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Autore: Guardian_Angel    12/06/2016    2 recensioni
Estate 2004, Sam e Dean partono per gli Stati Uniti, dopo nove mesi in cui Sam non è tornato a casa e non si sono visti.
Un giorno, nella via per Baltimora, l'Impala si guasta e un ragazzo offre loro un passaggio.
(dal secondo capitolo)
- Dovete andare a Baltimora? Io ho l'auto qui fuori, potete agganciare la vostra e vi ci porto. Non è un problema per te, vero Jo?- Il ragazzo si girò verso la ragazza che Sam aveva visto in precedenza. La ragazza annuì e disse: - No Gabe, vai pure. Oggi non c'è praticamente nessuno, posso farcela da sola.-
Dean guardò il ragazzo e porse la mano. -Io sono Dean, lui è Sam, ma credo che fin qua tu ci sia arrivato. Tu invece sei...?-
-Gabriel, molto piacere.- Sorrise e strinse la mano di Dean, poi spostò lo sguardo verso Sam. -E raggio di sole, non ti preoccupare per le birre. Le vendo a chiunque. Soprattutto ai ragazzi carini come te.-
2014, Baltimora. Jessica trova un album con delle foto risalenti all'estate del 2004 e chiede a Sam cosa siano.
Sam comincia a ricordare, e il passato tornerà.
[Sabriel] [Destiel] (AU)
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessuna stagione
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    CAP.3
 
(27 giugno 2004)
 
"Perchè tutte a me?"
 
Questa era la frase che più tormentava Sam da quando avevano accettato il passaggio da quel tipo, Gabriel. 
Li aveva portati a Baltimora e li aveva invitati, il giorno dopo, a cenare con lui e suo fratello, perchè "Due ragazzi come voi hanno bisogno di amici in una città, anche se solo per pochi giorni!
Alla fine scoprirono che il problema dell'Impala non era molto grave, quindi Dean pensò che per aggiustarla sarebbero dovuti rimanere a Baltimora per una settimana circa. 
Questa cosa, a Sam, fece molto piacere.
Si era sempre lamentato che, quando viaggiavano, rimanevano nelle città per poco tempo; invece questa era la volta buona che poteva fare un giro per la città per bene.
 
Alle 20.40 del 27 di giugno, però, non pensava a tutti gli splendidi posti di cui aveva la possibilità di visitare, ma era in piedi davanti alla valigia pensando a cosa mettere.
- Ma dai Sammy, è solo un' uscita con persone che tra una settimana non sentiremo più! Calmati e metti, uhm, questa camicia!- 
Dean non era molto d'aiuto, uscendosene con frasi del genere da più di mezz'ora, chiamandolo "Sorellina" o "Samantha" troppo spesso per i suoi gusti e pescando qualche camicia stropicciata dalla valigia. 
In realtà, a Sam non importava il fattore tempo delle amicizie, ma almeno il fare la bella figura all'inizio, cosa che Dean non riusciva a capire. 
- Dean, è la quarta camicia che mi fai vedere. Non l'hai ancora capito che non voglio mettermi una cosa che metto ogni giorno? Ci tengo a non sembrare un barbone!-
Dean lo guardò male e stette in silenzio finchè Sam non scelse una camicia, andando contro alle cose che aveva detto qualche minuto prima. 
Ovviamente, Dean non tardò a farglielo notare.
 
-...e tu non fai altro che dirmi che ho torto, poi segui ciò che ti dico. Non voglio dirti che devi darmi ragione,ma... Be' no, è proprio così.- 
Stavano scendendo dall'Impala davanti ad un ristorante e il maggiore continuava a lamentarsi.
Lui era perfetto, come sempre. Una maglietta degli AC/DC vecchia di qualche anno, una giacca di pelle e dei jeans strappati sulle ginoccchia. E, come sempre, non si era sforzato neanche un po' per apparire così bene.
 
