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Autore: Wellesandra    10/06/2016    0 recensioni
Ashley Cooper è un'agente immobiliare e ha un unico scopo: vendere l'antico castello di Teignmouth. Sa che è un'impresa difficile, ma sa anche che è l'unico modo per poter dire addio alla sua monotona vita e iniziarne una nuova. Quando si presenta all'appuntamento con il proprietario, un certo Thomas Kirk, è pronta a tutto tranne che trovarsi intrappolata in quella casa, costretta a combattere per la sua libertà.
Sarà costretta ad affrontare numerose sfide ma non sarà sola: con lei, una saggia sfera di cristallo le spiegherà come fare a sopravvivere. Inoltre Ashley scoprirà presto che non è l'unica persona ad abitare la casa. Tre spiriti le terranno compagnia e saranno dei validi aiutanti per mostrarle la strada giusta da seguire...
Genere: Avventura, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy, Nuovo personaggio, Tom Kirk
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Inizio

Affacciata alla finestra della sua camera da letto, Ashley Cooper sorrise, sicura di sé. Le torri del castello di Teignmouth erano ben visibili e con esse anche la cupola di vetro, che sormontava il giardino- o cimitero, che dir si voglia- esterno.
Ashley lavorava come agente immobiliare presso una delle tre agenzie presenti nella sua città natale. Un gran bel lavoro, insomma, molto soddisfacente, in pratica, e che le occupava mooolto tempo a fare il nulla. Era comunque l'unica ad essere riuscita a vendere il maggior numero di immobili e per lei era una soddisfazione. Poteva riuscire ad ottenere una possibilità di fuga da quella cittadina il pomeriggio stesso, se solo fosse riuscita a vendere il famoso castello di Teignmouth. A quanto ne sapeva aveva due giardini e quello esterno, che stava osservando in quel momento, se lo immaginava ricco di piante, con qualche nicchia sparsa qua e là. I cancelli rigorosamente neri delimitavano tutta l'area, proteggendo quella struttura di cinque piani. Era storico. Molto storico.
Prese un bel respiro e si allontanò dalla sua postazione. Guardandosi allo specchio un'ultima volta si disse che sì, poteva andare vestita in quel modo. Tailleur, composto da giacca e pantalone, camicia e tacchi.
Scese da casa e si diresse direttamente verso la sua macchina nuova di zecca. O meglio: usata di zecca. Di seconda mano, ma utile per districarsi tra le strette strade inglesi. Il suo maggiolino Volkswagen azzurro partì subito e in pochi minuti Ashley arrivò in agenzia.
Parcheggiò con tutta calma per poi incamminarsi, salendo quei tre scalini che conosceva fin troppo bene.
-Buongiorno.- Disse entrando. L'unica risposta che arrivò fu quella di Diana, la nuova centralinista. A cosa servisse una centralinista, poi, non l'aveva ancora capito.
-Ciao Ashley! Come sta procedendo il tuo ultimo giorno di lavoro?-
Ash sorrise solo per educazione e mentalmente pensava a cento modi per ucciderla. Diana intanto la guardava davvero incuriosita, masticando una gomma a bocca aperta.
-In modo eccitate!- le rispose, in maniera tanta finta da far invidia alle tette-grosse-come-meloni di Diana.
-Grande! In bocca al lupo allora.-
-Già. Crepi.-
Entrò in tutta fretta nel suo studio, scrollandosi di dosso la sensazione di fradiciume che provava ogni volta che aveva di fronte a sé quella ragazza. Intanto avviò il computer, firmò alcune carte, inserii vari avvisi e chiamò Charlie, il capo, quello che doveva darle quella stramaledetta promozione.
-Buongiorno Ashley. Come va?-
-Tutto bene, Charlie. Il signor Thomas Kirk ti ha informato su ciò che ha intenzione di fare?-
-Ah-ah. Ha lasciato tutto ieri sera in segreteria. Chiedi a Diana.-
Perfetto.
