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Autore: ParoleNelCuore02    11/06/2016    3 recensioni
[Dal testo]
"Fa freddo. Troppo freddo per essere fine agosto.
Cammini spedito, accerchiato dai tuoi amici. Cammini spedito, seguendo quel suono martellante, come una falena attirata dalla luce."
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One-Shot di 517 parole scritta nell'estate del 2015, quando il telegiornale aveva iniziato a raccontare le storie di ragazzi e ragazze morti o ricoverati per overdose. Una storia come tante...
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Freddo

Fa freddo. Troppo freddo per essere fine agosto. 
Cammini spedito, accerchiato dai tuoi amici. Cammini spedito, seguendo quel suono martellante, come una falena attirata dalla luce. 
Varchi quel cancello ridendo. I soldi escono dalle tue tasche quasi da soli. Non ti accorgi neanche che ti hanno già messo in mano il biglietto d'ingresso, troppo distratto da quel suono, da quella voce che continua a chiamarti, insistente. 
Spalanchi la porta e la musica aumenta. Entri in quella sala e vieni accolto dall'odore penetrante di alcol e sudore. I ragazzi che ballano riempiono ogni angolo del locale e tu ti immergi, vieni travolto da un abbraccio di corpi che si strusciano tra loro al ritmo di quel suono ancestrale. 

Ti muovi ai lati della pista, diretto verso il bar. Chiedi al ragazzo di servirti un drink. «Uno qualsiasi,» dici «purché mi metta allegria». Ti trovi davanti un bicchiere, colmo di una bevanda azzurrognola. Lo finisci tutto in pochi sorsi, senza chiederti neppure cosa ci sia dentro. 
Non ci vuole molto. L'alcol entra in circolo. La vista si appanna. I sensi si intontiscono. E la voglia di ballare aumenta. 
La musica ti avvolge e tu cessi di esistere. Diventi un tutt'uno con tutti gli altri ragazzi. Ti unisci a loro, alla loro danza senza fine. Le luci stroboscopiche, la scarsa illuminazione, il fumo: aumentano la tua euforia a dismisura. 
Il tempo passa, ma tu non te ne rendi conto. Continui a sfogare la tua gioia su quella pista. Canzone dopo canzone. Playlist dopo playlist. 

Poi senti l'adrenalina scemare. L'effetto dell'alcol svanisce e ti ritrovi svuotato. Ti senti solo, indifeso, non sai cosa fare, finché non ti rendi conto che c'è una sola soluzione. 
Sgomiti fino al bancone del bar e fai la stessa richiesta di prima. Questa volta ti fermi a chiacchierare con un amico, sorseggiando la bevanda a piccoli sorsi. Ti volti, distratto da qualcosa e il tuo drink si colora di bianco per qualche secondo. Tu continui a bere, ignaro di tutto. 
L'adrenalina torna, ma non è uguale a prima. L'euforia si trasforma in nausea. L'allegria in stordimento. Ai tuoi occhi il locale comincia a girare. Le luci colorate corrono più veloci del normale. Senti la musica ovattata, un suono lontano. Le voci si spengono lentamente e in quel vortice di sensazioni ti accasci a terra. 

Non urli: non hai più voce. Non chiedi aiuto: sai che è inutile. Apri gli occhi, dopo quella che pensi sia una vita. Il tuo sguardo si posa su quelle persone che ti sembrano tutte uguali. E tu non ti senti nient'altro che un altro corpo in mezzo a quel marasma. 
La vista ti si annebbia e piano ti abbandoni a quel buio e a quel silenzio. Sai che non ti sveglierai più. Sai che è colpa tua e che adesso ne stai pagando le conseguenze.
Ti addormenti e dici addio a tutto. A quelle persone ammassate in una sala stantia. A quella musica martellante e ingannatrice. A quel bicchiere rovesciato che ti ha tolto la vita.
A quel freddo che ti aveva avvertito, ma che tu, ingenuamente, non hai ascoltato.




 
  
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