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Autore: _Atlas_    14/06/2016    4 recensioni
Dopo aver confessato al mondo intero la sua vera identità, il miliardario più famoso d'America decide di lasciarsi alle spalle i guai imminenti e di partire verso l'Europa, trascinando con sè anche la sua fidata assistente.
"Senta, mi sembrava di essere stato chiaro: quando torneremo a casa mi occuperò personalmente di tutta questa faccenda, glielo prometto. Ma adesso lasciamoci tutto alle spalle: Iron Man, la conferenza, le Industrie...solo io e lei per qualche giorno. E Roma."
[Post-Iron Man]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia - Pepper - Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pepperony Holidays'
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4.

Io so che tu sai che io so




Alle tre di notte gli occhi di Tony Stark erano ancora spalancati nel buio.
Sarebbe stato bello se lo fossero stati anche quelli della sua assistente, magari un po' più vicina al suo fianco e non rannicchiata dalla parte opposta del letto, correndo per altro il rischio di cadere sul pavimento. Sarebbe bello, pensò, soprattutto perchè il motivo che lo teneva sveglio a quell'ora della notte era decisamente di un'altra natura.
Non si era ancora del tutto abituato al reattore arc, per esempio. Nonostante fosse ormai passato un mese dal suo viaggetto in Afghanistan, quella presenza innaturale nel suo petto lo faceva sentire a disagio e strano.
Fosse solo questo, poi.
Già, perchè per quanto se ne dicesse di Tony Stark, nessuno aveva mai osato definirlo una persona instabile, insicura o tantomeno fragile, o almeno se le ultime vicende che lo avevano coinvolto fossero state lasciate da parte.
Nelle ultime settimane dovette combattere contro se stesso e contro la sua mente per realizzare che sì, Tony Stark era diventato decisamente un uomo fragile; gli incubi lo tormentavano ogni notte e spesso si svegliava in un lago di sudore, con il cuore palpitante e il fiato corto. Era terribile e stava diventando pericolosamente insopportabile.
Tuttavia, poichè gli rimaneva un briciolo di dignità e orgoglio, aveva deciso di nascondere di sana pianta quelle sue debolezze, di armarsi di sorrisi sornioni e battute pungenti e infine di chiuderla lì. Le paure sarebbero scomparse col tempo.
Si voltò lentamente, percependo appena il corpo di Pepper muoversi sotto le coperte per cercare una posizione più comoda; la osservò con un mezzo sorriso stampato sul volto e pensò che quella vacanza avrebbe fatto bene a entrambi, dopotutto.
Un sospiro, chiuse gli occhi e li riaprì subito dopo; intanto l'orologio alla parete segnava le quattro e tre minuti.

 
* * *


L'indomani Pepper si svegliò alle otto in punto. Rimase qualche istante nel letto prima di rendersi conto che Tony doveva essersi alzato molto presto e che probabilmente era già andato a combinare guai in qualche vicolo di Roma.
Si stiracchiò qualche secondo e notò i pallidi raggi del sole che illuminavano appena la stanza, lasciandole presagire che la giornata sarebbe stata incantevole e decisamente primaverile.
Con in mente quel pensiero positivo si alzò e si avviò verso il bagno con l'intenzione di farsi una doccia.
Aprì la porta e...
"Tony!"

"Pepper!"

"Tony!" esclamò di nuovo chiudendosi la porta alle spalle e desiderando di scomparire ora, ti prego fammi sparire ora.
Era stato una frazione di secondi, ma erano bastati per farle vedere ciò che non avrebbe dovuto affatto vedere.
Ok, calmati Pepp- Virginia. In fondo non era neanche nudo, insomma, non era del tutto nudo...perchè grazie a Dio ha avuto l'accortezza di coprirsi con l'asciugamano. Ma sì, in fondo era nudo, lo sai benissimo.

"Eccomi" disse Tony pochi minuti dopo uscendo dal bagno, fresco di doccia "Può anche togliersi le mani dalla faccia, sono vestito. E comunque avrebbe potuto bussare..." concluse trattenendo a stento una risata.

"Sì, beh, e lei avrebbe potuto chiudersi a chiave visto che non è neanche camera sua" ribattè la donna, rossa come un peperone e consapevole di aver appena pronunciato una frase priva di senso logico.
Pazienza, tanto peggio di così...
Filò dritta in bagno senza neanche degnare l'uomo di un misero sguardo, mentre lui gongolava sorridente come una ragazzina con gli ormoni impazziti.



