tuto questo. Ti dimenticherai che qui qualcuno ti aspetta e ti aspetterà sempre. Questa è casa tua, era casa tua 

“Per questo ho una soluzione” 

“Cioè?” 

“Ho parlato con Scott. Quando abbiamo deciso di dimenticare lui ha quasi pianto in realtà, mi ha pregato di non tornare indietro, ma sappiamo quanto sia inevitabile. Abbiamo deciso di azzardare e sfidare il tempo, più o meno. Scott ha programmato l’invio di un messaggio dal suo cellulare a me. Mi scriverà Ci manchi, non c’è nessun pericolo imminente e siamo tutti vivi, ma abbiamo comunque bisogno di te. Ha detto che ha scritto un messaggio del genere più di una volta, ma non ha mai avuto il coraggio di premere invio, così come io non ho mai avuto il coraggio di tornare senza invito. Probabilmente penserà che l’ha inviato senza pensarci e io sarò inconsapevolmente felice di tornare da voi” 

“Quindi non devo dirti addio stasera” 

“No. Conoscendomi, ci vedremo tra un mese” 

“Ok. Va bene” 

Ci vediamo, allora” 

“Mh. Aspetta, Derek” 

“Cosa c’è?” 

“Scendi per le scale, ero serio quando ti ho detto di rassicurare papà, non mi va di scendere e lui di te si fida” 

“Ok. Ciao, Stiles” 

“Ciao” 

 

 
 

Quindici giorni dopo… 

 

 

Poteva la preparazione di un esame farti perdere la percezione della realtà? Stiles era convinto di si. Stava studiando da un mese, ma gli sembravano solamente dieci giorni ed erano dieci giorni di studio nemmeno tanto approfondito. Scott gli aveva detto di aver chiesto a Derek di tornare ed ora vivevano entrambi in uno stato di ansia costante. E meno male che ad esserne innamorato era solo lui. Stava cercando di svolgere l’ennesimo esercizio, quando suo padre entrò per la quarta volta in camera sua quel giorno. 

 

“Si, papà, sto studiando e si, papà, ho mangiato la merenda. Non ti pare di essere diventato troppo apprensivo ultimamente? Guarda che me ne torno al college” 

“Figliolo, sono solo contento che tu sia qui. E ti volevo dire che c’è Lydia giù che ti aspetta, dice che avevate un appuntamento. Esci con la Martin?” 

“Non è il tipo di appuntamento che pensi tu e mi ero pure dimenticato di avercelo. Intrattienila e dille che ero al telefono con Scott, mi devo vestire. Dille che me ne ero dimenticato e stasera mangi tofu 

“Va bene, va bene. Fa presto, quella ragazza mi mette soggezione” 

 

 -------------------------------------------------------------------------------------

 

Passare il pomeriggio al centro commerciale, a pochi giorni da un esame e con i capelli sparati in tutte le direzioni non era proprio l’idea di pomeriggio divertente che aveva Stiles, ma ad un certo punto un cane enorme si era attaccato ad una busta di vestiti di Lydia e la giornata si era rischiarate. Si era rabbuiata quando lei lo sveva costretto a portare tutti i sacchetti per le successive due ore e lo aveva costretto a parlare della sua ansia di rivedere un certo lupo. Stiles aveva mugugnato qualche risposta a denti stretti, come avrebbe fatto il certo lupo in questione e aveva distratto la sua amica indicandole una vetrina piena di abiti della nuova collezione del suo stilista preferito. 

 

Ora si trovava a casa, sul suo letto, quasi addormentato. Si rigirava tra le mani un cofanetto pieno di cenere che aveva trovato nascosto in fondo all’armadio qualche giorno prima. L’aveva fatto annusare a Scott per capire cosa fosse, lui gli aveva solo detto che si trattava di carta bruciata, ma non ne sapeva nulla. Stiles stava cominciando a pensare di essere impazzito.  