-E grazie a te, Samantha, siamo qui con 10 minuti di ritardo.-
Sam alzò gli occhi al cielo e cercò di non ribattere per non rovinarsi la serata. 
Si guardarono intorno e Sam sorrise. -Be', a quanto pare i veri ritardatari non siamo noi. Quindi, pretendo le tue scuse.-
Dean, ancora una volta, lo guardò male e Sam pensò che in quei giorni aveva avuto occhiate omicida per una vita intera. 
Dopo qualche secondo videro un'auto arrivare e fermarsi vicino all'Impala e scendere Gabriele con un ragazzo, molto probabilmente suo fratello.
Sam si fermò un attimo ad osservare il secondo ragazzo. Era più alto di Gabriel, anche se probabilmente più giovane per via dello sguardo pieno di innocenza che lanciava a suo fratello e mentre si guardava intorn. Aveva dei capelli scurissimi, tanto che Sam si chiese se fossero tinti. E, nonostante fosse lontano dei metri da lui, potè vedere chiaramente che quegli occhi non potevano essere reali. Erano di un blu intenso, di quelli che quando li guardi non vuoi più smettere, come una droga.
 
Si girò per guardare suo fratello e lo vide rapito dagli stessi occhi che avevano rapito lui. Non poteva biasimarlo, però si rese conto che fare la figura degli idioti fissando due occhi in continuazione a metri di distanza non era il modo migliore per ainiziare la serata, così si avvicinò ai due fratelli sorridendo.
Gabriel lo notò subito e prese suo fratello per il polso avvicinandolo a Sam, che era seguito da Dean.
- Raggio di sole, è un piacere vederti!- Sam alzò gli occhi al cielo al nomignolo, ma sorrise. 
- Che dobbiamo fare?- 
- Be', Samshine, direi di presentarvi il mio fratellino prima di tutto, no?-
 
Sam annuì e lo guardò. Il fratello di Gabriel aveva gli occhi fissi su di lui e la testa inclinata verso destra. 
 
-Questo tipetto dagli occhi color droga, si chiama Castiel ed è il mio fratellino preferito.- Disse Gabriel continuando a sorridere. -Ma non guardatelo troppo, altrimenti si consuma.-
- Come l'angelo del giovedì e l'arcangelo?- Sentì Sam dire a Dean, accanto a lui. -E' una coincidenza che i vostri nomi siano entrambi di angeli o sono io che  vedo la Bibbia ovunque?- 
Castiel spostò il suo sguardo verso Dean e cominciò a parlare.
- La mia famiglia è religiosa, un bel po'. Il mio nome è quello dell'angelo del giovedì, anche se in effetti il nome è basato su quello dell'arcangelo Cassiel. Lui- mosse la testa verso Gabriel per indicarlo -in realtà è Gabriele, l'arcangelo sovrintendente della totalità del regno fisico e l'Angelo della Rivelazione. Però ha deciso di togliere la 'e' a fine nome, diceva che era stanco di essere scambiato per italiano.-
 
Gabriel alzò le spalle. -Colpevole.- 
 
- E scommetto che avete una sorella di nome Anael, un fratello di nome Michael, un cugino di nome Bartolomeo e vostro zio si chiama Uriel.- 
Sam guardò male Dean, ma subito dopo sentì Gabriel ridere.
-Be' amico, non ci sei andato molto lontano. Michael è nostro fratello, Uriel e Anael sono i nostri cugini, Bartolomeo è un nostro cugino di qualche grado e abbiamo anche uno zio di nome Zaccaria.- 
- E un nostro cugino si chiama Balthazar. Solo che a Gabe non va proprio a genio, quindi spesso si "dimentica di lui".- Continuò Castiel. 
 
Dean scosse la testa e sospirando disse:- Be', posso dire di aver visto e incontrato angeli camuffati da persone ordinarie che vivono vite ordinarie.-
-Tracy Chapman, grande donna! Quindi andiamo?- Gabriel vide lo sguardo confuso dei due fratelli Winchester e alzò gli occhi al cielo. -Questo era solo un punto d'incontro. Non siamo tipi da ristoranti, ma più da locali per strada. O almeno, io lo sono. Cassie un po' meno.- 
-Dici di odiare Balth, e poi anche tu mi chiami Cassie!-
-Zitto Occhi Blu, solo perchè sei mio fratello non vuol dire che non possa farti del male.-
 
Quella sarebbe stata una lunga, lunghissima serata, pensò Sam mentre vedeva Gabriel prendere suo fratello nuovamente per il braccio e cominciare ad attraversare la strada.
 
