Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: Sanae77    14/06/2016    7 recensioni
Tutto segue le regole: Sanae e Tsubasa felicemente sposati.
Una vita tranquilla.
Una nuova avventura lavorativa.
Vecchi conti rimasti in sospeso.
Un tarlo che s'insinua nella testa...
Che cosa può accadere se un 'SE' resta in sospeso?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Tutto ha inizio dopo aver visto questa tavola

http://m.mangafox.me/manga/captain_tsubasa_pilot_chapter/c000/15.html

Ammetto che doveva essere una one shot.
E non chiedetemi perché è cresciuta così a dismisura, non ne ho la più pallida idea, ha preso corpo tra le dita mentre scrivevo.
Doveva essere una cosa spiritosa e divertente, ma mi sono resa conto che i temi toccati erano troppo delicati per non essere approfonditi… quindi e divenuta una long.
Non enorme credo una decina di capitoli.
Il tema affrontato sarà delicato, ma non volevo creare un altro ‘mattone’ tipo Quarto, quindi, spero che nonostante l’argomento trattato sia particolare, di esser riuscita a mantenere un tono quantomeno ‘allegro’ per questa storia che mi è sfuggita dalle dita.
 
Buona lettura.
 
Ps=Only è già in viaggio il corriere espresso con gli ansiolitici. XD (ti voglio bene ricordalo)
 
Sanae77
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Barcellona Spagna - Casa Ozora.
 
 
Che bello!
Che bello!
 
Non ci posso ancora credere!
Tra le mani sto rigirando questo foglio di carta da circa venti minuti.
La lettera che tanto aspettavo, quella per cui ho dato l’anima, l’incarico che tanto volevo.
Adesso è qua tra le mie mani.
Oddio: sono così felice.
Destinazione Germania!
L’istituto di ricerca per il quale lavoro da quando mi sono Laureata in Farmacologia mi ha affidato la sperimentazione di un nuovo medicinale.
Quindi dovrò affiancare il gruppo di ricerca tedesco.
C’è solo un problema: dirlo a mio marito.
E come il più infausto dei presagi sento infilare le chiavi nella toppa della porta.
“Amore, sono a casa!” esclama entrando e chiudendo.
“Tsubasa, sono in cucina.”
Sento che il borsone viene praticamente lanciato nel ripostiglio, quindi mi affretto e riprenderlo subito.
“Ozora! Vedi di disfare quel borsone prima che una colonia di batteri decida di prendere possesso della nostra casa!”
“Va bene Sanae” risponde ridacchiando.
Poco dopo avverto i suoi passi dietro di me.
Le sue braccia mi cingono la vita.
“Che mi racconti di bello? Ci sono novità?” Chiede allungando una mano a toccare il foglio che ancora rigiro tra le mani.
“Molte novità! Ricordi quel concorso che ho fatto per la sperimentazione di quel farmaco?”
“Mh-mh.”
“Ecco l’ho superato! E parteciperò al gruppo di ricerca!” esclamo soddisfatta.
Mi afferra per le spalle e dopo avermi voltata mi stringe sollevandomi in aria.
La cucina ruota tutta intorno a me.
O forse sono io a girare al suo interno… poco importa sono felice, mentre sento Tsubasa esclamare: “Sono orgoglioso di te; dobbiamo festeggiare!”
E dopo avermi posato a terra, corre al frigo per aprire una bottiglia di spumante.
 
Si questo vestito può andare.
Mi contemplo nello specchio.
Tubino attillato rosso.
Porta fortuna il rosso no?
Spero che me ne porti stasera, visto che dovrò affrontarlo a carte scoperte.
Ma dopo i tre anni di Brasile me lo deve!
Tsubasa ha deciso di portarmi a cena fuori per festeggiare, spero che la cena non gli vada di traverso quando saprà che dovrò stare via alcuni mesi.
 