-Perfetto. Ci sentiamo quando ho tutte le informazioni, allora.-
-D'accordo. E, Ashley?-
-Sì?-
-Se riesci a vendere quel castello... puoi scegliere tu, la destinazione.-
Ashley si morse il labbro inferiore, cercando di trattenersi e non iniziare ad esultare. -Bene. A oggi.-
Chiusa la chiamata, la ragazza iniziò a ballare mentalmente la Cumbia, la Salsa e la Macarena contemporaneamente. Intanto Diana arrivò di corsa e spalancata la porta, notò Ashley canticchiare ad un ritmo indefinito. Si appoggiò allo stipite e continuò a guardarla. Quando ridacchiò, Ash spalancò gli occhi.
-Oh biondina, ci sai proprio fare.-
Ashley sorrise, leggermente in imbarazzo.
-Per caso un certo Thomas Kirk ha lasciato qualche informazione?-
La ragazza fece di sì con la testa.
-Sì e stavo proprio venendo a dirtelo. Questo,- continuò, allungandole un foglio, -è il programma. C'è solo un piccolo problema.-
Ashley iniziò a leggere le varie informazioni, quando Diana sganciò la bomba.
-L'incontro è tra mezz'ora e a giudicare da quello che c'è scritto il posto sembra essere piuttosto lontano.- Disse tutto così velocemente che Ashley fu costretta a pensare tre volte prima di decifrare le sue parole.
-Perdonami,- continuò la centralinista. -Per favore, non era mia intenzione. Non lo dirai a Charlie, vero?-
-Diana!!!-
Ashley corse di nuovo alla scrivania, indossò le scarpe il più velocemente possibile e prese la valigetta. Uscì dal suo ufficio e volò, saltando gli scalini.
-Se corri puoi farcela!- Urlò di rimando la centralinista.
-Grazie tante!-
Avviò il motore in tutta fretta e sgommando uscì dal parcheggio.

Arrivò con un ritardo di cinque minuti, ma si diceva che in fondo non era nulla, no? Che una donna è sempre in ritardo, come al giorno del matrimonio. Peccato che non era lì per sposarsi e magari, pensava, questo Thomas Kirk era anche puntiglioso!
Nell'arco di quella mezz'ora di corsa accelerata con il suo super maggiolino, aveva attraversato ponti e stradine di cui non conosceva l'esistenza, fino ad arrivare ai confini di una foresta. Aveva avuto dei leggeri brividi lungo la schiena, quando si ritrovò ad inclinare la testa all'indietro, di fronte alla maestosità di quella casa. Casa, come no. Il cancello esterno non presentava traccia di polvere né di ruggine. Era robusto, constatò Ashley, avvicinandosi dopo aver lasciato il maggiolino fuori. Provò a spingere più forte e si rese conto che era aperto. Camminò velocemente lungo il piccolo vialetto, fino ad arrivare alla porta principale.
Bussò e attese. Pochi secondi dopo la porta si aprì e comparve un vecchietto, vestito di tutto punto.
È un maggiordomo. Ovviamente.
-Posso esserle di aiuto?-
Aveva la voce gessata, di uno che era appena stato disturbato dalle sue faccende di casa.
-Sì. Ho un appuntamento con Thomas Kirk. Abita qui, vero?-
Il vecchietto in questione raddrizzò subito la schiena e ad Ashley parve che i suoi occhietti piccoli e neri si fossero illuminati per un secondo.
-Lei deve essere la signorina Ashley Cooper. La stavamo aspettando.- Fece un passo indietro, per permetterle di poter entrare.
Ash non ci pensò due volte e sorridendogli mise un piede in casa. L'aria attorno a lei sembrava soffocarla; un brivido gelido le percorse la schiena e se non fosse stato per l'amico Fritz lì presente sarebbe scappata via a gambe levate. Si portò una mano alla gola, mentre con l'altra stringeva forte la borsa. Prese un bel respiro, pronta a girarsi e a vedere dietro di sé un vampiro. Sì, di quelli descritti nei libri magari. Alto, muscoloso, bellissimo, eccitante...
“Oh, ti prego!”
Invece no, il maggiordomo era lì che la guardava con quei piccoli occhietti e un mini sorriso.
-Se vuole seguirmi.- Le indicò la strada con una mano e poi si incamminò.
