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Autore: GreenCats    14/06/2016    1 recensioni
L'amore non fa a pezzi, l'amore ci distrugge completamente.
Harry sta cercando di superare l'abbandono di Louis, un modo per superare indenne quella mancanza che lo sta lacerando dentro. Sono passati sei mesi dall'ultima volta che l'ha stretto a sé ed i ricordi iniziano a farsi sempre più pesanti, come il suo stomaco che continua a crescere.
Harry/Louis // Harry!Mpreg // OneShot (2/2) spirata a 'If This Was A Movie' - Taylor Swift // Presenza di contenuti forti
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg
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È una tipica giornata che inizia con un peso sul cuore e non finisce più.
O è tutta la vita, così.

Louis è chiuso in casa da troppo tempo. 
Le tapparelle sbarrate non gli permettono di vedere fuori - non che lui voglia realmente farlo - non sa neppure che ore siano o se ci sono ancora delle persone che lo aspettano, in attesa di una dichiarazione riguardante la morte di Harry. 
Sono sette mesi che tutti attendono una sua parola ma lui è rimasto in silenzio, stretto nelle sue stesse spalle e ha lasciato correre il tempo, fin troppo. 
Più volte ha cercato di formulare un pensiero, esprimere i suoi sentimenti e come si sente al riguardo, su cosa significa davvero vivere senza Harry. Ma non ci riesce, non riesce a formulare nulla, a dire altrettanto: si sente in colpa e queste sono le uniche parole che dice, le ripete in continuazione come un automa; e ci si sente anche, un automa, perché ciò che fa è solo dettato dalla necessità di sopravvivere, la vita vera lui l'ha persa dopo quella telefonata di Niall che singhiozzante gli ripeteva di far presto, balbettando stremato il nome di Harry, urlando parole confuse, le ultime che gli ha rivolto. In quel giorno, non ha perso solo Harry.

Louis non è più in grado di cavarsela da solo, con gli altri, in mezzo alla gente. 
Sembra a suo agio solo in quella estrema solitudine che si è costruito intorno, tenendo fuori tutti. Perché tutti gli ricordano Harry e lui è combattuto sul dimenticare per sempre oppure andare avanti così, con quella non-vita. La prima opzione, in realtà, non è nemmeno contemplabile. Perché a lui basta chiudere gli occhi un momento e ritrovarsi l'immagine di Harry che gli sorride, con le fossette che gli contornano il viso e gli occhi luminosi di una persona che ama. Quegli occhi che gli mancano come aria e le foto che stringe al petto, non gli rendono giustizia, non sono abbastanza.

Gli basta solo un momento per tornare indietro e vedere Harry seduto sulla poltrona, con le gambe incrociate ed un libro dal titolo impronunciabile. Con le mani in mezzo ai capelli lunghi e Louis, d'istinto, allunga un braccio e vorrebbe toccarlo, stringerlo ancora una volta e sentire il calore della sua pelle, delle sue labbra o solo il suo profumo floreale. 
Ma tocca solo il vuoto, si sente lui stesso così. 
Chiude nuovamente gli occhi ed esprime un desiderio ma Harry non è lì.

Louis vive la sua vita passivamente. 
Ad ogni passo sente sempre di più il pavimento cedere ma si trascina con - poche - forze da una parte e l'altra della casa, ha ancora qualcuno a cui dimostrare qualcosa, o tutto. Ha delle responsabilità nonostante lui stesso, precedentemente, era fuggito da queste. E l'ha promesso ad Harry, ha promesso al corpo esanime di suo marito di prendersi cura di lui, di vivere una vita dignitosa. 
Si chiede spesso se Harry abbia realmente percepito quelle parole, quella promessa e la stretta delle loro mani. Si chiede se Harry abbia sentito la sua presenza in quell'ultimo atto di vita, in quell'ultimo momento di vita insieme.