 

 
 

Diciassette giorni dopo 

 

(Ore 13:43) Finito! Massimo dei voti! Saluta il tuo amico genio, Scottie! SS 

(Ore 13:44) Te l’avevo detto che ce l’avresti fatta! Quando torni? SM 

(Ore 13:46) Domani pomeriggio sono a BH, te l’ho detto ieri. Il tempo di salutare qualche amico qui e rifaccio la valigia. A quanto pare mi fa bene studiare a casa! SS 

(Ore 13:47) Ok. Ti aspettiamo. SM 

(Ore 13:50) Che è successo? Qualche mostro? Scott non tenermi all’oscuro che poi senza il mio cervello morite tutti. Che hai? SS 

(Ore 13:52) Stamattina è tornato Derek. SM 

(Ore 13:53) E me lo dici solo ora? SS 

(Ore 13:54) Te lo dovevo dire stamattina col rischio che mollassi tutto e non facessi l’esame? Non farti prendere dalla fretta, dice che è tornato per restare. Domani sarà ancora qui. SM 

 

 ------------------------------------------------------------------------------------

 

Era tornato da un’ora e già stava prendendo le chiavi della Jeep per uscire di casa. La cosa strana era che suo padre, che quei giorni gli era stato con il fiato sul collo ogni minuto, lo stava salutando dall’uscio di casa con un sorriso sul volto.  

Era quasi arrivato, l’appuntamento con Scott era in un luogo che mai avrebbe pensato di rivedere. Il loft. Quando quella mattina aveva letto il messaggio, ancora non ci credeva. Scott gli aveva detto di raggiungerlo lì per una pizza con il branco. Una pizza, al loft, con Derek. Il mondo stava per finire e lui non aveva nemmeno venticinque anni.  

Se mettere piede in quella sottospecie di ascensore era stato difficile, avvicinarsi al portone in ferro lo era stato ancora di più. Stava cominciando a pensare che prima di riuscire ad aprirlo sarebbe morto di infarto, quando quello si aprì da solo. Non proprio da solo, gli fece notare il suo cervello. 

 

E meno male che non hai fatto le scale, il cuore ti sarebbe esploso per la fatica” 

E meno male che sei sempre stronzo, la faccia ti si sgretolerebbe se sorridessi, Sourwolf” 

 

E la routine era ripresa… 

 

 
 

Tre mesi dopo… 

 

 

“Non ci vengo” 

“Stiles, dai, lo stai dicendo da tre mesi!” 

“Sto dicendo che avrei comprato il DVD e me ne sarei stato in camera mia a vederlo” 

“E cosa cambia se lo guardiamo tutti insieme al loft?” 

“Cambia che ci sarà quel bastardo ad insultarmi ogni tre parole che dice” 

“Anche tu lo insulti, fratello” 

“Io lo faccio perché lo fa lui” 

“Questo non è vero, spesso cominci tu” 

Uffa” 

“Dai, prendi le chiavi e andiamo” 

 

Erano ormai due mesi che, una volta a settimana, si riunivano in quel loft polveroso per stare tutti insieme. La seconda settimana si era aggiunta anche Lydia e il loft non era stato poi più tanto polveroso. Non c’era nemmeno bisogno di mettersi d’accordo, bastava che uno di loro avesse voglia di stare in compagnia e mandasse un messaggio agli altri. Non c’era nemmeno bisogno di specificare il luogo di incontro. 

Derek se li ritrovava fuori la porta e li accoglieva sempre con uno sbuffo. Dalla terza settimana Stiles entrava battendogli una pacca sulla spalla come un atto di comprensione, Derek continuava a dirgli che gli avrebbe staccato la mano a morsi, ma non l’aveva ancora fatto. 

 

“Scott, se quando entro lì dentro non c’è quella foto, me ne vado” 

 
 

Era quello il motivo della litigata di quella settimana. Stiles aveva nascosto una macchia fotografica sopra la tv la settimana prima ed aveva impostato il timer. Il flash aveva invaso la stanza quindici minuti dopo e aveva immortalato la scena. 

Sullo sfondo una parete blu e gialla, l’avevano dipinta Liam e Kira, ma non erano riusciti a mettersi d’accordo sui colori e li avevano utilizzati entrambi. Davanti alla parete si vedeva un divano rosso, scelto da Lydia. Un divano enorme, con un’isola su cui era sdraiato Scott, Kira distesa al suo fianco. Con la testa appoggiata al fianco di quest’ultima c’era Malia, con le gambe distese sul divano e i piedi nudi sulle ginocchia di Lydia, seduta al lato opposto. Di fianco alla Martin c’era Peter, tornato da un viaggio chissà dove  pochi giorni prima. Forse lui era l’unico che si era accorto dello scherzetto di Stiles, perché era l’unico che guardava diritto nell’obbiettivo, con un ghigno sul volto. Di fianco al divano c’era una poltrona, blu, scelta da Malia perché era morbida e comoda, sopra vi era seduto Derek con la schiena rilassata contro lo schienale e le gambe leggermente divaricate. Quello che più piaceva a Stiles di quella foto, oltre l’atmosfera di serenità che emanava nell’insieme, era un dettaglio, un dettaglio che gli ricordava un gesto compiuto da Derek pochi secondi prima dello scatto. 

