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Autore: LoliRoxDanceMoon    12/06/2016    8 recensioni
Dicono che i robot non hanno emozioni, non hanno sentimenti, sono vuoti e il loro cuore non è altro che un programma che coordina i loro movimenti e le loro azioni.
Fissano il vuoto e non pensano, non hanno pensieri, non hanno paure, dentro di loro non c'è nulla.
Tutti pensano che non ci sia un modo per "sbloccarli", resteranno così in eterno.
Ma chi lo sa, a volte quello che crediamo impossibile accade.
Tutto può cambiare da un momento all'altro.
E anche le vite di semplici robot, possono trasformarsi in un'avventura piena di emozioni ed esperienze...
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una notte fredda e spaventosa quella del 1º novembre del 1989.
Le strade della città erano deserte e buie, non c'era una singola anima.
La luna non aveva la sua solita luce splendente, era spenta ed emetteva una grossa tristezza e angoscia.
L'aria era umida a causa delle ultime tempeste che si erano verificate.
Le case e gli edifici non erano spente solo fuori, ma anche dentro, infatti erano le 23:00 di sera e tutti dormivano in un sonno lungo e profondo.

Che dire? Tutto era tetro e malinconico.

A spezzare quel silenzio e ad addolcire l'aria con un profumo al crisantemo, fu una ragazzina sui quattordici anni, che stava correndo a tutta furia sulla strada di ritorno a casa, dopo essere stata un'intera giornata a casa della zia paterna.

La bambina correva con tutta la velocità che aveva, coperta da un cappuccio e una lunga giacca beije, che le lasciava scoperti solo le ginocchia e i polpacci.

"Forza Cece corri, sei quasi arrivata!" Disse con affanno a sé stessa "Non è lontano, ancora qualche passo e sei...AH!" La poveretta inciampò e cadde, sbucciandosi un ginocchio.

Con fatica si mise a sedere a terra, tenendosi la parte ferita, da cui usciva molto sangue e le causava un bruciore allucinante.

"Fantastico, ci mancava solo questa!" Sbuffò irritata, togliendosi il cappuccio dal capo e mostrando un visetto con due o tre lentiggini sugli zigomi, due occhi verde smeraldo e dei capelli nero carbone "Fortuna che ho qualche vecchia medicazione nella tasca della giacca." Affermò, prendendo un cerotto rosa magenta e appoggiandolo sulla ferita, provocandole un po' di sollievo.

Si rialzò in piedi e si scrollò di dosso un po' di polvere "Mmm, (si guarda intorno) questa sera è davvero tetra e buia..di solito è molto attiva."

All'improvviso, dietro di lei, apparvero quattro sagome, che sembravano essere più alte.

Cece le avvertì e infatti sentì il cuore far accelerare i battiti cardiaci.

Non voleva girarsi, aveva paura.
In pochi secondi, le gocce di sudore scesero dalla sua fronte e lei rimase immobile.

Secondo lei, un solo movimento e sarebbe stata la fine.

La tensione sembrava infinita e malvagia, finché poi si udì una voce e delle risate fragorose non molto gradite.

"Hai paura, mocciosetta?"

"HAHAHAHAHAHAHAHAHA!"

La ragazzina sbuffò annoiata e si girò verso gli arrivati "Molto divertente, ragazzi..."

Davanti a loro c'erano quattro ragazzi, che sembravano avere la stessa età.

"HAHAHAHA, ammettilo cretinetta, te la stavi facendo sotto è vero?" Chiese malignamente il capo del gruppo, che aveva gli occhi castani, una cresta nera e indossava uno jeans ed una maglietta rossa a mezze maniche "D'altronde, tu hai paura anche della tua ombra!"

Cece sospirò spossatamente, alzando gli occhi al cielo: odiava a morte quei quattro bulletti. Ogni giorno a scuola era la stessa storia, uno le rubava la merenda, un altro la faceva cadere, un altro ancora le tirava le palline di carta sulla testa...
Insomma, non le davano un po' di tregua e ora si erano pure fissati che dovevano spaventarla.

"Ragazzi, seriamente, dateci un taglio, siete pietosi."

"Non è colpa nostra se adoriamo torturarti fino alla fine dei giorni scolastici." Si giustificò con fare sarcastico un altro bullo, che aveva i capelli marroni ricci, gli occhi verdi e una tuta blu come abbigliamento.

"Ah non è colpa vostra? Bhè, potreste fare altro, tipo un bagno, che a quanto sembra, non ve lo fate da tipo cinque anni." Controbatté Cece, chiudendo le narici con il pollice e l'indice e strizzando gli occhi.

