Libri > Classici greci e latini
Ricorda la storia  |      
Autore: papayasorridente    12/06/2016    1 recensioni
“Amico, tutto ciò è folle, se qualcuno trovasse quel diario ti denuncerebbe per molestie senza ripensamenti.” Virgilio disapprovava alquanto l’abitudine di Ovidio.
Egli aveva preso come sfida personale e divertimento, l’impegno, ogni primo lunedì del mese, di scegliere una ragazza da corteggiare e di porsi come obiettivo di, entro il mese successivo di, non solo sedurla, ma farla innamorare perdutamente di lui. E sfortunatamente o fortunatamente, ci riusciva a volte anche in meno tempo. E la lista sul quadernino mostrava quanta dedizione desse a questo compito.
“Allora, chi sarà la prossima vittima del nostro Praeceptor Amoris?”
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Giorno Zero
Una Chevrolet Impala del 67 scivolò al suo solito posto nel parcheggio della scuola. E, come ogni mattina, un sussulto eccitato si levò dai gruppetti di ragazze all’entrata. Come ogni mattina, una corte prevalentemente femminile stanziava davanti a scuola; tutte in trepidante attesa che dalla famosa Chevy si palesasse colui che era ormai considerato il ragazzo più desiderato della scuola.
Publio Ovidio. Lo spettacolo era quasi lo stesso ogni mattina: l’automobile prendeva il suo posto e lentamente, consapevole degli occhi puntati su di lui, Ovidio, occhiali scuri e giacca di pelle, scendeva dalla macchina, si ravvivava i capelli, per poi gettarsi elegantemente lo zaino in spalla e dirigersi all’ingresso, non senza sorridere spudoratamente a poche fortunate, il quale sorriso le avrebbe fatte sognare ad occhi aperti per l’intera giornata.
E dopo questa effervescente entrata, raggiungeva i suoi amici di sempre, Catullo Qualcosa (nessuno sapeva davvero il suo nome, era oramai ‘l’amico basso di Ovidio’) e Virgilio, che si attardavano nell’atrio.
“Ehi Ov, com’è andato il weekend?  Con quella Corinna …” Esordì Cat, appena lo raggiunse.
“Innanzitutto, grazie per avermi lasciato, come ogni mattina, solo per il mio ingresso trionfale”, commentò Ovidio, mezzo irritato e mezzo divertito, causando uno sbuffo di risata dell’amico, “ e non preoccuparti, non ti rivelerò particolari scabrosi, ma è stato magico, hai visto le sue curve?”
“Uhm, se fossi donna mi offenderei ai tuoi apprezzamenti prettamente fisici.” Aggiunse Virgilio, appena arrivato, scuotendo rassegnato la testa ai due.
Cat e Ovidio si lanciarono uno sguardo cospiratorio: “Allora immagino che tu e Dante questo weekend abbiate parlato di poesia e filosofia medievale …” disse Catullo, facendo arrossire l’amico fino ai capelli, mentre Ovidio scombinava la nuca di Virgi amichevolmente.
Allora, in un gesto fluido, che tradiva la sua soddisfazione, estrasse dallo zaino una moleskine e, all’ultima pagina scritta, disegnò un quadrato di fianco al nome ‘Corinna’ per poi svolazzare una spunta nello spazio bianco. Contemplò soddisfatto la sua lista di nomi.
 “Amico, tutto ciò è folle, se qualcuno trovasse quel diario ti denuncerebbe per molestie senza ripensamenti.” Virgilio disapprovava alquanto l’abitudine di Ovidio.
Egli aveva preso come sfida personale e divertimento, l’impegno, ogni primo lunedì del mese, di scegliere una ragazza da corteggiare e di porsi come obiettivo di, entro il mese successivo di,  non solo sedurla, ma farla innamorare perdutamente di lui. E sfortunatamente o fortunatamente, ci riusciva a volte anche in meno tempo. E la lista sul quadernino mostrava quanta dedizione desse a questo compito.
“Allora, chi sarà la prossima vittima del nostro Praeceptor Amoris?” Chiese Catullo, che, diversamente da Virgi, era estremamente divertito dalla cosa.
