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Autore: meiousetsuna    12/06/2016    2 recensioni
Storia scritta per il contest: Contest Lampo di tempo e parole – di Hanna M.
La Principessa Bubblegum ha una vita dorata - anzi, rosea - ma forse noiosa.
La reggia, le udienze, le immancabili caramelle.
D'altro canto la sua amica-nemica Marceline non ha diritto di mettere in questione la sua routine, giusto?
Un bacio rosa dalla vostra
Setsuna
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Conte Limoncello, Gommarosa, Marceline
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Storia scritta per il contest: Contest Lampo di tempo e parole – di Hanna M. - Frase da utilizzare: Non mollerò finché non lo farai tu!

Personaggi principali: Marceline/Bubblegum
Rating: Arancione
Genere: Commedia, fluff
Avvertimenti: Shoujo-ai, lime

 

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Il risveglio era una parte della giornata molto dura, per la Principessa Bubblegum; per prima cosa, per fortuna, stava ricevendo la morbida carezza del suo gatto-cucù, che con i suoi soffici cuscinetti rosa fragola la ridestava nel più tenero dei modi.
Poi avrebbe affrontato la colazione, il primo dei suoi impegni di amata sovrana del Candy Kingdom: ciambelle di ogni tinta pastello, con decorazione di zuccherini, glassa e aromi artificiali si sarebbero suicidate nella tazza di tè alla pesca, felici di morire per lei, sorridendo tra i suoi dentini. Chi non l’avrebbe fatto volentieri, era talmente buona!
Le pareva già di sentire un delicato profumo solleticare il suo olfatto, qualcosa di speciale, speziato.
“Humm... che meraviglia, forse il cuoco ha preparato dei biscotti allo zenzero e cannella, ha indovinato che sono i miei preferiti”.
“No, Bonnie, è il mio odore, ma è naturale che ti piaccia”.
La boccuccia rosa si spalancò verso un soffitto del medesimo colore, mentre neppure un filo di fiato riusciva a passare a causa dello shock.
Appesa a testa in giù come un inopportuno pipistrello, Marceline stava ammiccando al suo indirizzo; la cascata della lucente chioma corvina arrivava a sfiorare il viso della Principessa, altro che le zampette dell’orologio!
“Erano i tuoi capelli sulla mia faccia?” L’acuto della vocina di Bubblegum ruppe alcune vetrate, subito sostituite da finissime lastre di zucchero caramellato, che si presentarono da volontarie.
“Morbidi, vero? E mi pare che l’odore ti piaccia… ti è sempre andato a genio, è lo stesso che hai sulla maglietta; non credevo che la portassi a letto”.
Bubblegum non aveva proprio via di scampo, non poteva certo raccontare che quella t-shirt di orrendo gusto, con le due teste infilzate come cremini sui loro stecchi fosse una creazione del sarto di corte!
Marceline discese lentamente, fluttuando fino a posarsi sul letto, guardando con appetito la trapunta fucsia.
“Oh, per tutti i cioccolatini ripieni! Non stingermi la biancheria da camera, ti faccio portare qualcosa di rosso, un frullato di ciliegie? Basta che mi lasci in pace”.
“Preferirei questo, e credo anche tu”.
Le labbra fredde della vampira si posarono su quelle tiepide della Principessa, senza incontrare resistenza. Era passato tanto tempo, tanto da essere riuscite a credere che non fosse mai stato vero, di essere sconosciute… no, nemiche.
Solo l'astio può riempire un vuoto grande come quello, pensò Marceline, sfilando la maglietta incriminata, accarezzando quel corpo minuto che le mancava ogni notte, fino a insinuare le mani affusolate sotto l’orlo della brassiere color confetto.
“Non mi stai mandando via, devo insospettirmi?” La voce musicale di Marceline rivelava un’insolita nota di insicurezza.
“È che… ecco, il tuo comportamento è così disdicevole che non so come fermarti”.
Ci era riuscita benissimo. Le zanne della regina vampiro si allungarono, mentre un soffio rabbioso usciva dalla sua bocca grottescamente arricciata.
“Cioè stai tollerando la mia presenza? Perché sei così brava e dolce, mentre io sono cattiva? Ma se è questo che ti piace di me, così puoi incolparmi di tutto!”
“Vorrei vederti al mio posto, ho una reputazione da mantenere, tu sei libera, anzi ci si aspetta che ti comporti male”.
Quando Bubblegum si rese conto che avrebbe fatto meglio a riempirsi la bocca di festosi marshmallows così non avrebbe potuto parlare, era troppo tardi.
“Bene, ti propongo uno scambio. Per una giornata io sarò la Principessa di questo posto sciropposo, tu abiterai nella mia residenza nella caverna”.