"Hey, sgualdrina, non osare insultarci o te ne pentirai!" Esclamò arrabbiato un altro ragazzo, che a differenza dei suoi amici, che erano scuri di colori, aveva gli occhi celeste chiaro e i capelli biondi "Odio essere preso in giro, adesso ti faccio vedere io cos..."

Il capo lo fermò, mettendogli un braccio davanti "Calmati, Andrea, se la piccoletta ha tanta voglia di subire, le faremo fare un piccolo compito."

"Hey, che cosa volete farmi razza di idioti?" Domandò furiosa Cece, guardando con odio i quattro ragazzi.

"Non agitarti. Dicci un po', conosci il Fazbear Pizza?"

"Uhm, il ristorante?"

"Esattamente. Vedi, si dice che di notte, in quel ristorante, ci siano dei robot che uccidano chiunque loro vedano." Narrò con voce inquietante.

Cece sentì il vuoto nello stomaco e una raffica di vento freddo dietro la schiena "Sci-sci-sciocchezze. Sono tutte storiette che raccontano per far spaventare i bambini." Tagliò corto la ragazzina, cercando di andarsene via, ma venendo afferrata dal ragazzino "Allan, lasciami stare."

"Se davvero non hai paura e non credi a queste "storiette", vacci a stare una notte intera."

"Cosa?" Sbarrò gli occhi Cece, non credendo alle parole del ragazzo.

"Facciamo un patto: tu starai una notte intera al Fazbear Pizza e noi non ti tortureremo più a scuola."

"Uhm..." La quattordicenne fece un'espressione pensierosa: davvero se avesse accettato, non l'avrebbero più presa in giro e l'avrebbero fatta vivere in pace e in armonia? "chi mi dice che mi state mentendo?"

"Ti diamo la nostra parola, vero ragazzi?" Disse Allan, rivolgendosi prima a Cece e poi ai tre ragazzi, che annuirono.

"...va bene, accetto. Ma..dove si trova di preciso questo ristorante?"

"Dietro di te."

"Cos..." La quattordicenne si girò e vide un grosso ristorante con un'insegna sopra, che era decorato con alcuni animali, come l'orso, il coniglio e la papera che sorridevano e aveva una grossa scritta: "Freddy Fazbear's Pizza."

"Ora giustamente è chiuso, ma dietro c'è una porta che usano i cuochi per entrare. Ho sentito dire che la chiave della porta fosse rotta e quindi dovrebbe essere aperta."

"È una follia." Si girò sconvolta Cece, guardando male Allan e gli altri tre bulletti.

"A te la scelta: o stai per una notte intera nel Fazbear Pizza, oppure ti tortureremo per tutta la vita." Disse incrociando le braccia al petto Allan, mentre gli amici sorridevano malignamente.

Cece rimase scioccata: volevano davvero che passasse una notte intera in quel ristorante? Volevano davvero che i suoi genitori si preoccupassero per lei?

"Avanti idiota, non ti costa nulla...o forse sei una fifona?" La provocò maliziosamente Andrea.

"HEY, IO NON SONO FIFONA!" A quello sbotto, i quattro adolescenti scoppiarono in un'altra risata generale.

"HAHAHAHA, bhè, se non lo sei dimostralo!" Esclamò un bullo, mentre si piegava in due per il forte mal di pancia.

"Uff, e va bene accetto!" Sbuffò più irritata che mai la ragazzina: potevano dirle qualsiasi cosa, ma fifona proprio non lo digeriva.

"Bene, allora a domani, sempre se ne uscirai viva." Detto questo, Allan girò i tacchi e se ne andò, seguito a ruota dal suo gruppo.

"Fifona...vi faccio vedere io chi sono i veri fifoni!" Disse a sottovoce per poi girarsi verso il ristorante "Va bene...a noi due, Fazbear Pizza!"

Intanto, a casa di Cece...

Una donna dai capelli marroni e gli occhi verdi, stava bevendo un tè alla menta, seduta su una poltrona rosso scuro davanti al camino ardente, e aveva un'espressione preoccupata.

"Cara, sei ancora sveglia?" Domandò un uomo dai capelli neri e gli occhi castani, entrando nel salotto e sedendosi su un'altra poltrona dello stesso colore vicino alla moglie.

"Sono preoccupata per Cece: sono già le 23:30 e lei deve ancora rincasare." Affermò, puntando gli occhi su un orologio d'oro.

"Forse si sarà addormentata a casa della zia Elena, sai com'è fatta, adora tanto stare con lei." Tentò di rassicurarla il marito, mettendole una mano sul braccio "Sta tranquilla, Cece non è stupida, non parla mai con gli sconosciuti e lo sai bene."