Ovidio fece un sorriso malizioso: “Non saprei, ma settimana scorsa stavo osservando Clodia, e sono convinto che non ci sia niente di male in quel portamento altero …”
Catullo impallidì e sembrò davvero sul punto di piangere.
Ovidio corse subito ai ripari; sarà stato anche un casanova incallito, ma i suoi amici erano la cosa più importante che aveva. “Cat, sto scherzando, non ti farei mai una cosa del genere e poi sai che non la sopporto.”
La campanella suonò nel momento in cui Catullo esalò un sospiro di sollievo, e i tre si accorsero che erano terribilmente in ritardo per la lezione di metempsicosi e che Matrona Lucrezia non sarebbe stata felice.
Ma fortunatamente entrarono in classe in tempo e un sorriso ben piazzato di Ovidio prevenne la prof da fare commenti.
-
Ovidio sondò la classe, durante la lezione, soffermandosi su qualche ragazza, ma senza davvero pensarci. Ah, era sempre difficile fare la scelta perfetta.
A fine lezione chiamò a rapporto gli amici: “Ho bisogno di consigli.”
“Tullia? È carina e abbastanza stupida da farsi sedurre da te.” Propose Virgilio.
Catullo fece vagare lo sguardo per il corridoio, per poi rimirare Clodia che chiacchierava con le amiche. Osservò, prima la sua crush, poi analizzò le amiche di lei. Poi vide camminare per il corridoio Saffo e la sua migliore amica,e si diresse a salutarle.
“Ehi, ragazze, so che avete fatto i compiti di Atomismo … Avete voglia di farli copiare a un povero disperato?”
Saffo sbuffò e gli diede un buffetto sulla guancia: “Va bene, basta che non li fai vedere al tuo amico irritante. “
Ovidio, sentendosi chiamato in causa, si diresse spedito verso la sua classica nemica scolastica: “Non preoccuparti, dolcezza, sono perfettamente in grado di svolgere i problemi di ontologia da solo. Oh, e ricorda che, secondo Zenone, Achille non raggiunge la tartaruga.”
La ragazza lo fulminò con lo sguardo: “Lo so benissimo; piuttosto, tu ricordati come è finita Carthago. Sotto sale. Come te, se ora non giri i tacchi e sparisci.”
I due si guardarono sprezzanti per qualche secondo, poi, in sincrono, si diressero in direzione opposta, lasciando Catullo e l’amica di Saffo a scuotere la testa per l’ormai quotidiana scena.
Virgilio e Catullo corsero dietro a Ovidio, con la stessa proposta in mente.
“Che ne dici di provare con Saffo?”
-
Saffo de Mytilène. Presidente del consiglio scolastico e del club di teatro, voti ottimi in qualsiasi materia e una borsa di studio per Yale già pronta per lei. E invece lei voleva frequentare la LAMDA a Londra. Nella testa di Ovidio lei rientrava nei secchioni strambi e irritanti. Essendo così diversi, i due si detestavano cordialmente, tranne per qualche commento acido con tanto di sorrisetto bastardo da parte di entrambi.
Certo, Saffo era considerata da  tutti una bellissima ragazza ed era piuttosto popolare. Ma per sua sfortuna era nata insopportabile e si sarebbe relegato a Tomi pur di non dover dirle cose che non fossero insulti.  
Peccato che il pensiero non lo avesse abbandonato per l’intera giornata e anche ora, seduto sul divano di fianco al fratello Livio, gli fremeva la mano dalla voglia di aggiungere alla lista il nome di Saffo.
“Fratellino, togliti quella faccia da disperato, e dimmi che succede.” Gli intimò Livio. Il fratello aveva tre anni più di lui e aveva già superato l’inferno del liceo,  magari poteva dargli qualche consiglio.
“C’è una ragazza …” iniziò, al che il fratello tese l’orecchio, “che, giusto per ricordartelo, non mi piace, perché io non mi innamoro, chiaro?” Livio sospirò veemente e gli fece segno di continuare.
“Sai della mia lista, no?, quella delle ragazze- “
“Sì, il modo più ignobile per offendere il gentil sesso.” Commentò stoico l’altro.