Ci sediamo al solito tavolo; spero solo che non venga qualche tifoso a infastidirci.
Arriva il cameriere e ordiniamo i soliti piatti. Oramai è un'abitudine venire qua a mangiare cibo tradizionale spagnolo, ci piace da matti.
“Quindi, dimmi come si svolgerà questo nuovo lavoro?” la butta lì come se fosse la cosa più semplice del mondo. Adesso è il mio turno di vuotare il sacco.
“Allora: dovrò affiancare un gruppo di studenti e completare la ricerca. L’unico problema è che tutto questo durerà qualche mese Tsubasa” ammetto.
“Va beh, dov’è il problema se hai deciso che questo sarà il tuo lavoro.”
Temporeggio mentre riesco a prendere il tovagliolo e sistemarlo sulle gambe.
“C’è solo un problema… il centro di ricerca è in Germania” espongo dopo aver sollevato la testa e guardandolo dritto in volto.
Non voglio perdermi la sua espressione per niente al mondo.
L’acqua che stava sorseggiando gli va di traverso.
Dopo aver evitato di soffocare finalmente parla: “Ge-Germania!”
Ha gli occhi fuori dalle orbite.
“Già, Germania” ribadisco.
Il suo sguardo da rilassato si fa pensieroso.
“Sanae, ma è lontanissimo.”
“Il Brasile lo è di più.”
Una smorfia compare sulla sua bocca.
Colpito e affondato.
Alza le mani in segno di resa.
Forse ho esagerato, quindi in tono dolce e calmo tento di rimediare.
“Dai Tsubasa, Amburgo-Barcellona sono soltanto due ore e mezza di volo.”
Sospira e annuisce.
“Ok, e dove alloggerai?”
“Al campus è ovvio.”
“Sanae, non se ne parla… è per ragazzi: sei una donna sposata!”
Sbuffo roteando gli occhi al cielo, maledetta gelosia, tanto lo sapevo.
Francamente non è che abbia molta voglia di stare in un campus, con ragazzetti incentrati su feste, svago e amori adolescenziali.
“Al massimo affittiamo un appartamento, così potrò raggiungerti quando voglio. Sai che faccio? Sento Genzo, così può consigliarci sul da farsi e su come muoversi per un'eventuale casa.”
E neppure mi lascia il tempo di replicare che ha già sfilato il cellulare dalla tasca e lo sento parlare con l’SGGK.
Faccio spalluccia; in fin dei conti poteva pure andare peggio, alla fine non l’ha mica presa così male?
Ecco, adesso si è pure alzato per parlare più dettagliatamente con l’amico portiere.
Meglio così, non dovrò pensare a niente.
Pochi attimi dopo torna tutto soddisfatto.
“Allora? Che ha detto Wakabayashi?”
“Sanae ascolta…”
Mh… quando inizia così non mi piace per niente.
“Genzo ha detto che vuole a ogni costo ospitarti lui, non ha voluto sentire ragioni. Ha detto che la sua casa è molto grande e può darti una camera e uno studio tutto per te. Che non hai bisogno di affittare casa per il breve periodo che dovrai restare là. Sarai sua ospite” spiega soddisfatto.
“Oh ma bene hai messo il cane da guardia per controllarmi?” indago fissandolo seria, anche se mi scappa da ridere.
Scuote la testa.
“Si è offerto lui, non ha voluto sentire ragioni.”
Tenta miseramente di giustificarsi, ma so perfettamente che è contento che ci sia Genzo a controllarmi.
“Va bene, va bene tanto sarà solo per sei mesi” dichiaro arresa agitando le mani.
In realtà con il portiere non è che sia mai andata molto d’accordo ma adesso siamo grandi e sapremo convivere pacificamente… spero.
 
“Sei mesi – sospira – e il nostro progetto?”
Mi soffermo con la forchetta a mezza corsa tra il piatto a la bocca.
Già il nostro progetto: mettere in cantiere un futuro Ozora.
“Non vedo dove sia il problema, Tsubasa, proseguiamo come avevamo pensato no?”
“E se poi resti incinta?”
“Tsubasa è una gravidanza non una malattia” chiarisco.
“Ok, se lo dici tu.”
 
…Sette giorni dopo
 
“Sei sicura di aver preso tutto?”
La voce alle mie spalle mi fa riscuotere.
“Spero di sì.”
“Ricorda che ad Amburgo fa molto più freddo Sanae!”
“Me lo avrai ripetuto quelle tre o quattromila volte Capitano stai tranquillo, ho preso tutto.”
Si avvicina alle due valige e le afferra sicuro sollevandole.
“Sì, decisamente hai preso tutto” borbotta sbuffando fuori aria per la fatica.
Scendiamo nel garage e una volta caricati i bagagli partiamo in direzione dell’aeroporto.
 
Stanno chiamando il mio volo.
Mi volto per regalare un ultimo bacio al mio Capitano.
“Mi raccomando appena arrivi chiama!” mi esorta.
“Sta tranquillo appena metterò piede in terra straniera ti chiamerò!”
Mi stringe a lui, facendo aderire il suo corpo al mio.
“Mi mancherai” dice sfiorando le mie labbra.
“Anche tu” ammetto aumentando la pressione e baciandolo come si deve.
 
E davvero mi mancherà.
Il portellone si chiude, i motori iniziano a rullare, sono emozionata per la nuova avventura lavorativa che mi aspetta.
Allo stesso tempo ho una sorta di panico interiore a dovermi separare nuovamente da Tsubasa; dopo il lungo periodo che siamo stati distanti per colpa del Brasile.
L’aereo finalmente si eleva in volo: direzione Amburgo.
 