"Si, forse hai ragione." Sospirò un po' più calma la donna, per poi cambiare argomento "Allora...sei proprio convinto di quello che vuoi fare con quel ristorante?"

"Si, voglio trasformarlo nella banca più grande di tutti gli Stati Uniti!" Esclamò sicuro di sé l'uomo, alzandosi dalla poltrona e mettendosi davanti al camino "Presto, mia cara, saremo più ricchi di quanto pensassimo."

"John, ascoltami, non credi di star esagerando con questa storia...dell'arricchirsi?" Chiese un po' insicura la moglie, temendo che il coniuge potesse arrabbiarsi.

"Esagerare?" Si girò verso di lei "Amalia, ti rendi conto della fortuna che abbiamo? Possediamo una casa grandissima, abbiamo una figlia forte e testarda, abbiamo la servitù più nobile che ci possa essere in tutta l'America. Amalia, nessuno è come noi."

"E non ti basta. Vuoi arricchirti sempre di più. È una malattia quella che tu hai per i soldi!" Esclamò ora più sicura, alzandosi anche lei dalla poltrona.

"Lo faccio per te e per Cece! Avete bisogno di tutti i lussi, di tutte le cure necessarie affinché voi stiate bene."

"Sarà. Ma io ho bisogno di un marito...e Cece ha bisogno di un padre...prima di tutto."

Dopo quelle parole, John fece un'espressione triste, abbassando lo sguardo a terra.

Amalia si rese conto dell'errore e si portò una mano sulle labbra "...J-J-John, perdonami...non avrei dovuto dirtelo."

"Non importa. Evidentemente non sono il marito e il padre che tu e Cece vi aspettavate." Si girò e se ne andò.

Amalia fece scendere una lacrima e si rimise a sedere sulla poltrona, continuando a bere la sua tazza di tè.

Intanto Cece...

Era riuscita ad entrare nel ristorante, seppur con un po' di difficoltà.

Si guardò intorno: tutto era buio, ma riuscì a vedere il pavimento a scacchi e le pareti bianche del ristorante, che erano decorate con delle insegne a forma di pizza e con degli animali che cantavano.

Cece adorava la pizza e tutto ciò che aveva a che vedere con lei le piaceva un sacco.

"Caspita, che gran figata!" Esclamò la quattordicenne, guardando sù e giù il locale, che aveva un aspetto...adorabile "Altro che ristorante degli incubi...è meraviglioso..."

"Che ci fa una bella bambina a quest'ora in un ristorante chiuso?" Chiese una voce maschile maligna alle sue spalle.

Cece deglutì spaventata e si girò verso la fonte della voce: vide un uomo alto, con gli occhi marroni, i capelli castani e una sigaretta spenta in bocca.

"Oh, s-s-salve signore, l-l-lei deve e-essere l-la guardia no-notturna..." Balbettò impaurita l'adolescente, sentendo le gambe indebolirsi.

"Già...come hai fatto ad entrare?" Le chiese ancora l'uomo, mettendole un dito sotto al mento e alzandolo delicatamente "Ma la domanda migliore è...perché sei entrata?"

La ragazzina rimase immobile davanti alla guardia notturna, per paura che le potesse fare qualcosa.

"Hai perso la lingua tesoro? Coraggio, parla, sei bella quando parli." L'uomo fece scendere il dito sul collo di Cece, che si scostò all'indietro.

"Non mi tocchi."

"Sù tesoro, hai una pelle così dolce e morbida..."

La bambina voleva piangere: aveva capito quali erano le sue intenzioni.

In pochi secondi sentì tutto il corpo sudare, i brividi le pizzicavano la pelle e le gambe le sentiva mollissime.

"Stai tremando..." Parlò ancora la guardia, fissando l'intero corpo di Cece.

Quest'ultima annuì: non voleva contraddirlo, in quel momento ogni cosa che diceva, per lei, era vero e giusto...

"Tranquilla, ti riscalderò io..."

La ragazzina dopo quella frase sentì il cuore battere più forte.

Chiuse gli occhi, aspettando che l'uomo cominciasse a farle del male.

Ma stranamente, non sentì il tocco delle sue mani...ma uno strillo forte e acuto...

Continua...

Angolo Autrice:
Salve a tutti gente!
Sono movimentodanza ma potete chiamarmi Roxy! ;)
Bene, questa è la mia prima FF nel Fandom di Fnaf, quindi per favore, fatemi sapere che ne pensate perché sono stracuriosa! ;)
Vabbe, alla prossima!
movimentodanza<3
   
 
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