Ovidio gli lanciò lo sguardo da TaciENonGiudicare . “Dunque, Catullo mi ha proposto una tipa che io assolutamente non sopporto, sebbene sia sexy, e l’idea mi è rimasta in mente; ma, sai, non vorrei rendermi ridicolo, se per caso mi rifiutasse!”
Livio soppesò un attimo le sue parole: “Secondo me potresti provare a capire se anche lei prova interesse per te e al massimo per difendere il tuo onore di casanova se ti rifiuta, puoi sempre dire che si trattava di una scommessa.”
Ovidio annuì convinto, poi si rese conto di una cosa: “Aspetta, come sarebbe a dire ‘anche’?”
Livio gli sorrise misterioso e si diresse in cucina, lasciandolo pensieroso sul divano.
-
Giorno 1
“Ho deciso: Saffo sarà il prossimo obiettivo.” Comunicò ai suo amici a mensa.
Catullo per poco non sputò il suo frappé e Dante guardò confuso Virgilio.
“Ma tu non la odiavi?” Chiese Virgi allibito.
“E continuo a farlo. ‘Un piacere senza rischi piace meno.’
“Non so se augurarti buona fortuna …” iniziò Dante, “ … o prevenirti dicendoti che ti beccherai uno schiaffo in meno di dieci minuti”, concluse per lui Virgilio.
“Non finitevi mai più le frasi, altrimenti vi trasformate in una di quelle vecchie coppie sposate. Siete inquietanti.” Sentenziò Ovidio. Poi vide che la sua nuova preda era entrata in mensa, e senza prevenire nessuno, si alzò e si diresse fieramente verso Saffo e le sue amiche, incurante degli sguardi gelosi delle ragazze e confusi dei ragazzi.
“Mie donne che avete intelletto d’amore, vi riverisco” Esordì accennando un inchino verso le amiche di Saffo, che risero imbarazzate. “E a voi, mia dama, rivolgo un saluto più sentito, in onore alla vostra beltà.” Disse a Saffo per poi prenderle la mano e sfiorarla con le labbra.
“Ovidio, a che gioco stai giocando? Sai che il fatto che ti chiamino ‘Casanova’ non ti autorizza davvero a parlare alla gente in questo modo?! È inquietante.” Rispose Saffo, squadrandolo irritata.
Il ragazzo non si perse d’animo e sfoggiò un sorriso al quale le amiche di Saffo sospirarono: “Era solo un modo elegante per chiederti cosa fai dopo scuola. Sai, conosco una caffetteria davvero sublime.”
“Spero davvero che questo sia solo un’altra delle sfide squallide tue e dei tuoi amici.” Affermò Saffo gelida, ora più disgustata che infastidita.
“Lo so che, sebbene tu faccia tanto la sostenuta, in realtà non puoi negare di avere un debole per me.” Ovidio aggiunse un occhiolino, per il quale tutte le ragazze della scuola si sarebbero sciolte, ma che per Saffo non era altro che un gesto piuttosto patetico e al primo posto della lista RagioniPerCuiPublioOvidioèCosìIrritante, così, onde evitare di iniziare una lite in mensa, scelse di ignorarlo con nonchalance e dirigersi verso il proprio tavolo ,sotto lo sguardo allibito delle amiche e quello incredulo di Ovidio.
Il nostro protagonista rimase in shock per qualche secondo, per poi accorgersi che l’intero corpo studentesco lo stava fissando in silenzio. Al che, pallido come un Bernini, si risedette di fianco a Virgilio, l’unico che, straordinariamente, non era rimasto troppo stupito dalla scena e stava beatamente mangiando.
“Ti sta bene”, bofonchiò, la bocca piena di yoghurt, “Era ora che qualche ragazza ti rifiutasse come si deve, anche solo per ridimensionare il tuo enorme ego.”
Catullo lanciò un’occhiata disapprovante all’amico e si chinò verso Ovidio: “Ov, dai, non buttarti giù, sei ancora in tempo per scegliere un’altra ragazza, oppure potresti saltare un mese-“
Ovidio aveva sbattuto il pugno sul tavolo con veemenza. Ad imitazione dei migliori western, sollevò il viso e con voce decisa, sentenziò: “Ah no. Ora la cosa diventa personale; nessuno osa rifiutare Publio Ovidio per poi non pentirsene. Datemi un mese. E sarà MARMELLATA.”