Lui se ne stava seduto a terra, con la schiena poggiata al lato della poltrona blu e le gambe incrociate. Stava sorridendo dentro di sé per il perfetto piano organizzato quando si era sentito smuovere da qualcosa. Derek aveva spostato la gamba che gli era più vicina e gliel’aveva passata dietro la schiena per mettergliela dall’altro lato. Si era ritrovato, in tre secondi netti, seduto tra le gambe del lupo. 

Il flash aveva illuminato la stanza nell’attimo esatto in cui si era reso conto della cosa e aveva alzato gli occhi verso Derek. Impressa su quella foto c’era una delle sue espressioni più buffe. Aveva il volto alzato verso il mannaro, lo sguardo a metà tra lo shock e la consapevolezza. Gli occhi brillanti, le guance già rosse e la bocca socchiusa per lo stupore.  

Aveva maledetto quella fotocamera dopo quindici secondi, perché erano tutti scattati alzati, artigli sfoderati e ringhi in gola. Solo Peter se ne stava seduto tranquillo, mentre lui, invece, era rotolato su un fianco e aveva battuto la testa sul pavimento. 

Derek lo aveva alzato di peso e gli aveva detto di non fare più nulla di così sciocco. La serata era finita lì.  

La foto era stata messa da Stiles di fianco alla televisione, sulla libreria comprata da Peter, mentre Derek era a fare la spesa. Aveva ricevuto un messaggio pieno di minacce di morte un’ora dopo. 

 

 

“Dai, fratello, entriamo” 

“Chi c’è?” 

“Tutti” 

 

 

Era già tutti sul divano, Derek sulla sua poltrona e la pizza era già quasi finita. 

 

“Finalmente! Vi abbiamo conservato la pizza” 

“Grazie Lyds, Scott ha fatto tardi” 

“Eh? Io ho fatto cosa?” 

“Siediti, Scottie” 

 

Il film era iniziato da circa dieci minuti, quando Derek si alzò e si diresse in cucina. Nel farlo aveva urtato la spalla di Stiles che era seduto nella sua posizione di sempre. Il ragazzo si era sentito in diritto di seguirlo per urlargli contro. 

 

“Mi hai dato un calcio!” 

“Non l’ho fatto apposta, ritorna di là” 

“No!” 

“Stiles” 

Mi devi delle scuse” 

“Eperchè?” 

“Perché l’ho vista, è ancora sulla libreria” 

Ormai era lì 

“Non ti piace?” 

“No” 

“A me si, tanto” 

“Buon per te” 

“Perché hai fatto quello che hai fatto?” 

“Eh?” 

“Quel gesto…La gamba. Perché l’hai fatto la settimana scorsa?” 

“Mi andava” 

E Perché ti andava?” 

“Non sono affari tuoi, torna di là” 

“Se qualcuno mi abbraccia sono affari miei” 

“Nessuno ti ha abbracciato” 

“Si, certo, ma nella tua lingua quello è un abbraccio” 

“Insisterai fino a quando non parlo?” 

“Mi conosci” 

“Ok. L’ho fatto, ma…è stat istinto” 

“In che senso?” 

“La mia parte istintiva ha agito e basta” 

“Il lupo?” 

“Diciamo così” 

“E Perché?” 

Perché c’è qualcosa che non riesco a spiegarmi e quando abbasso le difese, agisco e basta” 

“Cosa non ti spieghi? Se ne parli, magari trovi la soluzione” 

Quattro mesi fa Scott mi ha mandato quel messaggio. L’ho visto appena mi sono svegliato, ma non so se siaa causa del messaggio,ma mi sentivo diverso 

“Cioè?” 

“Avevo perso la mia ancora” 

“Durante il sonno? È possibile?” 

“Non lo so, ma era così. La luna di quel mese è stata orribile, non riuscivo a controllarmi e avevo paura di far del male a qualcuno” 

“Così sei tornato” 

“Anche per quello” 

E poi?” 

