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Autore: nigatsu no yuki    10/06/2016    5 recensioni
Tooru si rigirava tra le mani quella vecchia fotografia, canticchiando il motivetto che in tv continuava a spopolare, comodamente sdraiato sul letto di Iwa-chan – sapendo bene che probabilmente per quell’ultima cosa rischiava la vita.
Anzi a pensarci bene, la rischiava di più per la prima: se Iwa-chan l’avesse scoperto a frugare tra le sue cose, nessuno l’avrebbe salvato da un calcio ben assestato.

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Dato che è il compleanno del caro Iwa-chan dovevo scriverci qualcosina di inutile, perdonatemi!
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fotografia







Non era stata una giornata così diversa dal solito.
Quella mattina Tooru si era svegliato di buon umore, si era preparato di gran fretta – mangiando la colazione fin troppo di corsa, cosa che aveva fatto arrabbiare sua mamma.
Ma poi era uscito di casa correndo, stringendo a sé lo zaino al posto che metterlo in spalla e arrivando senza fiato sotto casa di Iwa-chan.
L’amico lo aveva ripreso, dicendogli di non stancarsi così inutilmente di prima mattina. Perché già la settimana prima era inciampato e caduto a terra, finendo con il ferirsi il mento, tant’è che portava anche un cerotto, fin troppo grande per il suo faccino paffuto - per il quale a scuola già lo prendevano abbastanza in giro.
Ma Tooru non era in vena di ascoltare le parole burbere dell’amico quella mattina, il sorriso spropositato che gli decorava il volto ne era la prova principale. Così prima che Iwa-chan potesse aggiungere altro si ritrovò l’amico stretto a sé, in un abbraccio, che tutto contento avrebbe esclamato «Buon compleanno Iwa-chan!» allungando di proposito le lettere di quel suffisso che Hajime tanto odiava.
Neanche il «Grazie» borbottato sottovoce, accompagnato da un sincero imbarazzo, tolse quel buon umore, dipinto a pennarelli indelebili sul volto di Tooru.
Perché aveva aspettato quel giorno da quando era arrivato il nuovo mese, e insieme a sua sorella aveva preparato qualcosa che, ne era sicuro, il suo migliore amico non avrebbe potuto non apprezzare.
Certo, prima aveva pensato che forse un regalo adatto sarebbe stato un giocattolo, ma ad Iwa-chan non erano mai interessati così tanto. A lui piacevano tanto quei grandi insetti che a Tooru un po’ spaventavano – insomma, sembravano quasi dei mostri alieni, e il bambino neanche volendo sarebbe riuscito a catturarne uno abbastanza raro da far piacere ad Iwa-chan.
L’idea quindi era venuta a sua sorella e a Tooru era piaciuta così tanto, che per dieci giorni aveva saltellato felice per casa impaziente di poter preparare quel regalo così speciale.
Si accucciò a terra allora, armeggiando con la chiusura lampo dello zaino, diventata sempre più difettosa nell’ultimo periodo, finché non riuscì a tirar fuori ciò che voleva. Il contenitore preparato da sua sorella non si era rovinato, nonostante la sua corsa di quella mattina, allora poté porgerlo ad Hajime spiegandogli che si trattava del suo regalo.
L’altro bambino guardò dubbioso l’involucro, sentendo che era freddo e che all’interno non doveva esserci qualcosa di così pesante. Decise di aprire piano il coperchio trovandosi davanti qualcosa di inaspettato: era una piccola torta, con la glassa era stato scritto il suo nome, nonostante sembrasse che i caratteri fossero traballanti, fatti da mano inesperta. Vi erano poi attaccati sopra come decorazioni coleotteri e cervi volanti fatti con la pasta di zucchero.
«La mia sorellona ha fatto quel corso per decorare le torte, lo sai vero? Te ne avevo parlato. E ha insegnato un po’ di cose anche a me, guarda lei ha creato gli insetti, e ce ne sono proprio nove, come gli anni che compi oggi, io ho fatto l’astronave» iniziò a spiegare Tooru per poi finire con indicare la decorazione più grezza delle altre «non sono bravo come lei, ma spero che non abbia rovinato la torta»
Hajime non se l’aspettava. L’anno prima, per il suo compleanno, Tooru gli aveva regalato un giocattolo, ma lui l’aveva usato davvero poco. Quello prima ancora una palla, per giocare a pallavolo, e quella la usavano ancora. Di sicuro era un regalo inaspettato, ma a lui i dolci piacevano tanto. In più si vedeva che l’altro ci aveva speso tempo e ingegno, pensando alle giuste decorazioni, chiedendo aiuto a sua sorella – che avrebbe dovuto ringraziare al più presto.
Si ritrovò a sorridere appena, soprattutto guardano la decorazione ad astronave. Era un bambino, questo è certo, e forse avrebbe quasi potuto dargli fastidio come quel dettaglio non si rifacesse al tema principale della torta. Ma quello rappresentava bene la sua vita, l’astronave era Tooru che ogni volta trovava il modo di far parte dell’insieme più grande che comprendeva tutto ciò che Hajime amava.
«Ah, stai sorridendo Iwa-chan, quindi ti è piaciuto sul serio!» Oikawa si era messo ad esultare tutto contento, cosa che fece scaturire in Hajime la sua solita reazione, ovvero ritornare al suo cipiglio burbero, intimando all’altro di non urlare troppo.
Il festeggiato allora chiamò sua mamma per consegnarle il dolce, dato che erano già in ritardo per la scuola. La donna però, nel vedere la torta volle assolutamente scattare una foto ai due bambini, per commemorare il bel gesto. Nonostante Hajime si lamentasse per il loro ritardo e per la strana fissa della madre per le fotografie, si lasciò convincere accompagnando il tutto con buona forza di volontà per risultare sorridente e allo stesso tempo riuscire a respirare, nonostante il braccio di Tooru stretto intorno al collo.
 