-
Inutile dire che Saffo era furiosa. Lei non aveva mai sopportato le persone così piene di sé stesse da essere convinte di poter utilizzare la gente a loro piacimento, e quando aveva conosciuto Ovidio, beh, fu odio  a prima vista.
Prima lezione di letteratura greca del primo anno: come da programma, il professor Erodoto aveva iniziato a spiegare i metri usati nella lirica. E non si ricordava ancora bene, ma era sorta una lite terribile su quale fosse il metro più armonioso tra l’endecasillabo e l’esametro.
E da quel giorno, tutte le lezioni che avevano in comune, erano diventate un campo di battaglia a chi esibiva di più la propria cultura, con il risultato che gli insegnanti avevano proibito loro di interagire in aula per tutta la durata della carriera liceale. Allora le cose si erano leggermente placate, dal momento che si evitavano come la peste per tutto il resto del tempo, finché …
Finché Ovidio non aveva deciso di sedurre la sua migliore amica, facendola crogiolare nell’amore adolescenziale per qualche settimana per poi spezzarle il cuore nel vedere il ragazzo flirtare giocosamente con la bella e bionda cheerleader di turno. Quindi a Saffo era toccato un periodo di  consolazioni e gelato di fronte a ‘Il diario di Bridget Jones’ e complessi sul proprio aspetto dell’amica.
Insomma, nella sua testa Ovidio non era altro che un cretino che non sapeva apprezzare la bellezza dell’endecasillabo e che non si faceva scrupoli a fare soffrire le persone intorno a lui.
Ed ecco perché, appena arrivata a casa, lanciò lo zaino sul letto e sbatté la porta con violenza, lasciandosi cadere sul tappeto, per riacquistare lucidità e riflettere sull’accaduto. Okay. Di certo doveva essere una scommessa con il suo amichetto basso, era comprensibile come sfida, cioè conquistare una persona che ti odia, secondo la mente sadicamente compromessa di lui, deve essere una soddisfazione personale.
Ma quel ragazzo stava puntando troppo in alto, e lei non gli avrebbe permesso di avere una qualsiasi vittoria su di lei, doveva pur sempre difendere l’onore delle donne del suo lyceum!
“Povero illuso, che ci provi soltanto.”
-
Ovidio era attraversato da una effervescente adrenalina. Aveva comprato una nuova Moleskine, insieme ad una copia di ‘Jane Eyre’, perché la storia di un lord inquietante e mezzo matto che era riuscito comunque a conquistare la sua svampita governante, poteva sempre essere d’esempio.
Da sotto la piastrella sotto il comodino estrasse il suo preziosissimo quaderno che conteneva l’elenco delle sue conquiste, nominato “Amores” in un momento di particolare egocentrismo, e alla prima pagina bianca scrisse con cura Saffo De Mythilène. Poi estrasse la Moleskine nuova  dallo zaino  e, sdraiatosi sul letto, se la rigirò tra le mani, che tremavano in un misto di timore e aspettativa.
“Che la prendano le Dirae! Nessuno mi prende in giro così!” Esclamò e, deciso, prese la sua penna fortunata (sì, quella autografata da Alessandro Magno, il suo giocatore preferito) e in uno svolazzo, incise sulla prima pagina ‘Ars Amatoria; o Come far innamorare di te la spocchiosa della scuola’.
E scrisse di getto per tutta la notte, annotando le varie pratiche di conquista utilizzate in passato e finora considerate irresistibili. Finora.
-
Giorno 2
-Rendila consapevole del fatto che lei ti adori e non voglia altro che stare accanto a te. Cerca di approcciarla e essere cortese e piacevole e stalle accanto.-
“Ew, sembra la canzone di quel film della Disney in cui la principessa viene catapultata a New York attraverso un tombino.”
“’Come d’Incanto’. Sarà, io sono qui solo per farmi quattro risate quando non lo considererà.”
“Per Zeus! Lui le ha raccolto il libro che era caduto e lei gliel’ha strappato di mano senza rivolgergli la parola!”
“Vedrai che entro una settimana rinuncia. “
“Io punto cinque giorni. Scommettiamo?”
“Cosa scommettiamo?”
“Una notte con il tuo uomo.”