Liam è convinto di sì ed in quelle poche volte che si sono visti, gliel'ho detto. Ha cercato in qualche modo di aggiustarlo, di farlo sentire meno solo e meno in colpa. Una notte si è anche presentato con un fascicolo di fogli ed ha iniziato a blaterare di depressione pre-parto ma Louis non ci ha creduto, perché lui sa che la colpa è solo di se stesso, per averlo abbandonato, per averlo lasciato da solo nel momento che doveva essere quello più bello e significante della loro vita, per averlo tradito con Zayn, lo stesso che saputo la notizia ha solo alzato le spalle ed è tornato a Los Angeles.

Si tortura e si tormenta Louis. 
Va avanti così da sette lunghi ed stentanti mesi. 
Se non fosse per quella promessa fatta ad Harry, lo avrebbe già raggiunto oppure sarebbe scappato nuovamente, cercando di allontanarsi dal reale pensiero di aver perso per sempre l'amore della sua vita, colui che non ha saputo gratificare nel giusto modo, amandolo nel modo sbagliato o almeno, tanto quanto Harry dava a lui. Persino quell'ultimo estremo gesto, glielo ricorda. 
Perché Harry una vita senza di lui non l'ha accettata e allora vi ha messo fine. Solo con il tempo, con le conseguenze, Louis ha capito cosa provava Harry nel sentirsi così solo, senza la metà di se stesso, senza colui che, nonostante tutto, considerava casa sua. Il tatuaggio sul suo avambraccio, quello che punta verso casa, ora non ha più un vero significato, non lo dirige verso nessuno, perché senza Harry non c'è posto, non c'è casa, non c'è nulla.

Louis cammina in quell'abitazione in cui si è rifugiato. 
Nella loro vecchia casa non c'ha mai più messo piede, nemmeno una volta, nemmeno per sbaglio. Ha fatto prendere tutte le sue cose a sua madre, con l'aiuto prodigioso di Liam ed insieme a Gemma hanno sistemato tutto e quando lui è tornato dall'ospedale, settimane dopo, ha trovato tutto in ordine - al contrario della sua vita - con le felpe sistemate ordinatamente nei cassetti, i completi appesi e tra questi, qualche camicia colorata e qualche notte, le indossa anche, nonostante debba arrotolare le maniche più e più volte. Così si sente un po' meno solo ed un po' più vicino a lui. 
Il resto delle loro cose, sono chiuse in qualche scatolone buttato in garage, insieme a tutte le loro foto che non ha il coraggio di vedere, perché non ci crede nemmeno lui che un tempo è stato felice davvero. 
Ha tenuto solo la foto del loro matrimonio, quella foto che tiene sotto il cuscino, quella che stringe la notte sul suo petto, quella che legge tutte le sere e quella a cui, con un filo di voce, chiede scusa. Chiede scusa per aver sbagliato, per essere stato un codardo, per aver avuto paura; in qualche modo, nella sua testa, è come chiedere scusa ad Harry.

C'è un silenzio attonito tra quelle mure, il monitor indica solo silenzio, forse sta dormendo, ciò che non riesce a fare lui. Il suo sonno è invaso da incubi, da immagini sfocate, da un telo nero che copre il volto di colui che un tempo era stato suo marito e non gli permette di vederlo, c'è sempre quella plastica scura che li divide.

Louis è sul grande divano rosso e stringe una tazza di tè scadente ormai freddo. 
Vorrebbe bere di nuovo il suo Yorkshire ma pur di evitare il ricordo di Harry che assonnato si svegliava sempre per primo e gli preparava la bevanda, portandogliela a letto, non lo fa; è sceso a patti persino con i ricordi.