L'ingresso era straordinario: colonne decorate di marmo partivano dal pavimento- un vero e proprio mosaico- arrivando fino al soffitto. Alzando la testa verso l'alto, Ashley notò le favolose decorazioni che ricoprivano l'intera volta. Era ancora a bocca aperta, quando gli occhi si spostavano sulle quattro porte di legno lucido che si aprivano di fronte a lei. Ai lati di una di essa c'era un orologio a pendolo, antico- mooolto antico- e fastidioso. Con quel suo tic-tac sarebbe stato capace di farle saltare i nervi. Mise da parti questi pensieri quando due rampe di scale, formate da una cinquantina di scalini per parte, aprivano un varco sotto il quale una splendida porta sembrava spiccare, circondata da due strani candelabri e due poltrone rosse. Al piano superiore, Ash poté notare un enorme quadro, che raffigurava un uomo sui sessant'anni, ancora piacente.
Forse è Mr.Kirk...
Altre porte si aprivano ai quattro angoli, e la curiosità della ragazza crebbe a dismisura.
Il maggiordomo la condusse sulla prima porta alla sua sinistra. Una strana aria aleggiava in quella sala e Ash arricciò spesso il naso, per cercare di capire di cosa si trattasse.
Splendidi quadri erano appesi alle pareti: un veliero in mezzo ad un mare in tempesta, una splendida donna con in mano un ventaglio e il volto serio, un semplice paesaggio...
-Se vuole attendere qui, miss Cooper. Mr Kirk arriverà tra pochi minuti.-
Detto ciò, il maggiordomo chiuse la porta con un perfetto inchino.
-Non siamo mica nel Settecento.- Mormorò, guardandosi ancora intorno.
Dalle enormi finestre che filtravano una luce intensa poté notare la sua macchina, lasciata lì a caso. “Forse mi conviene spostarla. Non ci metterò poi molto.”
Stava per fare il primo passo quando la porta si aprì e davanti ai suoi occhi non comparve il signore sessantenne del quadro, ma un semplice ragazzo, poco più grande di lei. Occhi scuri e un po’ spennato, ma sì, poteva essere un suo coetaneo. Era vestito in modo strano però.
-Siamo a Carnevale e non me ne sono accorta?- Domandò, per rompere il ghiaccio e porgendogli la mano.
Thomas Kirk- o chiunque fosse- inarcò le sopracciglia a livelli indescrivibili e la guardò dalla testa ai piedi.
-Come, scusi?-
-Nulla, perdoni la mia impertinenza.-
Il ragazzo sorrise e le prese la mano, sfiorandola con un leggero bacio.
-Sono Thomas Arthur Joseph Michael William Kirk, al vostro servizio.- Ashley aveva gli occhi sbarrati e guardò fisso l'uomo che si abbassava alla sua altezza per poi ritornare in posizione eretta. Il suo vestito color oro, con delle venature rosse e blu, era coperto da un mantello, sfarzoso anch'esso. Stivali neri erano chiusi fin sopra i pantaloni e una fodera di spada accompagnava il tutto.
-Mol... molto piacere. Io sono Ashley Grace Cooper.-
“Perché non ho altri due nomi in più?”
“Frena, frena Ash. Forse il tipo ti prende solo in giro.
-Come posso chiamarti?- Gli chiese dandogli del tu, nella speranza di alleggerire l’atmosfera.
-Thomas va benissimo.-
-D'accordo Thomas... Che ne dici di farmi dare un'occhiata in giro?-
L'uomo inarcò un sopracciglio e la guardò come se stesse scherzando.
-Cosa intendete, per l'esattezza?-
Ashley corrugò la fronte. Non aveva sbagliato indirizzo e lui era Tom Kirk.
-Sono un'agente immobiliare e abbiamo ricevuto una proposta da te. Per vendere la casa, sai.-
Silenzio.
Ashley fece scorrere gli occhi per tutta la stanza, pensando che una situazione del genere non le era mai capitata. La sua attenzione fu richiamata dal movimento delle spalle dell'uomo, che si muovevano su e giù, sempre più veloci. Una fragorosa risata si liberò nell'aria e la ragazza non poté fare a meno di sorridere.
-C'è un errore, Miss Cooper. Posso darti anche io del tu?-
-Oh, ma ovviamente.-
-Bene. Tu, mia dolce futura principessa di Teignmouth, diventerai mia moglie.-
Ash chiuse gli occhi. Scosse il capo. Poi li riaprì.