“Tocca Dantino e io ti distruggo.”
Giorno 5
-Dille con gli occhi ciò che vorresti dirle con la bocca. Avvicinati e seguila.-
“Saffo, quel tipo ti sta guardando da dieci minuti.”
“Non ci badare, è un mio compagno di scuola che cerca di conquistarmi.”
“Ma ti segue anche? Insomma siamo in un Café dall’altra parte della città rispetto alla tua scuola.”
“Non so cosa dirti … Mi ripeto che se non ci faccio caso, scomparirà.”
Giorno 10
-E quando finalmente le ti farai incontro di persona, parlale con voce commossa, affinché creda al tuo amore. Riempila di complimenti sulla sua bellezza, perché alla donna piace essere apprezzata per le sue doti fisiche. Il pavone, se gliele lodi, dispiega orgoglioso le sue penne; se invece lo guardi silenzioso, non le mostra.-
“Tesoro, perché stai scrivendo una lista di complimenti?”
“Lascia stare, Ovidio ha intenzione di continuare la sua impresa di seduzione. E ovviamente ha chiesto a me di preparagli un carnet di frasi melense.”
“’ Avrai le gambe stanche, visto che hai attraversato la mia mente tutta la notte’. È davvero terribile, spero che non le stia inventando tu.”
“No, c’è un simpatico sito chiamato frasisquallideperamatorinegati.com. “
“Com’è andata finora?”
“Beh, ieri ha tentato ‘Ho perso il mio numero di telefono, puoi prestarmi il tuo?’ e si è beccato un frappé in faccia.”
“Tu non mi fai mai complimenti …”
“Non mi servono. E comunque il rosso ti dona.”
Giorno 14
-Prometti molto alle donne, perché a loro piacciono le promesse. Non farti scrupolo a fare promesse che poi non manterrai, perché loro sono le prime a non mantenere le promesse. Inganna codeste ingannatrici! Cadano nei lacci che loro stesse hanno teso!-
“Ov, questa strategia non ha senso, le donne non sono dei cani a cui prometti croccantini.”
“Ho finito le idee! E a Samantha ho promesso il weekend più bello della sua vita e lei non si è mica lamentata.”
“Ma Samantha non è una ragazza sveglia che ti odia con tutto il suo cuore.”
-
“Ragazzi, sono disperato. Sono già al giorno 17 e non sono neanche riuscito ad ottenere un appuntamento.”
Ovidio, Catullo e Virgilio erano spaparanzarti sul letto del primo, Cat che sfogliava il manuale degli Amores e Virgi che chattava allegramente con Dante.
“Insomma, ragazzi, ascoltatemi almeno! La situazione è terribile, ne va della mia reputazione!”
Catullo si rigirò sulla pancia: “Ov, caro amico mio, so che per te è difficile scendere a patti con un rifiuto qualsiasi, ma devi ricordarti che sei umano e un due di picche dovrai pur prendertelo prima o poi … Quindi arrenditi, non ti vuole.”
Ovidio si alzò a sedere sconsolato, il peso della risposta dell’amico che incombeva sulle sue spalle: “E tu Virgi cosa ne pensi? Alla fine sei l’unico con una relazione seria qui.”
Virgilio sobbalzò un attimo, sentendosi chiamato in causa e rifletté qualche secondo fissando il muro. “Non saprei cosa consigliarti; io non mi sono impegnato troppo, alla fine, per conquistare Dante-“
Un falso colpo di tosse e un’occhiata eloquente di Catullo lo interruppero.
“- insomma, alla fine è stato come se fosse perfettamente giusto che io e lui stessimo insieme. Senza sotterfugi di ogni tipo, senza imbarazzo  o sospetti vari; non devi sempre forzare le tue azioni, Ov, nessun manuale vale in maniera universale.”
Virgilio si alzò a sedere e fissò gli amici e poi il quadernetto nelle mani di Cat. E un sorriso consapevole gli attraversò il volto di sfuggita: “Sai, penso di avere capito qual è il problema.”
“Illuminaci, o sommo poeta.”