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Tooru si rigirava tra le mani quella vecchia fotografia, canticchiando il motivetto che in tv continuava a spopolare, comodamente sdraiato sul letto di Iwa-chan – sapendo bene che probabilmente per quell’ultima cosa rischiava la vita.
Anzi a pensarci bene, la rischiava di più per la prima: se Iwa-chan l’avesse scoperto a frugare tra le sue cose, nessuno l’avrebbe salvato da un calcio ben assestato.
Ma quell’immagine era stata un’attrazione troppo forte, era nascosta nel primo cassetto del comodino di Hajime, insieme a tanti altri ricordi del passato. In quel giorno però, non poteva che farsi tentare e così rivedere e ripensare ai fatti di tanti anni prima.
Aveva faticato un pomeriggio intero per riuscire a fare quella torta, ricordava ancora sua sorella che lo sgridava ogni volta che finiva per mangiarsi l’impasto rimasto sul fondo della teglia invece di lavarla e rimetterla via con cura per non romperla. In ogni caso l’immagine migliore che la foto gli riportava alla mente era il sorriso di Iwa-chan quando aveva visto il regalo inaspettato e quando, estremamente contento, il giorno successivo, gli aveva assicurato che la torta era venuta davvero buona.
Sorrise continuando a guardare come aveva stretto il braccio attorno alle spalle di Iwa-chan, mimando quella “V” con le dita, sorridendo in modo esagerato, con quel gran cerotto a coprirgli il mento.
Iwa-chan, d’altro canto, odiava le fotografie, anche da bambino, aveva il suo solito sguardo corrucciato, con una mano teneva su la torta perché fosse inquadrata, con l’altra stringeva la maglietta di Tooru.
«Ohi Culokawa, ti ho detto mille volte di non salire con le scarpe sul mio letto» Iwaizumi era tornato in camera e si era trovato davanti la solita scena: ovvero Tooru che non lo stava mai a sentire quando lui gli vietava di far qualcosa.
Dopo una più attenta analisi si accorse che l’amico si stava rigirando tra le mani una vecchia fotografia, allora istintivamente guardò verso il suo primo cassetto del comodino: era mezzo aperto.
Non avrebbe dovuto rimanere sorpreso da tutto quello, più lui diceva ad Oikawa di non frugare tra la sua roba, più l’altro ovviamente lo faceva. Forse poteva provare con un po’ di psicologia inversa, ma per il momento l’unica cosa che avrebbe fatto sarebbe stata prendere a testate Oikawa finché non imparava la lezione -  e magari toglieva le sue dannate scarpe dal suo letto.
Con la poca grazia che lo contraddistingueva strappò di mano la foto a Tooru, che trovò quindi l’occasione giusta per iniziare a lagnarsi «Oh andiamo Iwa-chan, ridammela» iniziò «non vedi quando eri carino da bambino?»
Hajime gli tirò un pestone che fece subito tacere l’altro per qualche istante, prima che ricominciasse a lamentarsi su quanto fosse cattivo con lui. Ovviamente non lo ascoltò, andò a concentrarsi sulla fotografia, riportando alla mente i ricordi che la accompagnavano.