“Qui è stato diverso, sono tre mesi, tre lune, ma non è successo nulla” 

“Hai una nuova ancora. Anche a Scott è successo, è normale. No?” 

“Si, non è strano cambiarla, ma io non l’avevo prima persa e poi cambiata. Non mi controllavo perché ero lontano, sapevo di averla, dovevo solo ritrovarla” 

“E l’hai ritrovata qui” 

“Si, l’ho capito appena ho sentito l’odore” 

“Della tua ancora” 

“Si” 

“Ed è stato appena sei tornato?” 

“Si” 

Oddio, Scott è la tua ancora?” 

“Idiota! Scott ha su di sé anche l’odore del suo branco” 

Oh. Già” 

“Non riesco a spiegarmi il perché, ma mi sento come se il mio lupo sapesse qualcosa che non so e che avesse scelto quella persona tempo prima” 

Durante quella notte il tuo lupo mi ha scelto come ancora” 

“Ci sono troppe cose che non quadrano, ma potrebbe essere così” 

“Io sono la tua ancora” 

“Così pare” 

“E ora? Cioè non fa nulla, sono la tua ancora e basta, non comporta nulla” 

“Non è così” 

“Cioè?” 

Questi tre mesi…In questi tre mesi…” 

“Derek Hale che balbetta. Questo meriterebbe un video” 

“Idiota. Scoprire che sei la mia ancora mi ha solo permesso di osservarti di più, volevo capire cosa avesse spinto il lupo, capire se mi era sfuggito qualcosa. Ti ho osservato, molto” 

“E…?” 

“E vorrei chiederti se ti va di…di conoscermi meglio” 

“Mi stai chiedendo un appuntamento?” 

“Stiles” 

“Oh, non funziona quel tono. E scusa, perché sembri avere il timore che ti dica no? Lo so che lo sai, se l’ha capito Scott, l’avrai capito” 

“Si” 

“Quindi sai già la mia risposta, Sourwolf” 

”Chiamami così di nuovo e ti-“ 

“Si, mi strappi la gola con i denti. Andiamo a finire di vedere il film, lupo” 

 
 

Prendere la mano di Derek per trascinarlo nel salone era stato facile.  

Rispondere ad un suo bacio due settimane dopo, lo era stato ancora di più. 

Sorridere mentre lo vedeva sopra di sé, sdraiati su un letto, era stato sorprendente. 

Vivere giorno dopo giorno, senza porsi domande, era stata pura felicità. 

 


 

 

Diciotto anni dopo… 

 

 

Se non vieni fuori per mangiare, giuro che ti mando tuo padre e ti faccio rompere un braccio” 

“Non voglio, non ho voglia. Voglio solo ascoltare musica” 

“Gin, mi sto arrabbiando, anche a pranzo non hai mangiato” 

“No!” 

“Ok, eccolo, sta arrivando” 

 

“GINEVRA STILINSKI-HALE! Esci da questa stanza!” 

Odio quando usi il mio nome intero! Non lo avevi scelto perché ti ricordava cose belle? Lo pronunci con odio” 

“Tu evita di farmi arrabbiare come ora e vedrai che lo pronuncerò come vuoi” 

“Ma pap-“ 

“GINEVRA!” 

“Eccomi, eccomi” 

 

 

“Non c’è zio Peter a cena?” 

“Aveva da fare con il negozio” 

“Non ci sono i suoi dipendenti?” 

Pure se sei il capo devi essere presente” 

“mh” 

 

“Ci dici cosa ti prende?” 

Con te non ci parlo” 

“Gin, non farci arrabbiare ancora, rispondi a tuo padre” 

“Ho solo litigato con un’amica, niente di più” 

Litigare non vuol dire che non si può far pace” 

“Lo so, ma è brutto lo stesso. Ora posso andare a letto?” 

“Ok, non ce lo dai un bacio?” 

Sono grande!” 

“Noi di più e lo vogliamo. Vero Der?” 

 

 -------------------------------------------------------------------------------------

 

“Si è addormentata?” 

“Mh” 

“Dai Sourwolf, sta solo crescendo” 

“Non mi piace qual ragazzo” 

“Non ti piace solo perché bacia tua figlia” 

“Non è vero” 

“Studia, ha ottimi voti, fa la spesa per la sua famiglia e non ha una moto come la maggior parte dei suoi amici. Quando ci vede per strada abbassa lo sguardo e arrossisce non sapendo che lo conosciamo. Sei solo un lupo geloso” 

“Tu l’hai seguita l’altro ieri” 

“Dettagli!” 