Circa un'ora dopo stavano facendo colazione insieme nella hall dell'albergo; Pepper era ancora imbarazzata per l'incidente accaduto poco prima e si irritò ancora di più quando l'uomo decise che girare il coltello nella piaga era diventato il suo nuovo passatempo preferito.
"Si sente bene? Ha una faccia..." le fece notare, nascondendo un sorriso dietro a una tazza colma di cappuccino "Di solito di fronte a certe cose reagite in maniera, come dire...diversa" aggiunse.

Pepper ridusse gli occhi a due fessure e digrignò i denti.
"Fossi in lei mi preoccuperei più delle borse che le incorniciano gli occhi. Non ha un bell'aspetto, lo sa?"

"Ho dormito male. Capita. E a parte questo la mia faccia è perfetta come sempre"

"Sì, certo. Come ho fatto a dubitarne...che sbadata" lo schernì la donna.

Tony sorrise sotto ai baffi e posò la tazza ormai vuota sul tavolino.
"Che ne dice di dimenticare l'incidente di poco fa e tornare a comportarci come due persone normali? Gliene sarei grato..."

"Ne sarebbe grato? Accidenti, questa sì che è bella..."

"Pepper, la prego"

La donna terminò a sua volta il cappuccino e addentò un cornetto alla crema "Qual è il programma di oggi?"

"Programma?" ripetè Tony perplesso "Non c'è nessun programma: Pepper, siamo in vacanza, quante volte devo ripeterglielo? Andiamo dove vogliamo" le sillabò facendole un occhiolino.

Pepper sospirò rassegnata e capì che l'unica cosa che le restasse da fare era lasciarsi trasportare dagli eventi.

 
* * *


Gli eventi – o per meglio dire, la Vespa – la trasportarono niente di meno che davanti alla chiesa di Santa Maria in Cosmedin.
"Che ci facciamo qui?" chiese scendendo dal motorino e guardandosi attorno. La chiesa era molto bella, nulla da dire, ma non era esattamente il posto in cui si sarebbe aspettata di arrivare, soprattutto in compagnia di Tony Stark.

"Sicuramente non a visitare la chiesa. Venga Potts" la invitò infatti Tony trascinandola per un braccio verso una parente adiacente all'edificio. Fu lì che la donna capì.

"La Bocca della Verità, sul serio?" chiese guardandolo perplessa.

"Certo! Ho sempre desiderato vederla..."

"Come no..."

"Scherza? Un monumento oscuro e intrigante come questo, capace di strapparti via la mano alla minima bugia...andiamo, chi non vorrebbe vederlo dal vivo?" esclamò l'uomo con entusiasmo.

"D'accordo, d'accordo. Ma mi risparmi la scena del film, la prego(*)" si portò avanti la donna, già immaginando il possibile spavento che avrebbe potuto prendersi.

"Nah...farò il bravo. Allora...chi comincia?" le chiese.
"Il giochino" spiegò poi osservando lo sguardo interrogativo della giovane "Io le faccio una domanda e la bocca deciderà se la risposta che mi darà sarà vera o falsa."

"D'accordo. Ma inizio io..." disse Pepper scrutandolo con sospetto.

Tony alzò le mani e la invitò a procedere "Croce sul cuore che dirò la verità..."

Pepper incrociò le braccia sotto al seno e pensò alla domanda.
"Vediamo...promette di rimediare a ogni cosa lasciata in sospeso una volta tornati a casa? Intendo la faccenda di Iron Man e della sua azienza, in particolare.
Nello specifico: vorrei evitare che di tutto il lavoro che resta da fare debba occuparsene la sottoscritta" concluse con sarcasmo.

Tony sorrise e annuì "Bene, è facile. Lo prometto" disse con solennità avvicinando la mano alla Bocca.
Attese qualche secondo, poi la ritirò compiaciuto.
"Visto? Basta essere sinceri..."

"Certo..." mormorò la donna pensando che al loro ritorno l'avrebbero attesa mesi e mesi e mesi di duro lavoro, se tutto fosse andato bene.

"Allora: adesso tocca a me. E' pronta?" le chiese poi l'uomo.

"Pronta."

