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Autore: karasu_chan    13/06/2016    4 recensioni
-La guardai così intensamente, come per imprimermi quel ricordo nella memoria. Un ricordo che non avrei mai dimenticato.-
-Guardandola negli occhi le dissi: -Sono, e sempre sarò innamorato di te, Yumi. Sei la mia migliore amica, la migliore guerriera che conosca e una persona splendida. Non potrei mai chiedere qualcosa di più-, le confidai.-
-Ero certo di volere lei, e solo lei, e così sarebbe stato per sempre. -
Short story sulla coppia YumixUlrich
Spero vi piaccia, se volete lasciate una recensione!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth 'Sissi', Jeremy, Odd, Ulrich, Yumi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
Ulrich
La nostra vita spesso era dura. Tra Lyoko e Xana, spesso veniva difficile riuscire a conciliare una vita normale, con lo studio, i prof e la famiglia, con la lotta che affrontavamo ogni giorno. Spesso pensavo a come sarebbe stata una vita normale, senza Lyoko, ma non riuscivo a immaginarmela. Era parte di me ormai, di noi, e tutti sentivamo che non potevamo abbandonare questa avventura. E come Lyoko faceva parte di me, anche lei lo era. Yumi. I capelli corvini tagliati a caschetto che le incorniciavano il viso, due occhi neri e profondi come la notte, alta e slanciata, e con un sorriso che appena lo vedevo sentivo i circuiti del mio cervello andare completamente in tilt. Era normale passare le giornate insieme, con Jeremy e Odd, come un gruppo di amici uniti, sempre pronti alla battaglia contro Xana. Ma sentivo che quell'amicizia non mi bastava. In ogni momento della giornata, io pensavo a lei. Vivevo con il costante pensiero di starle vicino, di poter sentire la sua risata, di poterla toccare. Quando ci sfioravamo sentivo come una scossa elettrica, e il mio corpo si riempiva di energia. L'amavo, ed era un sentimento che a volte mi faceva sentire estasiato, in mezzo alle nuvole, a volte completamente svuotato, privo di energie. Non capivo se lei ricambiasse ciò che provavo io, e avevo troppa paura di un rifiuto per chiederglielo o affrontarla di persona. Odd mi rimproverava sempre, e mi faceva notare che il suo sguardo, quando era rivolto a me, non era certo indice di amicizia, ma qualcosa di più profondo ed intenso. Eppure io ero ancora troppo spaventato. L'unica cosa che non volevo era perderla, per nulla al mondo.
-Ulrich?-, sentii una voce chiamarmi dal fondo del corridoio. La vidi mentre correva verso di me, i capelli che a tratti le ricadevano sul volto per poi scoprirlo, ondeggiando al ritmo del passo della sua corsa.
-Dimmi-, risposi, non potendo evitare di guardare quanto fosse bella e radiosa. I suoi occhi brillavano come diamanti.
-Volevo chiederti se oggi ti andava di aiutarmi a studiare... C'è un argomento che non ho capito molto bene-, mi chiese, abbassando lo sguardo e lasciando che una ciocca ribelle le coprisse un lato del volto. Notai che le sue guance avevano assunto un colore leggermente rosso. E la cosa fece arrossire anche me. Mi misi una mano tra i capelli cercando di sistemarli, ovviamente inutilmente.
-Certo Yumi, mi farebbe molto piacere-. Rendendomi conto di aver messo forse un po' troppa enfasi nel dirlo, arrossii ancora di più.
-Ok, allora... ci vediamo in biblioteca?-, aggiunse lei, notando di certo il mio rossore. Annuii, ormai incapace di proferir parola davanti a quello sguardo così penetrante. Così lei mi sorrise e si girò, e io la vidi voltare per andare nell'altro corridoio. Mi sentivo in uno di quei giorni in cui avevo le ali ai piedi.
Un paio di ore dopo, alla fine delle lezioni, mi ritrovai alla mensa con Odd. Jeremy era come sempre rintanato nella sua camera, intento a programmare il sistema che avrebbe permesso la materializzazione di Aelita.
-Allora... cos'è questa storia che esci con Yumi?-, mi chiese, in un tono di voce decisamente troppo alto.
-Shhh Odd ma sei impazzito?! Se qualcuno ti sente... e poi non è un appuntamento, la aiuto solo a studiare-, gli risposi sottovoce, con sguardo truce. Odd non sapeva proprio tenere la sua bacca chiusa.
-Ma ti senti? Lo sappiamo entrambi che Yumi non ha problemi nello studio, come invece una persona di mia conoscenza. Di certo se aveva bisogno di ripetizioni non sarebbe venuta da te. Perchè infatti ha bisogno di qualcos'altro...-, e mi fece l'occhiolino. Ormai la mia faccia era ridotta a un rosso peperone.
-Odd, sei proprio un cretino. Cosa pensi che potremmo fare in biblioteca? E poi non penso proprio che lei abbia le intenzioni che affermi tu. Si tratta solamente di un pomeriggio tra amici...-, ma, stando al ragionamento di Odd, anche io stentavo a crederci. Una come lei non avrebbe mai preso lezioni da uno come me.