Aeroporto di Amburgo-Fuhlsbüttel
 
 Tra poco arriverà, praticamente il Capitano me l’ha affidata… Anego, mi ha affidato Anego.
Scuoto la testa per scacciare il pensiero delle nostre litigate sul campo da calcio.
Quanto tempo è che non la vedo? Ci penso, credo che l’ultima volta siano stati circa cinque anni fa, al loro matrimonio.
Sbuffo.
Già prevedo scintille con quella ragazzina.
Ma quando l’esile figura in prossimità del Gate, in arrivo da Barcellona, si muove sicura verso l’uscita a tutto penso fuorché ragazzina.
Il tempo passa per tutti, meglio così.
“Sanae” la chiamo.
Abbassa gli occhiali da sole soltanto quando si trova di fronte a me.
“Genzo?” chiede sbalordita.
“Già, in carne e ossa.”
“Accidenti era da così tanto tempo che non ti vedevo, che… che non ti avrei riconosciuto.”
Mentre lo dice mi squadra da capo a piedi.
“Benvenuta ad Amburgo.”
“Grazie mille.”
“Lascia che ti aiuti.”
“Ce la faccio non importa.”
“Insisto, Sanae, dai: lascia fare a me!”
“Va bene, grazie.”
 
Quindi raccolgo i suoi bagagli e andiamo verso l’auto. Una volta dentro faccio partire un po’ di musica, non so davvero da dove iniziare con lei, anche se dobbiamo condividere gli stessi spazi per sei mesi.
“Allora, raccontami di questo progetto, in cosa consiste.”
“Era tanto che provavo a entrare in un gruppo di ricerca sperimentale, così ho partecipato al concorso e l’ho vinto. La destinazione non è certa fintanto che il progetto non è stato assegnato, quindi domani si aprono le porte per un nuovo lavoro. E tu invece? Sempre e solo calcio?”
“Ovviamente, ti sembra possibile che il calcio possa mancare nella mia vita? Ma c’è anche una compagna. Siamo fidanzati da un anno.”
“Oh, questo non lo sapevo, quindi l’incallito scapolo ha capitolato?” domanda divertita.
“Calma calma, è tutto molto soft, ognuno vive a casa propria, sai che non amo impegnarmi per troppo tempo” rispondo divertito.
“Già il contrario di noi che ci siamo impegnati prestissimo” afferma spensierata.
“Allora come va la vita con il Capitano?”
“Bene, tutto prosegue per il meglio e non vedo l’ora di iniziare questo nuovo lavoro.”
“Oh, buon per te.”
La strada scorre veloce tra le risa divertite di Sanae ai miei racconti.
Sicuramente è molto più piacevole conversare con lei, adesso, che in passato.
 
Varchiamo la soglia di casa e lo stupore dipinto sul suo viso mi fa sorridere.
“Accidenti Genzo! Quando dicevi che avevi spazio per ospitarmi non scherzavi, sarà difficile incontrarsi” ammette sorpresa.
“Allora, al piano terra c’è tutto il reparto giorno con sala, cucina, studio e molto altro, lo scoprirai.
Al primo piano – dico precedendola sulle scale con le valigie in mano – ci sono le camere, qua a destra c’è la mia, mentre là in fondo al corridoio a sinistra c’è la tua con il bagno, il resto sono per eventuali ospiti, ma non temere non invito nessuno solitamente. Eccetto ogni tanto Clare che, ovviamente, si ferma da me.”
“Certo certo, non voglio intralciare la tua vita sentimentale, Genzo, ci mancherebbe.”
“Non temere sa del tuo arrivo, quindi stasera passa per conoscerti.”
“Ah, avrò così l’onore di sapere chi ha fatto capitolare SGGK” scherza.
“Con Clare sto bene, ma dire che mi abbia messo le catene o fatto capitolare ce ne passa cara Anego.”
“Anego? - esplode in una risata - era molto tempo che nessuno mi chiamava più così… mi fa pensare ai tempi della Nankatsu quando io e te non è che andassimo proprio d’amore e d’accordo eh!”
“Adesso però siamo cresciuti no?”
“Già, siamo proprio cresciuti.”
Arriviamo alla sua stanza, apro la porta e la invito a entrare.
Le valige le metto nell’angolo vicino al grande armadio.
“Clare arriverà tra circa due ore, tu rilassati e sistema la tua roba… benvenuta Anego!” e l’ultima parola la dico con un tono di voce canzonatorio.
Per tutta risposta mi lancia il cuscino della sedia che aveva di fronte, per poi esclamare: “Vediamo di non risvegliarla!”
Accorcia le distanze, si solleva sulle punte e posando le mani sulle mie spalle mi regala un delicato bacio sulla guancia.
“Grazie di tutto Genzo!”
“Figurati, mi sarei offeso se ti avessi saputa qua da sola. Ti aspetto di sotto.”
“Ok, a dopo.”
 