 
 
(19 gennaio 2014)
 
Dean scese dall'Impala, che era diventata definitivamente sua un paio di anni prima.
Erano le 19.40 e si trovava davanti al ristorante italiano La Scala.
Appena aveva letto il messaggio inviato da Jessica si era messo in moto e aveva guidato per 17 ore con qualche sosta.
Si erano messi d'accordo e avevano deciso che il La Scala era il risotrante perfetto per incontrarsi, perchè Jess non voleva che Sam sapesse ciò che stava facendo.
 
In realtà, Dean lo capiva. Il messaggio diceva che la ragazza voleva informazioni sull'estate del 2004, ben dieci ani prima. 
 
"L'unica informazione che posso darti è l'orribile taglio di capelli di Sammy."
"Non fare lo spiritoso. Alle 19.30 al La Scala, okay?"
 
Certo, non era stato proprio puntuale, ma come gli piaceva sempre ripetere, lui non arriva in ritardo, si fa desiderare. 
E comunque, se lei voleva informazioni, doveva aspettare, no?
 
Alle 19.43, fece il suo ingresso nel ristorante italiano e vide la ragazza seduta ad un tavolo con il telefono in mano. Si avvicinò e le si accomodò davanti. Vide che alzò la testa e non era quella che si poteva definire, una ragazzacalma. 
 
- Dieci minuti, Dean! Dieci! E' di tuo fratello che stiamo parlando!-
Dean alzò gli occhi al cielo. -E io ho guidato per 17 ore spendendo 180 dollari. Ora ordiniamo...- prese il menù che si trovava sulla tavola e sfogliò delle pagine -una carbonara con pollo, crema e uova? Dicono sia buonissima.- 
Alzò lo sguardo e guardò Jessica, che ancora non si era calmata. 
-Senti, sono stanco, gli hamburger nelle stazioni di servizio non sono fantastici, quindi ho fame. E mio fratello in questo momento pensa che tu sia uscita con la tua migliore amica Rachel, mentre sei con me in un ristorante italiano perchè hai bisogno di sapere qualcosa che lui non ti vuole dire. Posso mangiare ora?-
 
Dopo questo, Jessica aveva addolcito un po' lo sguardo. Prese anche lei il menù e scelse gli scampi con qualche salsa di cui non sapeva l'esistenza e quando arrivarono i piatti, cominciarono a mangiare in silenzio. 
- Comunque stai bene. Se Sam non ti sposa, vuol dire che lo farò io.- 
-Dean, siamo qui per parlare di Sam e dell'estate del 2004, non riuscirai a distrarmi.-
- Oh ma io sto solo dicendo che sei magnifica. In questi tempi non si possono fare i complimenti? E poi le donne si lamentano che noi uominimanchiamo di galanteria.-
 
Jessica sbuffò e prese dalla borsa l'album che aveva visto giorni prima. Come pensato, Sam l'aveva nascosto, e anche bene; aveva passato una mattinata intera a cercarlo. 
Alla fine, l'aveva trovato tra i moduli e le cartelle del lavoro di Sam, dove non aveva mai guardato.
 
-Questo è l'album. E queste- lo aprì e sfogliò velocemente le pagine -sono le foto di Gabriel e Charlie? Non ricordo, sono nomi strani. Voglio sapere tutto, non so se hai capito. Tutto.- Scandì l'ultima parola e appoggiò l'album davanti a Dean, che la guardò e sospirò. 
Le avrebbe dato ciò che voleva, trascurando alcuni dettagli, ovviamente.
 
- Si chiama Castiel, comunque. E non c'è molto da sapere, erano nostri amici.- 
-E perchè Sam non mi vuole dire niente?- 
 
-Fattelo dire, Jess,, stai esagerando. Sono solo delle foto di ben dieci anni fa! Non siamo un un film, dove si scopre che è un nostro fratello segreto o non so cosa.- cominciò a dire Dean, che voleva solo che Mary non scoprisse tutto da lui: Sam doveva dirglielo, non certamente lui. -Ci hanno aiutati perchè Baby ha avuto un problema e siamo usciti a cena. E abbiamo continuato finchè l'Impala non è stata aggiustata.- 
 
Mary guardò sospettosa il ragazzo seduto davanti a lei, poi sospirò e annuì. 
 
