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Autore: Midnight Writer    14/06/2016    0 recensioni
Dal testo:
““Saru...” Gli disse il rosso non appena i loro occhi si incontrarono, con tono stranamente serio “Ma se io morissi stanotte, tu cosa faresti?”
Quella domanda lo lasciò estremamente spiazzato, ma per fortuna riuscì a non darlo a vedere, dissimulando tutto dietro la sua aria beffarda. I sentimenti che provavano l'uno per l'altro non erano un segreto: si erano già baciati più di una volta, ma non erano mai riusciti a dirsi qualcosa apertamente."
Piccola One-shot scritta di getto un paio di giorni fa è mai riletta, ma mi dicono che è carina quindi la pubblico.
[SaruMi] [Setting: Lost Small World] [Saruhiko!Centric]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fushimi Saruhiko, Misaki Yata
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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What if you were to lose me tonight?
 
Era una calda giornata di Luglio e Saruhiko se ne stava seduto al sole con la cuffietta contrassegnata da una L nell'orecchio destro, mentre Misaki era sdraiato con la testa appoggiata sulle sue gambe con la cuffietta marchiata R nell'orecchio sinistro e con lo sguardo al cielo. Erano intenti ad ascoltare "If I lose myself" degli One Republic, che chissà quando avevano deciso essere la loro canzone, ma Saruhiko in realtà vi stava dando ben poca attenzione poiché il confortevole contrasto tra il sole caldo e la brezza fresca che soffiava lo stava facendo appisolare.
Non appena chiuse gli occhi Misaki gli tirò un lembo della maglietta, come per catturare la sua attenzione. Saruhiko gettò dapprima uno sguardo a quel viso così delicato, innamorandosi per l'ennesima volta di quei tratti quasi femminili e di quei capelli rossastri perennemente scompigliati e probabilmente un po' troppo lunghi; per poi guardarlo negli occhi, così da cercare, anche se invano, di nascondere il suo sentimento
“Saru...” Gli disse il rosso non appena i loro occhi si incontrarono, con tono stranamente serio “Ma se io morissi stanotte, tu cosa faresti?”
Quella domanda lo lasciò estremamente spiazzato, ma per fortuna riuscì a non darlo a vedere, dissimulando tutto dietro la sua aria beffarda. I sentimenti che provavano l'uno per l'altro non erano un segreto: si erano già baciati più di una volta, ma non erano mai riusciti a dirsi qualcosa apertamente. Rispose
“Mi arrampicherei da qualche parte, arriverei in Paradiso e ti riporterei qua giù"
Misaki non lo stava più guardando negli occhi, ma Saruhiko riusciva a vedere l'imbarazzo nel suo volto e a sentirlo nella sua voce
“Come fai ad essere così sicuro che andrei in Paradiso?”
 
“Perché all'Inferno non c'è posto per le persone meravigliose come te"
 
Avrebbe voluto dirlo da morire, ma non ce la fece; avrebbe tanto voluto dire molte cose diverse durante quella conversazione, ma non ci riuscì
“All'Inferno non le vogliono le persone sceme come te."
Il rosso si girò verso di lui con quella sua solita aria di falsa indignazione, e dopo aver sbuffato disse
“Be', sì anche io farei lo stesso per te, Paradiso o Inferno che sia!” Poi si fermò un attimo, e riprese “ma se lo facessimo reciprocamente sempre non vorrebbe dire che saremmo immortali?”
“Può darsi.” Rispose “anche se devo ammettere che con te l'immortalità non sarebbe male.”
“Eh? Come sarebbe a dire? E per quale motivo scusami?” Chiese Misaki tutto rosso in viso
 
“Perché ti amo.”
 
“Perché a sentire le tue stronzate non mi annoierei davvero mai.”
“Dai Saru! Fai il serio per una volta...” Lo implorò Misaki
“E va bene...” Rispose di malavoglia Saruhiko” cos’è che vuoi sapere? Il motivo per cui sarei disposto ad attraversare qualsivoglia regno ultraterreno e a vivere per sempre pur di averti accanto?”
“S-sì" sussurrò allora il rosso con rinnovato imbarazzo.
Al sentire quella sillaba Saruhiko si piegò su di lui e poggiò le sue labbra su quelle di Misaki per l'ennesima volta, nella speranza che ciò gli bastasse, come gli era già bastato una volta come pegno per le parole ‘Ti amo’, che Saruhiko sentiva forti come un dolcissimo terremoto dentro di sé ogni volta che pensava a quel ragazzo, ma che non aveva la forza di pronunciare.
   
 
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