“Il problema è che le cosiddette ‘strategie’ che hai utilizzato con le altre ragazze non possono funzionare, non perché lei sia una ragazza così anomala,” I due amici alzarono le sopracciglia, “beh, sì lo è, ma la differenza sta nel come tu ti rapporti con lei. Sei tu, Ovidio, che sei cambiato nell’eseguire lo ‘straordinario’ piano di seduzione del mese.”
Ovidio lo guardò scettico mentre Catullo, dopo  un attimo di riflessione, scoppiò in una fragorosa risata: “Per tutte le relegatio di Ottaviano Augusto! Il nostro Praeceptor Amoris si è innamorato!”
“Wow, Catullino sta diventando uno Sherlock Holmes.” Commentò soddisfatto Virgi, mentre il nostro protagonista, spostava lo sguardo attonito da un amico all’altro.
“Ma come vi viene in mente, a me non piace neanche lontanamente quella insopportabile, spocchiosa-“
“Liviooooooo”, chiamò Catullo, al che il fratello di Ovidio entrò nella camera, “Di chi è innamorato il tuo fratellino?”
“Di quella ragazza irritante che si era scelto come vittima del mese?” Disse confuso. “Insomma, Ov, pensavo che ci fossi già arrivato da tempo.”
“Ma-“ Tentò di proferire lui, per poi bloccarsi alla vista di tre paia di occhi ammonitori e tre sorrisi saputi.
“Iuppiter. E adesso che faccio?” Si arrese Ovidio gettandosi sul letto.
“Se ti dico ‘segui il tuo cuore’ faccio la figura del fratellone sentimentale?”
“No, mi ricordi Pocahontas.”
-
“ … E io gli ho detto, no Ovidio, non ci penso neanche a venire a letto con te, non sono come le tue insipide conquiste mensili, al che lui ha deciso che fosse una buona idea fare complimenti al mio seno, ma ti rendi conto con che razza di persona ho a che fare?”
Saffo stava lentamente impazzendo, ma non di furor amoroso, ma di semplice e puro fastidio, e le sue amiche ormai erano stanche di dover aver a che fare con i racconti delle strampalate avances del suo corteggiatore. In realtà, all’inizio tutte speravano che Saffo desse il benservito a quel bellimbusto, ma mano a mano che l’amica raccontava loro i disperati tentativi di Ovidio, avevano iniziato a sentire un po’ di compassione per quel disgraziato, ma non avevano osato suggerirle di dargli una chance.
Ma quel giorno, il nostro Praeceptor sembrava trasformato.
Non ci fu nessuna entrata spettacolare fuori da scuola, anzi arrivò in ritardo e si diresse senza dire una parola a nessuno, nella sua aula. Al cambio d’ora non omaggiò Saffo con un ampolloso baciamano e non l’accompagnò in classe; a pranzo non ci fu nessun tentativo di sedersi di fianco a lei sussurrandole battute di dubbio gusto all’orecchio; durante l’ora di studio in biblioteca, non cadeva nessun bigliettino con frasi come “Non potrei trovare una ragazza più dolce di te: ti va un gelato dopo scuola?”.
Insomma, tutto dava segno che Ovidio  aveva rinunciato alla sua impresa e che era caduto in una mesta depressione, che aveva davvero spento l’anima della scuola a tal punto che pure Saffo si era accorta di quanto si fosse poco allegra, l’atmosfera generale.
Questa situazione andò avanti per l’intera settimana ed essa sembrava pesare talmente tanto sugli studenti che il OhMioDioQuantoéSuperlativoOvidio (chiamato comunemente PublioOvidioFanClub) era andato in delegazione da Saffo (da loro odiatissima) per richiederle di parlare con il loro beniamino.
Saffo ne era rimasta così stupita che alla fine si era fatta convincere a sostenere questa conversazione e durante il pranzo si era diretta in giardino a cercare Ovidio; lo individuò solo sotto un albero con il suo solito couscous tra le mani e un’espressione così derelitta che ne ebbe pietà.
“Quel couscous deve  essere terribile, se a mangiarlo hai una faccia così mesta.” Esordì lasciandosi cadere di fianco al ragazzo, che ebbe un sussulto come riscosso da un sogno e la fissò esterrefatto.
“Che-che ci fai qui? Ti ha costretto Virgilio a parlare con me?” Wow, da casanova si era trasformato in una ragazzina spaventata.