***
 
Vero che mi aveva avvisata.
Vero che erano amici da piccoli.
Ma ora che questa donna girella per casa di Genzo la cosa non mi sta affatto bene.
Sono troppo, come dire, in confidenza, ecco.
Stanno parlando a ruota libera da un’ora senza neppure interpellarmi, si stanno raccontando i vecchi tempi e ridono, ridono, ridono.
Inizio a odiare la sua risata.
Inoltre non mi aspettavo che fosse così carina.
Sbuffo per l’ennesima volta.
“Oddio, scusa Clare, ti stiamo annoiando con i nostri discorsi vero?”
“No, ma figurati Sanae, è bello scoprire qualcosa di Genzo; non mi racconta mai del suo passato!” mento spudoratamente, perché questa complicità che li lega mi va decisamente stretta.
“A parte che era uno spocchioso, gasato e… sono bravo solo io, voi sarete delle schiappe a vita direi che il tutto si può riassumere così.”
“Ah, ha parlato il maschiaccio della squadra, pensa Clare che mandavano lei a discutere con me per il campo” la sfotte.
“Non mi hai mai fatto paura Wakabayashi!”
Oddio, non posso crederci stanno di nuovo battibeccando sul passato.
Alzo gli occhi al cielo, sembrano due vecchie zitelle.
 
Decido così di alzarmi e andare in cucina. Margaret è intenta a servire il dolce. Neppure si sono accorti che mi sono alzata.
“Porto io il dolce di là.”
“Signorina, ma non importa ci penso io.”
“No, almeno faccio qualcosa.”
“Come vuole.”
Afferro i piattini e li porto ai due commensali.
“Bene ecco il dolce!” esclamo attirando la loro attenzione.
“Uh, che buono” risponde lei.
Al diavolo, mangia il dolce di gusto, seguita da Genzo, io sono perennemente a dieta, maledette sfilate.
“Tu non lo assaggi?”
“Clare non può, tra pochi giorni ha una sfilata.”
“Uh, che bello, fai la modella?”
“Sì, lavoro per Gucci.”
“Forte!”
 
Mi avvicino a Genzo e metto una mano sulla sua gamba da sotto il tavolo, lei può vedere poco, ma spero che capisca che deve togliersi dai piedi.
Lui è come pietrificato, non si aspettava questo gesto da me.
Si schiarisce la voce e avvicinandosi al mio orecchio sussurra: “Abbiamo ospiti Clare…”
Faccio finta di non comprendere e quando finalmente Sanae capisce, dove ho la mano, prima arrossisce, poi si alza di scatto e si congeda.
“Scusate, salgo in camera mia, sono molto stanca sapete il viaggio… Buonanotte…” lascia cadere la frase.
“Buonanotte.”
“Buonanotte Sanae” risponde lui imbarazzato.
Sparisce dalla nostra vista finalmente.
 
“Che diavolo ti è preso?” Sbotta lui all’improvviso.
“A me che diavolo è preso? A te piuttosto!”
“Non ho fatto niente” il tono è candido.
“Ah sì, allora vediamo; a parte ignorarmi tutta la sera e chiacchierare con lei direi che sì: non hai fatto niente…”
Solleva le mani al cielo, come a invocare chissà che testimoni.
“Sei gelosa.”
“E tu un cafone visto che ignori la tua ragazza per tutta la sera” controbatto.
“Era tanto che non ci vedevamo è ovvio che avessimo tante cose da raccontarci.”
Si avvicina e mi cinge la vita.
Il suo corpo caldo mi fa avvertire un brivido e non certo di freddo.
“Dai Clare, non ho voglia di litigare per la mia amica.”
Tengo ancora un po’ il broncio, giusto per fargli vedere chi comanda, ma quando la sua bocca inizia a percorre il collo lasciando una scia di baci cedo immediatamente alla sua richiesta.
“L’hai sempre vinta tu!” esclamo mentre sollevandomi di peso ci dirigiamo verso la sua camera.
Di Sanae neppure l’ombra per fortuna.




Dedicata a Genz e Love Candy77 in occasione di due date per loro importanti.
Avevo detto che avrei iniziato il 15 giugno, ma domani, a causa di uno sciopero... non ci sono.
Quindi... siete anche fortunate che potrete leggere con un giorno in anticipo.
E proprio perché me lo avete chiesto voi e perché ho una Beta stratosferica (GUIKY80)... altrimenti restava nel PC.
Gruppo Manicomio... vi adoro.
Sanae77
   
 
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