"D'accordo...dunque: lei è segretamente innamorata di me ma ha una tremenda paura di ammetterlo in primis a se stessa e da questo ne deriva l' atteggiamento quasi sempre scostante e distaccato che ha nei miei confonti. Vero o falso?" concluse Tony mostrando un enorme sorriso raggiante.

"Cosa?! Non può chiedermi questo!" si ribellò la donna sentendosi avvolgere dall'imbarazzo.

"Davvero? E perchè mai?"

"Perchè...non è una domanda da fare! Che razza di domanda è, sono cose personali!" si infuriò diventando completamente e irrimediabilmente rossa come un peperoncino.

"Non capisco perchè la cosa la turbi tanto, è solo una domanda!"

"Non è solo una domanda, è una provocazione! Lei..." disse puntandogli contro l'indice della mano "...lei mi sta provocando" sillabò.

"Cosa?" si finse inorridito l'uomo, in realtà divertito dalla reazione della sua assistente "E' solo una domanda, santo cielo."

"Una domanda assolutamente falsa che lei non aveva il diritto di farmi."

"Non capisco perchè si agita tanto. Se la risposta è negativa non ha nulla da temere..." le disse Tony gustandosi il suo imbarazzo.

Pepper sembrò sul punto di prenderlo a schiaffi, ma si fermò quando la parte razionale della sua mente sembrò avere la meglio sull'imbarazzo: in effetti perchè scaldarsi tanto se l'insinuazione di Tony era indiscutibilmente falsa? E poi andiamo, si trattava solo di una stupida e vecchia leggenda.
"D'accordo. Così sia" disse quindi ricomponendosi; prese un sospiro a pieni polmoni e avvicinò la mano alla Bocca della Verità con estrema cautela.

"Più audace, Potts. Non morde se ha detto la verità."

Pepper gli sorrise digrignando i denti di nascosto e inserì ancora di qualche centimentro in più la mano.
Fu troppo tardi quando realizzò in che razza di situzione si fosse appena cacciata.

"AAARRGGHH!!" urlò Tony alle sue spalle facendola gridare a sua volta per lo spavento.

"TONY!!!" esclamò Pepper togliendo subito la mano e iniziando a dargli colpi a un braccio "Lei è un idiota! Non posso crederci! E' un maledettissimo..." continuò a lamentarsi tra le risate dell'uomo, che tra le altre cose era piacevolmente sorpreso da come si stesse evolvendo la giornata.

"Eddai Pep! Era uno scherzo!"

"Uno scherzo pessimo, avrei dovuto aspettarmelo" borbottò la donna cercando di nascondere il rossore che di nuovo le aveva colorato il volto.

"Andiamo, mi farò perdonare" le disse senza smettere di ridere.

"Continui pure, ne sta collezionando parecchie di cose da farsi perdonare..."

"Le va un gelato? Prometto di portarla nella migliore gelateria di Roma" le disse con un sorriso.

Pepper lo osservò rassegnata e si lasciò scappare a sua volta un timido e appena accennato sorriso.
"Ci vada piano con le promesse, signor Stark..."






NdA
Buondì! Come promesso sto cercando di continuare le long che ultimamente avevo messo da parte e ho pensato di aggiornare prima Vacanze Romane.
Che dire, questo capitolo era tutto diverso nella mia mente e non so se l'effetto"commedia" vi sia arrivato, ammetto di non essere proprio in grado di descrivere certe situazioni; la scena della Bocca della Verità è presente ovviamente nel film con la Hepburn ed è anche quella a cui fa riferimento Pepper non appena arriva sul posto insieme a Tony (per chi non avesse visto il film, Gregory Peck mettendo la mano nella Bocca della Verità finge che la statua gliela strappi via...)
Il titolo del capitolo invece è un film di Alberto Sordi uscito nel 1982; un po' azzardato, lo riconosco, ma tra i tanti mi sembrava il più adatto.
Un ultimo appunto circa la situazione di Tony: ovviamente ho cercato di limitarmi con l'angst, alla fine questa è una commedia e non mi sembrava appropriato sfociare nel drammatico (per una volta ve lo risparmio, amatemi <3).
Ora chiudo qui perchè sento la voce di Aristotele chiamarmi da lontano e devo assssssolutamente ascoltarla.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero a presto!
_Atlas_
   
 
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