“Ehm no, il tuo fan club è preoccupato per te, e, in realtà, da quanto sei caduto in questa depressione catatonica, l’intero corpo studentesco si è spento.”
“Mi dispiace che tu abbia dovuto parlare con quel gruppo di ragazze inquietanti, sono davvero invadenti a volte … “
Saffo annuì e per qualche minuto tacquero  e si godettero la brezza primaverile, Ovidio con il pranzo abbandonato tra le mani e lo sguardo fisso sulla ragazza, e lei con gli occhi socchiusi.
La ragazza aprì gli occhi e, sempre con gli occhi rivolti di fronte a lei, gli chiese: “Che dolci ti piacciono? Me la cavo in cucina, ed è triste vederti in queste condizioni, magari posso cucinarti qualcosa per tirarti su.”
Ovidio strabuzzò gli occhi; poi si schiarì la voce: “Ehm, mi piacciono molto le madeleines.”
“Un vero figlio della psicologia.” Commentò Saffo in uno sbuffo divertito.
“Senti …”, iniziò Ovidio con voce sottile e quando ebbe gli occhi di lei addosso, deglutì e continuò, “Non puoi davvero concedermi neanche un appuntamento? Non deve essere un appuntamento, possiamo uscire come amici che passeggiano con un frappé …”
“Perché no? Domani ti porto le madeleines e ti aspetto fuori scuola alle 17.” Rispose Saffo tranquilla. Poi si alzò e salutando Ovidio con la mano si avviò verso la mensa, lasciandolo attonito e fiducioso.
-
“Per tutte le divagazioni sessuali di Proust, queste madeleines sono squisite, superano quelle di mia nonna, i miei complimenti!”
Erano entrambi seduti al bar del parco, con i tanto promessi frappé davanti e un’amabile e leggermente imbarazzata conversazione che andava avanti.
Saffo arrossì lievemente e ringraziò con un cenno della testa.
Ovidio la guardò, poi trasse un profondo sospiro. E sentenziò: “Non dare di matto e non prendermi in giro, per favore, ma penso che la faccenda del corteggiarti per mio divertimento mi sia sfuggita di mano. Quindi mi scuso per come mi sono comportato. E sappi che alla fine ci ho rimesso io: mi sono innamorato di te.”
“Cosa?”
“Mi hai sentito; e quando me ne sono accorto ho pensato che non fosse giusto farti pesare i miei sentimenti dato che tu mi detesti, quindi ho preferito rinunciarci. Ecco, ora sei autorizzata a prendermi in giro a vita.”
Saffo aveva sul volto la più esterrefatta delle espressioni.
“Non mi permetterei mai di prendermi gioco dei sentimenti delle persone, a differenza di, ehm, altri … Comunque sono lusingata, davvero, il grande Casanova innamorato , chi l’avrebbe mai detto.
Ma devi capire che anche se all’inizio ti detestavo con tutto il mio cuore, poi hai iniziato a farmi pena  e ora ti trovo addirittura piacevole, tra noi non ci potrà mai essere niente.”
La ragazza prese un profondo respiro: “Tra due settimane parto per Londra; mi hanno preso dopo un provino estenuante, per una classe di giovani futuri talenti del musical alla Sofocle’s Hypocrités. Ed è l’occasione di una vita. Quindi tra due settimane probabilmente non ci vedremo mai più, non vorrei darti inutili aspettative.”
Cadde un silenzio pesante; Saffo giocherellava con la cannuccia nervosamente, e Ovidio, al quale sembrava gli avessero rubato la bicicletta sotto gli occhi, era come pietrificato.
Ma il nostro protagonista, sebbene casanova incallito e ragazzo arrogante a cui piaceva manipolare la gente, non era una cattiva persona e si sa, l’amor ch’a nullo amato amar perdona era una fandonia e a Ovidio non restava che accettare il tutto.
Quindi si alzò in piedi e sorrise fiero a Saffo: “Allora goditi la tua avventura; Saffo de Mythilène, è stato un onore poterti corteggiare e innamorarmi di te.”
Saffo strinse con decisione la mano che lui aveva teso, in una mutuale riappacificazione.