-Io me ne vado.-
Al diavolo la promozione. Al diavolo Charlie e al diavolo tutti.
-No. Ferma lì. Ti prego.-
Ashley ubbidì solo per sentirsi dire le scuse che meritava.
“Gli idioti esistono dappertutto!”
-Non vuoi diventare mia moglie?-
-Assolutamente no.-
-Perché?-
-Primo: non ti conosco. Secondo: non sei il mio tipo. E terzo: non è il modo più appropriato per chiedere ad una donna di sposarti. Ora, sei intenzionato a vendere casa e farmi lavorare oppure ritorno tranquillamente in agenzia? Per me è lo stesso, ma deciditi in fretta.-
Thomas Kirk annuiva vistosamente e aveva uno sguardo estasiato.
-Lo diceva... lo diceva che eri perfetta! Un carattere forte, audace, che sa quel che vuole.- Si avvicinò a lei con passi lenti, squadrandola dalla testa ai piedi. -Meravigliosa, perfetta! Saresti capace di governare tutti senza la minima difficoltà! Sì... sì, mi piace!-
Ashley fece un passo indietro, allontanandosi però dalla porta. Afferrò la borsa e iniziò a cercare il suo spray al peperoncino.
-Oh, no no no, fiorellino. Non avere paura. Ti darò tutto ciò di cui hai bisogno.-
-Io non ho bisogno di nessuno e di niente, tanto meno di uno psicopatico con dei gusti di merda!-
Thomas Kirk rise e poi svanì. Svanì non nel senso di camminare velocemente e spostarsi tanto velocemente da un posto all'altro, no. Svanì. Puff.
Ashley urlò e corse verso la porta. Tirò indietro le due ante, ma non si muovevano. Provò a spingere ed ottenne lo stesso risultato. Allora provò a correre alle finestre e il sole che prima filtrava era stato sostituito da nuvole nere. La sua auto non c'era più. Tremando dal terrore provò ad aprire le imposte ma non riuscì a togliere il gancio. Provò a correre di nuovo verso la porta, ma il risultato non cambiò.
La risata di Thomas rimbombava nell'aria e voltandosi se lo ritrovò davanti, in un aspetto molto più spettrale. Ashley si accasciò alla porta e lo guardò dal basso. Poi Kirk si abbassò alla sua altezza e le accarezzò i capelli, prendendo tra le sue dita bianco perla una ciocca bionda.
-Bellissima. Bellissima.- La ragazza non aprì bocca. Aspettava solo di svegliarsi. Perché doveva essere per forza un sogno.
-Amore mio. Amore mio, non avere paura. Sarà l'esperienza più bella della tua vita, te lo prometto. Te lo giuro.-
-I... Io voglio tornare a casa.- Riuscì a dire. Thomas la guardò e le sorrise benevolo.
-Sarai tu a scegliere di sposarmi, Ashley Grace Cooper. Hai due possibilità.-
L'uomo si alzò in piedi e l'aiutò ad alzarsi, come se non pesasse nulla.
-Puoi scegliere di sposarmi... oppure scegliere la tua libertà. Ma sappi che la libertà si conquista solo affrontando l'intera casa.-
-C... cosa sig... nifica?-
-Significa, amore mio, che ci saranno delle prove da affrontare. Ogni stanza di questa casa ha qualcosa da raccontare. Ebbene, se riuscirai a superare tutti gli ostacoli otterrai la libertà. Altrimenti sarai mia.-
Ashley stava tremando dalla testa ai piedi. Un tuono rimbombò nell'intera stanza, facendola sobbalzare.
-Devi accettare per forza, mia cara. Qualora tu voglia affrontare la casa, sparirò dalla tua vista per un po'. E qualora tu voglia terminare il tuo cammino basta dire ad alta voce il mio nome. Tutto finirà e tu diventerai mia moglie.-
Un dito trasparente le accarezzò una guancia, arrivando fino al collo. Animata da una certa determinazione, Ashley si allontanò, guardando il fantasma con aria di sfida.
-Affronterò la casa e... e riuscirò ad uscire. Stanne certo.-
La risata le risuonò dietro l'orecchio.