-Staremo a vedere allora-, concluse lui mettendosi un'enorme polpetta in bocca. A volte mi chiedevo come facesse a mangiare tutto quel cibo. Cambiammo discorso, ma sapevo che la sera in camera mi avrebbe chiesto di fare il resoconto dettagliato di tutto il nostro pomeriggio.

Così, finito il pranzo, mi diressi verso la biblioteca, i libri sotto braccio e una miriade di farfalle impazzite nello stomaco. Sentii il sudore imperlarmi la fronte e le ginocchia molli, ed ogni passo che seguiva ero convinto che sarei caduto per terra. Magari mentre lei passava davanti a me, ero abituato ormai a quei generi di figure. Sebbene lei fosse la mia migliore amica mi sentivo un completo idiota, anche se la sua dolce risata e le sue battute scherzose mi facevano sentire meglio. Il corridoio era deserto a quell’ora, quindi non avevo distrazioni.. O almeno finché Milly e Tamiya non fecero capolino dall’angolo, con la loro piccola telecamera e i loro goffi tentativi di reportare qualcosa che non fosse la nuova collezione di francobolli di Ben il Brufoloso.
-Ulrich, Ulrich!-, mi chiamò Milly, tenendo nella mano destra il piccolo microfono. –Posso farti qualche domanda per il giornalino scolastico?-
Ero di fretta e con il cuore in gola per il mio “appuntamento”, ma non le riuscii a dire di no, con quei due codini e il sorriso innocente. E poi non ci sarebbe voluto molto.
-Ok, ma dovrei andare quindi solo un paio…-,
-Yupiiii! Allora… Cosa ne pensi del ballo che hanno intenzione di organizzare per sabato sera? E hai già una dama?-, mi chiese, avvolgendosi una ciocca di capelli rossicci nel dito indice.
-Sab… Ci sarà un ballo?!-, chiesi sorpreso e scioccato dalla notizia.
Perché ero sempre l’ultimo a sapere le cose?
-Sì, è stata un’idea di Sissi!-, rispose Tamiya, con un occhio che spuntava da dietro la telecamera.
-Ah… Fantastico.. Ora scusate ragazze ma devo proprio andare sono in ritardo per un appuntamento-
-Ma,ma.. non hai risposto!!-, esclamò irritata Milly. –Almeno dimmi con chi hai l’appuntamento..-, ma io ero già passato nel corridoio successivo, che mi avrebbe portato nella biblioteca dell’Istituto.
Appena entrai dalla porta la vidì lì, seduta su un banco solitario, chinata su un libro, con una ciocca di capelli ribelle davanti al volto e il mio cuore partì in quarta.
-Yumi-, la chiamai, e quando il suo sguardo si alzò per posarsi su di me le sue labbra si piegarono in un sorriso che mi fece sentire le ali ai piedi.
-Ce ne hai messo di tempo!- esclamò ridendo.
-Ho incontrato Milly e Tamiya mentre venivo-, dissi con ancora il fiatone, non tanto perché avessi corso, ma per l’ansia.
-Cercavano qualche scoop?-, mi domandò curiosa, le sottili sopracciglia scure inarcate.
-In realtà lo avevano già lo scoop.. tu sapevi che sabato sera Sissi ha deciso di organizzare un ballo?-, le chiesi, mentre posavo i libri sul tavolo e mi sedevo.
Lei era intenta a mordicchiare la penna nera, facendomi sussultare il cuore. Staccò la penna dalle labbra e disse: -In realtà lo sanno già tutti a scuola. Sei tu quello che vive sulle nuvole, Ulrich-, mi rispose facendo una risatina.
-Ah ah, molto divertente. Spero solo che Xana non abbia la fantastica idea di rovinarci la serata- , le confessai.
-Ah be, di sicuro sarebbe un ballo movimentato!-, esclamò lei e mi fece l’occhiolino, cogliendomi di sorpresa e causandomi un arrossamento imprevisto.
-Ehm…be… allora cominciamo. Cosa… cosa volevamo studiare?-, cercai di dire senza balbettare, con poco successo. D’un tratto mi resi conto di essere da solo con lei, in un posto quasi deserto e … tutto ciò mi metteva piuttosto in agitazione.
Lei chiuse di colpo il suo libro e mi guardò.
-In realtà sai cosa? Storia è troppo noiosa. E matematica ho già fatto esercizi a sufficienza… Che ne dici se andiamo ad allenarci un po’ in palestra? A quest’ora non dovrebbe esserci nessuno ed è da un po’ che non lo facciamo…-, mi propose, con uno sguardo che sembrava supplicarmi silenziosamente.
-Ehm.. certamente…-,
Da soli?! In palestra?! Almeno lì in biblioteca c’era qualcuno. Il mio cuore riprese a battere dolorosamente, così tanto che pensavo mi avrebbe sentito. Presi la mia roba e la ficcai nello zainetto, e insieme ci dirigemmo verso il luogo dove avevamo passato insieme tanti pomeriggi, alcuni dei più belli che io avessi mai trascorso con qualcuno.