Non sa cosa fare, vorrebbe scrivere, comporre ma quando c'ha provato, è corso a casa di Liam in pigiama e senza scarpe, cercando un modo per calmarsi, una parola confortante. Invece ha trovato Niall e ha provato a parlarci, a chiarire, ma il ragazzo ha solo scosso la testa - "Chi è causa del suo mal, pianga se stesso" - ed è andato via. 
Non gli parla da quel maledetto giorno, da quando aveva trovato il corpo del suo migliore amico riversato in una pozza di sangue e tra le lacrime ed i singhiozzi strozzati, aveva avvertito autorità e parenti. Mentre stringeva al petto il corpo inerme di Harry e pregava qualsiasi Dio di non lasciarlo. È da quel giorno che non gli rivolge la parola e Louis non può non biasimarlo, lo farebbe anche lui.

Fissa il camino al centro della parete che non ha mai acceso e vorrebbe non puntare i suoi occhi rossi proprio lì, ma è più forte di lui. Alza di poco lo sguardo, ci sono le ceneri di suo marito lì sopra, o meglio, parti di esse. Anne ha insistito perché Louis accettasse, non lo incolpa di nulla, glielo ripete tutti i giorni ma non è abbastanza per lui. Ha imparato a convivere con la perenne presenza della donna, lo aiuta e con lei in casa si sente più vicino ad Harry, soprattutto quando sorride, in rare occasioni, e mostra quelle due caratteristiche fossette.

Louis si è convinto che in quel piccolo vaso, ricolmo di ceneri, ci sia finito un po' anche del cuore di Harry. Glielo diceva sempre, toccandosi il petto - "É tutto quello che hai di me e lo sarà per sempre". 
È tutto quello che resta di lui, insieme ai ricordi che non lo lasciano nemmeno per un secondo. 
Nonostante come siano andate le cose, lo ha amato, lo ha amato tanto e non ci sarà un solo momento in cui non lo amerà. 
Il sentirsi in colpa, avercela con se stesso non blocca quel sentimento, cresce ogni giorno di più e lui darebbe la sua stessa esistenza per un altro, solo bacio. Per vederlo un'altra volta sorridergli di sottecchi sul palco mentre con il busto si gira verso di lui e gli canta una canzone. Vorrebbe riaverlo lì quel poco che basta per chiedergli scusa e dirgli che con Zayn, non c'ha mai fatto l'amore. Vorrebbe riaverlo lì per dirgli che lo ama con tutte quelle forze che gli sono rimaste e che è pentito di non essergli stato accanto. Vorrebbe averlo lì per mostrare alla persone quanto si sono amati. Vorrebbe riaverlo lì solo per un momento e mostrargli gli occhi verdi di loro figlio.

Il dolore che Louis prova, non si è ridotto.
In quei mesi ha imparato a soffocare il pianto, le crisi di panico. 
Il dolore che ha provocato gli si è rivolto contro e fa male ma fa più male avere la certezza di una vita senza Harry. Si domanda come sarebbe la sua vita se non se ne fosse andato quella notte, se Harry avesse resistito. Chissà, forse lo avrebbe perdonato e magari avrebbero vissuto insieme, come una famiglia. Forse avrebbero avuto anche il coraggio di parlare apertamente del loro amore, di mostrare agli occhi della gente cosa vuol dire trovare la metà perfetta di se stessi. Si domanda tante cose Louis, né rimpiange altrettante e forse di più. Immagina come sarebbe stato vivere una vecchiaia insieme ad Harry, tra un libro, il ricordo di una canzone e due tazze di tè verde senza zucchero. 
Immagina come sarebbe stato avere una numerosa famiglia tutta loro, con zio Niall e zio Liam delegati per badarli nei fine settimana. Immagina come sarebbe stato vivere un'intera vita felice con Harry ma il dolore è troppo opprimente, lo lacera dentro, lo fa accartocciare su se stesso.