Ripensò a quell’astronave storta, che non c’entrava niente con la sua torta, infilata a forza, nello spazio lasciato vuoto vicino al suo nome. Tremendamente uguale alla sua vita, dove qualunque cosa facesse, in un modo o nell’altro Tooru trovava il modo di infilarvisi in mezzo. Di farlo con irruenza ed essendo fastidioso come solo lui sapeva essere.
In ogni caso gli stessi pensieri di quando era bambino gli si fecero spazio nella mente, con forza: quella torta, quella foto, probabilmente la sua intera vita, non sarebbero state le stesse senza quell’astronave tozza, quel bambino sorridente, diventato l’idiota che ora lo guardava fin troppo divertito dalla piega che il suo sguardo aveva preso, rivedendo la fotografia.
«Iwa-chan come sei…»
«Taci, o ti prendo a calci!»
«Cattivo, cattivo! E io che volevo dire qualcosa di estremamente cortese» si lagnò ancora.
Hajime alzò gli occhi al cielo «Non ne sei in grado, quindi tanto vale che stai…»
Oikawa lo interruppe avvicinandosi a lui. Senza dargli tempo per replicare qualcosa, gli lasciò un bacio sulla guancia, che schioccò forte nel silenzio della sua stanza «Dovresti sorridere più spesso come hai fatto quella volta Iwa-chan, o almeno impegnati per farlo il giorno del tuo compleanno, no?» ghignò divertito «Forza andiamo, ti devo ancora quella cena, e il grande Oikawa-san non…»
Venne interrotto di nuovo dal cuscino che gli volò in faccia, lanciato con forza dal festeggiato.
Perché essendo il giorno del suo compleanno poteva, vero? Poteva uccidere quell’idiota del suo migliore amico che non ce la faceva a comportarsi in modo serio per più di cinque secondi?
Oikawa stava ricominciando il suo piagnisteo, quindi Iwaizumi decise di precederlo, lo afferrò per un braccio trascinandolo fuori da casa, intimandogli di smetterla con le sue idiozie.
E Tooru glielo promise, a patto che Hajime quella sera sorridesse ancora una volta per davvero.













Angolino
Buoooonasera a tutti :D
Non ce la faccio gente, in questo periodo sono tremendamente ispirata... non che io stai cercando di fare di tutto pur di non studiare assolutamente!
Ma sto divagando, oggi come sapete è il compleanno del nostro caro Iwa-chan e finite le lezioni in università mi sono detta "Perché non scrivere qualcosa di assolutamente inutile?" Ed ecco a voi il motivo che mi ha portato a buttar giù, in due orette, queste 1500 parole scarse ^_^
Io amo Iwa-chan e un buon tributo per il suo compleanno mi sembrava doveroso scriverlo, spero di aver reso queste poche righe divertenti e fluffose, perché era un minimo la mia intenzione :)
Bene, ho concluso con i vaneggi, grazie a tutti voi che avete letto questa os, se volete lasciarmi un parere è, come sempre, ben accetto :3
Alla prossima!

 
   
 
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