“Dovrei dormire in una grotta? Ah, no, almeno una costruzione c’è, sarà un castello ammuffito e sporco…”
“C’è una casa, rosa. E se dici qualcosa, giuro che mi vedrai fare colazione con i tuoi amici preferiti”.
Bubblegum non rispose, fingendo che l’informazione fosse poco interessante.
“Bene, chi capitola e non riesce ad arrivare al tramonto ha perso, e farà tutto quello che l’altra vorrà, sei d’accordo?”
“Non sono il tipo che si arrende”. Marceline stava sogghignando.
“Invece io sono fragile come un pasticcino di frolla, vero? Non mollerò finché non lo farai tu! Vedremo chi vincerà!”
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Non era possibile, doveva trattarsi di un incubo.
Marceline, seduta di traverso sul trono col sedile di biscotto, lo schienale di cioccolato al latte e i braccioli di zucchero si sentiva già molto a disagio, ma era nulla in confronto alla vista di quel tipo incredibile che si era inginocchiato ai suoi piedi.
Il Conte Lemongrab ostentava invece la massima disinvoltura.
“Altezza?”
“Sì, sono Marceline Abadeer, la Regina Vampiro”.
Il limone umano — ecco, non sapeva come definirlo — la fissava con intensità, forse con attrazione. Era pazzo evidentemente nonché giallo, proprio una bruttissima tinta, così brillante, altri dieci secondi e le sarebbero serviti gli occhiali da sole.
“La Principessa mi ha creato e poi abbandonato, mentre io la amo, vorrei sposarla e unire i nostri reami; il Castello Lemongrab è bellissimo, tutto giallo, e potrete trovare fiumi di limonata, gelato al limone, molto meglio di questo palazzo”.
Marceline si soffermò ad accarezzare il pensiero di usare il basso ascia per vedere rotolare quella testa balorda e guarnire un bicchiere di Bloody Mary, ma credeva di barare, così.
Chissà cosa stava combinando la sua rivale, in quel momento. Saperla così in difficoltà rendeva sopportabile quella giornata infernale; di certo aveva nascosto la testa sotto le coperte strillando terrorizzata dai suoi pipistrelli da compagnia, e tremava mentre le ragnatele sfioravano le sue braccia delicate — con la pelle più setosa che fosse mai esistita — oppure stava inorridendo dopo aver sbirciato senza permesso nel suo guardaroba pieno di magliette metallare, jeans strappati e calze a righe. Che ragazzaccia, avrebbe dovuto punirla.
L’idea di metterla sulle ginocchia, sollevarle le sottogonne di tulle per sculacciarla e vedere l’impronta rossa lasciata dalla sua mano era decisamente troppo da tollerare; avrebbe cancellato i segni con dei baci, poi le avrebbe regalato la notte di estasi più dolce della sua vita.
“L’udienza è tolta, limone, vattene”.
“Ma io…”
Non hai sentito?
Lemongrab poteva essere anche duro d’orecchi, visto che non li aveva, ma il muso da licantropo di Marceline, con gli occhi a spirali rosse, l’avevano convinto. Pensò che sarebbe morto di vergogna se non come una spremuta, perché un sottile rivolo stava scorrendo sulle sue gambette.
Il Conte si era fatto la limonata addosso: se l’avessero scoperto i suoi sudditi!
Completamente disinteressata a lui, alla vittoria della scommessa e a tutta la Terra di Ooo, la vampira corse fuori, sorpassando i guardiani Gumball, che si misero sull’attenti, con la mano di taglio sul distributore di caramelle, prendendo lo slancio per volare verso casa sua.
“Marcy”. Era appena un sussurro, ma lo sentì benissimo.
Bubblegum era seduta a terra, in giardino, non era mai andata via.
“Che ci fai qui?”
“Non ho avuto paura, lo sai. Non volevo entrare in casa tua e scoprire qualcosa… di personale; forse anche tu dormi con la maglietta che ti ha regalato un’altra persona”.
Marceline si sentì crollare; le gambe si piegarono, la testa si posò sull’incavo del collo della Principessa, la tensione si sciolse come un cono gelato esposto al calore.
“Non è così, Bonnibel”.
“È un po’ stancante regnare, vero? Hai fame?”
Davanti agli occhi esterrefatti di Marceline, si presentò una ciocca dei gommosi e profumati capelli della Principessa.
“Sicura?”
“Sì”. I dentini affondarono nella massa rosa, finché questa divenne di un delicato color madreperla.
Parte del colore fu restituito sulla labbra di Bubblegum, parte affiorò sulle sue guance mentre si lasciava portare in volo verso la sua stanza.
‘Non abbiamo né perso né vinto, Marceline’ pensò la Principessa ‘tu non mi fai sbagliare mai’.





  
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