-Staremo a vedere, mia amata.- La voce di Thomas Kirk si dissolse nell'aria. Così come la luce.

Tremante e al buio, Ashley si accasciò al muro e iniziò a piangere. Paura e adrenalina si mischiarono. Il senso di inutilità l'attanagliava. Non sapeva cosa fare, dove andare... stava forse sognando? Sì, si diceva, per forza.
Riuscì ad alzarsi e prese a camminare a tentoni. L'unica luce che si rifletteva arrivava dalle finestre. Ma il sole non c'era più. Solo nuvole e pioggia. E tuoni e lampi. Strinse forte la testa tra le mani. “Dannazione, funziona. Funziona.”
Prese un bel respiro.
E un altro.
Aprì gli occhi.
Buio. Lampo.
Buio.
-Signore... aiutami.-
Respirò a fondo e si alzò. Cosa aveva imparato in tutti quei film di paura? Di non parlare. Di non urlare. “E se senti qualche rumore, per l'amor di Dio, scappa dall'altro lato!”
Rimanendo attaccata al muro decise che la cosa migliore era quella di seguire la parete. Perché il pulsante per la luce era posizionato sempre su una parete, no? Camminò per un po’- non si era per niente accorta che la stanza avesse quelle dimensioni. Superò perfino le finestre e arrivò al camino spento.
-Ci sei sempre stato?- Scosse la testa, dichiarandosi pazza per il solo fatto di parlare da sola. O forse avrebbe dovuto pensare: sono pazza perché cammino come un ninja invece di prendere il telefono dalla borsa e chiamare aiuto.
Ottima idea, Sherlock.
Con tutta la frenesia che aveva aprì la borsetta e infilò dentro una mano. Mary Poppins le faceva un baffo.
“Specchietto, no. Lucidalabbra, no. Chiavi della macchina? No. Aha! Trovato!”
Prese il suo Nokia E65 preistorico e si maledisse da sola per non aver comprato un I-Phone all'ultima moda. Come al solito, e come concerne ad uno scontato film di paura, non c'era linea. Ma almeno faceva una piccola aurea di luce. Curiosò ai lati del camino, sperando di non dover camminare e ritornare di nuovo indietro. Perché di solito gli interruttori si trovano vicino alla porta, miss intelligenza dell'anno.
-Cazzo.- Sbuffò e diede una, due, tre testate alla parete di fianco al camino, mormorando tra sé e sé una serie di maledizioni.
Un terremoto improvviso la scosse, togliendole di nuovo il fiato. Si accasciò alla parete, pregando di non morire. Tutto quello che accadde fu solo la scomparsa del camino, e al suo posto una serie di scalini. Aspettò dei secondi prima di decidere cosa fare.
-Ho fatto trenta, facciamo anche trentuno.-
Aiutandosi con la luce che filtrava da quello che prima era un camino, Ashley si appoggiò alla parete di mattoni, scendendo lentamente. La prima cosa che sentì, finite le scale, furono le note di Mariinsky.




NOTE D'AUTRICE
Buonasera! E' da tantissimo tempo che non pubblico qualcosa in questa sezione e, sinceramente, non volevo farlo proprio ora. Qualcosa mi ha convinta e quindi... eccomi qui, a presentarvi questa mia nuova storia. Per chi mi conosce, dico da subito che non è propriamente lo stile che considero "mio", anzi. E' stato quasi imbarazzante riportare delle scene.
Mi sento in dovere di fare alcune osservazioni: questa, prima di ogni cosa, è un crossover, perché la storia riprendere fortemente i luoghi e qualche personaggio di un videogioco che adoro tantissimo. E' molto vecchio e non più in uso, perché era riservato alla PS2, ma... all'amor non si comanda e ho cercato di riportarla scritta, inserendo però qualcosa di personale eheheh
In secondo luogo, è una storia che ho iniziato taaanto tempo fa, e ripresa una seconda volta per poi esser messa da parte, e ripresa ancora una volta ultimamente.
Non mi resta che ringraziarvi fin da subito per aver gettato un'occhiata a questo primo capitolo. Come sempre, mi farebbe enormemente piacere sapere cosa ne pensate! <3 <3
  
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