 

 

“Prima ho sentito Cora, dice che tornerà tra due settimane” 

“Oh, bene. Facciamo una festa?” 

“Stiles, fa viaggi ogni mese e ogni volta facciamo una festa, non ti sembra di esagerare?” 

“Ma è bello fare le feste!” 

“Non quando ti ubriachi” 

“Solo una volta è successo” 

“E la ricordiamo tutti benissimo” 

“Io credevo fossi tu!” 

“E invece era la colonna del portico” 

“Non voglio ricordare” 

 

 

“Andiamo a dormire?” 

Che ore sono?” 

“Quasi mezzanotte” 

“Ti stai per trasformare in una zucca a forma di lupo?” 

“Lo sai che sei ridicolo, vero?” 

“Si, me lo dici spesso, ma non mi interessa” 

“Bene” 

“Ok, andiamo a letto” 

 

 

La mattina seguente… 

 

 

“Genitori!” 

“Gin, non urlare, mi fa male la testa” 

Ho fatto un sogno stranissimo!” 

“Gin, ti ho detto di non urlare” 

“Ho sognato voi due!” 

“Derek, falla smettere” 

“Racconta senza urlare, o tuo padre sarà insopportabile per tutta la giornata” 

 

 

“Hai sognato di tornare indietro nel passato, di incontrarci e di stare dieci giorni con noi?” 

“Si!” 

“E cos’altro?” 

“Nulla, non avevo ricordi, poi li ho riavuti. Ora esco, faccio colazione fuori” 

“Con chi?” 

“Con un’amica. Non fare il lupo cattivo” 

 

 

“Der-“ 

“Si” 

“Si cosa?” 

“l’ho sognato anche io. E a quanto pare anche tu” 

“Quindi è vero? Cioè davvero quando eravamo giovani è successo?” 

“Immagino di si. Spiegherebbe tante cose” 

“La tua ancora” 

“La tua cenere” 

Il messaggio di Scott” 

“Si…” 

“Papà! Papà non ha dimentcato!” 

“Eh?” 

“Da quel giorno era strano. Era felicissimo quando sei tornato. Quando è nata Gin e gli abbiamo detto il nome ha pianto. Quando abbiamo seminato i Nontiscordardimé ha detto che sarebbe stata una bellissima casa con quei colori alle  finestre e noi non gli avevamo detto di averli messi alle finestre 

“Credi ch-“ 

“lo ammazzo!” 

“Ecco io lo sapevo” 

“Eh?” 

“Quando l’ultima sera mi hai detto di parlargli, me l’ha confessato. Diceva di non volerdimenticare soprattutto perché nulla riguardava lui direttamente, ma solo te e me. Mi disse che gli sarebbe piaciuto se fosse diventato tutto realtà perché sapeva che ti avrei protetto da tutto, pure se io non lo sapevo ancora” 

“Devo farci due chiacchiere!” 

“No” 

“Eh?” 

“Prima finisci di prepararmi la colazione” 

“Non dare ordini, Sourwolf” 

Ma poi ti ringrazierò” 

“Non puoi cominciare a ringraziarmi da ora?” 

“Prima i muffin” 

“Ti odio” 

“Non è vero” 

“Questo sbalzo temporale potrebbe avermi fatto cambiare idea” 

Mi ami da quando avevi diciassette anni, non basta una notte per farti cambiare idea” 

“A te è bastata” 

“Probabilmente aveva ragione Gin, guardavo, ma non vedevo” 

Quindi dobbiamo ringraziare nostra figlia se siamo qui” 

“Già” 

“E faremo di tutto per essere qui sempre, vero?” 

“Ti sembrano domande da fare?” 

“Ma quanto sei dolcioso, Sourwy!” 

“Stiles, non parlare come un deficiente” 

“Ti faccio dieci muffin, ciccipucci!” 

Stiles! Ma sei impazzito?” 

“è solo farina nei capelli!” 

 

 

La felicità credo che sia vivere un momento del presente senza desiderare altro: né proiettati nel futuro, né nel passato. (Nicoletta Braschi). 


 

Grazie a tutti, di cuore.
Ci si legge per la prossima storia, se vi fa piacere -->  
I feel like in Grease.



Blu.

 

   
 
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: blu992