Appena arrivati, lei mi disse: -Aspettami un attimo qui, vado a cambiarmi e ti raggiungo subito-
-Ehm.. io non ho portato ricambio-, risposi,
-Te li ho portati io. Ecco tieni-, mi disse porgendomi un paio di pantaloni della tuta e una canottiera bianca.
-Oh, grazie..-, non riuscivo a capire dove li avesse presi, ma sicuramente era un piano già organizzato se si era portata tutta la roba dietro. E non mi sarei stupito se ci fosse stato lo zampino di Odd dietro.
Appena cambiato uscii dallo spogliatoio e la vidi intenta a legarsi i lacci delle scarpe, dandomi la schiena.
Portava una maglietta scura che le lasciava scoperta la pancia e un paio di pantaloncini decisamente corti, delle calze alte e una fascia sulla testa. Non potei evitare di sentirmi un idiota per come ero conciato.
-Ah, eccoti! Allora, cominciamo-, disse lei, con uno sguardo decisamente pronto alla lotta.
Il mio di sguardo invece, sembrava pronto solo a farsi mettere al tappeto da lei.
Non mi diede il tempo di muovermi che già sferrò un calcio, il quale riuscii per un pelo a schivare abbassandomi e toccando con il palmo della mano il pavimento freddo. Cominciai allora anche io ad attaccare sferrando dei colpi, che però lei bloccava con gli avambracci, e così facevo io, in un continuo attacco-difesa, attacco-difesa. Finchè lei non sferrò un attacco dal fianco che non riuscii a prevedere abbastanza in fretta e che mi destabilizzò. Persi l’equilibrio e nel cadere, afferrai la sua maglietta facendola cadere con me. Facendola cadere su di me. I nostri respiri ansanti si fondevano, i petti si muovevano all’unisono, i nostri fianchi erano così vicini che cominciai a sentire dei brividi che non avrei dovuto sentire.
-Yu…Yumi…-, balbettai.
Nel suo sguardo vidi qualcosa che non avevo mai visto. O forse ero stato troppo cieco per vedere.
-Ulrich…-, mormorò lei.
Aveva le gote arrossate e gli occhi lucidi per lo sforzo, e la sua espressione non faceva che peggiorare le cose al piano di sotto.
-Scusa non l’ho fatto app…-, ma non terminai la frase.
In un attimo le sue labbra furono sulle mie, brucianti. Appena dischiuse le labbra sentii un vortice di calore dentro di me, una sensazione mai provata prima. Le sue dita si intrecciarono nei miei capelli, mentre il suo corpo aderiva più fortemente al mio. Spostai le mani che prima tenevo imbarazzato ai lati del corpo sui suoi fianchi scoperti, stringendola forte a me, come a dirle che non volevo che se ne andasse. Mi girai con il corpo mentre la baciavo così da trovarmi sopra di lei e per un attimo distaccai le labbra dalle sue. La guardai così intensamente, come per imprimermi quel ricordo nella memoria. Un ricordo che non avrei mai dimenticato.
-Ulrich..-, disse lei, sorridendo.
-Yumi-, risposi io, come se quei due nomi potessero dire tutto ciò che sentivamo in quel momento, come se potessero esprimere tutte le nostre sensazioni. Strinsi le mani nelle sue e le portai in alto, mentre lei intrecciava le gambe attorno ai miei fianchi. Continuavamo a baciarci come per recuperare quel tempo perduto, quel tempo passato a capire se anche l’altro provasse le stesse cose.
-Sicura che non verrà nessuno oggi?-, le chiesi.
-Ho prenotato la palestra solo per noi…-, mi rispose, mordendosi il labbro.
Scoppiammo a ridere insieme, fondendo i nostri respiri in lunghi baci, rotolandoci come bambini, stringendoci forte l’uno all’altra, come se non volessimo mai più separarci.
-Yumi?-, le chiesi dopo un po’, mentre eravamo sdraiati sul pavimento a guardare il soffitto.
-Sì, Ulrich?-, mi rispose lei.
-Vorresti essere la mia dama al ballo di sabato?-, le proposi.
Quando mi girai a guardarla, il suo volto era aperto in un immenso sorriso e i suoi occhi brillavano.
-Aspettavo che me lo chiedessi-, disse, e mi abbracciò fortissimo.
 
ANGOLO AUTRICE:
Ho deciso di scrivere una breve storia su Yumi e Ulrich perché ho sempre amato Code Lyoko (attualmente e da che ne ho memoria, uno dei miei cartoni preferiti!) e ho sempre shippato da morire loro due fin dal primo episodio. Mi è dispiaciuto un sacco che non si approfondisse mai la loro relazione, e per non lasciarmi insoddisfatta, ho deciso di scrivere questa ff! spero vi piaccia, prevedo di scrivere ancora uno o due capitoli (inizialmente doveva essere una one-shot, ma poi sarebbe diventata troppo lunga!). Che dire, spero tanto che vi sia piaciuta e se lasciaste una recensione anche piccola piccola sarei davvero contentissima! Perdonatemi per eventuali errori, spesso mi sfuggono! Che altro dire, spero che continuerete a leggere, al prossimo capitolo ;)
Karasu-chan 
   
 
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