Louis voleva solo del tempo, lo stesso tempo che ora è costretto a vivere senza di Harry e non ci sono pensieri felici, non c'è nulla di felice in tutto quello e sa che la colpa è solo sua. Spera di trovare Harry in una seconda vita, lo cercherà sempre perché solo a lui può appartenere. 
In una seconda vita, magari, potranno essere felici - più di quello che lo sono stati in questa - potranno uscire tranquillamente mano nella mano, amarsi alla luce del sole. Fare le cose più comuni: pop-corn e cinema, lavare i piatti e finire per fare l'amore sul ripiano della cucina. 
Ha bisogno di essere forte Louis, non per se stesso ma per quella promessa che dorme al piano di sopra, stretto in una coperta verde e blu, quei stessi colori che tutto il mondo accumuna ai suoi genitori.

Louis è distrutto, informe, lacerato, massacrato ma non si abbandona. 
Non sa esattamente come si sente da molto tempo, vorrebbe solo dire freddo ma è un aggettivo che nessuno riesce a comprendere. 
Ha quasi imparato a stare in piedi senza cadere ad ogni passo, a camminare senza immaginassi Harry di fianco a lui che lo sorregge. Perché è egoista Louis, se non lo fosse stato, Harry sarebbe vivo ed in tutto quello è ancora lui a sentire la necessità di averlo accanto, la pretesa di sentirsi abbandonato e solo, perché non gli ha dato abbastanza tempo per riflettere su tutto e farsi carico delle responsabilità. Non saprà mai dirgli addio e questo Louis non sa se sia un bene o un male, perché continua a vivere legato ad Harry, quella corda tatuato sul polso ha preso anche quel significato ma allo stesso tempo sa che quella non è più vita, è solo uno scorrere inesorabile del tempo.

"Mamma si può avere freddo al cuore?"

Jay scuote la testa, gli fa male vedere suo figlio così - "Non lo so Lou, perché?"

"Io non sento più niente".

La donna vorrebbe dirgli che c'è bisogno di tempo, che tutto quel dolore un giorno si trasformerà solo in mancanza o una leggera sofferenza ma mentirebbe perché sa, lo vede negli occhi di suo figlio, che quel dolore lancinante non passerà mai, lo accompagnerà per tutto il percorso della sua vita, o non-vita, come piace sottolineare al ragazzo.

"Torno a letto" - mormora la donna e con un bicchiere caldo di latte torna nella stanza degli ospiti, quella che usa almeno un paio di notte a settimana quando Louis le manda un messaggio e lei corre. Dopo quello che è successo hanno tutti paura, nonostante il ragazzo abbia ripetuto più volte che non ci pensa ad andare lontano, in senso figurato e non. Che ha bisogno di restare lì per vedere suo figlio crescere, diventare. 
Louis annuisce nuovamente, tornando ad osservare il camino spento. Abbassando lo sguardo da ciò che rimane effettivamente dell'amore. Si alza con fatica e con i piedi pesanti va verso la camera da letto, sposta il piumone e si piazza al lato destro, lì dove era solito dormire Harry: in qualche modo, cerca di riempire i suoi spazi. 
Afferra la foto e con l'indice ricalca la scritta, quel 'Tuo per sempre, Harry'. Lo stesso che ha fatto incidere sul petto. Sospira e mormora un - "Sogni d'oro Harry" - lo ripete ogni sera, è la sua buonanotte. Non aggiunge 'mi manchi', quelli sono impliciti in tutti i gesti che compie.

Sta per addormentarsi, finalmente, quando sente il baby-monitor emettere dei rumori. 
Vorrebbe delegare anche quello a sua madre ma si alza e corre verso la camera alla fine del lungo corridoio, entra e vede le piccole e paffute manine di suo figlio cercare il ciuccio caduto. Louis si avvicina e lo sistema, baciandogli la fronte calda - "Buonanotte Edward" - sussurra, prima di tornare in camera da letto, afferrare il telefono e scrivere ciò che tutti, o quasi, stavano aspettando.

@Louis_Tomlinson 
Grazie per avermi amato, è stato il privilegio più grande della mia vita. 
Tuo per sempre, Louis. 
28.04.2019 - 00.24

  
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