-Sam ha detto che forse tu sei in contatto con Castiel. E' così? Che ne dici di incontrarvi? Sai, qualcosa come l'incontro dieci anni dopo per vedere i cambiamenti e sicuramente a Sam farà molto piacere.-
 
Dean non la fece neanche finir di parlare, che si alzò velocemente. -Sì, con Cass mi sento ancora. Ma di sicuro non gli chiederò di venire solo perchè una ragazza sospettosa non si fida delle cose che diciamo. E' perchè Sammy è troppo occupato e non avete una vita sessuale? Gli dovrò dire un paio di cose a riguardo.-
- Voglio solo che Sam incontri dei suoi vecchi amici!-
 
Dean scosse la testa e mise dei soldi sul tavolo. -Lascia la mancia ai camerieri. E non voglio più sentir parlare di questo argomento, okay?- e se ne andò uscendo dal ristorante salendo sull'auto. Non partì subito, ma prese il suo cellulare e cercò il numero del suo vecchio amico.
 
Dopo quattro squilli, quando Dean voleva chiudere la chiamata , sentì la voce che non udiva da tempo. 
 
-Dean? Come mai mi chiami?-
-Dov'è Gabe, Castiel?- 
 
Castiel stette in silenzio per qualche secondo, forse deluso perchè dopo settimane che non lo chiamava, Dean non l'aveva neanche salutato.
 
-Non lo so.-
-Non dire cazzate, Cass. Lo so che sai benissimo dove si trova.  Io... so che non ti chiamo da tanto, ma...-
-Non mi chiami da tanto?!- non lo fece finire Castiel. -Non mi chiami da settimane! E' passato sicuramente un mese, giusto per arrotondare per difetto, poi tu mi chiami e di cosa vuoi parlare? Di Gabriel! Quanti anni sono passati dall'ultima volta che me l'hai chiesto, Dean? Sette, otto? E proprio ora, dopo un mese, tu mi chiami e chiedi di lui! Che è successo? A Sam è tornata la voglia di farsi un ragazzo e non riesce a trovarne uno?!- 
 
Nella testa di Dean passarono mille pensieri, tra cui molte, moltissime offese. Castiel aveva offeso suo fratello, quindi doveva difendersi, dirgli tutto ciò che pensava. 
Ma sapeva di essere nel torto e che il ragazzo che aveva chiamato aveva ragione. 
 
- Uhm...Cass, lo so che non merito di sapere dove si trova Gabriel, me ne rendo conto e sono più che d'accordo con te. Però è urgente. Sam... Sam ha trovato il vecchio album e 
l'ha trovato anche Jessica, la sua fidanzata e sai com'è...-
- No Dean, non lo so. Riprova fra un mese, magari salutandomi.-





Si, sono viva. 
E' stato una specie di parto, questo capitolo. E davvero, grazie per le recensioni che mi lasciate, è solo grazie a voi che riesco ad aprire la pagina e continuare a scrivere.
Alla fine, il distacco fra il secondo e il terzo capitolo c'è stato lo stesso. Cercherò di non farlo più, promesso. 
Il ristorante esiste davvero, ho passato giorni interi ad informarmi bene su di esso, compreso il menù.
E niente, spero vi sia piaciuto e ci vediamo al quarto!

 



Aggiornamento del 16 novembre 2017

Questa storia è da definire ufficialmente incompleta.
​Un po' mi dispiace, ma a più di un anno dall'ultima pubblicazione ho capito che non sono incapace di scrivere anche solo un paio di parole in più su questa storia.
​Avevo anche in mente di cancellarla, ma poi ho pensato che alla fin fine è pur sempre un pezzo della mia storia sul sito.
​Quindi ho solo deciso di lasciarla così com'è.



 
   
 
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