-
DIECI ANNI DOPO
Wow. Ormai si sarebbe dovuto abituare alle persone che lo fermavano per strada, ma ogni volta che succedeva un senso di emozione euforica lo coglieva.
Da quando aveva pubblicato, dopo molti ripensamenti, lo sviluppo del contenuto di quella moleskine che aveva iniziato per Saffo, molti, ai firmacopie, gli stringevano la mano, ringraziandolo per la sua Ars Amatoria, che aveva permesso loro di avere finalmente la relazione che desideravano.
E Ovidio arrossiva e ringraziava, all’apparenza lusingato, ma con melanconia si ritrovava a pensare che la sua opera aveva aiutato tutti tranne lui, alla fine.
Certo, era sempre rimasto il sommo Praeceptor Amoris, ma, nelle sere silenziose e solitarie, rimaneva a pensare alla Musa che aveva dato vita alle sue opere e a cui doveva la sua fama. Non aveva ancora osato scrivere Saffo De Mythiléne sul web, forse per auto preservazione, forse in un nascosto desiderio che lo cercasse prima lei.
Il telefono iniziò a squillare, e si rese conto che si era bloccato in mezzo al viale del parco, perso nei suoi pensieri.
“Pront-“
“DOVE SEI? PUBLIO OVIDIO, SE SALTI ANCHE QUESTA RIUNIONE PER ORGANIZZARE IL MATRIMONIO DEL TUO MIGLIORE AMICO TI MANDO BONIFACIO VIII ALLE CALCAGNA!”
“Virgilio, calmati, ero dal mio editore, e scommetto che ci siete solo tu e Dante e nessuno è ancora arrivato.”
Dall’altra parte si sentì solo silenzio con una risatina, che doveva essere di Alighieri, come sottofondo.
“Okay, Ov, ti aspettiamo qui.” Concluse Virgilio e, senza aspettare risposta, gli chiuse il telefono in faccia.
Virgilio e Dante erano incredibilmente ancora insieme e più romantici e smielati che mai, senza contare il periodo in cui il fiorentino si era preso una sbandata per un certo Cavalcanti, e in cui Virgi era ridotto al pari di Didone abbandonata. Invece Catullo aveva messo la testa a posto e, dopo mesi di estenuante corteggiamento, aveva iniziato una relazione con Lesbia, che il loro amico Cicerone amava definire “l’amica di tutti”, ma con la quale finalmente sarebbe convolato a matrimonio.
Che lui doveva correre ad organizzare.
Sbuffò e a passo lento si avviò lungo il boulevard dell’Augusti Ortus. Poi cadde brutalmente a terra e gli atterrò addosso un plico di volantini impacchettati.
Cercò di alzarsi e sollevò il plico: “Uh, Notre Dame de Paris. J’adore.” E dopo che la sua mente aveva velocemente deciso che avrebbe preso un biglietto, alzò gli occhi, e vide una donna che lo osservava preoccupata.
“Sta bene? Se vuole posso procurarle un biglietto … per scusarmi …”
“No, no, non  deve scusarsi e non si preoccupi, se prendo un solo biglietto Virgi e Cat mi tolgono il saluto …”
Si alzò e notò che la donna lo stava scrutando intensamente, e alzò un sopracciglio nella sua direzione.
Dopo un attimo lei esclamò: “Aspetta …   Non sarai mica Ovidio? Publio Ovidio,  quello dell’Arcadia Lyceum?”
Lui sbatté le palpebre: “Ehm, sì?”
“Non mi riconosci? Sono Saffo, la tua crush del liceo. Voi tre siete davvero ancora amici?” Rise lei.
Oh. Per tutte le campane di Notre Dame. Saffo era lì. Di fronte a lui. Dopo, quanti, dieci anni? Lui non riusciva a togliersela dalla testa, eppure non l’aveva riconosciuta.
“Uh sì. Catullo si sposa. Tu farai Esmeralda?” Esordì con un sorriso tirato.
“No, Fleur de Lys.” Rispose lei. Poi scoppiò a ridere, e sorridendo, lo prese sotto braccio e iniziò a camminare, con Ovidio che la seguiva come spiritato. “Dai, ti offro un frappé.”
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Classici greci e latini / Vai alla pagina dell'autore: papayasorridente